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Autore: Marlena_Libby    04/06/2018    2 recensioni
[Forze della natura]
Sono ormai passati sette anni da quando i protagonisti hanno finito il liceo. Tatsumi e Aoi si sono sposati, lei è incinta e vivono con Hilda e Baby Beel. Un giorno un'aggressione ad Aoi da parte di dei delinquenti dotati di misteriosi poteri darà inizio ad una nuova avventura in cui verranno riaperte vecchie ferite.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoi Kunieda/Aoi Kunie, Nuovo personaggio, Tatsumi Oga
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alcuni raggi soli andarono a colpire il viso del giovane moro che dormiva nel letto, facendolo svegliare. Si chiamava Tatsumi Oga ed era un ex studente del liceo per delinquenti Ishiyama. Accanto a lui dormiva la bellissima Aoi Kunieda, che aveva frequentato anche lei l'Ishiyama e che ora era sua moglie. Ricordava ancora alla perfezione quando si era reso conto di amarla, il loro primo appuntamento, la loro prima volta e quando lui le aveva chiesto di sposarlo. La strinse da dietro accarezzandole il pancione: erano in attesa del loro primo figlio, che sarebbe nato a breve e non sapevano se era maschio o femmina, Aoi voleva che fosse una sorpresa.
Quelle carezze fecero svegliare la giovane dai capelli blu.
- Buongiorno - lo salutò lei baciandolo.
- Buongiorno - rispose lui. - Non vedo l'ora che nostro figlio nasca, sono mesi che non facciamo l'amore.
- Credimi, sono più impaziente di te.
Quel dolce momento purtroppo fu interrotto da una piccola mano che tirò la guancia di Tatsumi. La mano apparteneva a un piccolo neonato con i capelli verdi che stava sempre nudo e che dormiva in una culla nella loro stessa stanza: era Baby Beel, il figlio del Re dei Demoni che tanti anni prima Tatsumi si era ritrovato a dover accudire vivendo un mare di avventure.
- Buongiorno Baby Beel - lo salutò Aoi.
- Da - rispose il piccolo.
Oga se lo mise sulle spalle e con Aoi scese in soggiorno. Lì c'era una ragazza bionda con gli occhi verdi vestita in stile Gothic Lolita: era Hilda, la balia di Baby Beel.
- Buongiorno Hilda - la salutò Aoi.
- Buongiorno, ho già preparato la colazione - disse la bionda.
Tutti e tre si sedettero a mangiare.
- Perché non facciamo un giro al parco? Non usciamo da parecchio - propose Aoi.
- No, tu non esci da qui! Devi riposare! - ribatté Tatsumi.
- Guarda che anche se sono incinta non sono fragile come una bambola di porcellana! Un po' di aria fresca mi farà bene e anche a Baby Beel - continuò la moglie.
Tatsumi era sempre stato gelosissimo e protettivo nei suoi confronti, soprattutto da quando era incinta.
- Secondo me è una buon idea - disse Hilda e anche Baby Beel era d'accordo.
In quel momento il campanello suonò e Tatsumi andò ad aprire: era Takayuki Furuichi, il suo migliore amico. Veniva a casa loro quasi tutti i giorni.
- Buongiorno a tutti! - li salutò entrando. - Vi siete svegliati tardi oggi.
- Già. Dopo aver finito di mangiare pensavamo di andare al parco, vuoi venire con noi? - chiese Aoi.
- Volentieri, ci saranno un sacco di belle ragazze! - accettò lui con entusiasmo.
Furuichi era sempre stato un donnaiolo. Un tempo ci provava pure con Aoi, ma poi aveva dovuto smettere, altrimenti Tatsumi lo avrebbe ucciso.
Appena finirono di mangiare andarono al parco. Baby Beel si mise a giocare nel recinto della sabbia con Hilda che lo teneva d'occhio, Furuichi cercava qualche bella ragazza da rimorchiare e Tatsumi e Aoi si sedettero su una panchina a chiacchierare.
- Sai, stavo pensando che un giorno di questi dovremmo fare una bella rimpatriata con gli altri ragazzi dell'Ishiyama - disse Aoi.
- Ne sei sicura? - chiese lui.
- Ma sì! A parte Furuichi non vediamo nessuno di loro da quando Yuka e Kanzaki si sono sposati due anni fa, un po' mi mancano.
- Se proprio ci tieni uno di questi giorni li chiamiamo. Va beh, io vado a comprare una bottiglia d'acqua.
Dopo qualche minuto che Tatsumi si era allontanato, quattro tipi molto muscolosi si avvicinarono ad Aoi. Avevano tutti delle felpe di diverso colore con i cappucci che coprivano i loro volti: il primo aveva una felpa rossa, il secondo una azzurra, il terzo una bianca e il quarto una verde. Poi sulle loro guance si potevano vedere tatuati degli strani simboli.
- Ciao bellezza, perché non vieni a divertirti con noi? - disse quello in rosso.
- Lasciatemi in pace! - ribatté lei.
Fece per andarsene, ma quello in verde le prese un polso ed estrasse un coltello.
- Ti consiglio di non fare storie, altrimenti...
Non fece in tempo a finire la frase, perché un pugno lo colpì dietro la nuca facendolo cadere.
- Vi siete messi contro la persona sbagliata! - ringhiò Tatsumi, che per fortuna era arrivato in tempo.
Il tipo in verde si rialzò e con un ghigno diede un pungo al terreno provocando uno squarcio che scaraventò Tatsumi a terra. Il delinquente si rialzò sconvolto da quello che era appena successo: com'era possibile che una persona potesse fare una cosa del genere?
Poi arrivò Hilda con Baby Beel; la bionda estrasse la sua spada e la puntò contro il tipo in azzurro, che però allungò la sua mano contro la fontana e un enorme getto d'acqua investì la ragazza. Invece quello in rosso fece apparire delle sfere di fuoco sui palmi delle sue mani e gliele lanciò contro, ma per fortuna Hilda riuscì a pararle con la spada.
Furuichi cercò di colpire alle spalle quello in bianco, ma lui si alzò in volo e soffiò talmente forte da strappargli via la camicia. Tatsumi andò a prendere Baby Beel e se lo mise sulle spalle.
- Forza Baby Beel, adesso balliamo! - esclamò.
Il tatuaggio che aveva sul polso si allungò e sentì il potere demoniaco scorrergli nelle vene e riuscì a mettere al tappeto i quattro, anche se non fu facile viste le loro abilità.
- Per oggi avete vinto voi, ma la prossima volta non sarà così! - esclamò quello in rosso correndo via con i compagni malconci.
- Aoi, stai bene?! - chiese Tatsumi alla moglie.
- Sì per fortuna - rispose lei un po' scossa.
- Ma chi erano quelli e com'è possibile che riuscissero a fare tutte quelle cose? - disse Furuichi.
- Non lo so, ma di sicuro delle persone normali non posseggono certe abilità. E poi i simboli che avevano sulle guance mi sembrano familiari, ma non ricordo dove li ho visti - disse Hilda. - Farò qualche ricerca, ma ora sarà meglio tornare a casa.
   
 
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