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Autore: rekichan    09/06/2018    1 recensioni
«Non potevo rifiutare il tuo cortese invito» ribatté Sasuke «Come mi hai detto stamattina? Ah, sì: “Sei una testa di cazzo, almeno una volta potresti alzare il culo e venire a sentirmi”» lo scimmiottò «Credo che dopo tu abbia ruttato».
[SasuKiba][La storia partecipa all’invasione in massa di EFP in data 9/06/2018 per il compleanno di Rei]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiba Inuzuka, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sound of silence

 

 

Sembrava nulla e invece eccoci qua:

tu la mia calamita, io la tua calamità.

 

 

«Si può sapere perché sei così nervoso?»

Shikamaru osservò Kiba armeggiare con gli amplificatori, agitato; non che non lo fosse mai prima di un concerto, ma quel giorno pareva aver raggiunto un nuovo livello di isterismo.

Era più di un’ora che Kiba Inuzuka, chitarrista e vocalist della loro Garage Band, correva da una parte all’altra del backstage, mettendo le mani ovunque: macchina del fumo, luci, amplificatori… nulla sfuggiva al suo tocco nervoso e frenetico, tanto che perfino Choji, l’unico elemento davvero tranquillo della squadra, era arrivato a minacciarlo di infilargli i piatti dove non batteva il sole se non avesse smesso di controllare la sua batteria.

Dopo essere stato scacciato da tutta la band, Kiba si era rifugiato sugli unici strumenti che poteva controllare senza che nessuno lo rimproverasse: le casse e i cavi. Questo, finché Shikamaru non era arrivato a interrompere il suo crogiolarsi nella preoccupazione più assoluta.

Accettò la birra che il bassista gli porgeva e ne buttò giù una lunga sorsata.

«Non sono nervoso» replicò; per poco la bottiglia non gli sfuggì dalle mani tremanti mentre la restituiva a Shikamaru. Per fortuna il ragazzo ebbe abbastanza prontezza di riflessi dall’afferrarla, prima che il contenuto si riversasse tragicamente sui fili scoperti.

«Certo» commentò «Non hai appena rischiato di far saltare l’impianto, né di rompere la chitarra di Naruto, né di sfondare la batteria di Choji o far saltare le corde al mio basso» poggiò la mano sulla spalla di Kiba «Andrà tutto bene, è solo l’ennesimo concerto in un pub. Nessuno si aspetta chissà quale performance».

Kiba si limitò ad annuire, senza dare spiegazioni di sorta. Si avvicinò al piccolo sipario rattoppato e polveroso che separava il palco dalla sala; lo scostò appena e lanciò un’occhiata fuori.

Non c’era molta gente; il barista stava pulendo il bancone con uno strofinaccio lurido, una coppietta pomiciava su uno dei divanetti laceri in fondo e a un tavolo sgangherato un uomo attempato affogava i propri pensieri nel bicchiere. Qualche altro avventore entrava chiacchierando con gli amici e prendeva posto, più interessati ai drink che allo spettacolo in sé.

Non verrà, si disse con un sospiro. Fu quasi rassicurato da quella constatazione, poi lo sguardo scuro catturò un movimento dietro all’ingresso e il respiro si smorzò in gola.

«Kiba si va in scena» annunciò Choji.

«Arrivo» mormorò con voce strozzata. Si posizionò dietro al microfono, accordò un’ultima volta la chitarra e inspirò a fondo. Qualche secondo di silenzio, poi la sua vista fu accecata dalle luci del palco; l’assolo di chitarra di Naruto aprì il concerto; qualche colpo di batteria, un giro di basso… Kiba strinse il proprio strumento e cominciò a suonare, affogando nella musica.

 

«Bel concerto, Inuzuka».

Kiba si asciugò il sudore con una salvietta. Aprì una lattina di birra e la bevve in un solo sorso, pulendosi la bocca con la manica della maglietta.

«Sei venuto alla fine, Uchiha» sogghignò «Pensavo che il tuo nasino fosse troppo delicato per entrare in una delle… bettole dove suoniamo».

Gli occhi scuri di Sasuke si assottigliarono, irritati. Kiba sostenne lo sguardo torvo, senza perdersi un solo dettaglio del viso che aveva osservato per tutto il concerto.

Sasuke si era sempre rifiutato di andare a sentirli suonare. A detta sua, gli bastava il dolore ai timpani procurato dalle prove del gruppo che si svolgevano nel proprio garage. Kiba non aveva mai protestato di quelle assenze continue. Sotto un certo punto di vista, non avere Sasuke a osservarlo mentre cantava lo aiutava a rilassarsi; d’altra parte, tutti i partner dei membri del gruppo avevano assistito, almeno una volta, a una delle loro sconclusionate performance: Karui, Temari, Hinata… perfino le loro amiche, Sakura e Ino, erano andate a vederli e sostenerli. Solo Sasuke si era rifiutato più e più volte, finché Kiba non aveva trovato il coraggio di chiederglielo.

«Non potevo rifiutare il tuo cortese invito» ribatté Sasuke «Come mi hai detto stamattina? Ah, sì: “Sei una testa di cazzo, almeno una volta potresti alzare il culo e venire a sentirmi”» lo scimmiottò «Credo che dopo tu abbia ruttato».

«Non ce la fai proprio a non essere stronzo, vero? È così difficile per te dirmi che sono stato bravo?» sbottò Kiba, aprendosi un’altra birra. Sasuke gli si avvicinò di un passo; gli tolse la bibita di mano e ne bevve un sorso.

«Non hai bisogno che te lo dica» replicò con una smorfia «O la tua autostima è così bassa da necessitare della mia approvazione?»

«Non dire stronzate» Kiba gli strappò la lattina dalle mani. Ne bevve un lungo sorso «Solo che…»

«…ti faceva piacere che io fossi qui stasera» concluse Sasuke, mentre le labbra pallide si allargavano in un mezzo sorriso di fronte allo sguardo stupito di Kiba.

Inuzuka passò qualche secondo a guardarlo, poi scoppiò a ridere, dando sfogo a tutta l’ansia accumulata fino a quel momento. Rise, rise, finché l’anidride carbonica contenuta nella birra non decise di uscire in un sonoro rutto che lo fece arrossire dall’imbarazzo.

«Sei il solito cretino, Inuzuka» lo rimproverò Sasuke con un’occhiata di sufficienza.

«Forse» Kiba si stiracchiò; recuperò la propria baldanza e afferrò il compagno per i fianchi, stringendolo a sé «Però ti piaccio così, no?»

«Diciamo che ti sopporto»

«Diciamo che ci sopportiamo a vicenda»

 

 

 

N/A: perché il tuo fetish con Kiba cantante andava realizzato.

Auguri.

   
 
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