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Autore: StrongerH    10/06/2018    0 recensioni
La storia di Kat Evergreen comincia a San Francisco. Dopo essersi allontanata da New York e dalla famiglia, decide di ricominciare da capo, senza pensare al passato. Frequenta la San Francisco State, e nel frattempo lavora part-time in una biblioteca. Dopo che il suo migliore amico, Mash l'ha convinta ad andare ad una festa, tutto cambia. Kat incontra, in un modo quasi imbarazzante ed irripetibile, Jayden West: donnaiolo, tatuato, bello e impossibile. Nonostante per Kat sia lo stereotipo del "bad boy", qualcosa in lui la attrae. Le coincidenze non giovano poi, mettendolo sempre sul suo cammino, in un modo o nell'altro. Kat però non vuole cascarci. Vuole pensare a se stessa. Ha un passato oscuro da cui scappare, e da dimenticare, e un futuro pieno di speranza.
Ma come se il destino avesse già deciso, Kat sembra avere le mani legate. Dovrà sorbirsi quel sexy e dannato Jayden West, ma croce sul cuore, non se ne innamorerà... O almeno spera.
Alla fine cosa può farci, se è vittima di Un pazzo Amore a San Francisco?
Tutti i diritti riservati. ©
StrongerH
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Universitario
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Capitolo sette:


Nei giorni seguenti ho faticato parecchio a dimenticare ciò che è accaduto con Jayden. Beck è ancora sul piede di guerra, ogni volta che lui è ad una minima distanza da noi, lei si schiera davanti a me e gli scocca un’occhiataccia che farebbe rabbrividire pure Malefica della Bella Addormentata. Dopo diversi giorni così, anche Jayden ha deciso di evitarmi e dimenticare ciò che è successo, più che altro facendolo platealmente davanti a tutti, mostrandosi in ogni occasione con Riley, la rossa della festa. Non ho voluto darci peso, anche se ho un groppo allo stomaco che non ne vuole sapere di andar via. A tutte le lezioni di Letteratura Inglese si era seduto dalla parte opposta della classe e non mi ha mai calcolato di striscio. In cuor mio non sapevo se esserne felice o no. Ethan si è accorto ben presto che qualcosa non andava, dato che faticava a vedere Beck spesso, perché ovviamente essendo il migliore amico di Jayden, ovunque lui fosse, Ethan era con lui. Alla fine ha chiesto spiegazioni e Beck gli ha spiegato la situazione, non che io ne fossi contenta ovviamente, ma cosa potevo fare? 

Ethan si è scusato con me per il comportamento di Jayden almeno cento volte, e ad ogni volta Beck gli rispondeva che non spettava a lui chiedere scusa. Ethan è stato molto dolce con me e Beck nei giorni seguenti, ha preferito passare il tempo con noi che con Jayden, e mi sono sentita un po’ a disagio per questo. Sapevo che a Jay non facesse piacere, ma una parte di me era contenta che lui fosse rimasto da solo con Riley, dato che negli ultimi giorni sembrava parecchio seccato della sua presenza. 

Oggi a pranzo Ethan ci ha invitate ad una festa, Beck ha specificatamente detto che se io non avessi accettato, nemmeno lei e Mash avrebbero messo piede nella confraternita, e così, pur di non rovinare il sabato sera ai miei amici, ho accettato, anche se di malavoglia. 

 

Sono le nove in punto, e Beck parcheggia fuori dalla confraternita. La casa brulica di gente, proprio come la prima volta che ci ho messo piede. L’atmosfera è la stessa, ma a differenza della prima volta, né Mash né Beck si allontanano da me. Mi stanno accanto come se fossi fatta di cristallo e potessi rompermi da un momento all’altro. Proprio mentre passiamo di fronte alle scale un flashback mi passa per la mente. Io che salgo, cerco una camera e finisco in quella di Jayden per sbaglio. Io che fingo di essere ubriaca e Jayden che mi rincorre per il corridoio chiedendo spiegazioni, una parte di me vorrebbe ritornare a quella sera e non salire mai quelle maledette scale, non entrare in quella fottuta stanza. Eppure l’ho fatto, non si può cambiare il passato, e ora ne pago le conseguenze. Ho una morsa allo stomaco e distolgo lo sguardo dalle scale, mentre seguo Beck e Mash che si accomodano su uno dei divani liberi in soggiorno. 

«Giochiamo al gioco della bottiglia!» urla un ragazzo sedendosi per terra davanti a noi. Mash ridacchia e Beck alza gli occhi al cielo.

«Non ti sembra un po’ da liceali?» chiede Beck portandosi le braccia al petto. 

«E quindi? È divertente!» urla di nuovo il ragazzo. 

Beck si volta verso di me, e io vorrei dire “Assolutamente no.”, ma so che continuerei a rovinare la serata a tutti, dato che non sono di compagnia.

«Okay dai, giochiamo.» rispondo tranquilla. Beck mi sorride poggiando una mano sulla mia gamba e Mash mi scompiglia i capelli. 

In pochi minuti si aggiungono altre sette o otto persone, tra cui Ethan. La bottiglia gira e colpisce Mash. 

Il ragazzo lo guarda attentamente. «Obbligo o verità?» 

«Verità.»

Il ragazzo lo guarda attentamente. «Sei gay?» chiede alzando un sopracciglio. Mash scoppia a ridere. «Non è ovvio?» dice passandosi una mano tra i capelli biondi e scoccando un’occhiolino al ragazzo, facendoci ridere. 

Il ragazzo alza gli occhi al cielo e poi li punta dritti in quelli di Mash. «Buono a sapersi.»

Il gioco continua, e sta volta è Mash a girare la bottiglia, che finisce su Beck. 

«Obbligo o verità?» chiede.

Beck ci pensa su un attimo. «Obbligo.» risponde, e un “uhh-uhh” si leva in aria, Beck arrossisce lievemente.

«Bacia Ethan.» ghigna Mash, e Beck gli scocca un’occhiataccia per poi alzarsi e inginocchiarsi davanti ad Ethan. Lo bacia pacatamente, e Ethan porta una mano dietro la sua nuca, stringendola più forte. Quando qualcuno ulula un “Prendetevi una stanza!” Beck si stacca da Ethan e torna a sedersi tra me e Mash. 

Beck gira la bottiglia, e sta volta finisce su un ragazzo che non conosco. Ha i capelli scuri e corti, e gli occhi altrettanto scuri, dalla stazza sono sicura che giochi a football e anche la maglietta che ha indosso lo testimonia. «Obbligo o verità?» chiede Beck e il ragazzo risponde verità.

«Chi è la ragazza più carina in questo cerchio?» chiede Beck. Il ragazzo ci guarda tutte, una per una, poi fissa il suo sguardo su di me, facendomi diventare rossa. 

«La ragazza che hai accanto.» dice indicando me, e io impallidisco. Beck sorride. «È proprio vero!» urla e mi abbraccia, facendomi vergognare ancora di più. 

Sto per alzarmi ed andare via, quando il ragazzo gira la bottiglia e finisce proprio su di me. 

«Obbligo o verità?» mi chiede con uno sguardo incuriosito. 

«Verità.» rispondo velocemente.

«Ti piace qualcuno?» chiede di nuovo, e io mi blocco un attimo. Mi piace qualcuno? La risposta dovrebbe essere “no”, ma se ripenso a Jayden, a come mi sono sentita con lui, vorrei urlare di sì. Penso alle sue labbra sulle mie, a quando mi ha chiamata “baby”, a come mi ha fatta sentire quella sera, ed è innegabile che io provi qualcosa per lui. Mentirei, e sarebbe stupido mentire, dato che Beck e Mash sono accanto a me e mi guardano stupiti. 

«Sì.» farfuglio, e il ragazzo mi sorride. Se solo sapesse a chi sto pensando. 

 

Alla fine del gioco, la bottiglia mi ha toccata solo un’altra volta e mi hanno costretto a bere un bicchierino di vodka, che schifo. Ho ancora il saporaccio in bocca. Dopo aver finito la partita, decidiamo di uscire fuori in giardino, e Beck mi costringe a ballare con lei. Mi sento impacciata, mentre lei muove i fianchi a ritmo di musica, vorrei avere un po’ della sua sicurezza, sentirmi un po’ più a mio agio. Dopo mezz’ora decido di dover andare in bagno, Beck ha intenzione di seguirmi pure lì, ma le dico di continuare a ballare, che riesco a cavarmela da sola. Ci metto un po’ a convincerla, e alla fine mi ritrovo a risalire le scale come l’ultima volta. Impacciata e nervosa, schivo le varie persone accasciate sulle scale, e di nuovo, per sbaglio, pesto la mano ad un ragazzo. Sorrido all’idea, è come un  déjà-vu. 

Questa volta riesco a trovare il bagno, e ci entro cauta, ringraziando Dio e tutte le divinità perché non c’è nessuno all’interno. Chiudo la porta e mi sbrigo. 

Tiro lo scarico e mi guardo un attimo allo specchio, la mia faccia assomiglia a quella di uno zombie e faccio pena, apro il rubinetto e faccio scorrere un po’ d’acqua, poi mi sciacquo la faccia. 

Esco fuori dal bagno, per scendere giù, ma qualcuno mi afferra per il polso.

«Ehi.» è il ragazzo del gioco della bottiglia, che mi sorride. È sbronzo, e lo si vede dal fatto che non riesce quasi a reggersi in piedi. «Dovrei scendere giù dai miei amici.» dico cercando di divincolarmi dalla sua stretta, ma senza riuscirci.

«Perché non resti un po’ con me?» farfuglia lui, avvicinandosi a me, e bloccandomi con la schiena al muro. «No davvero, devo andare.» 

Sono nel panico, puzza di alcol e sudore, e il suo petto è così pesante che quasi mi toglie il respiro. «Lasciami andare.» urlo, ma lui non ne vuole sapere. Incomincia a baciarmi il collo e io mi divincolo più che posso, ma è tutto vano. È il doppio di me, non riuscirei ad abbatterlo nemmeno se mi iniettassi degli steroidi. 

Urlo un’altra volta mentre porta una mano sulla mia coscia, che schifo. Ho le lacrime agli occhi e vorrei solo andare via. 

Ma proprio mentre sto per urlare un’altra volta, succede qualcosa. Non riesco a vedere chi, ma il ragazzo si becca un pugno in faccia così forte, che stramazza al suolo. Mi accovaccio per terra coprendomi la testa con le braccia e scoppio a piangere. 

Solo quando sento una frase mi blocco.

«Non. La. Devi. Toccare. Mai. Più.» urla Jayden, e ad ogni parola che pronuncia, sferra un calcio al ragazzo che cerca di coprirsi la faccia con le braccia. Alzo lo sguardo e Jayden è fuori di se. 

Mi alzo di scatto e lo blocco.

«Basta!» urlo e lui si volta a guardarmi. Ha gli occhi rossi, e lo sguardo fa paura persino a me. 

Non mi dice niente, mi prende la mano e mi tira verso la fine del corridoio. Passo davanti ad alcuni che hanno visto la scena e mi guardano. 

Apre la porta di camera sua, mi fa entrare e se la richiude alle spalle.

«Kat… ti… ti ha fatto qualcosa?» balbetta, portandosi una mano sulla fronte. 

Scuoto la testa, non riesco nemmeno a parlare. La vista di Jayden che mi salva da quel viscido bastardo è ancora impressa nella mia mente.

«Giuro su Dio che se ti ha fatto qualcosa torno lì e lo ammazzo!» urla, ma io scuoto di nuovo la testa. «No…» la mia voce esce in un sussurro. Lui si avvicina a me, e mi abbraccia così forte da togliermi il respiro, ma sta volta mi piace… Perché non è un ragazzo qualunque a farlo, è Jayden. 

«Kat…» mi sussurra all’orecchio. «Mi dispiace così tanto…» farfuglia tenendomi ancora stretta. Non riesco a parlare, e lui indietreggia, facendomi sedere sul suo letto. Si siede accanto a me. 

«Sono sincero… mi sono comportato da schifo… È solo che…»

«Lascia stare Jayden, va bene così.» non ho voglia di starlo a sentire, di sentire che non gli piaccio e che quel bacio non ha significato nulla per lui. 

«Kat, fammi parlare…» interviene lui, ma mi alzo di scatto.

«Sai che c’è? No. Non mi va di sentire ciò che hai da dire, non mi va di sentire le tue scuse. Quello è che successo quella sera è da dimenticare. Ho sbagliato a baciarti e me ne sono pentita.» non è per niente vero, non me ne sono pentita, lo rifarei altre cento volte… ma so che per lui non è la stessa cosa. «Ora se non ti dispiace vorrei solo andarmene.» apro la porta e scappo letteralmente via, lo sento rincorrermi, chiamarmi, ma non ho voglia di sentirmi dire che sono una fantastica amica per lui quando io non riuscirei più a fingere con lui. 

Corro verso Beck e la prego di andare via. Lei non se lo fa ripetere due volte, lascia Ethan e mi prende per mano, e senza dare spiegazioni a nessuno, mi accompagna verso la macchina.

 

Passo tutta la notte a pensare a me e a Jayden, a cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente, ma come ho già detto, non possiamo cambiare il passato, possiamo solo decidere che piega prenderà il nostro futuro. Cerco di addormentarmi, ma nella mia testa c’è la consapevolezza che ora più che mai devo dimenticare Jayden ed andare avanti con la mia vita, e con il mio futuro in mano. Proprio mentre sto per chiudere gli occhi, il citofono squilla e rimbomba per tutta la casa. Mi alzo e rispondo. 

«Kat, scendi.» è la voce di Jayden, e mi tremano le mani. «Perché dovrei? Sono le tre di notte, Jay.» cerco di sembrare il più pacata possibile. 

«Sul serio Kat, ti prego, scendi.» la voce è cantilenante, e mi rendo conto che ha bevuto. 

Scendo velocemente e lo trovo seduto sul gradino, con la testa tra le mani.

«Jay… che ci fai qui?» 

«Kat… io… io dovevo parlarti.» balbetta, cercando di rialzarsi.

«Hai bevuto?» alzo gli occhi al cielo, e lui annuisce. «Un po’.» mente.

«Jayden…» incomincio, ma lui finalmente riesce a rialzarsi e mi si para davanti. «Ascoltami okay? Io… tu… Oh Dio perché è così difficile.» biascica dandosi uno schiaffo sulla fronte. «Dovresti tornare alla confraternita Jay.» 

«Non voglio tornare alla confraternita… io voglio stare qui con te.» si lamenta, come un bambino capriccioso. È tenero in questo momento, Jayden Parker che non riesce a parlare, e farfuglia davanti a me. «D’accordo, saliamo.» concludo.

Non sono pazza da legare, e so che ho promesso a me stessa di dimenticare Jayden, ma non posso lasciarlo ubriaco fradicio sul gradino del mio palazzo. Lo tiro e lo porto verso l’ascensore. Quando entriamo dentro casa lui si accascia sul divano e brontola. 

«Mi ascolti ora?» borbotta cercando di tenersi il più dritto possibile, e io mi siedo accanto a lui pazientemente. Annuisco e lui sembra essere più tranquillo.

«Mi dispiace Kat… Sul serio. Ho provato a fare finta di niente… A non pensare a te… Ma non ci riesco.» il mio cuore prende a battere più forte e mi stritolo le mani, cercando di tranquillizzarmi. Nella mia testa ripeto “Devi dimenticarlo.” come un mantra, ma non sembra funzionare. Mi prendo un momento per guardarlo meglio, e mi rendo conto che non c’è una parte che non mi piace di lui. 

I suoi capelli scompigliati e i suoi occhi così chiari che riuscirebbero a guardarmi dentro, le sue labbra carnose e leggermente screpolate, l’accenno di barba che lo rende più uomo… Dio quanto è bello. 

«Cosa stai dicendo Jayden?» farfuglio, e lui si volta a guardarmi, tenendo i suoi occhi dritti nei miei. 

«Sto dicendo che ora che sei nella mia vita… non voglio e non posso restarti lontano. So che sembro egoista… Ma…» si porta una mano tra i capelli, scompigliandoli ancora di più. 

«Ma?» 

«Ma ti voglio Kat.»

   
 
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