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Autore: PontifexWarg    06/06/2018    0 recensioni
Eccola, nel suo splendore decadente, dove una volta vivevano più di dieci bilioni di creature senzienti, dove una volta combattevano titaniche battaglie imperi stellari, federazioni interplanetarie e enormi flotte pianeta, ora non c'è altro che morte e devastazione, la Via Lattea.
Miliardi di pellegrini si affrettano a raggiungere le estremità della galassia, sperando di sfuggire alla lenta ma inesorabile morte della loro vecchia dimora.
E mentre queste arche della speranza solcano i cieli cercando salvezza, pirati, predoni e tutte le mostruosità che lo spazio ha da offrire si contendono i resti della più grande civiltà che abbia mai popolato il Gruppo Locale, quella della razza Umana.
Genere: Dark, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La colonna di navi era ferma, milioni di esseri umani che aspettavano con trepidazione di oltrepassare l’ultimo pianeta del sistema planetario per compiere il salto in sicurezza, erano ora in preda all’ansia, non sapendo se sarebbero mai riusciti anche solo a iniziare il loro viaggio.

Il motivo era semplice, uno stormo di wyrm stava ingaggiando la scorta di incrociatori e corazzate, creature serpentiformi, la cui circonferenza poteva variare da quella di un piccolo mercantile a quella di una titanica nave per il trasporto dei minerali e lunghi decine di volte tanto, i wyrm erano fra le creature più temibili in grado di spostarsi nello spazio aperto, protetti da una pelle minerale in grado di sopportare i colpi di una nave da guerra e in grado di mettere un raggio dalla potenza sufficiente a perforare lo scudo di una corazzata, erano sempre più spesso visti attaccare le navi di profughi che tentavano la traversata della galassia.

Il centro dello stormo si avvicinava pericolosamente alla colonna delle navi mentre la scorta faticava a respingere i wyrm che si erano distaccati.

Poi come una pioggia dorata, centinaia di colpi si abbatterono sui mostri, tutti i wyrm che si erano allontanati dal gruppo caddero come foglie, una titanica nave da guerra si avvicinava alla colonna.

La neve era titanica, le sue dimensioni erano equiparabili a quelle della Luna se non superiori e la sua sola presenza metteva in ombra sia la colonna di arche che lo stormo di wyrm, aveva un colore dorato ed era decorata con incisioni rappresentati battaglie, guerrieri, gloriosi edifici e navi imponenti, tutto dominato dal titanico sole sulla prua, incisioni che rappresentavano la storia del più antico e potente ordine militare della galassia, i Cavalieri del Sole, sulla fiancata, enormi lettere latine formavano una scritta: Helios Hyperion

Da essa si erano distaccate due navi più piccole, comunque enormi rispetto alle corazzate già presenti, che avevano aperto il fuoco sui mostri, dopodiché la nave principale stessa aprì il fuoco, un singolo colpo, dalla potenza devastante arrivò ad abbattersi contro il centro dello stormo, l’esplosione provocò una luce accecante talmente potente da abbagliare persino attraverso gli schermi delle corazzate.

Quando si riuscì nuovamente a vedere, essi mostravano solo lo spazio vuoto, niente era rimasto a testimoniare il passaggio di un terribile stormo di wyrm.

Le navi spararono colpi a vuoto per salutare la grande nave, mentre essa si allontanava dalla colonna.

 

 

 

 

 

 

Dopo il giorno dei Mille Titani, o Giorno delle Supernove, dove a cause degli automi di origine sconosciuta noti come Titani, dieci miliardi di stelle erano scomparse dalla galassia contemporaneamente, in seguito all’attacco dei suddetti, la gente era stata colta da un’isteria di massa, che la aveva portata ad abbandonare i pianeti, ritenendoli poco sicuri, per trasferirsi nelle stazioni spaziali.

Questo portò sia alla creazione di vere e proprie stazioni mondo, grandi quanto un pianeta nano all’unione di tante piccole stazioni pre esistenti in un cosiddetto Arcipelago, formate oltre che da più stazioni spaziali anche da asteroidi abitati e grosse navi spaziali ferme.

 

Questi arcipelaghi, difficili da controllare, divennero ben presto basi per pirati, contrabbandieri e furfanti di ogni tipo.

 

La stazione mondo Nido del Drago veniva considerata uno dei porti migliori per i mercenari di tutta la galassia, che si volesse trovare rifugio dalle forze dell’ordine di una delle nazioni stellari, o che si volesse cercare un nuovo impiego, la stazione garantiva discrezione, sicurezza e, soprattutto, profitto.

Antidias era un imprenditore, aveva guadagnato miliardi dalla guerra senza mai prendere in mano una pistola, ma le migrazioni e lo spopolamento della galassia avevano colpito anche le sue finanze, in maniera brutale. Eppure Antidias non aveva lasciato la Via Lattea, come la maggior parte di quelli come lui, certo, non c’era più la possibilità di arruolare milioni di mercenari, erano pochi quelli rimasti a potersi permettere una guerra, però razziatori e predoni erano un problema, certo Antidias si era ridotto ad arruolare poche migliaia di mercenari per volta, ma i suoi clienti erano disposti a pagare molto più profumatamente, visto che spesso e volentieri c’era solo lui a cui rivolgersi.

Inoltre la mancanza di concorrenza aveva portato nelle tasche del furbo imprenditore un altro grosso vantaggio, avere il meglio. La garanzia di potersi permettere i mercenari migliori aveva ridotto a praticamente zero gli investimenti sbagliati, ora non perdeva più milioni di crediti ogni volta che le sue truppe venivano sconfitte, era vero, i suoi introiti erano stati decimati, ma l’uomo era sicuro che quando questa isteria di massa si sarebbe placata, e la galassia sarebbe ritornata popolata, il suo capitale avrebbe oscurato quello di una nazione.

In ogni caso per adesso si limitava a lavorare con quello che aveva, e quello che aveva in quel momento era una bionda.

Vestita con una tenuta da pilota decisamente minimalista che lasciava scoperte le gambe le braccia e l’ombelico, senza parlare della scollatura, decisamente troppa pelle scoperta per qualcuno che avrebbe dovuto attraversare campi di battaglia percorsi da proiettili un giorno si e l’altro pure.

Oltretutto la donna portava altri pezzi d’abbigliamento anacronistici, come degli occhiali da sole ed un cappello che Antidias ricordava di aver visto in un museo come: cappello da cowboy, insomma, la ragazza doveva aver svaligiato, appunto, un museo. L’imprenditore aveva da tempo smesso di ascoltare quello che diceva, un po’ per la scollatura e un po’ perché aveva già deciso cosa farne di lei.

< … e questo completa la lista delle imprese che abbiamo compiuto, allora che ne pensa? >,

< Sarò franco con te, fossi stata da sola, ti avrei già cacciata a calci, non mi hai portato prove tangibili di quello che dici, e il tuo abbigliamento è adatto ad un campo di battaglia quanto quello di un turista della federazione. Inoltre ho notato che la nave con cui tu ed il tuo socio siete arrivati non ha un graffio, cosa che rende il tuo racconto ancora meno probabile >,

la donna assunse un’espressione di sufficienza, come se avesse già sentito altre volte questo discorso:

 < però ha visto il mio socio e lo trova interessante, vuole metterlo alla prova e poi deciderà se assumerci giusto? >,

 Antidias non riuscì a contenere la sorpresa, l’arroganza fra i mercenari era ampiamente diffusa, ma quella donna non era solo stata audace ma aveva perfettamente anticipato le sue parole:

< si, in effetti, diciamo che il bar dove si è fermato è frequentato da gente poco raccomandabile, se lui esce tutto intero dal locale, il posto è vostro >

Una delle quattro pareti rivelò un megaschermo che trasmetteva le immagini di alcune telecamere di sicurezza in un bar. La donna fece una smorfia di stupore, tecnologie del genere erano quasi scomparse in tutta la galassia, a causa delle migrazioni.

< Godiamoci lo spettacolo, ah e oltretutto in caso lui vinca, sto già pensando con chi dovrò mettervi in squadra >

 

 

Il locale era pieno, quasi interamente occupato da goblin, hobgoblin e orchi, queste due ultime specie erano delle varianti della prima, condividevano con essa la ferocia, l’aspetto bestiale, e il colore della pelle, ma se gli orchi erano alti più di due metri e mezzo ed erano amanti della violenza gratuita e del caos, praticamente incapaci di rispettare una gerarchia non basata sulla forza e con l’acume tattico di un lombrico, gli hobgblin alti all’incirca due metri spiccavano per strategia e disciplina, tanto che spesso e volentieri venivano assoldati come mercenari dimostrandosi spaventosamente efficenti.

I goblin erano una decina mentre gli hobgblin erano cinque e due gli orchi, ma c’erano anche altri due avventori.

Unoera solo vagamente umanoide, se era vero che la razza umana aveva colonizzato la galassia era anche vero che non tutte le altre specie si erano estinte, le creature xenomorfe che popolavano la Via Lattea erano poche e quindi la presenza di uno di loro era sconvolgente.

In comune con un essere umano sembrava avere solo due gambe e due braccia, la testa era allungata da rettile, somigliante ad una lucertola, e di forma rettiliana era anche il resto del corpo era ricoperto di scaglie verde smeraldo, era a torso nudo, con solo dei pantaloni corti e il corpo era ricoperto di tatuaggi rosso sangue, era poco più piccolo di un orco, ma sembrava pericoloso il doppio.

L’altra persona seduta nel bar era una figura immensa, alta ben più di tre metri, era completamente ricoperta da un mantello da viaggio ed incappucciata.

La creatura rettiloide stava bevendo un alcolico marroncino e vischioso in un bicchiere enorme guardando di tanto in tanto l’orologio alla parete.

< Hai fretta mostro? >

uno degli orchi era dietro di lui accompagnato da tre hobgoblin, immediatamente la scena catturò l’attenzione di tutti gli avventori.

< senti chi parla… Dio, da quanto è che non ti lavi bestione? Puzzi come un cadavere rimasto una settimana nel deserto >

< non nominare il nome del Signore creatura, tu non sei un suo figlio, bastardo xenoschifo di merda >

< se non te ne vai e ti fai una doccia, acida possibilmente, ti spedisco direttamente dall’Altissimo, chissà magari almeno Lui riuscirà a pulirti >

L’atmosfera si era scaldata, i goblin si fregavano le mani sperando in una rissa e anche l’altro orco si era alzato.

L’orco e il rettiloide rimasero a fissarsi per un altro po’, la tensione si era alzata, l’orco sembrava insicuro aveva tre scagnozzi ma l’avversario non sembrava affatto intimidito.

Grugnì e fece per andarsene, poi, all’improvviso si girò sferrando un pugno contro l’avversario.

Il rettiloide era stato più rapido, come l’orco ebbe alzato la mano venne colpito da un pugno in pieno volto, sputò sangue e barcollò inciampando su una sedia e finendo con il culo a terra.

Gli hobglin furono rapidi e precisi, uno colpì la lucertola a sua volta e gli altri gli bloccarono braccia e gambe.

L’orco si rialzò con calma, fissò con odio l’avversario e rise, l’altro lo fissò con rabbia di rimando tentando di divincolarsi dalla presa dei due hobgoblin.

L’orco iniziò a pestare l’avversario immobilizzato tempestandolo di pugni e calci.

Fino a che non si accorse di una cosa strana, i tatuaggi del lucertoloide brillavano di una luce fioca e minacciosa.

E soprattutto la stazza dell’avversario, ora, lo superava di una ventina di centimetri.

Il lucertoloide rise a sua volta, i due hobgoblin avevano perso la presa a causa della sua crescita improvvisa, se ne libero con uno strattone e colpì di nuovo l’orco in testa con un pugno violentissimo, questì fece un giro su se stesso, sollevò gli occhi vero l’alto e stramazzò a terra.

Gli hobgoblin tentarono di allontanarsi ma con una rapidità impressionante il mostro ne afferrò due per la gola sbattendo forte le loro teste l’una contro l’altra.

I due caddero a peso morto, ma l’altro orco aveva approfittato della distrazione del lucertoloide per caricarlo alle spalle, placcandolo e sbattendolo contro un tavolo, un goblin che aveva sollevato una sedia la sfasciò sulla testa del mostro che in tutta risposta lo afferrò con un mostro per la gamba.

Rialzatosi scagliò il goblin contro il tavolo attorno al quale sedevano i suoi compari mandando tutti a gambe all’aria, la sua stazza nel frattempo era ancora cresciuta, afferrò la testa dell’orco che lo aveva colpito alle spalle e lo colpì ripetutamente alle costole fino a che questi non smise di muoversi per poi lanciarlo contro la finestra del locale che si infranse facendo precipitare l’orco per cinque piani.

i goblin si erano quasi tutti rialzati e in barba alle leggi della stazione che vietavano il trasporto di armi, estrassero dei coltelli a scatto.

Il lucertoloide ringhiò, ma fece un passo indietro, subendo lo sgambetto di uno degli hobgoblin che poi assieme ali altri riuscì a sollevarlo, per poi lanciarlo diversi metri più in là, proprio contro la figura gigantesca incappucciata.

I due finirono a terra, ed un ruggito terrificante riecheggiò per il locale, la figura misteriosa si liberò del mantello e si rivelò come un ogre, una creatura mostruosa, un orco mutato e potenziato dalle energie misteriose presenti nelle tempeste che straziavano la galassia.

Gli ogre erano concentrati di odio, taciturni e solitari finché qualcosa non avesse scatenato la loro furia, in quel caso diventavano l’incarnazione dell’ira, talmente temibili da mettere in soggezione le truppe d’élite di tutta la Via Lattea.

L’ogre afferrò la lucertola per il collo colpendola talmente forte da farle quasi perdere i sensi, poi la trascinò al banco del locale e ce la schiantò sopra con tale potenza da infrangere la superficie di lega ultraliscia che lo componeva per poi iniziare a massacrare di colpi il rettiloide incapace di reagire, quando questi aveva attraversato tutti gli scompartimenti metallici sotto il banco arrivando a toccare il pavimento e una larga pozza di sangue si era allargata sotto l’avversario, l’ogre si volse verso i terrorizzati hobgblin, ma prima che potesse muovere un solo passo, una voce roca e minacciosa si levò dalle macerie del banco:

< servimi la roba più forte che hai >

Il rettiloide si stava rivolgendo alla barista rannicchiata dietro a quello che rimaneva del banco, tremante ed in lacrime, cosa abbastanza ridicola considerando che si trattava di un donnone abbastanza grossa e cattiva da intimorire la maggior parte dei mercenari che venivano in quel locale.

Con un ringhio il mostro si rialzò sanguinante, i suoi tatuaggi che brillavano di una luce molto più intensa e che prometteva una cosa: botte.

L’ogre ignorando il fatto che ora il suo avversario fosse ben più alto di lui gli sferrò un pugno diretto alla mascella, ma l’altro lo bloccò.

Un’espressione di sorpresa prima e di dolore poi comparvero sul viso deforme dell’ogre mentre un forte rumore di ossa spezzate e di legamenti strappati arrivavano dal suo braccio.

L’ogre cadde in ginocchio ma l’avversario impietoso lo colpì in testa facendolo crollare steso poi sollevò entrambe le braccia abbattendo sul avversario esanime un colpo talmente potente da sfondare il pavimento del locale facendolo cadere al piano di sotto.

Poi si girò con calma verso gli altri avversari.

Goblin e hobglin rimasero fermi per un solo secondo, sconcertati e terrorizzati, indecisi se credere a ciò che avevano visto, ma quando il mostro, ora di almeno quattro metri, fece un passo verso di loro decisero che anche se quello che era accaduto fosse stato un sogno, probabilmente un pugno della creatura gli avrebbe comunque ridotti a mal partito, per cui, si girarono e corsero verso la porta, ma nel momento preciso nel quale erano ammassati davanti ad essa vennero contrati da un tavolo, lanciato con la potenza di un missile di una cannoniera.

Dopo aver sistemato anche gli ultimi avversari il mostro si girò verso la barista, rannicchiata in posizione fetale.

La porta del bar si spalancò, la bionda di prima entrò:

<  Siegfryd, ragazzone riprenditi! >

La ragazza si precipitò a calmare il mostro che gradualmente tornò alla sua forma normale, per poi rivolgersi alle telecamere:

<  Allora che ne dici, Antidias ? >  

Tornato normale Siegfryd si diresse al bancone con un grugnito prese dalle mani della barista tremante una bottiglia di liquido trasparente e iniziò a bere.

 

   
 
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