Serie TV > Shameless US
Segui la storia  |       
Autore: Jasmine_dreamer    31/05/2018    0 recensioni
"Cosa vuoi, Lip?" chiesi io.
"Perché sei andata via?"
"Tu non mi amavi." feci allora raggruppando tutta la forza in me, l'unica parte che lui non mi avesse portato via.
"No, è vero. Ma vorrei provarci."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lip Pow:
Bussarono alla mia porta, io ero ancora a letto a dormire.
Feci finta di non sentire, ma bussarono ancora. E ancora... e ancora.
"Va bene, arrivo!" esclamai: "Cazzo, un secondo."
"Fiona" dissi dopo aver aperto ed essermi girato per afferrare una sigaretta dal pacchetto che era aperto sul mio comodino.
"Ciao, come stai? Ian mi ha detto che sei stato cacciato." fece Fiona.
"Sì, ma sto bene." risposi io aprendo una lattina di birra e portandomela alla bocca.
"Cazzo, Lip sono le nove del mattino!"
"Sì, e allora?!" chiesi io.
"Ti attacchi all'alcol appena sveglio? Wow, stai diventando il fottuto Frank!" sbottò lei alzandosi in piedi.
"Io non sono come Frank! Non torno puzzando di piscio di cane per poi risvegliarmi sul pavimento della cucina e sparire per giorni!" dissi alzandomi in piedi a mia volta.
"Ti stai sputtanando la vita, Lip. Non accorgertene troppo tardi." rispose lei prima di voltarsi e di lasciare la mia stanza.
"Cazzo." dissi quando se ne fu andata.
Il senso di essere inutile quanto Frank però non mi impedì di finire quella dannata birra.
Dopo aver pisciato addosso a delle persone e aver aggredito il professor Youens mentre ero ubriaco, mi avevano sbattuto fuori dal college a calci in culo.
Se Mandy ci fosse stata si sarebbe proprio incazzata.
Dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per farmi ammettere, chissà quanto mi avrebbe insultato.
O magari sarebbe andata in maniera diversa, magari non avrei mandato tutto a puttane se lei fosse rimasta nel South Side.
Chissà se stava ancora con Kenyatta.
Scesi in cucina dove c'era Ian.
"Buongiorno!" esclamò mentre si versava un bicchiere di succo.
"Ciao, ascolta Mandy..." esitai.
Lui mi lanciò un'occhiata mentre sorseggiava dal bicchiere: "Mh?!"
"Sta ancora con quel cazzone nero?"
"No, lo ha lasciato e poi si è trasferita al Nord." rispose: "E poi che cazzo te ne frega?"
"Fanculo, stronzo. Ero solo curioso." dissi io.
"Sarà, è da quando l'hai rivista che sei strano." fece Ian.
"Non credo, è solo che l'ho vista bene."
"Sì, Lip, ascolta..." disse Ian avvicinandosi a me: "Non fotterle la vita di nuovo, ok?"
"Ma se non so manco dove vive." feci io.
Lui mi guardò, sollevò le spalle e andò via.
Andai a sedermi sul divano e vidi che sul tavolino di fronte a me c'era un pacchetto di sigarette, quindi mi allungai e ne tirai fuori una per poi infilarmela in bocca.
L'accesi e mi appoggiai allo schienale appoggiando la testa, socchiusi gli occhi aspirando il fumo che sentii scendere caldo nei miei polmoni.
Chissà cosa mi aveva davvero fottuto la vita.
Frank, Monica, Karen o forse me l'ero fottuta da solo, il che era plausibile.
Anche se ero abbastanza sicuro che quei tre in qualche modo avevano influito su tutto ciò.
Mandy aveva cercato di rimettere a posto i pezzi di me che nel tempo avevo perso per strada e, come diceva Ian, io mi ero pulito il culo con lei.
Solo che non lo avevo capito, non avevo capito che tutto quello che stava facendo per me, pensavo solo di potermela scopare ogni qual volta che ne avessi avuto voglia, ma non c'era più.
I miei pensieri furono bruscamente interrotti da Frank che entrò cadendo e urlando "Cazzo!"
"Cristo, Frank, puzzi di merda!" feci io.
"Fanculo." disse lui che ormai si era rialzato e si trascinava salendo le scale.
Era mezzo nudo, ma non avrei fatto domande.
Scossi la testa e spensi la sigaretta, poi decisi di uscire.
Andai da Patsy, Fiona mi gelò con lo sguardo e io mi sedetti al bancone.
"Fiona, smettila di guardarmi così." feci.
"Ti sei fottuto la vita, cazzo. Rimettiti in riga finché sei in tempo." disse lei, ancora.
"Non diventerò come Frank." risposi seccamente io.
Si fermò di fronte a me, poggiò lo straccio che teneva in spalla sul banco, mi guardò e mormorò: "Se vai avanti così, temo di sì invece."
Io mi alzai e andai via.
Era assurdo prendermi prediche da chi, qualche anno prima, aveva lasciato la coca a portata di bambino causando l'overdose di Liam.
Era assolutamente ridicolo che si permettesse di darmi lezioni di moralità.
Andai all'alibi, mi sedetti al banco e ordinai una birra.
"Sono le 11 del mattino, Lip." fece Kev.
"Ma che cazzo volete tutti? Ma che ve ne frega di quanto e quando bevo io?" esplosi alla fine io.
"Torna al college, Lip." disse lui asciugando un bicchiere
"Sono stato espulso." risposi io.
Kevin mi allungò la birra e mi guardò come se ne fosse deluso.
Io non dovevo soddisfare le aspettative di nessuno, che si fottessero tutti.


Mandy Pow:
Quando ero stata dai Gallagher avevo scritto a Ian su un biglietto il mio indirizzo in caso avesse voluto venire a trovarmi.
Forse qualcuno del mio ambiente qui mi avrebbe fatto sentire un po' di più a casa, perché era bello avere una nuova vita, ma ogni tanto mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Non che mi fossi mai sentita realmente a casa o a mio agio, ma qui mi sentivo completamente sola e, a volte, inadeguata.
Inadeguata... quante volte mi ero sentita così, quella parola mi aveva rappresentata per la maggior parte del tempo.
Ian era il mio unico vero amico, Lip invece è stato il mio unico amore.
Avevo voglia di prenderlo per la gola e sbattergli in faccia tutta la rabbia repressa che bruciava dentro di me per tutto quello che mi aveva fatto.
E Mickey, lui era finito in prigione per aver attentato alla vita di Sammi, mentre io non ero andata a trovarlo neanche una volta, c'ero sempre andata quando era finito dentro, ma non questa volta e non so neanche il perché.
Forse avrei dovuto farlo, allontanarmi non cancellava il fatto che io fossi sua sorella, allontanarmi non significava che non fossi più Mandy Milkovich, "quella" del South Side.
Ero sempre io, con vestiti firmati e macchine lussuose, ero sempre io.
Presi le chiavi e montai in macchina diretta in quel carcere dove mio fratello aveva passato praticamente la metà della sua vita.
Prima di andarmene mi ero assicurata di essere vestita come la vecchia me in modo da non attirare sguardi.
Mi sedetti e attesi.
Quando aprirono le porte, Mickey uscì con la sua solita faccia incazzata, ma poi mi vide, sorrise e io feci lo stesso.
"Chi non muore si rivede!" esclamò dopo aver preso la cornetta in mano.
"Ciao, non avevo il coraggio di venire qui. Mi dispiace se sono stata una sorella di merda." feci io sforzandomi di ridere.
"Beh, io non sono stato un granché come fratello, Mandy. Cazzo, non ti vedo da più di un anno, non so neanche cosa stai combinando."
"Vivo al nord ora." risposi.
"E quel cazzone di colore? Lo hai lasciato?!" chiese poi, dopo essersi toccato il naso come era solito a fare.
"Sì, un po' di tempo fa."
"Hai visto Ian?" domandò con un tono di voce che aveva solo quando parlava di lui.
"Sì, l'ho visto, gli ho anche inviato un messaggio. Pranzeremo insieme."
Lui annuì toccandosi di nuovo il naso.
Rimase un po' in silenzio e, non sapendo cosa dire, anche io.
Poi le guardie ci informarono che il tempo era terminato e, dopo esserci salutati, Mickey tornò in cella.
Uscii e andai a prendere Ian a casa.
Quando suonai il clacson lui uscì di corsa, io sorrisi e abbassai il finestrino urlando: “Gallagher!”
Lui ricambiò il sorriso e salì in macchina.
Mi indicò la strada per arrivare in una pizzeria italiana nel lato sud di Chicago, parcheggiai l’auto ed entrammo.

Quando tornai a casa ero esausta.
Mi tolsi le scarpe e le misi accanto alla porta.
Andai in soggiorno e mi sedetti sul divano, mi accesi una sigaretta e guardai qualche video su Facebook.
Poi il telefono di casa prese a squillare, Julie rispose e poi strillò: “Mandy, è per te!”
Mi alzai dirigendomi in cucina, presi il telefono e dissi: “Pronto?”
Ma chi era dall’altra parte riattaccò.
Misi a posto il telefono un po’ stranita.
“Chi era?” domandò Julie.
“Boh, qualche coglione che voleva fare uno scherzo del cazzo.” risposi.
Chiunque fosse, sapeva che abitavo qui.
Magari Kenyatta o mio padre mi avevano trovata.
Ma io non avrei permesso a nessuno di riportarmi indietro.
“Tu meriti di essere felice, Mandy. Sei una brava persona.”
Questo mi aveva detto Ian quel pomeriggio.
Chissà se era vero.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: Jasmine_dreamer