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Autore: Miryel e Kurecchi    09/06/2018    0 recensioni
Guidato dal consiglio della sua migliore amica Aranea, Prompto Argentum, bisognoso di denaro, decide di iniziare a fare il Cam Boy in un sito per adulti, ben sapendo che quell'avventura non avrà un futuro, a causa della sua timidezza.
Noctis, invece, ha un migliore amico sempre pronto a punzecchiarlo che, per imbarazzarlo, lo invita a frequentare qualche sito per adulti in modo che possa comprendere quanto è importante avere qualcuno vicino e sfogare le proprie frustrazioni.
A dimostrazione che non è così, Noctis decide di entrare nel sito dove Prompto ha appena iniziato una live e i due iniziano semplicemente a parlarsi, grazie anche alle molteplici cose che scoprono di avere in comune. Questo attiverà una sorta di feeling, portando i due a sentirsi ogni sera, col solo intento di passare dei momenti in compagnia a chiacchierare mentre, nel frattempo, la vita fuori dalla chat inizia a mostrare i suoi primi disagi.
[Promptis - AU - fanfiction scritta a quattro mani da Princess Kurenai e Miryel]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Final Fantasy XV
Character(s): Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Gladiolus Amicitia, Ignis Scientia, Aranea Highwind, Un po' tutti
Relationship(s): M/M
Pairing: Promptis
Rating: SAFE
Warnings: Alternative Universe (AU), Modern!AU
Genere: Introspettivo, Fluff
Conteggio Parole: 4440
high.I.cabbage,gaatt0t: 6 su ?
Note Generali:
1. La fic è ambientata in una Eos Moderna dove non esiste la magia!
2. Noctis in questa fic NON è un Principe, ma è il figlio dell'uomo più ricco di Lucis. Regis, infatti, è il presidente della società elettrica che illumina tutta Lucis. Prompto, invece, non è frutto di esperimenti ma è un semplice ragazzo che studia fotografia e che ha parecchi problemi finanziari.
3.Per i nomi di alcuni siti/imprese/app/ecc ecc ci siamo ispirate a cose esistenti nel nostro mondo unite all'universo di Final Fantasy.
4.La fic verrà aggiornata settimanalmente. Quindi aspettatevi un nuovo capitolo ogni sabato!


Capitolo 6 - Da Non Credere! La Vita Di Questi Ragazzi Cambia Dopo Aver Preso Il Caffè


 

La verità era che Prompto non aveva la più pallida idea di chi rivolgersi per fare quei maledetti fotoset per il portfolio.

Okay, una minuscola parte era dedicata agli scatti che aveva fatto alla famiglia Caelum, ma il resto?

Era così convinto che Aranea gli avrebbe detto di sì, che ora si ritrovava nel bagno a darsi dello stupido per aver preso la cosa con tanta superficialità.

Si diede una sciacquata alla faccia e ogni volta che riemergeva dal lavandino e si guardava allo specchio, non poteva fare a meno di scuotere la testa, avendocela a morte con se stesso.

Era un lavoro lungo, che avrebbe dovuto davvero iniziare mesi prima, eppure gli era completamente passato di mente, forse anche per colpa di tutti quei problemi che lo avevano assalito senza dargli tregua.

Avrebbe voluto tornare a casa e rilassarsi, magari mangiando di nuovo quei Cup Noodles che non sapevano di Noodles e parlare un po' con KingOfFishing che, paradossalmente, era una compagnia così piacevole quasi da non poterne fare più a meno.

Avrebbe voluto connettersi in quel momento, mandare al diavolo l'università per un attimo e dimenticare quel problema che aveva cercato di far sembrare minimo, almeno alla sua migliore amica, ma che invece era enorme e l'impeccabile svolgimento dello stesso avrebbe reso la sua strada un po’ più spianata, una volta laureato.

“Ho bisogno di parlare con qualcuno di King's Knight…”, mormorò, rendendosi conto di averlo detto ad alta voce e arrossendo.

Guardo l’orologio notando che mancava ancora troppo al suo appuntamento in chat. Quello di quella sera sarebbe stato il loro terzo incontro e Prompto non si capacitava di come potesse essere così piacevole e attesa una chiacchierata fatta in chat piuttosto che una fatta con qualcuno in carne ed ossa.

Ormai quel tipo era nella sua testa, in ogni istante. Qualsiasi cosa gli succedeva gli veniva automatico pensare “questa devo proprio raccontargliela”, come se fosse stato qualcuno che lo stava aspettando in casa sua, pronto a dargli supporto nel caso fosse giù di morale.

Beh, in un certo senso era così. Quel tipo lo vedeva in cam ed era un po’ come averlo in stanza con lui, e quel pensiero gli scaldava il petto.

“Chissà se anche lui pensa lo stesso”, si chiese, prima di scuotere la testa e dirsi, a bassa voce, borbottando: “Ma che accidenti sto dicendo!?”, e uscì dal bagno, in disappunto con se stesso.

Percorse qualche metro e decise di fermarsi alla macchinetta del caffè per prenderne uno e darsi magari una svegliata e fu in quel momento che, in mezzo ad un paio di persone intente ad armeggiare con l'erogatore delle bevande, vide Noctis in attesa del suo turno e si ricordò di dovergli dare la pen drive che, per fortuna, aveva messo nella borsa che aveva con sé, così lo raggiunse sorridendo.

“Ehi, ciao!”, esclamò, dandogli una pacca sulla spalla per attirare la sua attenzione.

Il ragazzo sussultò. Si fece quasi teso per quell'improvviso tocco sulla sua spalla, ma non appena i loro occhi si incontrarono, Noctis sembrò rilassarsi.

"Ciao a te", rispose anche lui, con tono tranquillo.

Prompto, felice di aver ricevuto un saluto piuttosto naturale dal ragazzo di fronte a sé, rispose, senza togliersi quel sorriso dalla faccia che gli era appena comparso: “Avevo in programma di prendere un caffè e ti ho visto, così mi è venuto in mente che dovevo darti la pen drive per tuo padre. Non ci incrociamo così spesso qui in facoltà, forse oggi era destino che te la consegnassi”, rise, poi infilò la mano nella borsa, smucinando un po’ e dopo aver tirato fuori una gomma da cancellare e un inalatore per il naso, finalmente trovò l’oggetto che stava cercando e lo cedetta a Noctis, dicendo: “Ecco dove si era nascosta la maledetta”.

Il moretto aveva osservato tutta quella scena con un mezzo sorriso.

"Grazie... mio padre ne sarà felice...", commentò, rigirando tra le dita la curiosa pendrive a forma di chocobo che gli era stata data, "Domani te la riporto...".

"Figurati, quando vuoi! Ho un milione e mezzo di pen drive in giro per casa. Pensa ne ho una anche a forma di Cactuar", rispose Prompto, facendogli poi segno di fare un passo avanti, quando finalmente la macchinetta delle bibite si liberò, invitandolo a prendere la sua.

Noctis avanzò tranquillo, guardando con attenzione le varie bibite per poi scegliere con nonchalance un succo di frutta.

"Ti offro qualcosa. Ebony oppure vuoi qualcos’altro?", chiese con gentilezza.

Prompto rimase per qualche secondo spiazzato all’idea che lo studente più ricco dell’istituto gli avesse appena detto che voleva offrirgli qualcosa e cercò di capire se accettare senza batter ciglio potesse farlo passare per un maleducato oppure no. Non era proprio capace ad avere a che fare con altri esseri umani - a parte Aranea, ma lei gli riempiva i boccali di birra a tradimento, così rispose: “Un caffè normale andrà benissimo. L’Ebony è troppo forte per i miei gusti e se lo bevo fatico davvero molto a prendere sonno”, ammise, "Ti ringrazio, comunque".

L'altro assentì e gli porse il bicchiere di caffè poco dopo, iniziando poi a sorseggiare la sua bevanda. Sembrava un po' a disagio, come se non fosse abituato a parlare con altre persone.

"Anche per me l'Ebony è troppo forte", ammise, forse per cercare di fare un po' di discussione ed evitare che calasse un imbarazzante silenzio.

Prompto gli fece cenno di spostarsi da lì e andarono a poggiarsi contro una ringhiera che dava sul cortile.

Per fortuna era quasi ora di pranzo e molti studenti che di solito occupavano lo spazio non era lì, quindi fu decisamente più semplice raggiungere quell’ubicazione.

“È quasi insopportabile, specie quando ti lascia quel retrogusto allappato sulla lingua”, rispose Prompto, con una smorfia, poi sorseggiò un po’ di caffè e notando nel mentre che Noctis era rilassato ma al tempo stesso non del tutto a suo agio, così disse cercando di coinvolgerlo: “Il fotoset è andato bene, sai? Il Professore è stato entusiasta del risultato e presto uscirà la rivista. In caso, se ti servisse averne una copia, te la potrei prendere io non appena uscirà così non rischierete di perderla, siccome hanno un numero molto limitato di stampe”, propose, con gentilezza.

Noctis sbuffò una mezza risata.

"Mio padre ti ringrazierà di sicuro per questo", rispose, "Preparati a ricevere un cesto di ringraziamento a casa da parte sua".

“Non sto facendo nulla di che, davvero! Sono molto felice che il risultato sia stato apprezzato, sia da voi che dal Professore e sinceramente mi basta questo… sapessi che autostima bassa che mi ritrovo, quindi certe soddisfazioni valgono più di qualsiasi regalo”, ammise, poi abbassò lo sguardo, rendendosi conto di quanto era suonata sentimentale quella frase e ebbe un attimo paura di aver aperto troppo quella porta che lo separava dal mondo e di cui aveva così paura, “Lo faccio volentieri, credimi”.

L'altro annuì incerto, finendo il suo succo di frutta.

"Grazie... davvero. Anche per esserti avvicinato intendo, e per il ritratto di ieri".

Prompto riuscì a leggere in quelle parole una difficile esternazione dei sentimenti e sebbene non fosse stato semplice per Noctis dire una cosa del genere, si sentì in dovere di non far crollare quella conversazione solo perché quello sforzo poi sarebbe stato vano.

Era difficile anche per lui riuscire a sostenere una conversazione in modo normale, ma tra i due era sicuramente quello più idoneo a chiacchierare anche se questo non voleva dire che fosse capace a sostenere un discorso normale senza provare disagio.

Comunque si ricordò del momento in cui, il giorno prima, avevano iniziato a parlare dei loro migliori amici e di come le cose, piano piano, sembravano aver preso una strada meno ripida, quasi naturale.

“Senti, Noctis”, esordì, poi si grattò la testa, cercando di trovare il coraggio per esternare anche lui quello che sentiva, “So che può sembrare strano ma anche io non sono molto bravo a relazionarmi e fatico moltissimo a farmi degli amici ma… se mi sono avvicinato è solo perché, in qualche modo, ieri mi sono sentito a mio agio con te, non è stato tanto difficile farlo”, ammise, senza però riuscire a guardarlo.

Era difficile, tanto difficile ma era così felice di averlo detto, che quasi si sentì più leggero.

"Neanche io sono bravo a relazionarmi, e te ne sei accorto. E... non è male parlare con te", ammise Noctis, “E mi fa piacere, parlare con qualcuno che non sia mio padre o Ignis", aggiunse.

Prompto si sentì decisamente più sollevato a sapere che la cosa fosse reciproca e che quel suo discorso, pur non avendo fruttato una risposta molto articolata, aveva comunque avuto un risvolto positivo e così, dato che non aveva idea di come si cominciasse un’amicizia, visto che con Aranea era nata e basta, senza nemmeno che se ne accorgesse, decise di fargli una proposta che avrebbe unito l’utile al dilettevole.

“I-io… stavo pensando una cosa”, esordì, e cercò di non interrompersi o avrebbe di certo perso il coraggio di dirlo, “Dovrei fare dei set per il portfolio di fine anno e… mi chiedevo se magari non ti andasse di aiutarmi. avremmo la possibilità di passare del tempo lontano da altre persone e magari parlando potrebbero uscire fuori alcuni argomenti in comune. Insomma, io non saprei proprio che altro fare ma… la mia è solo una proposta, sei libero di accettare o meno”.

Noctis aggrottò le sopracciglia, confuso da quell’offerta.

"Sei sicuro di volere proprio me come aiutante? Capisco ben poco di fotografia", rispose senza però rifiutare, sembrava più che altro preoccupato per l'aiuto che avrebbe potuto dare all'altro.

Prompto si sentì sollevato da quella risposta che non era ancora un sì, ma almeno non era nemmeno un no, così sorrise raggiante e, dandogli una pacca sulla spalla, rispose: “Non preoccuparti, mi darai una mano con le attrezzature. In caso puoi anche stare vicino a me e farmi compagnia. Voglio solo… trovare un modo per socializzare, sento che se non ci provo potrei pentirmene. Per una volta sono sicuro che potrei riuscirci, non so se per te è lo stesso”, disse ancora, provando così tanto imbarazzo che ebbe quasi paura che Noctis potesse ridergli in faccia e andare via, dandogli del pazzo.

"Allora... affare fatto", rispose l'altro ragazzo dopo un breve momento di esitazione.

“D-dici sul serio? Non trovi che la mia sia una richiesta da paz- non ci credo, per un attimo ho pensato potessi andartene via e sparire per sempre”, disse, tirando un sospiro di sollievo, “Allora… in caso domani posso chiedere al Professor Caligo se può darmi una stanza per allestire il set e se mi dirà di sì posso farti sapere l’orario quindi, non so, potremmo scambiarci i numeri di telefono se ti va”, propose, sentendosi sempre più un essere umano invadente e fuori luogo, incapace di comprendere quando fermarsi e quando no ed ora come ora non sapeva che cosa accidenti stava facendo.

"D'accordo", assentì Noctis, prendendo il cellulare per scambiare con Prompto il suo contatto. Sembrava sollevato, quasi emozionato, come se non fosse per niente abituato a quelle situazioni... il che non era neanche tanto lontano dalla realtà.

Così si scambiarono i rispettivi numeri di telefono e Prompto sentì di aver salito un gradino fondamenta della scala dell’evoluzione umana, quello dei rapporti umani che proprio gli mancava.

“Bene!”, esclamò, euforico, senza riuscire a trattenere quella parte di sé così difficile da contenere una volta tirata fuori ma che quasi non aveva nemmeno paura di mostrare al ragazzo di fronte a sé, “Direi che è andata bene, ci siamo scambiati i numeri, abbiamo dei buoni propositi per i prossimi giorni. Insomma, sono… molto fiducioso”, disse, annuendo più per convincere se stesso che Noctis.

"Diciamo che lo sono anche io", rispose l'altro dandogli una leggera pacca sulla spalla, come se lentamente si stesse abituando a quell'idea.

Prompto contraccambio con la stessa moneta, sollevato che avesse azzardato anche lui un gesto così confidenziale; significava che dopotutto non gli stava dando corda e basta così sorrise gagliardo e guardò l'orologio, e la sua espressione si tramutò in pura delusione: "Ah, cavolo. Sono in ritardo per la lezione di Storia della Fotografia. M-mi dispiace molto, devo andare", disse, dispiaciuto.

"Hai il mio numero, ci sentiamo lì", ribatté Noctis, tranquillo.

Il biondino annuì: “Bene, d’accordo! Allora ci sentiamo, eh? Anche tu hai il mio numero”, gli ricordó, poi alzò una mano per salutarlo e quando Noctis ricambiò, corse via, sentendosi un po’ più vicino all’essere una persona normale in grado di fare cose normali, ed era una cosa che non aveva mai provato prima di allora.

 


Noctis rimase fermo ad osservarlo, con la mano sollevata come un perfetto idiota poi, riprendendosi, decide di allontanarsi a sua volta.

Era stato stranamente piacevole chiacchierare con Prompto. Non era abituato a parlare così tanto con uno sconosciuto, almeno non di persona visto che per due notti consecutive aveva chiacchierato con RideMyChocobo69. Forse, era proprio la sicurezza che stava acquistando proprio grazie a quell'altro ragazzo così simile a lui.

Scosse il capo perché non era il momento adatto per soffermarsi a pensare all'altro giovane, e cercò invece di concentrarsi sul presente e sulle ultime lezioni che doveva seguire.

Fortunatamente quelle poche ore trascorsero in fretta e, avviandosi verso l'uscita, si fece coraggio per mandare a Prompto un messaggio. Non sapeva neanche perché, ma aveva la certezza che almeno per quella volta doveva essere lui a fare la prima mossa. In fondo, era stato Prompto il primo ad avvicinarsi e spettava a Noctis dimostrargli che gli interessava continuare a conoscerlo.

- Ehi. Ho finito le lezioni. Per poco non mi addormentavo. Tu? Hai notizie per il progetto?-.

Rilesse più volte quelle semplici frasi poi, stringendo le labbra, premette invio. Pochi secondi dopo, sulla chat di Lucisgram, comparve la scritta ‘Prompto sta scrivendo…’ e, come se avesse scritto alla velocità della luce, arrivò il messaggio, che diceva:

- Ehi, ho finito anche io! Ho parlato col Professor Caligo e mi ha detto che ha un’aula disponibile per il set ogni giorno dalle due in poi. Io domani ho buco subito dopo pranzo, se non hai problemi, potremmo fare alle tre. Che ne pensi? -.

Noctis si dovette fermare per leggere il messaggio riprendendo poi a camminare mentre rispondeva.

- Alle tre va benissimo-, scrisse. Era una sorta di appuntamento, non si era mai sentito così 'occupato', tra Prompto e il ragazzo della chat. Era strano ma piacevole.

- Grandioso! Ci vediamo di fronte alla fontana qualche minuto prima, okay?-, rispose l’altro, inviando poi uno sticker di un Chocobo che saltellava allegro.

Noctis fu quasi sul punto di rispondere ma i suoi occhi vennero attratti da un’ormai familiare testa bionda non lontana da lui. Gli sembrava un po' stupido continuare a messaggiare con il ragazzo lì, quindi gli scrisse solo un "girati", aumentando poi un poco il passo per raggiungerlo.

Prompto difatti alzò la testa dal telefono e si voltò. Non appena i loro sguardi si incrociano alzò una mano per sventolarla con entusiasmo mentre un sorriso a trentadue denti gli si palesava sulla faccia e cominciò ad andargli incontro.

Noctis si sentì quasi contagiato da quel sorriso e, rimettendo il cellulare in tasca, affiancò l'altro.

"Quindi... ciao", lo salutò imbarazzato.

Prompto ridacchiò: “Ciao! Non credo di aver mai incrociato la stessa persona due volte nella stessa giornata specie in un posto affollato come l'università”, notò, poi si posò le mani sui fianchi, “Quindi hai finito anche tu. Stai andando a casa?”.

"Neanche io credo di aver parlato con qualcuno in università per più di due volte", ribatté lui, "Comunque si, sto andando a casa... mi aspettano fuori in macchina. Tu?", domandò poi mentre si incamminavano lentamente verso l'uscita.

“Anch’io ma a differenza tua prenderò un affollatissima autobus”, ridacchiò, “Per fortuna non devo nemmeno fermarmi a comprare la cena, questa sera. Il che è un gran bel sollievo”.

Noctis ponderò per un momento se proporgli o meno un passaggio. Non aveva mai fatto niente di simile, quindi non era certo potesse farlo con una persona appena conosciuta senza apparire... strano.

"Io cercherò di convincere Ignis a lasciarmi mangiare i Cup Noodles. Sostiene che mi facciano male. Il suo ragazzo mangia solo quelli ed è una montagna di muscoli. Significherà qualcosa, no?".

Il biondino strabuzzò gli occhi, in quella che fu un’espressione di pura sorpresa: “Cup Noodles? Io li amo. Se potessi mangerei solo quelli e molto probabilmente saranno la mia cena anche questa sera. Anche Aranea mi riprende sempre; dice che di questo passo mi giocherò il fegato”, borbottò, contrariato, sistemandosi meglio lo zaino sulla spalla, poi mentre uscivano dal portone della strutture universitaria li accolse, poco lontano, la ormai familiare automobile lussuosa e nera, dove il giovane autista con gli occhiali era poggiato, in attesa.

“Quello è Ignis? E sta con un tipo tutti muscoli? A prima vista non lo facevo tipo da palestrati. Sembra uno preciso e calcolatore, impeccabile e anche bacchettone”, commentò Prompto, quando erano ancora abbastanza lontani e non poteva sentirlo.

"Lo è infatti", assentì Noctis costringendosi poi a continuare con un: "E anche se Gladio è una montagna di muscoli... non è stupido. Non del tutto almeno. Ma non dirgli che te l'ho detto, okay?"

Il viso di Prompto fu attraversato da un guizzo divertito e, posandosi un dito sulle labbra, rispose: “Saró muto come una tomba”, intanto che Ignis si staccava dall’auto per avvicinarsi un poco, con un sorriso furbastro, alzando una mano per salutarli.

"Ignis...", lo salutò Noctis quando era ormai vicino, "Lui... è Prompto. Si è occupato del set fotografico di ieri...", spiegò facendo le dovute presentazioni.

Oh!”, esclamò il ragazzo con gli occhiali, stringendo la mano che Prompto gli aveva appena allungato, “Ho sentito parlare così tanto di te, ieri. Il signor Caelum e Noctis non hanno fatto altro che tessere le tue lodi, tanto che ero davvero curioso di conoscerti e di vedere i tuoi scatti. Io sono Ignis Scentia, comunque”.

“Prompto Argentum”, mormorò lui, tornando ad essere il timido ragazzo non molto abituato a socializzare, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, a disagio. “Ho giusto consegnato a Noctis le foto, quindi immagino che potrai vederle quando vorrai, no?”, chiese, rivolgendo poi lo sguardo verso Noctis, come se chiederlo direttamente a lui potesse infondergli un poco più di sicurezza.

Noctis in risposta annuì per poi rivolgersi a Ignis.

"Domani... aiuterò Prompto in un progetto e... non ci sarà bisogno che tu venga a prendermi, okay?", aggiunse. Ricordandosi che poi, in privato, avrebbe dovuto dire a Ignis di non dire niente a suo padre per evitare che si facesse strane idee. Prompto poteva diventare uno dei suoi primi amici esterni alla cerchia familiare, ne era certo, e proprio per quel motivo non voleva rovinare niente.

Non voleva pressioni né battutine, perché aveva paura di iniziare a vedere il biondino nel modo sbagliato o di allontanarsi da lui senza nemmeno conoscerlo solo per evitare i commenti di suo padre.

“D’accordo, Noct. Nessun problema”, asserì il ragazzo, poi si rivolse di nuovo al fotografo, “Vuoi uno strappo a casa, Prompto?”, chiese.

Il biondino boccheggiò, visibilmente non abituato a certe premure e, spostando lo sguardo da Ignis a Noctis un paio di volte, rispose: “I-io… so che… che Villa Caelum è verso il centro della città, ed io a causa degli affitti bassi sono… insomma… più verso la periferia e non credo vi sia di strada. Comunque non preoccuparti, non ci vuole molto con i mezzi pubblici”, li rassicurò, abbozzando un debolissimo sorrise, forse a disagio nel fare quella confessione.

"Per noi non è un problema... poi io vivo in un appartamento lontano dalla Villa...", rispose Noctis, grattandosi la nuca. Sperando di non sembrare troppo invadente o disperato.

“Davvero?”, chiese Prompto, dando proprio l’impressione di non saperlo e, dopotutto, nemmeno il giorno prima era uscito fuori quel discorso. Il biondino parve molto più sollevato. “Okay! Insomma, se non vi è troppo disturbo, accetto volentieri…”, rispose, più sollevato, sebbene non avesse ancora abbandonato quell’espressione un po’ disagiata che aveva su da quando aveva conosciuto Ignis.

"Nessun problema, vero Iggy?", chiese l'altro ragazzo, voltandosi verso Ignis. Già sapeva la risposta ma era certo che Prompto volesse sentirla con le sue orecchie.

Difatti il ragazzo annuì, sorridendo con dolcezza, visibilmente intenerito da quel modo di fare così insicuro e, aprendo la portiera posteriore dell'auto, disse: "Dopo di voi, allora".

"T-ti ringrazio, Ignis", rispose Prompto, prendendo posto e poco dopo Noctis lo affiancò. "Non sono mai stato in un'auto del genere. Soprattutto nei sedili posteriori come se fossi una specie di vip".

Vivevano ovviamente su due mondi diversi e Noctis si prese quasi come missione il non farlo sentire a disagio, almeno non troppo.

"Quindi... il progetto di domani. Che cosa è?", chiese, cercando di portare la discussione si un argomento più familiare per Prompto.

Difatti il ragazzo sembrò entusiasta della domanda e, probabilmente dimenticando di essere nell’auto del figlio dell’uomo più ricco che conoscesse, rispose raggiante: “Il mio portfolio di fine anno è dedicato al corpo come forma di espressione. Il mio progetto è quello di fotografare un soggetto in una stanza completamente nera, dove l’unica cosa visibile è la persona, giocando con luci e ombre. Domani vorrei almeno organizzare il tutto, così che possa riuscire a concludere il lavoro il prima possibile con risultati un minimo soddisfacenti”, spiegò, “Lo so, è un progetto un po’ ambizioso, ma se voglio aprirmi qualche porta nel mondo della fotografia devo puntare molto in alto. Anzi, grazie per aver accettato di darmi una mano con l’allestimento”.

L'altro annuì, affascinato dall'entusiasmo di Prompto. Sembrava quasi un vulcano in piena eruzione. Era energico e luminoso, caldo come il sole, ma la sua vera forza era nascosta all’interno.

"Spero di... esserne in grado", rispose dopo qualche momento di incertezza.

“Ehi, questa cosa la spero di più io, cioè di esserne in grado! Sono o non sono l’essere umano con meno autostima al mondo?”, esclamò il biondino, fingendosi indignato, poi rise e aggiunse: “Farai un ottimo lavoro, e comunque in caso ti licenzierò”, commentò infine, prendendolo in giro.

Ignis, che li aveva ascoltati in silenzio per tutto quel tempo, li guardò dallo specchietto retrovisore con un sorrisetto e, prima di sorseggiare dell’Ebony da una lattina, disse: “Sta attento che non si addormenti, piuttosto. Poi è difficile svegliarlo”, si raccomandò scherzosamente e Prompto ridacchiò con una manina a coprirgli la bocca, forse cercando di non risultare troppo divertito da quella battuta.

Noctis invece sbuffò, un po' imbarazzato. Trovava normale il venire preso un po’ in giro dai suoi amici come Ignis, ma non trovava piacevole che Prompto scoprisse in quel modo i suoi piccoli difetti. Anche se, dalla reazione del biondino, trovò semplice convincersi che neanche quello avrebbe cambiato la considerazione dell’altro ragazzo nei suoi confronti.

"Non esagerare. Non dormo così tanto... non sempre almeno", mugugnò di rimando.

“Solo il necessario nei posti più impensabili”, rispose Ignis, poi continuò, ignorando il broncio di Noctis, “Così è un vero e proprio progetto per il futuro, quello di fare il fotografo. Da dove è nata questa passione, se posso chiedere”, disse, rivolto al biondino.

“É una specie di ragione di vita. I miei genitori mi regalarono una macchinetta fotografica, quando andavo alle elementari e, non essendo molto bravo a socializzare, passavo tanto tempo da solo e trovavo una sorta di appagamento nel girare per la città e fare foto, così alla fine mi sono appassionato e con gli anni è diventata una vera e propria mania”, spiegò, con gli occhi velati di una leggerissima malinconia, “Quando sono riuscito ad entrare all'università delle Arti Visive non mi sembrava vero”, ammise.

Noctis non poté non rimanere sorpreso dalla sincerità e tristezza di quelle spiegazioni, restando ancora più spiazzato nel rendersi conto di non essere poi così diverso da Prompto. Anche lui non era mai stato molto bravo nel socializzare e aveva sempre preferito attività come la pesca e i videogame che non lo costringessero a collaborare con altre persone.

"Ti capisco...", mormorò infatti, mentre il biondino dava all’autista le ultime indicazioni per arrivare al suo appartamento.

Ignis, seppur concentrato sulla strada, sembrò aver sentito quel commento, anche se detto così piano e gli lanciò un’occhiata velata di comprensione dallo specchietto retrovisore, poi disse: “I tuoi genitori devono essere molto orgogliosi dei tuoi risultati”, con un tono che sembrò atto a tirarlo un po' su di morale oltre che a cambiare un po’ discorso.

Prompto aggrottò la fronte e, sospirando impercettibilmente, si voltò a guardare fuori dal finestrino: “Non… non saprei. Forse sì”, e si zittì.

Ignis si lanciò un’occhiata con Noctis, che ricambiò, e poco dopo accostarono la macchina al marciapiede che dava sulla palazzina dove Prompto abitava.

"Ci sentiamo quindi?", domandò Noctis, "Sia sul cellulare che per il progetto di domani...".

Il biondino annuì e, caricandosi di tutta l’attrezzatura sulle spalle, si accinse di aprire la portiera della macchina per uscire: “Ci sentiamo più tardi, magari ti mando qualche altro dettaglio sul progetto”, disse, un po’ titubante, forse impaurito dalla possibilità di disturbare, “Nel frattempo vi ringrazio davvero tantissimo per il passaggio. Non sono mai arrivato a casa così presto dalle lezioni prima di oggi”.

"Figurati!", rispose l'altro, guardando poi Ignis. Aveva notato lo sguardo di poco prima e sapeva che ne avrebbero parlato... e non era certo di sapere come affrontare la situazione.

“Allora… a dopo. Buonasera anche a te Ignis e grazie ancora”, sorrise Prompto, e quando il ragazzo alla guida rispose: “È stato un piacere”, alzando una mano, scese e si avviò verso il portone di casa, non prima di aver girato su stesso per dare un’ultima occhiata alla macchina.

Fu quando sparì dentro l’edificio, che Ignis tossi e, con pacatezza, disse: “Sembra un bravo ragazzo. Non… non nel senso che intenderebbe tuo padre,ovviamente”.

"Ecco. Non insinuarlo neanche!", mugugnò Noctis, "Perché a mio padre piace già fin troppo...".

“Lo sai che tuo padre lo fa per il tuo bene, e comunque non insinuavo nulla”, disse Ignis, ma dal tono di voce si capiva che stava mentendo e che in realtà era d'accordo con Regis. “Piuttosto, sembra un ragazzo sensibile, probabilmente non ha un buon rapporto con i genitori. Immagino che la reazione così schiva che ha avuto quando glieli ho nominati fosse per quello. Non credi?”.

"Sì... siamo simili...", borbottò, guardando il paesaggio fuori dal finestrino. Sperava davvero di essergli utile o, quantomeno, di poter chiacchierare con lui tranquillamente e di stringerci amicizia. Era importante per lui riuscirci e sentiva di avere bisogno di un amico come Prompto. E mentre prendevano la strada di casa, Noctis non poté non lasciarsi travolgere da un nuovo pensiero, esaltato e carico di aspettativa.

Erano successe così tante cose e non vedeva l'ora di raccontarle tutte a RideMyChocobo69.

 




 
Disagi Finali:

Miryel: Quando io e Kurecchi abbiamo deciso di scrivere questa storia, di comune accordo (ahaha Accordo ahahah… giuro, la smetto), eravamo consapevoli dell’entusiasmo che entrambe ci avremmo messo nel portare avanti questo progetto ma, parlo anche a nome suo sapendo che la pensa come me, non credevamo potesse essere COSÌ tanto entusiasmante. Abbiamo iniziato pensando che questo potesse essere un semplice esperimento, infine abbiamo creato un mondo vero e proprio, con background ben precisi, a volte studiati sul momento che hanno reso questa fic più lunga ed elaborata di quanto potessimo credere persino noi due.
Era il lontano 16 febbraio del 2018, quando fu scritto il primo paragrafo e ad oggi, il 5 maggio, siamo pronte a pubblicare il primo capitolo con immensa gioia e DISAGIO. Sì, disagio. Sentirete questa parola più di quanto possiate credere perché questa fic fonda le sue basi sul disagio e noi ne siamo completamente consapevoli.
Era un esperimento, che ha funzionato, ci ha scoperte affini e questa fusione di stili e di idee così parallele, ha reso possibile questo progetto che noi ci auguriamo possa piacervi. Che dire, augurandomi che questo progetto vi abbia incuriositi, vi rimando al prossimo capitolo! Un baciozzo disagioso *w* *risata con voce doppia satanica*

Kurecchi: Okay! Sono emozionata! Non so esattamente cosa dire se non che spero vivamente che questa fic vi piaccia tanto quando io ho amato scriverla insieme alla mia collega. Iniziare questo progetto è stato... illuminante oltre che interessante! Mi sono divertita dalla prima all'ultima ultima battuta e so, per quanto ho sclerato insieme a Miry, che questi sentimenti sono pienamente ricambiati XD
Quindi niente, Miry ha già detto tutto quello che serve sapere** e vi auguro un buon viaggio con i prossimi capitoli!
A presto *lancia amore e disagio*

Curiosità: La storia è stata scritta interamente su una chat di Telegram e ognuna di noi ha mosso dei personaggi (Nel caso dei protagonisti, Miryel è Prompto e Kurecchi è Noctis, così giusto per buttarvela lì nel caso vi interessi XD). Veniva scritto un paragrafo da una e poi dall’altra; una perfetta catena di montaggio che ha portato, in modo ordinato, questa fic a vedere la luce ed è stato estremamente figo!
EXTRA DISAGIO!:

Qui verranno raccolte alcune cavolate fatte da Kurecchi e Miryel durante la stesura della fic. Quindi... ecco a voi l'homepage di Chatctuar.eos


(Clicca per Ingrandire) 
   
 
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