CAPITOLO VI
Stavano correndo il più veloce possibile verso
gli alberi in modo che la luce del giorno li avvolgesse e impedisse ai goblin
di attaccarli.
Ricominciarono a correre nel mezzo degli alberi
ancora radi per poi inoltrarsi sempre di più, fino ad arrivare a uno spiazzo
circolare dove si gettarono a terra esausti. La lotta con i goblin e la corsa
che ne era seguita li aveva prosciugati di ogni energia.
- Fili, Kili, Ori, Nori, Dori... - lo stregone
iniziò a contare i membri della Compagnia per assicurarsi che ci fossero tutti
e che nessuno fosse rimasto indietro.
- Dov'è Bilbo ? - sussurrò improvvisamente
Eruannie, notando l'assenza dell'amico.
- Dove avete lasciato il mio scassinatore,
nani sprovveduti ?! - da sotto il cappello a punta si riusciva a intravedere la
preoccupazione che si faceva lentamente strada sul volto dello stregone.
- Maledizione, mezz'elfa ! Il tuo unico
compito era quello di tenere d'occhio lo hobbit e non sei nemmeno riuscita in
questo! - la voce di Thorin giunse alle orecchie di Eruannie come uno schiaffo.
- Non mi è mai stato assegnato questo compito,
ma mi affligge molto che lo hobbit si sia perso... - lei sapeva che il piccolo
mezz'uomo non era un grande combattente e se qualche orco lo avesse trovato
sarebbe andato incontro a morte certa, ma non voleva ancora perdere le
speranze.
- Andiamocene ora o non arriveremo in tempo
per il dì di Durin! - Dwalin affiancò l'amico mettendogli una mano sulla spalla
e attirando l'attenzione su di sè.
- No! - esclamarono Gandalf ed Eruannie,
scambiandosi poi un'occhiata soddisfatta per il sostegno reciproco.
- Non lascerò il mio scassinatore da solo in
questa foresta, lo attenderemo! - Fili e Kili non se lo fecero ripetere due
volte e si gettarono a terra esausti.
Quando ebbero finito di sistemare il nipote di Scudodiquercia si poterono finalmente godere un meritato riposo, ma i pensieri di Eruannie erano tutti rivolti al povero Bilbo.
Nel momento in cui riaprì gli occhi si ritrovò adagiata in
un letto a baldacchino con tende porpora e lenzuola di seta che le
solleticavano la pelle. Si rese conto di essere nuda ma non provava vergogna,
solo un grande senso di gioia. La notte prima Thorin era andato a trovarla
nelle sue stanze, si erano baciati a lungo e non avevano impiegato molto a
raggiungere il letto e a concedersi l’un l’altra.
-
Sarebbe bello svegliarsi così tutte le mattine…- con il braccio che
teneva ancora intorno al fianco della mezz’elfa la tirò a sé e la baciò con
fervore, insinuandosi nella sua bocca e tirandola più vicino. Erano mesi che
andavano avanti con quegli incontri notturni, ma fino ad allora non si erano
mai concessi il lusso di dormire insieme per paura che qualcuno li scoprisse.
-
Mmm principe Thorin, sei già pronto per un altro round?- si era staccata
con pigrizia da quel bacio passionale e ora guardava il suo amante con occhi
bramosi.
-
A quanto pare non sono l’unico…- sospirò a un soffio da lei, portandosi
di nuovo alla sua bocca e ricominciando a baciarla con trasporto. Eruannie
sapeva che prima o poi qualcuno li avrebbe sorpresi e che il re non ne sarebbe
stato contento; aveva altri piani per il principe, alleanze da stringere e a
Thorin non era permesso sposarsi per amore, ma solo per questioni di affari.
-
Ti amo, Thorin.- disse decisa osservando gli occhi glaciali del nano.
Non poteva credere di averlo detto ad alta voce, lei, Eruannie, la mezz’elfa
dal cuore impenetrabile, lei che rispondeva sempre con irriverenza agli uomini
che cercavano di mostrarsi superiori a lei, si era sciolta come neve al sole
dopo pochi mesi passati in compagnia del nano.
- Ti amo anch’io, Ann.- e ricominciarono da dove si erano interrotti, le
mani bramose scendevano in posti proibiti e non accennavano a fermarsi. Thorin
si posizionò sopra di lei e spostò le labbra sul suo collo, scendendo verso la
spalla sinistra e proseguendo verso il seno.
- Eruannie..- sospirò tornando a baciarle le labbra.
- Eruannie, svegliati, è il tuo turno…- quando riaprì gli occhi non era
più tra le braccia di Thorin, non si stavano più baciando e solo in quel
momento si rese conto di quanto lo aveva amato, di come i sentimenti in quella
visione erano così veri e potenti e le lacrime iniziarono a invaderle il viso.
Thorin si ergeva sopra di lei e la osservava
incuriosito, non pensava che svegliandola avrebbe generato una reazione del
genere. Si abbassò leggermente per poter parlare senza che gli altri lo
sentissero.
- Ti ho solo svegliata…- ovviamente non poteva sapere quello che passava
per la testa della giovane, che cullata ancora dalla passione della visione
afferrò il nano per le spalle e lo tirò a sé, prima abbracciandolo e poi
baciandolo.
Thorin, che in un primo momento non rispose per la sorpresa, la strinse
e iniziò a ricambiare il bacio sdraiandosi sopra di lei e tenendole ferma la
testa con una mano, come se avesse paura di perderla.
Le stelle sopra di loro illuminavano la notte, uniche testimoni del loro
ricongiungimento.
-
Aspetta, cosa fai? – il nano bloccò la mano di Eruannie che era scesa
verso le sue brache nel tentativo di slacciarle.
-
Mi ricordo…- singhiozzò lei, ricominciando a baciarlo e a litigare con i
lacci dei pantaloni.
- La prima volta che ci siamo detti che ci amavamo, mi ricordo delle notti
passate insieme e mi ricordo di come facevamo questo…- continuò nel suo vano
tentativo di spogliare Thorin ma il nano la bloccò ancora. Ululati in
lontananza, urla e luci che si fecero strada nel buio della notte.
-
L’Orco Pallido…- sussurrò lei con un groppo di paura che le bloccava il
fiato. Si alzarono di scatto e iniziarono a urlare per svegliare i compagni,
dovevano muoversi o li avrebbero colti di sorpresa.
-
Fili, Kili, svegliatevi! – urlò il nano, correndo alla sua postazione e
svegliando tutti gli altri.
Presero le armi e iniziarono a correre nel
folto del bosco, in cerca di una via di salvezza. Quando finalmente gli alberi
iniziarono a diradarsi si ritrovarono su un dirupo, le scelte erano due:
suicidarsi combattendo o suicidarsi buttandosi di sotto.
Nel giro di pochi minuti si ritrovarono
circondati dai lupi cavalcati da orrendi orchi. Eruannie sguainò la spada e li
osservò con disprezzo “razza di guasta feste, sul più bello dovevate
interrompermi, eh?!”. Lanciò una rapida occhiata ai suoi compagni, ancora
intontiti e leggermente confusi. Doveva pensare alla svelta, prima che gli
orchi attaccassero. Alle loro spalle si stagliavano tre abeti abbastanza alti
perché i mannari non li raggiungessero.
-
Gandalf, falli arrampicare su questi alberi, presto! Io li distraggo e
poi vi raggiungo…- lo stregone non se lo fece ripetere e iniziò a far salire i
nani sugli alberi, sperando che la giovane non facesse idiozie.
-
Sapete, farvi un bagno ogni tanto non sarebbe male, potreste uccidermi
con la vostra puzza! – Eruannie guardò il nemico con disprezzo e uccise il
primo orco che osò attaccarla, erano tanti ma sperava di dare qualche chance ai
suoi compagni.
-
Sali, presto! – l’ordine di Thorin la fece sorridere ma non si fermò,
voleva che si mettesse al sicuro in cima a uno di quegli alberi prima che Azog
lo provocasse e la sete di vendetta non lo pervadesse.
-
Vai prima tu, io sono più agile di te nell’arrampicarmi sugli alberi…-
spinse il nano verso il sempreverde e si posizionò davanti a lui aspettando
l’attacco di qualche altro orco, ma il Profanatore si fece strada in mezzo alla
folla, un ghigno stampato in faccia.
-
Vedo che ti dona il braccio nuovo – l’orco osservò la mezz’elfa che si
frapponeva fra lui e il nano.
-
Ah, Eruannie! E così le voci sono vere, la fattucchiera di Imladris è
tornata. Il tuo amato Scudodiquercia non ti ha ancora ringraziata come si deve
per il tuo tradimento? – la donna lo osservò con disgusto e sputò nella sua
direzione in segno di sfida. Il ghigno sparì dalla faccia dell’orco che fece un
rapido movimento del capo e un suo servitore attaccò Eruannie. La giovane parò
tutti i colpi della creatura e alla fine lo infilzò con la spada,
scaraventandolo di lato. Più orchi iniziarono ad attaccarla e i suoi amici
dall’alto degli alberi lanciavano pigne infuocate per aiutarla. Con la coda
dell’occhio vide Thorin su un pino che cercava di raggiungerla e Dwalin che lo
tratteneva insieme a Balin. Sapevano che tenere il loro re lontano dall’Orco
era di vitale importanza, se fosse morto combattendo Azog prima di
riconquistare la Montagna Solitaria tutte le speranze sarebbero morte con lui.
Abbatté l’ennesimo orchetto da quattro soldi che si era scagliata contro
di lei e si passò una mano sulla fronte per togliere il sudore.
Era esausta ma sapeva che a Gandalf sarebbe venuto in mente qualcosa di
più intelligente che non fosse salire su degli alberi e dare fuoco a delle
pigne in mezzo a un bosco.
-
Gandalf! Non voglio morire arrostita, pensa a qualcosa mentre tengo
occupato questo imbecille! – sperò solo che lo stregone non si fosse dato fuoco
mentre appiccava l’incendio.
L’Orco Pallido si avvicinò lentamente a lei e la guardò con disprezzo.
-
Scudodiquercia è così codardo da far combattere te al posto suo? Se è questo
ciò che vuole lo accontenterò, un riscaldamento prima del vero combattimento è
sempre utile…- il ghigno tornò sul volto dell’orco. Eruannie non riuscì più a
contenere la rabbia, si ricordò di quando aveva decapitato il suo caro vecchio
amico, di quando il suo esercito aveva quasi distrutto il loro e la voglia di
porre fine alla vita di quell’essere disgustoso la inghiottì. Si gettò su di
lui con la spada alzata, ma l’orco parò tutti i suoi colpi finché non riuscì a
graffiargli una guancia.
Il tempo si fermò. Azog le bloccò
il braccio con cui teneva la spada e lo strinse tanto forte che la ragazza
dovette lasciar cadere la spada al suolo per il dolore. La guardò con astio
negli occhi e le inflisse un colpo al viso, talmente potente che la testa di
Eruannie si piegò dall’altra parte, sputando sangue dalla bocca.
-
Tutto qui? – sapeva che provocarlo non le avrebbe giovato, ma se così
facendo fosse riuscita a concedere più tempo ai suoi compagni lo avrebbe fatto
volentieri.
-
No! Lasciala stare! – Kili sembrava non resistere più a quella macabra
scena, voleva intervenire ma lo stregone lo bloccava sul ramo.
Azog la prese per la testa e le tirò un pungo nello stomaco che la fece
piegare e con un ultimo colpo in faccia la fece volare ai piedi dell’albero.
Prima di svenire Eruannie vide una figura
correre contro il profanatore e sentì delle braccia avvolgerla, decise che
poteva concedersi qualche minuto per riposare gli occhi e svenne.
-
Thorin! – i gemiti dei due amanti riempivano la stanza, le loro figure
danzavano nel letto del principe. Poi l’oscurità li avvolse ed Eruannie si
ritrovò immersa nel buio, sola.
-
Sciocca ragazzina, pensavi di poter affrontare da sola l’Orco Pallido?
Allora non sei così intelligente come si dice…- ancora quella voce, la voce di
quell’uomo che aveva cercato di prosciugarle i poteri le riempì ancora una
volta la testa. Non sapeva chi fosse, sapeva solo che era pericoloso e il fatto
che potesse entrarle nella mente la faceva inorridire.
-
Dimmi chi sei e perché riesci a parlarmi in questo modo, te lo ordino! –
più che un ordine quella frase sembrò una supplica. Sentiva il dolore della
lotta con Azog farsi strada in lei e si ritrovò a pensare che forse i suoi
amici erano riusciti a fuggire dal mostro.
-
Tu ordini a me? – la risata dello sconosciuto rimbombò nella testa di
Eruannie che si portò le mani alle tempie e iniziò a piangere.
-
Ti prego basta, cosa vuoi da me? – la risata cessò e il silenzio calò di
nuovo nella sua mente.
- Oh, lo scoprirai, mia cara! Lo scoprirai molto presto! – e di nuovo l’oscurità l’avvolse.