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Autore: OttoNoveTre    05/07/2009    4 recensioni
- E allora
perché sei tornato?-
- Perché Jane
è felice e avrà la vita che ha sempre desiderato.-
- Moriresti per lei?-
Questa volta rispose con
voce sicura.
- Si.-
- E per lei
rinasceresti?-
Come Aro, Marcus e Caius hanno incontrato Alec e Jane e li hanno
accolti nella loro famiglia.
Genere: Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alec, Aro, Caius, Jane, Marcus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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L'orfanotrofio


Lo schiaffo della sorvegliante risuonò in tutto il corridoio.
- Che sia l’ultima, l’ultimissima volta che combini una cosa del genere! Cosa mi tocca sentire, spiriti delle fessure, vermi assassini!-
Jane non si scompose.
- Me l’ha chiesto Laurie, signorina Mahoney. Non è colpa mia se si impressiona facilmente.-
Un altro schiaffo partì verso sua sorella. Perché quella li non la smetteva? Ce l’aveva sempre con lei.  E non solo la sorvegliante, anche gli altri bambini ce l’avevano con loro.
Pure quella sera. Una ragazzina, Laurie, si era avvicinata a Jane non appena erano rimasti soli nella camerata.
- Ho saputo che sai inventare storie paurose. Perché non ce ne racconti qualcuna?-
Jane l’aveva guardata con indifferenza.
- Mi è stato proibito. Torna a letto che se ci sente la Mahoney sono guai per tutti.-
L’altra si era voltata verso un’amica.
- Te l’avevo detto che si vantava e basta ma non è capace. Buffona, ti dai tante arie solo perché una volta i tuoi genitori possedevano tutti i campi attorno a Salem. Sei sempre in giro con una faccia da superiore, ma sei solo una bugiarda!-
Jane sembrava non darle ascolto: si era aggiustata la cuffietta in fronte e messa sotto le coperte. Ma dopo l’ultima frase si rialzò, e la fissò negli occhi.
- Laurie, ti hanno mai detto che a volte, di notte, tra le assi del pavimento si sente un sospiro… ma non sempre, solo quando nel cielo la luna è scomparsa, e una bambina passeggia a piedi nudi su un pavimento di legno. Allora lo spirito nascosto nelle fessure penetra da sotto le unghie dei piedi,e sale su su per il corpo, fino agli occhi, dove deposita le uova. La bambina non si accorge di nulla, ma poco dopo sentirà solo gli occhi che le bruciano, sempre di più finché non si saranno schiuse. I cuccioli dello spirito mangeranno allora gli occhi per uscire, e dai buchi rimasti tutti vedranno dei vermi viscidi, che entreranno in bocca, si ciberanno di tutta la carne della bambina e lasceranno solo ossa pulitissime. Fino alla luna nuova successiva, e ai successivi sospiri…-
Laurie, a piedi scalzi sul pavimento di legno, si ritrasse.
- I vermi li hai tu nel cervello! Non mi hai fatto paura per niente, scema.-
Però si era infilata il più in fretta possibile nel letto, ed era calato il silenzio.
Fino a quando un urlo aveva lacerato il buio.
- I MIEI OCCHI! I MIEI OCCHI STANNO BRUCIANDO!-
Si era svegliata anche la sorvegliante, trovando Laurie che si rotolava per terra, combattendo contro esserini invisibili sulla sua faccia. Tutti i bambini si erano assiepati attorno a lei per vedere a la scena. Anche Jane, che dall’ultima fila, sorrideva.
Poi Laurie, una volta convinta che nessuna larva le aveva divorato gli occhi, aveva raccontato della storia di Jane alla signora Mahoney. E la signora Mahoney stava prendendo a schiaffi sua sorella.
Non aveva mai capito come Jane potesse sopportare rimanendo impassibile. Quando era lui ad essere punito avrebbe voluto sprofondare, farsi piccolissimo, fare in modo che nessuno lo vedesse.
O lo sentisse.
O potesse chiamare il suo nome, urlando.

- Alec, non fare quella faccia, in fondo hanno picchiato me. E quella stupida non sa nemmeno picchiare forte, fa solo la voce grossa.-
Erano seduti in sala da pranzo, appartati rispetto agli altri bambini. Laurie non si avvicinava più a loro, e quando le capitava di incrociare lo sguardo di Jane si massaggiava gli occhi, terrorizzata. Non erano mai stati molto popolari, lì dentro. Certo, all’inizio i due poveri gemellini rimasti orfani in un incendio avevano suscitato pietà o curiosità, ma ben presto si erano ritrovati addosso una fama sinistra, soprattutto Jane.
- Sai, quando tua sorella ti guarda arrabbiata, sembra che la sua rabbia faccia…male, non so come altro spiegarlo. Fa paura.-
Glielo aveva detto Paul, il suo vicino di letto. Però le storie dell’orrore di Jane piacevano. Ma tutte le volte che lei si inventava un nuovo mostro, qualcuno di notte si sarebbe svegliato urlando, giurando di averlo visto. E la mattina arrivava la Mahoney con le sue punizioni.
- Ce ne andremo di qua Jane, ma non aspettando che qualche stupido contadino ci prenda per spaccarci la schiena tutto il giorno. Dobbiamo scappare, il più lontano possibile. E’ da tempo che ci penso, e credo di aver trovato un sistema.-

Jane guardava fuori dalla finestra dello squallido stanzone dove dormivano. Alec le aveva spiegato come quella notte sarebbero fuggiti, e lei attendeva con i nervi tesi il momento in cui sarebbe venuto a chiamarla. Sotto la camicia da notte portava una maglia e un paio di pantaloni che Alec le aveva passato. Sotto la cuffia i suoi bei capelli castano scuro erano stati ridotti a pochi ciuffi scomposti: tagliati così corti nessuno avrebbe distinto lei dal fratello, e le persone in cerca di un bambino e una bambina avrebbero lasciato in pace due maschi…
Alec era sempre stato bravo a non farsi notare. Pareva che potesse divenire invisibile, o che le persone attorno a lui fossero troppo distratte per accorgersi dei suoi movimenti. Per questo aveva totale fiducia nel suo piano di fuga. Non che a qualcuno importasse davvero fermarli: due bocche in meno da sfamare, e proprio quelle dei due piccoli stregoni.
- Jane.-
Eccolo.
Scese dal letto, e assieme ad Alec salirono in soffitta. Tutte le finestre dell’orfanotrofio erano sbarrate, a parte l’abbaino del tetto.
- Aspetta che tolgo questa roba, mi impiccia.-
Jane si liberò della camicia da notte, rivelando il suo travestimento. Si divertì nel vedere la faccia sorpresa di Alec: erano davvero due gocce d’acqua. Il bambino frugò in un baule polveroso, e riemerse con una treccia di stoffa. La loro scala fino al giardino. Fissarono un’estremità all’architrave. Alec si arrampicò poi sul tetto. Fece scivolare la treccia sulle tegole, e poi giù oltre la loro visuale.
- Vai prima tu.-
Jane annuì e con cautela si fece scivolare lungo la corda. Atterrò con grazia tra i cespugli alla base della casa. Alec con un balzo la raggiunse poco dopo. Recuperò dai cespugli un fagotto con un po’ di cibo, poi presero la strada verso Boston.
   
 
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