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Autore: EufrasiaBailey    10/06/2018    0 recensioni
L'anja è energia, forza pura che scorre nell'anima di ogni persona, essere vivente e materia della terra. Eppure anche in essa vige un equilibrio, dove si muovono uomini con buoni e cattivi propositi.
Eufrasia conosce ogni sfumatura di questo mondo, ma ha voluto vivere tra quelle persone ignare, gli Itedo, sapendo di essere troppo pericolosa.
Il destino però non sembra d'accordo e verrà costretta a entrare in questa realtà.
Tra profezie, poteri e capacità, si mischia anche la parte più oscura dell'Anja ed essa stava aspettando il ritorno dell'ultima Taedan.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Agosto del 1996

Elisa aveva dei propositi che si era prefissata prima che tutto questo iniziasse; eppure essi erano crollati, come sbriciolati da una mano invisibile, quando aveva visto infliggere le torture. Si era ripetuta di dover solo fingere, ma non riusciva a rimanere nella stessa stanza, mentre la pelle di altre persone si apriva per le ferite e le loro urla scuotevano la sua anima.

I suoi occhi si erano riempiti d'immagini che la mente non sopportava, cercava di dimenticare; ma esse tornavano e le premevano forti. Per gli occhi di quei malcapitati, anche lei era parte di chi infliggeva il dolore. E forse era questo a fare più male: il credere di essere nel giusto, ma non fare nulla per dimostrarlo.     

 

Aprile del 2016

Edoardo camminava con estrema lentezza per quella stessa via che aveva percorso almeno altre cinque volte. Con la mano destra continuava a giocherellare con il foglietto, che quella mattina aveva trovato nel comodino di fianco al letto. Non c'era scritto nulla di chi l'avesse lasciato, eppure lui ne aveva un'idea.

Esso riportava il nome di quella via, in quel paese dove lui si era diretto appena lo aveva trovato, e, dopo aver controllato l'orologio, calcolò che mancavano cinque minuti all'orario precisato sul foglietto. Non sapeva cosa stava cercando, ma sperava fosse qualcosa che lo avrebbe aiutato nella loan attuale.

Lui era un Roran e questo era stato deciso quando aveva compiuto dieci anni e aveva partecipato alla cerimonia. Lo era anche sua madre e lei era persino il Salri -uno specie di capo- di tutti i Roran del mondo. Purtroppo questo significava per Edoardo che doveva dimostrare sempre il doppio rispetto agli altri.

Quest'ultima loan riguardava l'imparare a fare ricerche sui criminali o altri soggetti considerati pericolosi. Questo non significava andare a cercarli personalmente, ma fare quante più indagini rilevanti per aiutare i veri Saanja che lavoravano in questo campo.

Edoardo aveva pensato agli Hydris, come il novanta percento dei ragazzi che cercavano di imparare a essere Roran. Cercare magari informazioni sui più famosi e, con un po' di fantasia, sperare di trovare il modo di scovarli e catturarli. E come sicuramente almeno il cinquanta percento di loro, aveva cercato di fare un indagine su Luca Nani, forse uno dei più famosi e pericolosi telecineta e Hydris.

 

Eppure, come gli altri, era arrivato a capire che non avrebbe trovato nulla di eclatante e di veramente rilevante; si era trovato frustato e con la costante ansia di non fare abbastanza. Così gli era venuta la cattiva idea di chiedere una mano a Francesca e adesso si trovava in via Petrarca, di un paesino di Modena.

Francesca non si era dimostrata sorpresa della sua richiesta e gli aveva detto che l'unico aiuto che gli avrebbe dato era di prestare più attenzione al passato di Luca, quello che nessuno considerava. Ed era con le sue parole che aveva passato la notte scorsa a leggere tutto quello che gli archivi contenevano sul passato di Nani.

In effetti era stato strano pensare che l'Hydris, forse più pericoloso, un tempo fosse un Nemesi, come Edoardo. E come lui era stato un Roran, meticoloso e disciplinato, ma con la morte dei genitori aveva deciso di passare dalla parte del nemico. Edoardo non riusciva a comprendere come un Nemesi potesse scegliere di cambiare così drasticamente la propria vita e quello in cui credeva.

Le ricerche erano durate fino all'alba e ci era arrivato con gli occhi gonfi e arrossati, la testa ciondolante e nessuna informazione sul serio rilevante. Aveva pensato di riposarsi e quando si era tornato a svegliare c'era quel biglietto che lo aspettava.

Doveva andare a lezione, fare gli allenamenti e altre ricerche, eppure aveva voluto credere che quella fosse la soluzione. E che lo portasse a vincere la loan.

Guardò di nuovo l'orologio e notò che erano le sedici in punto, l'ora del foglio. Alzò gli occhi proprio nel momento in cui una donna gli stava per venire addosso e si riuscì a spostare in tempo.

Lei si bloccò, colta di sorpresa, e spalancò gli occhi chiari. Strinse meglio i fogli che l'avevano distratta mentre camminava. «Scusami, non stavo guardando!» iniziò a dire lei, mentre controllava Edoardo alla ricerca di eventuali danni.

«Stia tranquilla, è anche colpa mia» rispose lui, mentre alzava una mano per spostarsi i capelli castani, che gli erano finiti davanti agli occhi.

Durante il gesto, la manica della giacca che portava si alzò mostrando un lembo del suo braccio. La donna seguì con lo sguardo il movimento e appena delineò cosa era disegnato sulla pelle del ragazzo, iniziò a sbiancare.

I suoi occhi verdi si spostavano rapidamente dal viso di Edoardo al suo braccio. «Io devo assolutamente andare...» disse con voce titubante e, senza lasciar dire altro al ragazzo, camminò svelta lontana da lui.

   
 
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