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Autore: Canemily    10/06/2018    0 recensioni
Disegnare è uno dei miei passatempi, così ho pensato di scegliere delle foto di Maria, Gonzalo ed Esperanza e di ricopiarle su un foglio, raccontando poi il momento durante il quale la foto è stata scattata. Sono consapevole di non essere una grande artista, il mio è solo un passatempo, e soprattutto non sono una grande fotografa (ho dovuto fotografare i disegni per inserirli nel PC), ma mi sono impegnata molto, e spero che i miei disegni e le mie parole vi piacciano.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  Serve una forza disumana per fingere di non amare una persona per cui si prova un amore smisurato. Anche il più piccolo muscolo del proprio corpo, ogni singolo pensiero, tutto deve essere impiegato per cercare di imprigionare un sentimento senza fine, un sentimento che per sua natura vorrebbe e dovrebbe manifestarsi in tutti i modi possibili; e invece le circostanze della vita costringono Maria a reprimerlo, a tentare con tutta se stessa di rinchiuderlo in un cofanetto in fondo all'anima, perché cancellarlo è letteralmente impossibile; ma è altrettanto impensabile, per la donna, fare a meno di continuare a condividere con Gonzalo anche solo un pezzetto della propria vita: non sarà mai sua moglie, ma se non altro può lavorare fianco a fianco a lui, può vederlo ogni giorno, può essergli amica, e questo per Maria è indispensabile come l'aria che respira, senza di lui non può stare. E così, quell'amore che con tanta sofferenza lei cerca di tenere a bada diventa sempre più indomabile, e giorno dopo giorno, notte dopo notte, continua a far pressione, instancabile, per poter uscire fuori, scatenando in Maria un estenuante conflitto interiore: l'adempimento dei propri obblighi contro la libertà di poter esprimere ciò che prova. E infatti... infatti basta poco, davvero poco per annullare in un soffio tutti gli sforzi compiuti dalla giovane per creare un equilibrio dentro di sé e per trovare un poco di felicità anche senza il suo amato: una scheggia. Già, una minuscola, insignificante scheggia nel dito. Per meglio dire, a compiere il miracolo è Gonzalo, le sue dita, che con un gesto delicato sfiorano dolcemente la mano di Maria per toglierle, con tutta la premura del mondo, quella scheggia dal dito. Gonzalo, il contatto con la sua pelle, ed ecco che il mondo si ferma. D'improvviso le antiche emozioni riaffiorano in lei e le infondono un soffio vitale che da tempo non sentiva scorrere nelle sue vene; una timida fiamma torna a brillare in fondo ai suoi occhi. È come se tornasse a sentirli... gli abbracci di Gonzalo, i suoi baci, le sue carezze, il suo calore; per un attimo Maria può riassaporare la felicità di quei momenti d'amore puro. La giovane osserva il sacerdote, come incantata, è incredula, piacevolmente meravigliata: ormai pensava che non avrebbe più provato quelle sensazioni, sensazioni che la fanno stare così bene... le sensazioni più belle del mondo insomma. Dall'altra parte però, quando quell' infinito attimo di magia svanisce, Maria non può evitare di aver paura di se stessa, teme di non riuscire a controllare le proprie emozioni, e poi... e poi perché? Perché quando è Fernando, suo marito, ad avvicinarsi a lei, sente l'impulso di ritrarsi da lui come dalla brace ardente, di scappare quasi si trovasse di fronte al diavolo in persona, e invece quando è accanto a Gonzalo le sembra di spiccare il volo, come nel più fantastico dei sogni? Quanto vorrebbe Maria che fosse tutto più semplice, quanto vorrebbe riuscire ad essere felice anche lontano da Gonzalo, ma questo obiettivo appare impossibile da raggiungere; e come se non bastasse sente di deludere tutte le persone che la circondano, soprattutto suo marito, perché lei ancora non sa che forse la sua mente può aver temporaneamente dimenticato il male subito da Fernando, ma il suo corpo lo ricorda perfettamente, e perciò respinge quell'uomo. E Gonzalo? Ebbene, lui non deve tener fede a delle promesse matrimoniali, bensì a quelle fatte a Dio e alla Chiesa, ma per il resto la sua condizione non si distacca minimamente da quella di Maria: gli stessi inutili sforzi per celare il proprio amore, la stessa sofferenza che gli opprime il petto e lo lascia a mala pena respirare; stando separati sono destinati allo stesso futuro d'infelicità, ma quando sono abbastanza vicini da sentire l'uno il battito del cuore dell'altra, allora intorno a loro sboccia la primavera. Ma si sa, la primavera dura troppo poco, o forse solo meno di quanto vorremmo; il fatto è che c'è sempre il rumore di un ramo calpestato che ci riporta alla realtà, e il sole che ci accarezzava la pelle lascia inesorabilmente il posto al freddo dell'inverno che ci penetra nelle ossa. E così in un batter di ciglia quella scheggia dispettosa, dopo aver donato un meraviglioso sogno a Maria e a Gonzalo, se ne va, esce fuori dal dito come se niente fosse, trasformando quel sogno in una mera illusione, in un desiderio inappagabile. Ma neppure il freddo più gelido può frantumare un'amore così intenso e travolgente come quello fra Maria e Gonzalo, e perciò non importa se non potranno mai più accarezzarsi, mai più baciarsi, se mai potranno sposarsi, loro ci saranno sempre l'uno per l'altra, pronti a dare la vita o anche solo a rimuovere una minuscola scheggia da un dito.
   
 
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