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Autore: FireFistAce    10/06/2018    0 recensioni
Deuce sapeva che stare troppo tempo senza ossigeno avrebbe causato danni irreparabili.
Un minuto e le cellule del cervello iniziano a morire.
Tre minuti ed inizia ad esserci il rischio di seri danni cerebrali.
Dieci minuti ed il paziente potrebbe non guarire.
Quindici e... Il recupero è impossibile.
Stando a quanto gli avevano raccontato, Ace era rimasto sott'acqua per almeno quattro minuti.
[Storia partecipante alla 26 Prompt Challenge indetta dal gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart"]
{Prompt 5/26: Acqua & Prompt 6/26: Respirare}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Acqua

/àc·qua/

sostantivo femminile

1.
Composto chimico di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, incolore, inodore, insapore; costituente fondamentale degli organismi viventi. Distesa d'acqua.


Respirare

/re-spi-rà-re/

verbo transitivo

1.
Processo mediante il quale si realizza lo scambio gassoso fra l'organismo e l'ambiente; compiere il processo della respirazione; inspirare ed espirare l’aria; vivere.


.

 
Just Breath

Ad Ace piaceva essere mandato in missione ed avere la possibilità di proteggere i territori sotto l'ala di Barbabianca, per questo non aveva esitato a salpare con la Piece of Spadille insieme alla seconda flotta e si era diretto senza problema alcuno all'isola sotto minaccia.

Sembrava ci fosse questo tipo, Seto, che teneva i cittadini sotto minaccia affinché uno dei comandanti, possessore di frutto, si fosse fatto vivo.

Seto era infatti uno dei cacciatori di taglie più famosi in quelle acque e, a quanto si diceva, era in grado di rubare i frutti altrui, per poi rivenderli al miglior offerente.

Ace, sinceramente, non ci credeva affatto, in quanto una volta ucciso il possessore il frutto sarebbe rinato immediatamente, ma alla fine non gli interessava: l'importante, al momento, era liberare il loro territorio dalla minaccia di questo tipo.

Così si era ritrovato a vagare per la foresta dopo che i cittadini gli avevano detto che proprio tra gli alberi Seto aveva trovato rifugio durante il suo periodo sull'isola, ma nessuno conosceva l'ubicazione precisa e per questo il giovane comandante aveva deciso che dividersi era la soluzione migliore: Deuce era rimasto alla nave insieme ad un paio di infermiere, che lo avevano accompagnato nel viaggio in caso di bisogno, Teach e una decina di altri compagni in difesa della nave, mentre tutti gli altri si erano divisi in gruppetti per poter esplorare meglio la foresta. Ace, invece, aveva deciso di andare da solo.

Ci volle una buona mezz'ora per giungere al centro dell'isola, laddove il terreno si apriva in un enorme lago dalle acque pure e cristalline al cui centro era situato un antico tempio.

Lo sguardo onice si perse nella bellezza del paesaggio, proprio come ogni volta che visitava quel luogo, mentre rimaneva a qualche metro di distanza dalle sponde del lago.

Non era che avesse paura dell'acqua, anzi lui amava il vasto oceano che lo aveva accolto sin da quando era salpato, ma lui era puro fuoco ed era solo naturale provare una sorta di timore nei confronti di quell'elemento a lui tanto avverso qual era l'acqua, senza considerare che, in quanto fruttato, essa lo indeboliva in maniera significativa.

Perso com'era nei propri pensieri, non si rese conto di una figura che si era scagliata contro di lui, una mano estesa ricoperta di un guanto metallico che somigliava incredibilmente ad un artiglio.

La presa che si chiuse attorno alla sua gola era forte e ferrea, ed Ace si ritrovò scagliato a terra dell'attaccante, il volto ora pericolosamente vicino all'acqua.

D'istinto lasciò che le fiamme prendessero il sopravvento, con l'intenzione di ferire l'assalitore e farlo allontanare, ma riuscì a ricevere solo il risultato opposto: la mano si chiuse ancora di più attorno alla sua gola mentre un colore nerastro si faceva presente, indicando l'utilizzo dell'haki.

Il fuoco si affievolì presto per via della mancanza di ossigeno, e solo quando si spense del tutto l'assalitore si scostò da Ace, solo per poterlo voltare a pancia sopra ed immergergli la testa nelle acque fredde del lago.
La sensazione di debolezza prese subito il sopravvento, e le labbra si schiusero immediatamente alla ricerca di aria mentre la presa sulla sua gola tornava a farsi prepotente, ma tutto ciò che riuscì ad inalare fu acqua di lago.

Certo, l'acqua dolce non aveva lo stesso forte effetto di quella salata (ringraziando Dio, altrimenti sai che casino a farsi la doccia), ma questo non voleva dire che fosse possibile resistervi a lungo.

In un tentativo disperato, provò a calciare l'uomo, che si rivelò essere Seto in persona, ma il colpo risultò debole a causa delle forze che stavano lentamente abbandonando il suo corpo.

Si sentì tirare fuori dall'acqua con ben poca gentilezza, e subito il pirata tossì liquido trasparente in favore di inalare aria, le fiamme che si cibarono di quel poco ossigeno recuperato e che presero vita attorno al suo corpo si innalzorono fino al cielo, poi si ritrovò nuovamente con la testa sotto la superficie non più calma del lago, e lì fu tenuto finché la vista non iniziò a sfocare ed oscurarsi.

Fino a che l'incoscienza non ebbe la meglio.

 
o0o

Ace si svegliò con in sottondo suono indistinti.
Un mugugno strozzato sfuggì dalle labbra socchiuse e subito le persone attorno a lui si zittirono.

"Andiamo, Ace."

"Allontanatevi! Lo state soffocando! Lasciatelo respirare!"

Qualcosa -qualcuno?- gli scosse la spalla nemmeno troppo gentilmente.

"Ace?"

"Andiamo, andiamo."

"Ho detto, lontani!"

Iridi d'ossidiana si aprirono e guardarono confuse vari blob circolari sopra di lui.

Qualcosa di indistinto si mosse di fronte a lui mentre un oggetto somigliante ad un lungo stick allontanava alcuni blob.

Schiuse le labbra per dire qualcosa, ma ne uscì un suono strozzato e gorgogliante che spinse una figura indistinta ad avvicinarsi a lui.

"Non ti addormentare," il blob – l'uomo? – sopra di lui stava dicendo. "Devi rimanere sveglio, capito?"
Ma era tutto così confuso, e non appena l'uomo -chi era? Sapeva di conoscerlo, ma non riusciva a pensare in maniera chiara- gli scosse una spalla, Ace si costrinse a mantenere gli occhi faticosamente aperti, ma esso si perse nel cielo pomeridiano sopra di loro

"C'è qualcosa che non va," una voce indistinta mormorò. "Non risponde."
A quel punto il mondo sembrò capovolgersi, mentre veniva tirato su da qualcuno e sistemato contro la schiena dello stesso uomo di poco prima, la testa ricadde pesante contro il suo collo e le braccia rimasero inermi oltre le sue spalle.

"Chiamate Deuce, ditegli di tenersi pronto!" Urlò qualcun altro, ed un gemito di dolore gli sfuggì appena la figura che lo teneva si mise a correre.
Le parole dell'uomo continuavano a ripetersi, gli diceva di non addormentarsi, ma Ace aveva così sonno che non riuscì a fare come gli veniva detto.

Chiuse gli occhi e lasciò che l'oscurità prendesse il sopravvento.

 
o0o

I membri della seconda divisione erano scaglionati per tutta la foresta quando un'enorme fiammata aveva attirato la loro attenzione.

Cos'era successo? Nessuno di loro lo sapeva, ma non c'erano dubbi che Ace fosse coinvolto e subito ogni grupp si mise in contatto con gli altri tramite i DenDen Mushi, così da decidere di riunirsi per andare ad indagare sull'accaduto.

Non appena furono tutti insieme, trovare Ace non fu difficile: il fuoco era comparso al centro dell'isola, vicino a quel lago tanto sacro per gli abitanti della cittadina, e per fortuna non erano molto lontani dal luogo e ci misero solo qualche minuto, tra riunirsi e fare il tragitto, ad arrivare a destinazione.

La scena che si ritrovarono di fronte era, per loro, terribile: il cacciatore di taglie che stavano cercando, Seto, era avvolto in un cappotto mezzo bruciacchiato, la mano destra che sembrava un artiglio di metallo era chiusa attorno al collo del comandante, il cui corpo era abbandonato al terreno privo di coscienza, la testa immersa nel lago.

Non ci fu bisogno di parlare, non ci fu preavviso: l'intera flotta si lanciò contro il nemico, che fu presto sopraffatto e sconfitto in quanto aveva abilità di combattimento alquanto discutibili, motivo per il quale attaccava sempre alle spalle.

La cosa più importante, dopo aver fatto fuori Seto, fu tirare via la testa di Ace dall'acqua e provare a rianimarlo. Nessuno dei presenti era un dottore, ma qualcuno conosceva le tecniche di rianimazione.

Tecniche che non funzionavano.

Rimasero interi secondi a cercare di rianimare il comandante, fin quando uno degli uomini non si decise a dargli un disperato calcio allo stomaco, costringendolo a sputar fuori di prepotenza tutta, o quasi, l'acqua ingerita.

Quando poi si resero conto che non rispondeva, la corsa in direzione della Piece of Spadille fu immediata, Ace fu sistemato sulla schiena di uno di loro per poter essere portato mentre un altro chiamava la nave per avvertire il corpo medico di tenersi pronto.

 
o0o

Appena Deuce ebbe tra le mani il corpo privo di coscienza del capitano, sentì la preoccupazione e la paura prendere il sopravvento.

Come doveva reagire di fronte ad un Ace quasi più morto che vivo?

Deuce sapeva che stare troppo tempo senza ossigeno avrebbe causato danni irreparabili.

Un minuto e le cellule del cervello iniziano a morire.

Tre minuti ed inizia ad esserci il rischio di seri danni cerebrali.

Dieci minuti ed il paziente potrebbe non guarire.

Quindici e... Il recupero è impossibile.

Stando a quanto gli avevano raccontato, Ace era rimasto sott'acqua per almeno quattro minuti.

Mentre lavorara per farlo riprendere, Deuce si ritrovò a pregare sottovoce che il comandante si riprendesse.

 
o0o

Quando Ace riaprì gli occhi la volta successiva scattò a sedere, le iridi sgranate e la bocca spalancata come a voler riprendere più aria possibile, il panico visibili nei suoi occhi.

Fu la presenza di Deuce al suo fianco a calmarlo, i familiari capelli turchesi e lo sguardo gentile.

"Prendi un respiro profondo, Ace. Rilassati. Sei al sicuro."

Ed Ace fece come gli venne detto, chiuse gli occhi e provò a prendere un unico respiro profondo piuttosto che tanti in sequenza, e funzionò.

Quando la calma tornò a far padrona del comandante, Deuce accennò un sorriso.

"Sei stato incosciente per quasi due giorni," e prima che Ace potesse dire nulla, il vice-comandante e medico della seconda divisione alzò una mano per frenarlo. "E ti consiglio di parlare il meno possibile. Quel tipo ha stretto abbastanza forte da lasciare i segni sul tuo collo, emettere qualunque suono sarà doloroso durante i primi giorni di ricovero."

Ed il comandante annuì appena, lo sguardo ancora un po' perso.

Non si sarebbe mai più avvicinato all'acqua senza qualche compagno nelle vicinanze, questo era sicuro.
E mai più avrebbe dato per scontato un gesto tanto semplice ed automatico quanto il respirare.

"Adesso puoi riposarti se vuoi," la voce dell'uomo lo riscosse dai suoi pensieri, e la mano che spingeva gentile sulla sua spalla per riportarlo disteso gli portò un vago calore nel petto. "Sei a casa, al sicuro. Saremo qui per te finché continuerai a respirare."
  
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