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acrificare
Arcadia Bay. Sacrificare Chloe.
Cosa
scegli, Max?
Una settimana inutile. Riavvolgere e
riavvolgere, salvare la vita di Chloe una volta, due, tre…
Salvare suo padre, lasciar morire suo
padre. Vederla paralizzata, sentirsi chiedere di ucciderla.
«Max…
è il momento...»
E anche ora,
Chloe chiede, come se non ci
fosse altra scelta.
Max le ha già detto di no, stringendo tra
le mani la foto che l’avrebbe portata un’altra
volta indietro, un’altra volta
con William. “Non puoi chiedermi
questo.
Non potrei mai, Chloe.”
Eppure stava per farlo, stava per
cancellare quegli anni immobile in un letto, quella depressione
perenne. E
nonostante quella consapevolezza, nemmeno allora è riuscita
a dirle di sì. A
dirle che lo avrebbe fatto, che l’avrebbe accontentata, che
avrebbe messo fine
alle sue sofferenze.
Nemmeno allora…
Ma è
giusto? Sacrificare una città, tutte
le persone che la abitano… La sua scuola, i suoi insegnanti,
persino la
senzatetto invisibile che vede tutto, sente tutto.
Nel sogno ha rivissuto ogni momento con
Chloe. L’ha rivista ballare sul letto, scassinare
l’ufficio del Preside,
guidare il suo pick-up. Ha sentito le sue battute, la sua risata, la
sua
arroganza trasformarsi in dolcezza. La vita tramutarsi in morte.
Perché
Chloe è già morta questa settimana.
Più volte.
Come sta per morire ora, mentre allunga la
fotografia che ha cambiato il suo destino nel bagno
dell’istituto.
Nathan le ha puntato contro una pistola,
ha premuto il grilletto. Il professor Jefferson ha fatto lo stesso, ma
senza
esitare, senza darle il tempo di supplicare.
Alla
fine è così che doveva andare.
La farfalla nel
bagno è davanti ai suoi
occhi, nella fotografia che Chloe le porge. Vorrebbe piangere, gridare,
odiare
il mondo per quella scelta. Come può sacrificare Chloe? Come
può sacrificare
un’intera città, quella in cui è
cresciuta, in cui la scuola la aspetta?
E Kate
– oh, povera Kate! – salvata su un
tetto, chiusa in un ospedale, il viso rivolto alla finestra da cui si
vede il
cielo in tempesta.
A cosa è servito salvarla? A cosa è
servito proteggere Alyssa, accusare Jefferson, avvertire Victoria?
Qual era lo scopo del bacio a Warren, poco
prima dell’ultimo viaggio, prima di finire rintanata in
camera di Chloe ad
attendere la luce del mattino?
È un
giorno di tempesta. Di tornado. Come
quello creato da Max – dai suoi viaggi – che si sta
abbattendo su Arcadia.
Lo sa: non può sacrificare una città –
la
sua città –, migliaia di vite, per salvarne una
sola. Lo sa.
Guarda ancora la
foto, le ali della
farfalla, blu come i capelli di Chloe, riversa nel bagno in una pozza
di
sangue.
Un buco in testa. Chloe muore. Un buco in
pancia. Chloe muore. Le chiavi di un’auto. Chloe resta
paralizzata.
Sembra che non
ci siano certezze quella
settimana per Max, tranne una sola: il destino di Chloe è
crudele. Il destino
di Chloe è morire.
Farfalla blu, occhi azzurri, berretto in
testa.
La
mia scagnozza.
“Giuro
fedeltà a Max e al potere che
rappresenta…”
Max prende la foto, la
guarda. Si
concentra su quell’immagine, sulle ali blu della farfalla che
tanto le
ricordano Chloe… che hanno causato il tornado.
«No.»
Strappa la foto, la lancia in mare
come se fosse un frisbee. «Non più.»