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Autore: Linxale    10/06/2018    0 recensioni
Quando la Pace permette la sopravvivenza di tutte le specie viventi della nostra Galassia, anche i sentimenti finiscono in secondo piano...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi svegliai tutto indolenzito, la testa dolorante, disteso sul pavimento di un locale enorme e di forma grossomodo cilindrica. Ero talmente frastornato che mi sembrava che tutto fosse avvolto da una nebbia ovattata. I miei ultimi ricordi mi dicevano che mi trovavo alla base della Torre del Presidium, in compagnia di Shepard e di Legion, mentre cercavamo di difendere Anderson da quel folle Mr. Illusive. Ma mi sentivo talmente stordito che avrei potuto essere stato trasportato ovunque. Dopo pochi secondi mi resi conto che stavo ascoltando un dialogo, una delle due voci era quella di Sebastian, l’altra invece aveva un timbro infantile. Riuscii a mettermi seduto e poi a rialzarmi, e lentamente mi avvicinai; vidi che il Comandante stava parlando con un’IA, a cui avevano dato le fattezze di un Bambino, e lo chiamava “Catalizzatore”. Legion era lì accanto.
 
-Ma esiste un’altra soluzione. Sintesi.-
-Sarebbe a dire?-
-Unisci la tua energia a quella del crucibolo: la tua essenza verrà assorbita e sprigionata. La conseguente reazione a catena formerà una nuova struttura condivisa da tutti gli organici e sintetici della galassia. Un nuovo DNA!-
Pur confuso e dolorante capii che la frase “la tua essenza verrà assorbita e sprigionata” non prometteva nulla di buono…
 
-Io… non saprei!-
-Perché? Ormai i sintetici fanno parte di te. Riusciresti a vivere senza di loro?-
-E… ci sarà la pace?-
 
Conoscevo Sebastian anche troppo per capire il significato di quella domanda. In cuor suo aveva deciso. Quel maledetto bastardo aveva deciso di fare l’eroe. Sapevo che non sarei mai riuscito a fargli cambiare idea, ma volli tentare comunque e mi intromisi nella conversazione:
-Comandante!-
I tre si voltarono verso di me, e lui mi parlò:
-Kaidan. Siamo arrivati a un punto di svolta, forse la fine della guerra.-
-E questo ci permetterà di tornare tutti a casa sani e salvi?-
-Più o meno- mi rispose, sorridendomi in modo un po’ strano. Intuiva i miei pensieri. -Mi resta una cosa da fare.-
-Che cosa? Sacrificarti per fornire un nuovo DNA e accomunare con quello organici e sintetici?- la mia voce strideva, ed era debole. Sorrise tristemente, si avvicinò a me e poi disse:
-Quali alternative abbiamo? Se provoco la distruzione dei Razziatori, quanto esiste di sintetico verrà disattivato, perciò morirò. Se provo e riesco a controllarli, diventerò come loro e perderò la mia umanità. Se mi rifiuto di decidere sarà anche peggio perché moriremo tutti. È una scelta semplice.-
-Ma non è detto che si debba trattare per forza di te!- risposi esasperato e angosciato insieme.
-Tu sei un biotico e non siamo sicuri che gli effetti finali siano gli stessi. Non possiamo rischiare-.
-Te lo impedirò! Userò i miei poteri per blo…- non potei finire la frase, una massa premeva contro il mio inguine e mi toglieva l’aria dai polmoni. Con il ginocchio sinistro mi aveva colpito al basso ventre e con la mano destra mi teneva saldamente dietro la nuca, come un abbraccio. Poi mise le labbra vicine al mio orecchio, come in un bacio, e mi sussurrò:
-Voglio che tu sopravviva.-
e gentilmente mi adagiò per terra, mentre stavo boccheggiando e cominciavo a realizzare cos’era accaduto. E cosa stava per accadere.
 
Lo udii tornare dal Bambino e chiedergli ancora:
-Ci sarà la pace?-
-Il ciclo terminerà. La sintesi è l’evoluzione finale della vita, ma servirà il contributo di entrambe le parti. Sei ben consapevole dei rischi? Le strade sono aperte, e la scelta spetta a te!-
 
Appoggiandomi su un gomito potei vederlo allontanarsi dal Bambino e dirigersi sul percorso centrale, diretto verso un fascio di luce bianca che sembrava sgorgare dal pavimento. Gridai il suo nome ma le parole mi uscivano ridicolmente afone.
Inorridito lo vidi lasciar cadere la pistola, accelerare l’andatura, prendere la rincorsa.
Spiccò un salto.
Entrò nella luce.
 
Per 3 o 4 eterni secondi non accadde nulla, poi mi sembrò che un ombrello di luce verde emergesse dalla colonna di luce bianca, aprendosi sempre di più e sempre più velocemente. Un violento spostamento d’aria investì me e Legion. Di quel giorno non ricordo quasi nient’altro.
 
   
 
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