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Autore: Yoko Hogawa    04/06/2018    0 recensioni
[Mass Effect: Andromeda]
Le porte di accesso al ponte di comando si aprirono al suo passaggio ma ad accoglierlo non fu il solito ambiente silenzioso a cui si era abituato. Una melodia lenta e allegra accompagnava una voce femminile in quella che supponeva fosse una canzone umana, diffusa dagli altoparlanti della plancia. Le parole tradotte dal suo omni-tool non sembravano armonizzarsi fra loro tuttavia Ryder, semi-disteso sulla poltrona di Suvi con i piedi appoggiati al bordo della console di comando, muoveva la testa a tempo e sorrideva.
« Disattiva il traduttore » gli disse, guardandolo con la coda dell’occhio. Jaal seguì il consiglio e ascoltò di nuovo la canzone, questa volta nella lingua madre di Ryder.
Vincitrice del concorso indetto da Fanheart3 in occasione di FicsIT.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come da introduzione, questa fanfic si è classificata prima al concorso organizzato da Fanheart3 in occasione del FicsIT, la prima convention italiana a tema fan culture svoltasi a Padova il 3 giugno 2018. È stato un divertimento infinito partecipare e un onore essere scelta dalla giuria come vincitrice della prima edizione.
Il mio ringraziamento va in primis alle ragazze di Fanheart3, che con la loro organizzazione magistrale hanno reso la giornata perfetta, ai giudici che hanno apprezzato il mio lavoro e a tutti i partecipanti alla convention, che hanno contribuito a rendere questa giornata speciale.
 
TRACCIA: Il tema delle fanfiction sarà il metafandom, ovvero il racconto dovrà essere incentrato su uno o più personaggi di serie tv, film, libri, fumetti, anime e manga, musica o videogiochi, che all’interno della fanfiction esprimano il loro essere fan di qualcosa. Questa espressione deve essere il tema centrale della storia e non un elemento secondario.”
 
Desclaimer: Come al solito: Mass Effect Andromeda e i suoi personaggi non sono di mia proprietà, altrimenti starei già lavorando al DLC sulla Keela Si’yah. E invece.
Auguro comunque, a chi volesse, una buona lettura <3

 
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The Future’s not Ours to See
 
 
Era notte fonda secondo l’orario di bordo ma Jaal non riusciva a dormire.
Non era insolito per l’equipaggio della Tempest. Fare parte della squadra operativa del Pathfinder era divertente, finché non dimenticavi il significato del termine “orologio biologico”.
Jaal faticava a concentrarsi dopo trentasei ore di picchi di adrenalina e una dieta basata sull’equivalente Angara delle barrette al muesli, ma prendere sonno dopo essere rientrati dall’afoso e soleggiato pomeriggio di Eladeen era pretendere un miracolo.
Soprattutto per l’esponente di una specie che trae energia dalla luce solare.
Fortunatamente c’era sempre qualcuno sveglio sulla Tempest. L’equipaggio di bordo seguiva turni di lavoro a ciclo continuo e i suoi compagni avevano le sue stesse disavventure orarie. Quella notte in particolare, Ryder non si era ritirato nella propria cabina ma aveva preso il posto di Kallo e Suvi in plancia.
Jaal aveva deciso di fargli visita. Scott sapeva essere una persona divertente quando era in compagnia ma era anche molto intelligente ed empatico, due tratti che l’Angara apprezzava particolarmente.
Le porte di accesso al ponte di comando si aprirono al suo passaggio ma ad accoglierlo non fu il solito ambiente silenzioso a cui si era abituato. Una melodia lenta e allegra accompagnava una voce femminile in quella che supponeva fosse una canzone umana, diffusa dagli altoparlanti della plancia. Le parole tradotte dal suo omni-tool non sembravano armonizzarsi fra loro tuttavia Ryder, semi-disteso sulla poltrona di Suvi con i piedi appoggiati al bordo della console di comando, muoveva la testa a tempo e sorrideva.
« Disattiva il traduttore » gli disse, guardandolo con la coda dell’occhio. Jaal seguì il consiglio e ascoltò di nuovo la canzone, questa volta nella lingua madre di Ryder.
 
When I grew up and fell in love,
I asked my sweetheart what lies ahead.
Will we have rainbows, day after day?
Here’s what my sweetheart said:
 
Con la strofa successiva, Ryder si unì alla voce femminile.
« Que sera, sera. Whatever will be, will be. The future’s not ours to see. Que sera, sera. »
Sentire Scott parlare nella sua lingua natia era strano per Jaal, che aveva sempre avuto l’aiuto del traduttore universale durante le varie interazioni avute con il Pathfinder. Adesso capiva meglio come si era sentito l’umano al suo arrivo su Aya, prima che SAM decifrasse e traducesse lo Shelesh in Inglese.
« Questa melodia è molto diversa dalla musica che ho avuto modo di sentire a Kadara Port » disse Jaal, riattivando velocemente il traduttore.
Scott annuì con un sorriso. « È una canzone molto vecchia. Beh, in realtà lo era già quando abbiamo lasciato la Via Lattea. Adesso potrebbe definirsi antica » disse. « Secondo il nostro calendario siamo nel 2819. Questa canzone è del 1956, dunque ha ormai 863 anni. »
« Praticamente un reperto archeologico. »
Ryder ridacchiò, divertito.
Jaal ascoltò la canzone per qualche secondo ancora. « La donna ha una voce gradevole. »
« Doris Day » sopperì subito Ryder. « Cantante e attrice molto talentuosa. Questa canzone in particolare è diventata la sua “firma”. Fu scritta per un film di Alfred Hitchcock, intitolato L’Uomo che Sapeva Troppo, in cui Doris Day era co-protagonista. Vinse anche un Premio Oscar come Miglior Canzone nel 1957 » spiegò. Ci pensò su qualche istante prima di specificare: « il Premio Oscar è la più alta onorificenza per le arti cinematografiche. O forse lo era. Non so se esiste ancora. »
Jaal annuì, silenziosamente interessato all’ennesimo aspetto della cultura umana che Ryder aveva deciso di condividere con lui. La maggior parte delle loro conversazioni giravano attorno alle tradizioni dei rispettivi popoli, visto che Scott era curioso per natura e a Jaal piaceva sapere cose nuove, e nel tempo avevano imparato così tante cose l’uno dell’altro da assistere alla nascita di una confortevole amicizia.
« La canzone fu così popolare che fu cantata per decenni dopo l’incisione del disco » continuò Scott, come se la domanda di Jaal avesse aperto un vaso chiuso da molto tempo. « Conoscevo un ristorante sulla Cittadella chiamato “Que Sera, Sera”. Il pesce era ottimo. »
Jaal ridacchiò, divertito. « Sembri sapere molte cose in proposito » commentò.
Ryder si passò una mano fra i capelli e discostò lo sguardo, imbarazzato. « Sono un fan della musica vintage » disse a denti stretti, come se dovesse vergognarsene.
Jaal inarcò un sopracciglio, incuriosito dal suo atteggiamento. « Ed è un male? »
Ryder arricciò il naso. « Dipende da con chi parli » rispose l’umano, enigmatico, senza aggiungere altro.
Nel frattempo la canzone finì ma, dopo una pausa di qualche secondo, ricominciò da capo. Ryder aveva probabilmente impostato il sistema per ripetere la stessa traccia ancora e ancora ma Jaal non domandò il perché. Si limitò a posare lo sguardo sullo schermo di prua il quale restituiva l’immagine di Voeld, il pianeta alla cui orbita era agganciata la Tempest. La sua superficie ghiacciata rifletteva la luce di Nol con un bagliore bluastro.
« Come è nata questa passione, se posso chiedere? » domandò l’Angara dopo qualche secondo di silenzio.
Ryder lo osservò, intento a sondare se l’argomento gli interessasse davvero o stesse fingendo per assecondarlo, e solo quando fu convinto della sua sincerità rispose alla domanda.
« Mia madre possedeva una piccola raccolta di vecchi film » cominciò, gli occhi rivolti a un passato che si era lasciato alle spalle insieme alla Via Lattea. « Erano più che altro musical, come Footloose e Grease. Quand’ero piccolo mi ammalavo spesso e lei me li lasciava guardare. Credo che la mia passione sia nata da lì » spiegò. « Col tempo ho cercato prima le colonne sonore poi i singoli dei vari autori. Questo mi ha portato a scoprire altri cantanti e le loro canzoni, e così via. »
« Hai impiegato molto tempo? » domandò Jaal.
Ryder sorrise. « Non saprei dirtelo. Lo facevo nel tempo libero, e comunque dipende dal pezzo. Alcune ricerche sono durate mesi. Una buona parte dei file audio che riuscivo a recuperare dovevano essere puliti e ricostruiti per via della bassa qualità. Esistevano canzoni che sono andate perse e che rimangono citate solo in romanzi o biografie, come Over the Rainbow, cantata da Judy Garland nel 1939. Faceva parte della colonna sonora de Il Mago di Oz e con la perdita del film è scomparsa anche la canzone. Esistono decine di versioni successive, cantate da altri artisti, ma nessuna di esse è l’originale. La voce di Judy Garland è andata persa per sempre. »
C’era qualcosa di malinconico in quel pensiero, notò Jaal. Qualcosa di simile a ciò che lui stesso provava.
Molte voci si erano spente durante gli ultimi ottant’anni di guerra contro i Kett, artefatti e tradizioni erano andati persi per cause di forza maggiore, e il vuoto che avevano lasciato si ripercuoteva nei cuori degli Angara giorno dopo giorno, come se si potesse toccare.
Gli abitanti della Via Lattea avevano lasciato la loro galassia per svariati motivi, diversi da persona a persona, ma la consapevolezza di aver voltato le spalle a qualsiasi cosa a loro cara non aiutava a smorzare la sensazione, o a rendere il vuoto meno reale. Persino una persona come Scott Ryder, che incarnava il concetto di esploratore e aveva nelle vene il sangue dell’avventuriero, aveva portato con sé un pezzo della propria casa.
Ryder lo definiva un modo per non dimenticarsi della proprie radici, Jaal pensava che fosse più che altro una “rete di sicurezza” per affrontare l’ignoto senza impazzire.
Senza che Jaal se ne accorgesse, Scott aveva proseguito il discorso e ora stava dibattendo i pregi e i difetti dati da determinate estensioni audio. L’Angara si stupì ancora una volta della versatilità della mente di Scott e della massiccia mole di informazioni che essere appassionato di musica vintage lo aveva portato a imparare nel corso degli anni. L’immagine del Pathfinder intento a esprimere i propri pensieri ad alta voce, con la mano appoggiata al mento e un’espressione concentrata in volto, gli ricordò i compagni di studi della sua giovinezza. Moshae Sejfa sarebbe stata fiera di Scott se avesse potuto vederlo in quell’istante: lei più di tutti era favorevole alla coltivazione della conoscenza, qualsiasi forma essa assumesse.
L’umano notò il sorriso sulle sue labbra e mise fine al proprio sproloquio. « Scusa, mi sono lasciato prendere. »
Jaal inarcò un sopracciglio. « Perché ti scusi? Era interessante. »
Scott strinse le labbra e l’espressione indecisa che aveva mostrato poco prima ricomparve sul suo volto. Non disse nulla però, osservando il pianeta ghiacciato al di fuori dello schermo di prua.
Jaal non capiva quell’improvvisa riservatezza. Solitamente Scott non esitava a condividere ricordi e parti della propria vita, soprattutto quando si ritrovavano a parlare da soli come in quel momento. L’unico motivo che gli venne in mente per scatenare quella reazione fu che l’argomento fosse, in qualche modo, delicato per l’essere umano.
L’Angara considerò l’uso di un po’ di persuasione ma Ryder lo anticipò. Sospirando, riprese il discorso su cui aveva sorvolato in precedenza.
« Alcune persone non vedono di buon occhio la mia passione per la musica vintage » disse. « Dio, ognuno di noi ha un interesse di qualche tipo per qualcosa, ma fra gli umani pare che esistano determinati gradi secondo cui una persona può essere fan di qualcosa. Molte volte la mia dedizione alla musica è stata definita morbosa, ha assunto un significato negativo. » Fece una pausa prima di aggiungere: « all’ennesima critica insensata ho imparato che certe cose era meglio tenerle per me. »
« Che assurdità » commentò Jaal in risposta. « Gli Angara rispettano ogni tipo di interesse che uno dimostra di avere. Forse non condividono ma non denigrano nessuno per i propri gusti, in nessun caso. »
Ryder rise. « Ho notato. »
La porta si aprì con un suono pneumatico e Liam entrò in plancia, in maglietta a mezze maniche e portando con sé una bottiglia piuttosto anonima e tre bicchieri. « ‘Sera! » salutò.
Jaal ricambiò il saluto con un gesto della mano mentre Ryder inclinò il collo per adocchiarlo meglio. « Anche tu non riesci a prendere sonno? » domandò, facendogli segno di avvicinarsi.
Liam li raggiunse in quattro falcate. « Dormire con una scottatura sulla schiena è una tortura » disse a mo’ di spiegazione.
« Bene. La prossima volta darai ascolto a Lexi quando ti dice di non andare in giro a torso nudo su di una luna desertica. »
« Ho la pelle scura, non è mai stato un problema! »
« La Terra non è Eladeen » ribatté Scott.
Liam ci pensò su un momento. « Mi sembra giusto » acconsentì poi.
Solo dopo quel breve dibattito si accorse della musica. « Ah. L’Uomo che Sapeva Troppo, di Hitchcock » disse, allungando loro due bicchieri.
« Conosci la melodia? » Domandò Jaal, annusando il liquido ambrato che l’altro versò nel suo bicchiere prima di bagnarsi le labbra.
« Conosco il film » rispose Kosta. « Non uno dei suoi migliori, a mio parere. La Finestra sul Cortile lo batte di una spanna. »
« Disse il nostro cinefilo di quartiere » ironizzò Ryder, prendendo un sorso di Mescal. Arricciò il naso alla frustata data dall’alcool e Liam sghignazzò.
« Anche tu sei stato criticato per via della tua passione per i film? » domandò Jaal, apparentemente immune all’alcool terrestre.
Kosta sbuffò. « Certo. Come qualsiasi persona che ha un hobby ossessivo e moderatamente costoso. »
Ryder alzò il bicchiere verso Liam in un brindisi silenzioso.
« Il trucco è fregarsene. Prestare attenzione ai giudizi degli altri porta solo a un sacco di stress. A volte anche i consigli spassionati sono solo parole dette per dare aria alla bocca. »
Jaal sorrise. « Ma... è ovvio che parlando la bocca prende aria » disse, aggrottando poi la fronte quando Scott e Liam iniziarono a sghignazzare. « Ah. Un altro modo di dire. »
Ryder annuì. « “Parlare solo per dare aria alla bocca” significa dire qualcosa che non ha utilità o importanza, solo per far sentire la propria voce » spiegò.
L’Angara scosse il capo, rassegnato, e bevve un altro sorso di Mescal.
Liam prese posizione sul divisorio di metallo fra la console e la mappa galattica, appollaiandosi come un uccello. « Alla prossima serata cinema mi piacerebbe vedere qualche film Angara. Per curiosità»
« Sono sicuro di riuscire a trovarne qualcuno » rispose l’Angara, poi si voltò verso Ryder: « a me invece piacerebbe ascoltare qualche altra canzone vintage » disse, marcando la pronuncia. Uscì con uno strano accento ma né Scott né Liam vi prestarono attenzione.
Ryder annuì, sorridendo. « Provvederò a inviarti qualcosa dalla mia raccolta. »
Passarono qualche altro minuto in silenzio, sorseggiando piano i loro drink e ascoltando la voce di Doris Day. A nessuno sembrava importare che la traccia si ripetesse e anzi, sembravano ascoltare con attenzione il testo ogni volta che ricominciava a capo.
« È particolarmente appropriata alla situazione in cui ci troviamo » commentò Jaal, il tono di voce che esprimeva una profondità particolare. Kosta annuì e Ryder non disse nulla, socchiudendo gli occhi e respirando profondamente. Il momento di tranquillità fu interrotto dalla voce di SAM.
« Pathfinder, il Direttore Tann ha richiesto una vidcall prioritaria » disse la voce maschile metallica della I.A.
Scott grugnì, strofinandosi gli occhi con la mano libera dal bicchiere ancora mezzo pieno.
« Non c’è mai un attimo di pace, vero Pathfinder? » ironizzò Kosta.
Ryder sospirò profondamente e si alzò dalla poltrona, stirandosi la schiena indolenzita per via della posizione non esattamente ergonomica in cui era seduto. « Anche questo fa parte del lavoro. Avrei dovuto svegliare Kallo fra poco in ogni caso » disse, incamminandosi verso la porta. « Grazie per la compagnia, ragazzi. »
« Ryder, aspetta » lo fermò Liam. Scott si voltò a guardarlo.
Kosta sembrò indeciso su come proseguire e si prese qualche secondo per formulare bene ciò che intendeva dire. « Ce la faremo, vero? A trovare Meridian. A trovare una casa. » domandò.
« Non lo so. Non ci è dato sapere il futuro » rispose Scott con un mezzo sorriso. « Faremo del nostro meglio. Insieme. »
Accompagnato dalla voce di SAM, che insisteva sull’urgenza della comunicazione in entrata, il Pathfinder uscì dalla plancia.
« È per questo che la gente si fida di lui. Riesce a essere sincero senza perdere l’ottimismo. La speranza è una cosa preziosa per centomila coloni a zonzo nello spazio e lui riesce a instillarne senza nemmeno sforzarsi » commentò Liam.
« E io brindo a questo » disse Jaal, alzando il bicchiere. Kosta fece tintinnare il suo con quello dell’Angara ed entrambi bevvero il resto del drink.
   
 
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