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Autore: RoisXIII    08/06/2018    2 recensioni
Sequel di "Attacco vampiresco".
Diverse cose sono state lasciate in sospeso dall'attacco dei vampiri al museo del Louvre. Perché Adrien ha quasi baciato Marinette? Perché la stessa Marinette profuma come Ladybug? Come si comporteranno Tikki e Plagg adesso che sanno le rispettive identità dei due eroi parigini? E come se le cose non fosse così complicate, ecco che ricompare Luka a far battere il cuore della ragazza. Come si comporterà Marinette?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci al sequel di "Attacco vampiresco"!
P.S. Ci saranno alcune cosette alla fine del testo.
Buona lettura!



Marinette guardò l’ora sul cellulare. Ancora due minuti e la lezione di scherma di Adrien sarebbe finita.
Iniziò a fare dei respiri profondi. Si era preparata molto per quel momento. Lei e Alya avevano fatto prove su prove. Anche Tikki l'aveva aiutata, seppur in modo distaccato. Dall'attacco dei vampiri al museo, circa tre settimane prima, il kwami si stava comportando in modo strano.
E lo stava facendo anche in quel momento. Se ne stava lontana da Marinette, nascosta da sguardi indiscreti e con gli occhi socchiusi, lanciando qualche sospiro.
La ragazza si chiese se i kwami potessero diventare depressi. Doveva chiederlo al Maestro Fu.
Sentì delle voci in lontananza. Guardò l'ora. La lezione era finita! Subito le prese il panico.
« Oh, cielo. Non mi ricordo più niente! »
Qualcuno le picchiettò la spalla. La ragazza si voltò e per poco non lanciò un grido.
« Ciao » la salutò Adrien. « Cosa ci fai ancora qui? »
Marinette balbettò qualcosa, guardando in ogni direzione. Il ragazzo alzò un sopracciglio e le chiese se stesse bene.
Coraggio, Marinette. È arrivato il momento.
« Sono ancora qui perché, be’, volevo… Volevo parlare con te! » gridò poi tutto d’un fiato.
Adrien la guardò negli occhi e sospirò. « Ho capito. È per quello che è successo dietro alla statua, giusto? »
La ragazza annuì, la speranza negli occhi. « S-Sì. »
« Mi dispiace, Marinette. »
« Per cosa ti dispiace? »
« Nella vita ci sono amori e delusioni. E mi dispiace essere la tua prima delusione. »
Adrien poi le diede le spalle e sparì dalla sua vista. Tikki le si avvicinò e la guardò come per dire “te l’avevo detto”, dopodiché si allontanò da lei.
Una voragine nera si aprì sotto i piedi della ragazza. Lei urlò e precipitò dentro.
 
« Ahia! » disse Marinette rimettendosi in piedi.
Era caduta dal letto quando era precipitata nella voragine nel sogno.
Tikki le svolazzò intorno. «Cos’è successo? Ho sentito un tonfo. »
Marinette le raccontò del sogno - ma per lei l’incubo - appena fatto e della sua caduta.
Il kwami la prese in giro, aggiungendo che sarebbe andato tutto bene.
« E poi » concluse la coccinella, « noi kwami non possiamo diventare depressi. »
Ma la ragazza era comunque agitata. Davvero sarebbe andato tutto bene?
Per sua fortuna - o sfortuna -, Adrien non era più andato a scuola. Secondo alcune voci, il padre lo aveva punito per avergli disubbidito. Ma oggi il ragazzo sarebbe tornato a scuola. Ad avvisarla era stata Alya, informata da Nino.
Il ricordo della gita la riportò a quello che era successo dietro alla statua.
Lui che l'aveva portata dietro la statua, lei che gli si era avvicinata per dirgli una cosa, le loro labbra che si erano sfiorate e quel bacio mancato iniziato proprio da Adrien.
« Tikki, che cosa devo fare? Non so che atteggiamento usare con Adrien! Faccio finta di niente? No! Potrebbe offendersi. Vado da lui e vedo di chiarire? No! Magari dice che non è successo nulla. Tikki! »
Il kwami volò vicino a lei e si sedette tra le sue mani. « Perché non gli dici che sei innamorata di lui e basta? Se, come hai detto, lui stava per bacarti, significa che prova qualcosa per te. Fatti coraggio e vai a scuola. »
Marinette annuì. Restava comunque il dubbio su come comportarsi.
Andò in bagno, si lavò e si vestì; prese lo zaino e scese in salotto, dove sua madre le consegnò un sacchetto contenente due brioche alla crema, dopodiché le auguro una buona giornata scolastica.
Speriamo che sia buona.
 
Arrivata a scuola, Alya le saltò praticamente addosso. « Allora sei venuta! Cos'hai scelto di fare con Adrien? »
Con sguardo determinato, Marinette le disse che gli avrebbe rivelato i sentimenti che provava verso di lui. Basta nascondersi!
« Che scoop! La nostra Marinette ha finalmente trovato il coraggio di dichiararsi, eh? Farai meglio a muoverti, allora. Adrien è da solo in classe, ma chissà quando verrà raggiunto dagli altri compagni. »
Ringraziando l'amica, Marinette partì alla carica verso la loro classe.
Frenò prima di arrivare davanti alla porta aperta dell’aula. Spiando, vide il ragazzo seduto al proprio banco, la testa china, intento a parlare con Nino.
Accidenti! Nino, cosa ci fai in classe?
Marinette tirò fuori il cellulare e scrisse ad Alya, la quale arrivò quasi subito. Dopo averla messa al corrente, l’amica le fece l’occhiolino e la condusse in classe, raccontandole quello che era successo il giorno prima con le sue sorelline.
« Oh, Nino! » disse Alya interrompendo la sua storia. « Verresti fuori un attimo? Devo mostrarti una cosa. »
Nino annuì e si scusò con Adrien. Salutò Marinette e seguì Alya fuori dalla classe.
Ti devo mille favori, Alya. Sei la migliore!
Facendo finta di niente, Marinette raggiunse il proprio banco, vi appoggiò lo zaino, tenendo d’occhio Adrien e si sedette. Era arrivato il momento di agire. Forza e coraggio, si disse.
Si alzò in piedi e si affiancò a Adrien. « Ehm, ciao. »
Lui si voltò e la salutò, esibendo uno dei suoi sorrisi più belli. Il cuore della ragazza prese a battere più forte.
« Ehm, ciao » ripeté, dandosi poi della stupida.
« C’è qualche problema? » le domandò Adrien alzandosi in piedi.
« Cosa? Ah, no, no, nessun problema! È solo che, be’, visto quello che è successo… »
« Ma che succede qui? » s’intromise Chloé.
La ragazza, seguita da Sabrina, guardava i due ragazzi a braccia conserte. « Allora? »
Non avendo ricevuto alcuna risposta, la figlia del sindaco spinse via Marinette e abbracciò Adrien. « Adrien caro, ti sta importunando? »
Il ragazzo si liberò dell’abbraccio. « Per niente. Anzi, stavamo solo parlando. »
La campanella suonò, segno che le lezioni stavano per iniziare.
Il resto dei compagni entrò. Alya intuì tutto quando vide Chloé vicino a Adrien.
 
Arrivò l’intervallo e i ragazzi uscirono in cortile. Marinette e Alya si sedettero su una panchina e tirarono fuori la propria merenda: la prima le due brioche alla crema, la seconda una focaccia.
Alya attirò l’attenzione di Marinette, indicandole Adrien e Nino: i due erano sempre più vicino.
« Nino, » disse l’amica prendendo a braccetto il ragazzo, «  devo farti vedere un’altra cosa. »
I due lasciarono soli Marinette e Adrien, i quali si guardarono e alzarono le spalle.
« Posso sedermi? » le chiese Adrien.
La ragazza annuì, ma corrugò la fronte quando si accorse di una cosa. « Non mangi? »
Lui si passò una mano tra i capelli. « Ho dimenticato la merenda a casa. Che sbadato. »
Un’idea lampeggiò nella mente di Marinette. Allungò al ragazzo una delle due brioche. « Due per me sono troppe. La vuoi? È alla crema. »
Adrien l’accettò con piacere e la ringraziò. Dopo aver dato il primo morso, disse che era buonissima.
Coraggio, non puoi perdere anche quest’occasione.
« Adrien, forse non è il momento adatto, ma possiamo parlare di quello che è successo quel giorno al museo? »
Il ragazzo smise di mangiare. « Visto che la settimana prossima abbiamo la verifica di chimica, e visto che sono molto bravo in materia, ti va di studiare insieme domenica? »
Marinette sperò di non aver frainteso niente. « Va bene. Ci incontriamo al parco? »
Adrien annuì, e i due ripresero a mangiare le brioche in silenzio.
 
Alya aveva trascinato Marinette in bagno e si era fatta raccontare diverse volte la loro conversazione.
« Ti rendi conto che domenica avrai un appuntamento con la persona che ami? »
Marinette era troppo felice – e innamorata – per ascoltarla. Già si immaginava il futuro insieme a lui.
All’improvviso il cellulare di Marinette squillò, destandola dal suo sogno a occhi aperti.
« Che strano. Non conosco questo numero » e mostrò lo schermo ad Alya.
L’amica lesse il numero e scosse la testa. « Nemmeno io. Forza, prova a rispondere. »
Deglutendo, Marinette accettò la chiamata. « Pronto? »
« Ciao, Marinette. Sono Luka, il fratello di Juleka. »
La ragazza spalancò gli occhi. « L-Luka? »
 
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Tre settimane prima…
 
Adrien si diresse verso l’uscita del museo. Per un po’ non avrebbe più visto film sui vampiri.
« Signorino Adrien, è pregato di seguirmi » gli ordinò una voce molto familiare.
Nathalie gli si avvicinò. Si era completamente dimenticato di lei!
« Suo padre è molto arrabbiato. La sta aspettando a casa. »
Il ragazzo fu costretto a seguirla fino alla macchina. In cuor suo sapeva quale sarebbe stata la punizione: il ritiro da scuola, di nuovo.
Ma non poteva ritirarsi. Non poteva dire addio a Nino e a tutti gli altri. E doveva parlare con Marinette per spiegarle tutto.
 
Il viaggio in macchina dal museo all’abitazione della famiglia Agreste fu fatto nel silenzio più totale.
Adrien non smise un solo istante di ruotare leggermente l’anello a destra e a sinistra. Era nervosissimo. Mai in vita sua aveva disubbidito così tanto al padre. Sentì dei leggeri colpi sul fianco. Plagg stava cercando di calmarlo.
« Siamo arrivati » lo informò Nathalie.
Adrien prese un bel respiro e scese dalla macchina.
 
« Hai disubbidito ai miei ordini solo per vedere una stupida mostra? »
Adrien abbassò gli occhi. « No, ho disubbidito ai tuoi ordini per vedere una stupida mostra con i miei amici. »
Gabriel gli diede le spalle. « Hai rischiato di perdere la vita per colpa dei tuoi cosiddetti “amici”. »
Il ragazzo strinse i pugni e alzò gli occhi. « Non erano in loro! »
Il padre si voltò e gli si avvicinò molto lentamente. « Molto bene. In questo caso, tu non metterai più piede in quella scuola. Da domani, tornerai a studiare con Nathalie. E ora vai in camera a esercitarti con il piano. »
« Sì, papà… »
 
Adrien fece partire il suono di un pianoforte dal lettore musicale e si sdraiò sul letto. Perché suo padre doveva sempre fare così? E perché lui non riusciva mai a imporsi?
Il ragazzo tirò fuori il cellulare e chiamò Nino per informarlo della decisione del padre.
« Amico, non c’è un modo per convincerlo? »
Adrien sbuffò. « Non esiste alcun modo. Mi dispiace, Nino. »
« Non ti preoccupare! Io, anzi, tutti noi troveremo un modo per farti tornare a scuola! »
Dopo aver riattaccato, Adrien sorrise. Era così fortunato ad avere un amico come Nino.
« Su con la vita, adesso avremo più tempo per mangiare il camembert insieme! » provò a rallegrarlo Plagg.
Il ragazzo scoppiò a ridere e scosse la testa. Il kwami non sarebbe mai cambiato.
 
Ora…
 
Qualcuno bussò alla porta della camera di Adrien. Il ragazzo l’aprì e si ritrovò davanti Nathalie.
« Stavo per scendere. »
La donna scosse la testa. « Signorino Adrien, suo padre desidera parlare con lei. »
Adrien la fissò confuso. « Vuole parlare con me? »
« Esattamente. La prego di raggiungerlo al più presto. »
Adrien superò Nathalie e raggiunse il padre nel suo studio. Il cuore gli batteva a mille. Sperò con tutto il cuore che il padre avesse cambiato idea.
Come al solito, lo trovò davanti al dipinto della madre.
« Volevi vedermi, papà? »
Gabriel non si voltò, continuando a dargli le spalle. « Adrien, dobbiamo parlare di una cosa importante » e finalmente si girò verso di lui. « Dobbiamo parlare di Ladybug. »
 
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Luka si massaggiò la piegatura del braccio laddove aveva fatto il prelievo del sangue. L’infermiera era stata gentile e qualificata, ma il dolore c’era stato lo stesso.
Juleka lo schernì. « Non starai mica piangendo? »
« Guarda che fa male! »
La sorella scoppiò a ridere. « Avresti dovuto prendere la varicella da piccolo. »
« A questo punto, spero proprio di no. Non vorrei sentire dolore per niente… »
I due fratelli arrivarono davanti alla scuola di Juleka.
« Ci vediamo a casa, Luka. »
Il ragazzo la fermò: « Aspetta! Hai chiesto a Rose per sabato? »
Juleka annuì. « Sì, ma ha già organizzato un’altra cosa. I biglietti rimangono a te. Ciao! »
Luka salutò la sorella e se ne andò quando la vide entrare a scuola.
Si grattò la testa. Adesso che si era ritrovato – di nuovo – i biglietti in mano, con chi poteva andarci?
 
Arrivato a casa – anche se era una nave −, Luka si mise a fare le pulizie.
Quando toccò la sua stanza, iniziò a pulire tutti i plettri. Si fermò un attimo quando vide lo spazio vuoto. Ricordò benissimo di aver regalato il pletto personalizzato di Jagged Stone a Marinette. Quella ragazza lo aveva colpito. Non solo era coraggiosa e piena di risorse, era speciale, anche se non sapeva dire il perché.
Il ragazzo fissò il poster di Jagged Stone, il suo cantante Rock preferito, e ci pensò su. Alla fine si decise: avrebbe chiesto a Marinette se volesse andare al concerto di sabato sera con lui! Dopotutto, anche a lei piaceva.
Scrisse un messaggio a Juleka, chiedendole se potesse inviargli il numero di Marinette.
Riprese poi a fare le pulizie.
Terminato, si sedette sul letto e cominciò a suonare la chitarra.
 
Ricevette una chiamata di Juleka. La sorella gli chiese il motivo della sua sorella  e lui le spiegò che aveva pensato di invitare Marinette. La ragazza allora gli disse di prendere nota e gli dettò il numero dell’amica.
Dopo averla ringraziata, Luka riattaccò e chiamò subito Marinette.
« Pronto? » rispose Marinette dopo un po’.
« Ciao, Marinette. Sono Luka, il fratello di Juleka. »
« L-Luka? »
« Sì, mi sono fatto dare il numero da Juleka. »
« Ehm, perché ti avrebbe dato il mio numero? »
Luka capì in quel momento che prima avrebbe dovuto dire a Juleka di chiedere il permesso alla stessa Marinette.
Si scusò subito con lei.
« Non sentirti in colpa. Hai bisogno di qualcosa? »
Era arrivato il momento!
« Non so se hai sentito, ma sabato sera Jagged Stone terrà un concerto vicino alla Tour Eiffel. Io ho due biglietti e mi stavo chiedendo se a te piacerebbe andarci insieme a me. Che ne dici? »
Silenzio. Dall’altra parte del telefono non si sentì alcun suono. Che fosse caduta la linea?
« Luka, ci sei ancora? »
« Sì. Allora? »
« Mi piacerebbe molto. »
« Perfetto! Il concerto inizierà alle otto, quindi ho pensato di vederci lì intorno alle sette e mezza. O vuoi che ci troviamo prima davanti a casa tua? »
« No! » gridò lei, rischiando di renderlo sordo all’orecchio. « Volevo dire che non serve. Ci incontriamo direttamente lì. Allora a sabato! »
Quando riattaccò, Luka si ritrovò a sorridere. Con Marinette si sarebbe sentito in ottima compagnia!


Come avete letto, ho deciso di inserire anche Luka nel sequel. E come avrete ben capito, il sole si riferisce a Adrien e il mare a Luka.
Perché ho inserito il fratello di Juleka? Perché mi piace come personaggio e perché non ho voluto fare il solito cliché d'amore (oltre ad altri motivi personali).
Spero che continuerete a seguire la storia, anche se non so ogni quanto pubblicherò nuovi capiti.
Alla prossima!

 
   
 
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