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Autore: GiulsBlack    04/06/2018    2 recensioni
Questa non è una storia di amore e rivalsa, questa è la storia di tutti quelli che sono nati e hanno fatto a botte con la vita dal primo minuto. È per quelli che subiscono e non hanno il coraggio di raccontare. Questa è la storia della mia vita, che ha provato a divorarmi, e non c’è riuscita.
Avevo bisogno di mettere nero su bianco che il male esiste anche se sei solo un bambino e non conosci ancora tutti i colori del mondo.
È per tutti quelli che pensano sempre: “cazzo, la vita con me ha fatto veramente schifo.” ma che alla fine non le serbano mai rancore. Bravi, continuate cosi, non c’è dramma che valga il rancore. Non spegnetevi mai.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu hai poche parole e tanti pensieri, le poche frasi che mi riservi sono di rimprovero e disappunto, io prego in silenzio che, se ti capita mai di dedicarmi un pensiero, almeno quello sia d’amore. 
Tu hai lo sguardo di ghiaccio e la bocca dolce, mi guardi sempre come una che vorresti diversa e migliore, ma ogni tanto, quando ti ricordi chi sono e cosa siamo, dici che sono bella e tua. 
Tu hai il cuore leggero e le parole ingombranti, dici sempre cose che feriscono, strappano e distruggono e poi dimentichi di averle pronunciate, così come io fingo di dimenticare che non hai pensato due volte alle ferite che procuravi, aprendo bocca.
Tu hai i capricci veloci e l’arroganza duratura, quando sbagli la ragione è comunque tua.
Tu che sei sempre pronto a dirmi di andarmene, con la certezza fittizia che tanto non lo farò mai.
Tu che mi neghi le carezze, come io nego l’evidenza dei fatti. 
Tu che mi baci solo a tratti, e volti sempre il viso quando sono io a provarci.
Tu che dai per scontato che io ti sia sempre accanto, mai infelice, mai insicura, mai vogliosa di rimetterti al tuo posto. 
Tu che sei pazzo a pensare che io non risenta del confronto con gli altri: delle mie amiche che ricevono baci, rose e carezze, sempre abbracciate e tenute per mano, amate pubblicamente e platealmente. 
Le mie amiche che si lamentano della mancanza di attenzioni dei loro fidanzanti, mentre io vivo di baci negati e abbracci respinti, che mi accontento dello sguardo esasperato che ricevo sempre quando parlo troppo, della risata genuina che fai quando mi lascio andare e dico agli altri le cose come stanno, della pacca sul culo che ogni volta mi lasci quando salgo le scale o ti cammino di fronte. 
Tu che mi ami, lo so. 
Mi ami da tanti anni, lo fai al tuo meglio, che poi è il mio peggio, è questo il problema.
Io che ti aspetto come si aspetta il primo cono gelato della stagione, dopo lunghi mesi di bevande bollenti e sciarpe ingombranti.
Io che ti assaggio come si fa con il sale sulla pelle dopo il primo bagno in mare, pizzichi, ma sai d’estate.
Io che ti sento addosso come la crema idratante dopo una giornata di sole, fresco e delicato sulla pelle bollente.
Io che ti vivo come si fa con il primo fiore in primavera dopo mesi di freddo e grigiore.
Io che ti colleziono nelle foto fatte di nascosto, dove sei dolce e spensierato, e non hai la faccia dura che mi riservi dal vivo.
Io che ti amo come la cioccolata al latte e la musica Rock.
Tu che mi piaci come mi piacciono la prima partita di campionato e il derby a metà stagione.
Io che ti proteggo come con i libri a cui tanto tengo e che non presto mai.
Io che ti aspetto, con pazienza e fiducia, come fanno le stelle con la luna al tramontare del sole.
Io che sono la tua stella, tu che sei il mio sole.

Questa è la differenza tra noi: tu che un giorno mi distruggerai, io che te lo lascerò fare.
  
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