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Autore: tixit    03/06/2018    8 recensioni
Una serie di momenti mancanti della vita di un gentiluomo di Versailles
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Victor Clemente Girodelle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il rovescio di un arazzo dei Gobelins

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili!" sospirò la ragazzina in lacrime tirando su con il naso.

"Hai litigato con tua sorella?" chiese il ragazzo porgendole un fazzoletto ricamato con un gesto elegante.

"Anche." la ragazzina sbatté gli occhi e poi si accoccolò contro di lui.

"Come è questo mondo? dimmelo."

"Il mondo è pieno di cose che hanno bisogno di essere aggiustate." disse lei tutta seria.
 
Il ragazzò corrugò la fronte e poi giocherellando con uno dei suoi boccoli azzardò: "Il mondo è pieno anche di belle cose."

"Per esempio?"

"Mozart."

"Va bene e poi?"

"Tazzine da tè in porcellana di Sèvres."

La ragazzina rise.
 

Era nel suo studio, intento a leggere un libro, quando la vide entrare. Si accorse che era in imbarazzo e le sorrise.

"Va tutto bene?"

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili" mormorò la ragazza senza guardarlo negli occhi.

"Come è questo mondo, sentiamo."

"Sono stata promessa ad un uomo." disse la ragazza in un soffio.

"L'ho sentito dire." disse lui con aria leggera, come se la cosa non gli importasse. "E' un ottimo partito."

"Lo so, ma..."

"Tuo padre sarà contento, la tua famiglia onorata e ne trarrà dei vantaggi, tu avrai uno splendido matrimonio. Il mondo è pieno di scarpette ricamate che aspettano solo di essere comprate."

"Il mondo è pieno anche di cose che si posso disfare." sussurrò lei, senza guardarlo.

Lentamente le si avvicinò e le sollevò il mento con due dita. Per un attimo gli parve di annegare nei suoi occhi, poi subentrò il buonsenso. 
 

Stava passeggiando in giardino la sera prima di un duello che non gli interessava, per un incarico che lo interessava moltissimo.
Aveva brigato, scambiato e mosso leve per ottenere quell'incarico e all'ultimo la sorpresa di un rivale.

La vide venire verso di lui, avvolta in un mantello scuro.

"Sei molto carina." le disse inchinandosi. "Come stai?"

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili" disse lei con voce concitata. "Ho saputo."

"Cosa?"

"Il duello."

"C'è qualcosa che vuoi chiedermi?"  fu brusco.

"Quanto ci tieni a quell'incarico?" aveva gli occhi grandi e disperati.

"Sono un figlio cadetto." non disse altro e non la guardò. L'anello che sfoggiava al dito, uno smeraldo brasiliano, lo imbarazzava. 

"Il mondo è pieno di figli cadetti che si occupano della loro tenuta da figli cadetti e vivono benissimo." rispose lei seccamente.

"Ho pensato che non mi spiacerebbe diventare un possibile ottimo partito."

Lei scosse la testa. "Ma lo sei già. Il mondo è pieno di donne a cui non interessa vivere a Versailles."

Lui non disse niente - c'erano cose che lei non sapeva, i desideri della sua famiglia, quelli della famiglia di lei, i suoi ed il prezzo salato delle imprudenze. E forse era giusto così, che lei non sapesse.

"Il mondo è pieno di cose che si possono fare e di altre che non si possono fare." le rispose seccamente.

Si era allontanato in fretta dopo il brutto episodio del cavallo della Regina. 
Non erano poi così amici, lui ed Oscar, lei gli aveva preso qualcosa a cui teneva - o forse era stato lui a lasciarla andare - ma ora c'erano in giro i cocci di un attendente da rimettere in piedi prima che fosse troppo tardi.
Povero diavolo, gli faceva pena per quel suo amore così caparbiamente nascosto e così senza speranza.

La vide nell'atrio, pallida e preoccupata, e la raggiunse con passo deciso.

"Devi farmi arrivare alle stanze della Delfina."

Parlarono nel salottino, sorseggiando vino di ottima qualità da un calice di cristallo. Quando la Delfina uscì precipitosamente per andare dal Re lui si inchinò.

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili" disse lei conducendolo fuori, con voce gentile.

"Il mondo è un posto in cui molte cose si posso aggiustare." Versailles non era poi così bella come si diceva, e da uno zio di sua madre aveva ereditato una tenuta nella campagna inglese. C'erano almeno due famiglie che di lui avrebbero potuto fare senza. 
La felicità valeva una scandalo.

Poi notò che lei non portava il Grand Corset e che l'abito era morbido. La curva appena accennata del ventre gli parve di colpo evidente.

Non si accorse di aver spezzato il gambo del calice fino a che non sentì che gli stava colando del sangue dalla mano.
 

Era entrato nella stanza per errore, scavalcando un balcone.

Il rumore concitato nel letto, il lume che si accendeva, si preparò a sfoderare tutto il suo fascino fino a che nel chiarore della lampada ad olio non la riconobbe.

"Ho sbagliato stanza" mormorò vergognandosene. Sapeva che lei stava chiedendosi chi delle ospiti della Duchessa era quella che lui avrebbe dovuto visitare.

Lei lo guardò con occhi enormi. Poi sorrise "Un terribile errore."

"Imperdonabile temo."

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili." sussurrò prendendolo in giro.

La vide scendere dal letto ed avvicinarsi a lui. Sentì le sue mani che gli accarezzavano il volto, poi le si tolse la chemise, lasciandola scivolare a terra.

"E' così che funziona con tutti i tuoi amanti?" chiese freddamente vergognandosene subito. Sapeva che non c'era nessuno.

"Non lo so, non ho mai provato, dimmelo tu." la sentì mormorare tranquilla, "funziona?"

Mentre la stringeva per i fianchi, entrando dentro di lei, si accorse che i suoi sospiri gli stavano scivolando sotto la pelle dritti fino al cuore.

Mentre stavano per addormentarsi la sentì sussurrare che la vita era solo un momento che stava svanendo. Il passato era andato per sempre. "Non sprechiamone ancora."

Al mattino la osservò dormire e si chiese se sarebbe stata una cosa buona, onesta e corretta, restare o se sarebbe stato meglio andare via.

Era una domanda complessa perché non riguardava solo lui. Scese nel giardino a passeggiare pensando che in fondo non avrebbe avuto problemi a crescere un figlio non suo, ma che sarebbe stato terribile vederla evitata da tutti.
Fu a quel punto che srrivarono  di corsa a prelevarlo: Oscar aveva ferito il Duca di Germain ad una mano. Bisognava evitare che le Guardie la arrestassero, bisognava dare il tempo alla Regina di intervenire. Bisognava che lui venisse via all'istante.

Scrisse in fretta un biglietto dicendo che doveva parlarle.
 

Si reincontrarono ad una cena. Lei era pallida e con gli occhi cerchiati.

"Come stai?"

"Il mondo è un posto terribile per le persone sensibili..." sussurrò guardandolo con occhi disperati.

Voleva chiederle perché non avesse mai risposto al suo biglietto, ma ritenne che nessuna risposta era già una risposta.

Lei gli sfiorò la mano con dolcezza, poi si allontanò e non gli rivolse più la parola. Suo marito venne alla fine, per porgerle il mantello e riportarla a casa.

Molti mesi dopo ricevette l'invito per una festa di Battesimo, che lasciò sul comodino del suo letto senza sapere cosa farne.
Quella notte, dopo aver bevuto con la sua amante, una vecchia amica, lei gli spiegò che era tornata a vivere con suo marito dopo un lungo periodo in cui si erano allontanati.

Fissò a lungo l'invito facendo ipotesi, non sapendo decidere quale fosse la peggiore.
 

Non aveva arrestato Oscar, non avrebbe mai potuto, per una questione di rispetto. 

Sedette e pensò che il mondo era davvero terribile per le persone sensibili, pieno di cose che non si potevano aggiustare.

Pensò anche che aveva un privilegio: riusciva a vedere la sua vita come un arazzo di Gobelins. Da un lato il disegno che appariva agli altri, anche a lui, tutto sommato. Dall'altro il cammino che aveva fatto il filo con tutti gli errori e tutti i virtuosismi.
Compreso quello che avrebbe dovuto essere e non era stato.

Trama ed ordito creavano la tela.

La sua tela era stata fatta  di lealtà, senso del dovere, onore, bontà, forse, di certo il desiderio di decidere o non decidere anche per gli altri.

Si sfilò la divisa e scrisse un biglietto. Si dimetteva - lo avrebbero accettato, aveva sempre fatto il suo dovere e in molti erano in debito con lui, mentre lui era in debito con una persona sola.

Non gli spiaceva avere chiesto ad Oscar di sposarlo: aveva cercato per tutti e due una soluzione che era un compromesso, quello che si poteva ragionevolmente avere. 

Poi montò a cavallo e si diresse verso un Palazzo che evitava sempre nei suoi giri. Era arrivato il momento di essere irragionevoli.


"Il mondo è terribile" le disse guardandola mentre stava chiacchierando coi suoi due figli.
I ragazzini lo salutarono timidamente - aveva insegnato a tutti e due ad andare a cavallo nelle Grandi Scuderie del Re, e a tirare di spada. Perché questo fa anche una Guardia del Re per i cuccioli di Versailles. Sapeva tante cose del secondo. E anche del primo.

"Per le persone sensibili?" chiese lei divertita.

"Per quelli che si fanno schiacchiare dal dovere." disse lui asciutto. "Però ogni tanto arriva il momento in cui uno deve vivere come gli pare."

Lei lo guardò irritata - "Il mondo è pieno di persone che arrivano in ritardo, sai?

"Il mondo è pieno di uomini con una gran faccia tosta." rispose con fermezza, poi aggiunse con tono leggero "Se serve mi metto in ginocchio."

"Quello dopo," la sentì ridere, "Prima parliamo del bagaglio che vuoi portarti dietro in questa nuova vita irragionevole."

"Oltre me, tre persone." disse guardandola negli occhi. Forse un giorno le avrebbe chiesto se c'era qualcosa che avrebbe dovuto sapere, ma adesso, onestamente, non importava. Prendeva tutto, quello doveva esser chiaro.

La vide sorridere. "Lo vedi che avevo ragione?"

"Su cosa? Che il mondo è pieno di donne scandalose che non amano Versailles ed adorano la campagna inglese?"

"No, che il mondo è pieno di cose che si possono disfare."


Note: non c'entra con il mondo di Sigyn.
   
 
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