Eccoci alla fine, mi mancherà passsare il tempo a questa fanfiction, cercare le recensioni, e trovarle con un sorriso, consigli, suggerimenti, ma anche complimenti, che mi hanno spronata a continuare, capitolo per capitolo, e un pò mi sono buttata giù, quando notavo poco interesse per la storia da parte dei lettori, ma poi le rece, proprio quando pensavo che non ci sarebbe state più, rieccole.
Vi ringrazio, davvero, e lo faccio ad uno ad uno:
grow, Laia92 , mollina123, Super Sirod per aver messo la storia nei preferiti; e MUSICAL , PaN93_BeLLa ,Sailor Jupiter per aver messo la storia in quelle seguite.
Ringrazio soprattutto MUSICAL, per avermi spronata a continuare, quando stavo per accantonare la storia in una cartella del mio computer; vorrei anche ringraziare Luna_07 per avermi fatto vedere una volta un mio errore di distrazione, e per avermi seguito all'inizio Edward Son, e il mio amico Ale, che mi ha aiutato quando ero giù.
E ringrazio anche delle ultime rece:
Luna_07: tranquilla, spero che questo capitolo ti piaccia, ti saluto, Mia
Super Sirod: stai serena, Veggy non è un gran guastafeste, è triste, sì, ma se Bra è felice, anche lui lo sarà, qui ho descritto come secondo me si comporterebbe con Goten/Bra.
Ah, prima di lasciarvi, le parti in azzurro sono nel Pov di Bra e quelle arancioni, sono di Goten.
Buona lettura, Mia
Eccola,
una lacrima, ringraziando il cielo mia madre non mi ha ancora truccata, la
asciugo alla bella e meglio con il dorso.
Inizio
a ridere come un isterica.
Oggi
è il giorno più bello della mia vita e cosa faccio ora?
Piango?
Lo
so, sono abbastanza strana.
Sono
passati 3 anni da quando io e Goten stiamo insieme, tra alti e bassi la mia
vita ha preso questa nuova piega.
Ho
sempre avuto paura per il nostro legame, dopotutto non è facile stare insieme,
ma non lo è mai per nessuno, neanche e soprattutto per noi.
Papà
non ha mai preso bene il nostro rapporto, ma con il tempo ha capito che è
meglio “affidarmi” a qualcuno che conosce veramente, o meglio, ad un sajan, che
a un essere umano inutile.
Oggi,
nonostante tutto l’odio che dice di aver per Goten verrà, mi accompagnerà
nell’ultimo tragitto dove io sarò solo sua figlia, la piccola Brief, per poi
essere una Son.
Mi
devo ancora vestire, truccare, pulire e, ah, sì, mi devo preparare
psicologicamente.
Mi
guardò allo specchio e vedo una donna con le occhiaie, segno di una notte
insonne.
Sarò
la prima moglie zombie.
Il
trucco non può riuscire a cancellare quei segni sotto gli occhi, e –come se non
bastasse– non avevo dormito decentemente, magari sarei caduta tra le braccia di
Goten dormiente, mentre devo dire il mio sì.
Ora
inizio a piangere senza ritegno.
Sarà
il giorno più brutto di tutta la mia vita.
<
buongiorno sposa... ma cara, che fai piangi? > la voce dolce di mia madre mi
fa riprendere il contegno che fino ad un secondo fa avevo dimenticato.
<
scusa è... oh, guardami, sono orribile, ho le occhiaia e stanotte non ho
dormito, e i miei capelli sono un groviglio di nodi, e... e se sento la nausea
davanti all’altare, e se... > mamma alza un dito per farmi tacere.
Sì,
sono incita, di tre mesi per l’esattezza, mia madre è l’unica a saperlo per
adesso, l’unica certo, a parte me, Goten e Chichi.
È
meglio che papà lo sappia a tempo debito, per esempio quando sarò in viaggio di
nozze lontani da papà.
Chichi
lo sa, all’inizio si è arrabbiata con Goten, ma alla fine, la gioia di
diventare nonna di nuovo fece tacere la rabbia.
<
amore, sei bellissima, anche agitata; e poi è normale che tu lo sia, quando io
e tuo padre ci siamo sposati... era, come dire, diverso. Noi già abitavamo
insieme, avevamo già Trunks, era già segnato > sbaglio o nei suoi occhi
azzurri c’è una strana luce? Come un preludio di un pianto a dirotto, per la
commozione, era da ieri che piangeva per me.
<
ma tu... tu non lo fai per quello che hai nel grembo, ma soprattutto per quello
che hai qui > disse toccandosi il petto all’altezza del cuore.
<
sarai bellissima, piccola mia, in qualsiasi stato ti presenterai, anche se sei
veramente bellissima, persino con i capelli impigliati >
Apro
la bocca spaventata lanciando uno sguardo spaventato allo specchio cercando una
spazzola come una disperata.
Mia
madre nel frattempo ride.
Che
brutto senso dell’umorismo.
< lascia fare a me > dice lei prendendo dalle mie mani tremanti la
spazzola e lisciandomi i capelli, mentre canta una vecchia canzone.
< mamma, che volevi dire poco fa... insomma, anche tu ti sei sposata per
amore, no? > le chiedo con le fronte contratta per lo stupore.
Lei ride.
< oh, certo amore, sciocchina, solo che noi sapevamo cosa ci aspettasse,
e poi a quei tempi Vegeta non sapeva di amarmi, e non sapeva molto del
matrimonio, per lui non era niente di importante, dopotutto la nostra vita
sarebbe sempre stata quella di sempre > sorrise.
Che strana, ma dolce mamma mi ritrovavo.
Mi riguardo allo specchio per la centesimo volta.
Indosso un abito bianco lungo fino ai piedi e vaporoso, con delle scarpette
con tacchi a spillo, i capelli sono portati su, solo una piccola ciocca scappa
dispettosa dalla presa delle forcine.
Soffio su di essa ma ricade dopo non molto ancora più vicina ad uno dei
miei occhi.
Mordo il labbro inferiore, dove ancora non c’è nessun rossetto, per la
paura che la mia ansia lo possa mangiare.
Chissà che fa Goten...
Mi sono momentaneamente chiusa in bagno per sfuggire dalle temibili grinfie
dei fotografi, dicendo di volermi finire di truccare da sola.
Mamma si era offerta volontaria, ma io ho rifiutato quell’aiuto, sperando
di poter restare sola con me stessa.
Io, Bra Brief, diventare Bra Son.
Suonava anche bene.
< Goten! Sbrigati ad uscire da quel bagno, ci sono le foto! >
Sbuffo annoiato.
Se c’è una cosa che non mi è mai piaciuta dei matrimoni sono le foto.
È un momento indimenticabile no? Non si può dimenticare il giorno del tuo
matrimonio, perché spendere soldi inutili a scattare quattro foto?
Non lo dico per i soldi, ma perché non mi piace essere fotografato, Bra mi
ha fatto una marea di foto a tradimento, e quelle poco in cui avevo capito che
ero io il soggetto di quell’inquadratura mi veniva quella faccia da pesce
lesso.
Mi piacerebbe rimanere in bagno per l’eternità.
Chissà che cosa fa Bra...
Forse si stava facendo anche lei le foto, a lei è sempre piaciuto essere al
centro dell’attenzione, io invece lo trovo irritante.
Come questo momento. Ho già parlato con mia madre, che mi ha detto le
solite cose, oltre la strigliata d’orecchie per lo stato di Bra.
Io sono felice, terribilmente spaventato per il futuro –matrimonio e nuovo
nascituro– ma felice.
Non è come con Valese.
Lì era diverso, nessuno dei due amava l’altro, non sentivo tensione
nell’attesa, non morivo dalla voglia di stare all’altare ad attenderla, con la
paura che non si presenti.
Oh, cielo, e se non viene?
< GOTEN! >
Sono esausta, e dire che siamo solo all’inizio! Non siamo neanche andati in
chiesa. Certo, la sposa deve farsi attendere.
E se arrivo troppo presto?
Stupida paranoica che non
sono altro. Calmati, Bra.
Ora non solo sono
paranoica, ma anche pazza, dato che parlo da sola.
< Bra? > la voce di
mio padre mi risveglia dai miei pensieri.
Ha uno di quei smoking
che lui dice lo fa sembrare un” damerino”, ma le volontà della mamma non si
discutono.
Fa una smorfia
rivedendomi con l’abito bianco, come se nell’abito ci fosse scritto “Addio”.
< dobbiamo andare,
piccola > era da tanto tempo che non mi chiamava piccola, da quando io gli
avevo urlato che non era la sua bambina, in una litigata durata una settimana,
la più lunga per noi, che nonostante sappiamo entrambi portare rancore, tra noi
è difficile.
Sorrido felice.
È bello essere per sempre
la sua piccola, anche adesso.
< non vorrai che ci
lascino qui? > mi chiese speranzoso.
Ancora papà non ha del
tutto rinunciato al pensiero che io mi debba sposare.
Con le mie braccia
sottili gli cingo un braccio.
< non voglio aspettare
un secondo di più >
Tra un momento all’altro
arriverà Bra, come al solito lo sposo deve attendere la sposa, ma l’attesa è
lacerante, e conoscendo Bra, so che mi farà aspettare.
Gioco con manica della
camicia.
A un certo il ronzio che
poco fa sovrastava la chiesa smette.
Tutti si girano davanti
alla navata.
È arrivata.
È bellissima, come
sempre.
Tutti la guardano a bocca
aperta o bisbigliando un “è bellissima”.
È la mia Bra, sempre
bella, ogni secondo della giornata, anche oggi, e per sempre.
Mi vien voglia di correre
verso Goten, ma papà mi stringe nel suo braccio procedendo lentamente verso
l’altare, per poi baciarmi la fronte.
Ha gli occhi lucidi.
Prendo la sua mano tra le
mie, la mano di mio marito.
Trunks e Marron sono
stretti con in braccio Erick alla prima fila vicino a mamma e papà.
Ah, non ve l’ho detto,
vero?
Trunks e Marron si sono
sposati e adesso hanno un bambino, il piccolo Erick, la gioia di papà.
Pan sta ancora con quel
Riven, un ragazzo simpatico, amante delle arti marziali... praticamente la sua
anima gemella. E Valese, che è diventata una mia cara amica, e si è sposata con
quel Raul.
Ma ritorniamo a noi.
< vuoi tu, Bra Brief
sposare il qui presente Goten Son? Per amarlo, onorarlo... >
< sì > la mia voce
è roca, ho paura di iniziare a piangere, e con il trucco non farei una bella
figura.
< vuoi tu, Goten Son
sposare la qui presente Bra Brief? Per amarla, onorarla... >
< sì > mi sta
guardando fisso negli occhi, come nella stazione, facendomi tremare.
< lo sposo può baciare
la sposa >
Non chiediamo altro.
Goten solleva il velo e
posa le sue labbra sulle mie.
Per sempre.
E come è degno che finiscano tutte le favole: e vissero felici e contenti.