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Autore: Mr Lavottino    07/06/2018    6 recensioni
*STORIA AD OC*
Duncan, grazie all'aiuto dell'amica Zoey, trova lavoro presso un campo estivo. Qui conosce i ragazzi partecipanti e tutto sembra andare per il meglio, finché non salta l'elettricità e viene trovato un cadavere all'interno di uno degli alloggi.
Tra di loro c'è un assassino che, lentamente, inizia a mietere vittime in tutto il gruppo.
Riuscirà il nostro eroe a salvarsi? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Duncan, Nuovo Personaggio, Zoey
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Moonlight Camp'
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"È ad appena qualche chilometro da Toronto, non avrai problemi a trovarlo."
Quello era stato l'ultimo messaggio che Zoey gli aveva mandato ed era giunto alla conclusione che la rossa avesse qualche problema con le distanze.
Il primo dubbio gli era venuto quando, mentre settava il navigatore, aveva visto un numero a cinque cifre sul contatore. Il secondo quando, parlando al telefono, gli aveva detto che sarebbe giunto alla meta in meno di un'ora.
L'unica cosa che poté fare era maledirla per la sua negligenza e continuare ad evitare tutte le buche, presenti ogni due metri, di quella strada campagnola.
"Cinque chilometri alla destinazione"
Gettò lo sguardo sul navigatore, posto con noncuranza sopra lo stereo, e lo insultò diverse volte. Il motivo? Si era deciso a funzionare dopo mezz'ora e lo aveva costretto a partire in ritardo, impedendogli quindi di fermarsi per fare colazione.
La condizione della strada l'aveva costretto ad indossare la cintura, onde evitare un trauma cranico dovuto ad una testata al soffitto dell'automobile. Ma la cosa che più lo preoccupava non era la sua salute, bensì le condizione del suo "destriero".
Quasi sicuramente, in caso fosse veramente andato a sbattere la testa, si sarebbe rotto quello. Dopotutto era una vecchia macchina malandata dalla vernice rossa, quasi completamente graffiata via, con i vetri sporchi e rigati, due maniglie assenti e gli specchietti completamente frantumati.
E si era appena fatto più di cinquantamila chilometri con quel catorcio. Inoltre il serbatoio bucato lo aveva costretto a spendere più di un centinaio di dollari per fare benzina.
Lo stipendio che avrebbe percepito era una miseria ed era arrivato alla conclusione che, rapportato anche alla distanza da casa, aveva scelto un lavoro molto sconveniente. L'unica cosa che lo aveva portato a scegliere quell'impiego era stata l'insistenza di Zoey, la quale lo aveva chiamato ogni giorno per parlargli di quel "fantastico" campo estivo e di come si lavorasse bene in quel posto.
Così, alla fine, si era ritrovato in quella situazione, con una macchina scassata, uno stipendio pessimo ed un alloggio che, dalle foto della rossa, sembrava messo piuttosto male. Si era accorto di come l'amica avesse cercato di mascherarne i punti più orripilanti, come ad esempio un'enorme crepa sul muro oppure uno specchio mezzo distrutto, rendendoli visibili solo per metà nelle inquadrature delle foto.
Però sapeva di non potersi arrabbiare con la rossa. Lo aveva costretto ad andare con lei per motivarlo ad uscire di casa e per cercare di farlo tornare come due anni prima. Ormai era da fin troppo tempo che si era chiuso in quell'atteggiamento burbero, più di quanto già non fosse in passato, ed era arrivato il momento di smetterla.
Per quel motivo aveva accettato, nella speranza di riuscire a superare l'abbandono di Courtney per poter tornare a vivere una vita normale.
Finalmente, dopo secoli di strada percorsa, raggiunse il fantomatico campeggio. Una grande insegna di legno recitava "Moonlight Camp, il miglior posto dove passare una settimana!" e quello gli bastò per capire di essere finito in un posto che, per i suoi standard, non gli sarebbe andato per nulla a genio.
In lontananza vide una chioma rossa ed intuì immediatamente di chi si trattasse. La vide farsi sempre più vicino finché, porgendogli un grande sorriso, si accostò al suo sportello. Abbassò il vetro, osservandola attentamente.
Camicetta celestina, pantaloni verdastri ed un paio di occhiali da sole marroni con lenti nere tenuti sulla fronte. Non aveva per nulla perso il suo poco gusto nel vestire.
- Duncan, Finalmente sei arrivato!- la ragazza appoggiò le braccia sullo sportello e si abbassò per poter conversare con lui. I suoi occhi marroni iniziarono a squadrarlo da capo a fondo.
- Proprio adesso. È sempre un piacere rivederti, Zoey. - le fece l'occhiolino e ricambiò il suo sguardo, lasciandosi osservare senza opporre resistenza. Alla fine era cambiato parecchio dall'ultima volta in cui si erano visti e lei era sempre stata così, guardava ogni singolo dettaglio.
- Sai dov'è il parcheggio?- il sole le batteva sul volto, rendendo ancora più sibili le lentiggini presenti sulle guance e sul naso.
- Ehm... veramente... no. - portò una mano sulla nuca e se la grattò. La rossa aveva provato a farglielo capire tramite messaggio ma, come a suo solito, non era stata per nulla chiara.
- Ho capito, ci penso io. - aprì la portiera e si infilò dentro al catorcio, facendo finta di non sentire i cigolii provenienti da ogni singolo pezzo con cui entrava in contatto - Gira verso destra, poi dritto ed infine a sinistra.- accompagnò le sue parole con dei gesti delle dita che, ovviamente, il punk non comprese.
- Di qua?- domandò, ottenendo un cenno positivo come riposta. La rossa continuò ad osservarlo e la cosa iniziò lentamente ad infastidirlo. Comprendeva lo spaesamento dovuto all'assenza della cresta verde e dei piercing, da sempre suoi segni distintivi, però trovò troppo eccessiva quella perquisizione visiva.
Arrivarono al parcheggio, sempre se così lo si poteva chiamare, che corrispondeva ad un enorme spiazzo marrone con qualche zolla di erba in qua e in là. Prese posto accanto alla macchina dell'amica, una piccola Toyota verde mela messa decisamente meglio della sua, per poi scendere dal mezzo.
- I ragazzi arriveranno nel pomeriggio. Adesso ti porto ad incontrare il capo. - intrecciò le mani dietro la schiena e si mise davanti, pronta a fargli strada. Durante quel, breve, percorso la rossa tentò di spiegargli le mansioni che avrebbe dovuto svolgere indicandogli di tanto in tanto i vari luoghi più importanti, quali la mensa e i dormitori.
Giunsero infine davanti ad una casetta che, rispetto alle altre, sembrava messa piuttosto bene. Era l'unica fatta di mattoni ed aveva un tetto triangolare, con tanto di camino, ed una porta marrone che si abbinava perfettamente alla tinta gialla del muro. Due piccole finestre, simmetriche, erano poste ai lati della porta ed un piccolo campanello bianco, con accanto scritto "Premere qui", gli risaltò subito all'occhio.
Zoey lo premette e, dopo qualche secondo, la porta si aprì. Al suo interno c'era un uomo piuttosto basso, con dei folti capelli neri ed un accenno di barba leggermente biancastra, che alla sua vista rise di gusto.
- Bene, vedo che sei arrivato. Ti chiami...?- chiese, socchiudendo gli occhi.
- Duncan.-
- Sì, Duncan, Duncan. Avrò tutto il tempo per impararlo. Allora, passiamo subito al sodo. Ho due regole fondamentali da dirti.- alzò il pollice, per tenere il conto, e lo spinse leggermente in giù con l'indice dell'altra mano - Non si chiedono aumenti di stipendio.- alzò un altro dito - In caso di infortunio la responsabilità cade tutta sull'animatore.- mentre ascoltava quel, breve, discorso si perse per un istante per osservare il suo abbigliamento.
Camicia sbottonata blu, pantaloni color sabbia e scarpe di pessima marca. Decisamente un tipo poco affidabile.
- Tutto chiaro?- domandò, sorridendogli a trentadue denti.
- Sì, credo.- osservò la rossa, che si limitò a ridere, poi riportò lo sguardo sul suo capo.
- Bene. Scusate, adesso devo andare.- si dileguò senza nemmeno presentarsi, uscendo dalla porta a velocità della luce.
- Lui si chiama Chris, è un po' egocentrico.-
- Me ne sono accorto.-
- Ti porto a fare un giro più dettagliato. - lo prese per mano e lo trascinò verso delle altre baracche. Duncan intuì subito che quell'estate non sarebbe stata come tutte le altre.
Era partita in maniera fin troppo agitata.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Signori e signore, bambini e bambine, lettori e lettrici, sono tornato. Come ogni estate, sono tornato per l'appuntamento annuale con una storia OC.
Anche per quest'anno ho deciso di gettarmi sull'Horror Psicologico, ma sarà leggermente diversa dalle altre. In primis perché non ci saranno entità sovrannaturali, ma bensì il classico killerozzo da quattro soldi che si diverte a mietere vittime per il puro gusto di divertirsi (non andrà mai così lol).
E, come al solito, sarete voi gli ideatori dei personaggi! Sì, so che lo sapete già tutti, ma non si sa mai, potrebbe esserci qualche nuovo fringuello che ha voglia di divertirsi con me ;-)
Prima di darvi i dati da compilare per la scheda, vi do alcuni suggerimenti per evitare di avere un cast piatto come una tavola:
- Niente ragazzi con problemi di personalità multiple o simili
- Niente Gary Stue o Mary Sue (ovvero ragazzi/e modello, ovvero perfette/o)
- Usate l'inventiva, cercando però di non esagerare
- Divertitevi nel farli, alla fine è un gioco ;-)
Alloooooooora, dopo questo elencone puntato eccovi la scheda da compilare:
Nome:
Cognome:
Età(Tra i 13 ed i 16 anni):
Descrizione fisica:
Descrizione caratteriale:
Orientamento  Sessuale:
Abbigliamento:
Breve storia:
Segni particolari:
Città di provenienza:
Per prenotarvi un posto lasciate una recensione, mentre gli OC dovete mandarli solamente a me tramite messaggio privato.
Detto ciò, buona fortuna a tutti :-*
 
   
 
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