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Autore: Rose Heiner    10/06/2018    3 recensioni
Un piccolo frammento di vita, nel ricordo speciale di qualcuno che sarà sempre con me. Grazie di cuore, eroe.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colore del mare
“Come te la passi?” mi ha chiesto.                                                                       
Dopo tanti anni, ricordo ancora le parole esatte. Non un semplice “tutto ok?”, “come stai?”. La gente non si aspetta mai che tu risponda a quel tipo di domande. Era un “come te la passi?”, che detto da quella voce tranquilla, con quello sguardo serio, stava a significare molte cose. Oggi tra le mani mi resta solo quel dettaglio: il calore protettivo di un paio d’occhi azzurri addosso e la promessa sottintesa di quel “come te la passi?” sincero.    
Davanti a noi il mare rumoreggiava. Uno squarcio pallido per le ultime luci di settembre.                                                                                              
Il tempo passa e cancella, secondo alcuni. Si dice che curi ogni ferita e faccia dimenticare ciò che è lecito dimenticare. Eppure per certi ricordi non c’è lasso di tempo che tenga. Ci sono emozioni che rimangono impresse nella mente, senza via di scampo. Non sono mai del tutto positive o negative. Non si possono definire, così come la nostalgia. E’ un malessere leggero che talvolta ombreggia l’anima, talvolta rende piacevoli i vuoti momenti di solitudine. Quella volta la sensazione che una carezza mi artigliasse il cuore non mi ha lasciato per tutta la notte e per il giorno dopo e per tutti gli anni a seguire. Identica carezza, anche oggi, la conservo dentro, candida e intoccabile, come ricordo in una teca di cristallo.                                                                                                                                 
Ho annuito e mi è rimasto il suo sorriso come ringraziamento. Oggi credo di dover essere io a benedire quel momento.
Così come mi aveva raggiunta, mi ha voltato le spalle. Il mare era tornato tranquillo.
“Come te la passi?”                                                                                                                           
"Una meraviglia, papà.”
   
 
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