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Autore: TheBrainStealer    11/06/2018    0 recensioni
Hekseville, mattino.
Le due guardiane della città si svegliano e vanno a fare il loro solito giro di perlustrazione quando improvvisamente si verificano una serie di eventi che costringeranno Syd a dir loro la verità: Hekseville e Jirga Para Lao sono minacciate da un terribile individuo.
i tre per la prima volta devono affrontare una minaccia introvabile nascosta nella popolazione.
tra delitti e eventi terribili, la caccia a Diva inizia....
ATTENZIONE: SPOILER.
SE NON AVETE ANCORA GIOCATO (O GUARDATO I GAME-PLAY) AI DUE TITOLI POTRESTE NON CAPIRE ALCUNI ELEMENTI DEL GIOCO OPPURE RICEVERE DEGLI SPOILER.
Questa è la mia prima fan-fiction e ho deciso di scriverla su uno dei giochi a parer mio più belli.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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NOTE DELL’AUTORE: ormai siamo giunti al terzo capitolo della storia. Ci ho messo un po’ ad arrivare fin qui ma purtroppo il tempo che ho a disposizione non è molto.
In ogni caso spero tanto che la fanfiction che sto portando avanti vi stia piacendo…mi piacerebbe molto ricevere delle recensioni per sapere se sto avendo successo nell’intrattenervi e dove posso migliorare. Detto questo godetevi la nuova parte del racconto.
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 CAPITOLO 3: LEI COLMOSNA.
Jirga Para Lhao, Lei Colmosna, due giorni dopo il primo incontro con Diva.
 Mattino…
Le ragazze ci avevano messo qualche giorno per mettersi in contatto con Lisa: la loro vecchia amica era molto indaffarata da quando era a capo di tutta Jirga Para Lhao e, soprattutto, da quando aveva anche da gestire i rapporti della sua città con quella di Hekseville.
Alla fine, decisero di incontrarsi al villaggio banga, nella capanna dove un tempo la donna dirigeva il gruzzolo di case galleggianti che da generazioni era proprietà della tribù dei Lhao.
Erano lì, davanti all’entrata, in attesa dell’arrivo della loro vecchia amica.
<< hey Raven…era qui l’incorntro vero? >> chiese Kat.
<< sì, non c’è alcun dubbio >>
<< chissà dov’è finita Lisa. Non è da lei fare ritardo >>
<< stà tranquilla…sono convinta che va tutto bene >>
E infatti eccola lì che sta camminando verso di loro. La signora che aveva appena superato i quarant’anni non era cambiata neanche di una virgola: capelli corti e bianchi, le solite vesti e il suo tatuaggio sul volto che contrastava a pieno coi suoi occhi di ghiaccio.
Alla sua vista le due si ricordarono quando Lisa sembrasse nata per fare la leader: lo si poteva intuire dalla sua camminata, dalla sua postura e dal suo sguardo…il suo aspetto sprigionava un qualcosa che inspiegabilmente le conferiva subito un’autorità fuori dal comune.
La dama sorrise alle due, per poi far cenno loro di entrare.
Entrarono tutte e tre nel vecchio posto dove una volta Kat era convocata proprio da Lisa per le varie questioni del villaggio dei Banga, cosa che le fece tornare in mente tutte le avventure che aveva vissuto in quel luogo.
Come lei, neanche quel posto era cambiato: le solite candele che producevano una luce offuscata, le solite decorazioni e, addirittura, i soliti sguardi…
<< Kat…Raven…è un piacere rivederervi >>
<< ciao Lisa >> risposero entrambe.
<< ho saputo di Chaz…mi dispiace tanto. so che era vostro amico e che era un brav’uomo. Spero che al suo funerale non sia stato nessun pasticcio >>
Kat guardò verso il basso
 << è andato tutto bene…ancora però penso che molti di noi stiano ancora cercando di superare la cosa >>
Ci furono alcuni secondi di silenzio, nei quali Kat e Raven pensarono a quello che era accaduto in quei giorni: il corpo senza vita di Chaz era stato trovato all’interno di casa sua con la gola tagliata.
Se Diva non avesse detto loro che l’aveva ucciso nessuno se ne sarebbe accorto almeno per una settimana: il capo delle forze di polizia di Hekseville si era ammalato da poco e si era preso un periodo di riposo in attesa di rimettersi in sesto per tornare ad indagare.
Lisa guardò negli occhi entrambe le shifter.
<< avete detto che volevate parlarmi…ascolto >>
Le due si guardarono mentre pensavano al fatto che non avevano minimamente pensato al discorso da farle malgrado avessero avuto ben due giorni di tempo.
Anche se quei due giorni non avevano dato molto spazio all’immaginazione…
Raven disse la prima cosa che le venne in mente.
<< volevamo parlarti a proposito di Diva >>
La faccia della signora si inorridì.
<< come mai sapete di questa storia? >>
<< ci ha detto tutto Syd >>, disse timidamente Kat guardandosi le scarpe.
Lisa sembrò irritata dalla risposta.
<< Syd! Accidenti! Gli avevo spiegato di persona di non dirvi niente. Adesso siete in pericolo anche voi! Quello non riesce a capire le cose nemmeno se gliele si spiega in privato… >>
Raven la guardò perplessa.
<< lo sappiamo di essere in pericolo. Un momento…ti sei vista con Syd? Questo non ce lo aveva detto >>
adesso la ragazza dai capelli rossi e neri stava cercando invano di nascondere un risolino.
Lisa distolse per un attimo lo sguardo da quello delle sue amiche e, dopo un attimo di silenzio, riprese a parlare con il suo solito tono autoritario.
<< sì, ci siamo visti…abbiamo dovuto incontrarci in privata sede. Alla polizia di Hekseville a volte non va tanto a genio rivelare tutti i propri dati e informazioni a noi di Jirga Para Lhao e Syd è l’unico poliziotto di una certa importanza di cui mi posso fidare al cento per cento >>
Le due si guardarono pensando alla stessa cosa
<< quindi una specie di…appuntamento >> dissero all’unisono.
<< badate a come parlate…qui non si scherza! >>
Le shifter persero subito la loro voglia di stuzzicarla.
Kat sembrava confusa.
<< ok ma…se sai già tutto che siamo venute a fare qui? Pensavamo di doverti dare informazioni importanti riguardo all’accaduto di questi due giorni e delle ultime nostre scoperte >>
<< che tipo di scoperte? >>
<< siamo entrate in contatto con il delinquente e abbiamo rischiato molto. Inoltre, sappiamo anche uno dei metodi che usa per entrare in contatto con i suoi “clienti”. Il problema però che, da quanto abbiamo capito, queste informazioni sono state date da Diva in persona e quindi non sappiamo quanto possano essere affidabili. In ogni caso Syd sta provando a seguire questa pista nel caso ci fosse anche solo un briciolo di verità nelle parole di quel maledetto >>
<< mmm…se è stato lui a dirvelo non mi metterei molto a sperare. Però concordo sul fatto che sia comunque una possibile pista da seguire >>
Raven irruppe nel discorso.
<< Lisa, come vanno le indagini? Voi avete trovato qualcosa o visto qualcosa di insolito? >>
<< beh, per quanto riguarda Diva, non abbiamo trovato niente. Però in effetti alcuni membri del villaggio parlano di alcune persone che si vestono e si comportano in modo strano che girano per le varie zone di Jirga Para Lao. Ovviamente hanno provato a raccontare queste cose alla polizia. Purtroppo, però, questa non ha dato molta importanza a quello che le è stato detto. Non possiamo neanche dire a tutti i poliziotti del fatto che uno spietato assassino ha ucciso quasi cento persone in meno di un anno. Esattamente come a Hekseville abbiamo deciso di mantenere (anche se a malincuore) segreta questa storia per non far sprofondare l’intera città nel panico più totale e per tenere al sicuro le persone che, a quanto sembra, se vengono a sapere di Diva (e sono perlopiù individui per lui scomodi) li ritroviamo morti in poco tempo. La situazione è quindi praticamente uguale alla vostra, eccetto per quegli strani tipi di cui la gente parla di tanto in tanto >>
Questo fece incuriosire Kat.
<< dici che questi strani tipi c’entrino qualcosa con la persona che cerchiamo? >>
<< per quanto ne so, può darsi. Anche se non credo molto al fatto che un tipetto come Diva si coalizzi con qualcuno…tantomeno con delle persone in bella vista >>
<< ok. In ogni caso volevamo dirti che adesso se siamo dentro in questa storia abbiamo deciso di indagare insieme a voi >>
<< siete sicure? Io non voglio permettere che le vostre vite vengano messe in pericolo ancora una volta>>
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<< immagino tu abbia ragione…ora scusate ma devo andare, ho delle cose importanti su cui occuparmi >>
<< va bene Lisa. Noi faremo un giro nei dintorni per vedere se riusciamo a scoprire qualcosa di più su quelle strane persone >>
Le due guardarono Lisa salire su un mezzo che la stava aspettando per poi dirigersi in volo verso la Bismalia.
Da quando la tribù dei Lhao aveva ripreso il governo della propria città erano cambiate un sacco di cose: i ricchi avevano smesso di schiacciare i poveri, la sicurezza della città era aumentata e adesso la donna poteva lavorare sulla fortezza volante ad Avarash au Govena.
Tuttavia, per Kat quella rimaneva sempre l’agguerrita Lisa che aveva conosciuto quando era stata catapultata a Jirga Para Lhao da una tempesta gravitazionale.
Raven sorrise all’amica.
<< Allora…vogliamo andare a fare una visita al villaggio Banga per scoprire qualcosa di più su questa faccenda? >>
<< sicuro! >>
Così fecero, cercando allo stesso tempo di resistere alla malinconia generata dal ricordo di Chaz.
Per non ritrovarsi ancora una volta in uno stato malinconico si concentrarono così sulla grandiosità di Lei Colmosna, parte della città dove il mercato centrale trovava sede subito dopo l’ingresso.
Camminavano tra le baracche e le case fatte di lamiera ben assestata per andare a far visita alle persone per le quali un tempo lavoravano, ricevendo sorrisi a destra e a manca appena venivano riconosciute: le persone, malgrado fosse passato tutto quel tempo, non riuscivano a credere che le regine della gravità un tempo erano costrette a lavorare per quel minuscolo borgo spaccando i minerali nei siti posti oltre le tempeste gravitazionali.
Le due facevano domande a tutti i passanti sulle “strane persone” che girovagavano per tutta la città, ma ricevevano risposte troppo vaghe. Talvolta qualcuno troppo indaffarato rispondeva semplicemente con un cenno, simbolo delle troppe cose da fare che al momento lo occupavano eccessivamente per poter dare una risposta.
Improvvisamente, le due shifter udirono una voce molto familiare.
<< non posso crederci! Siete voi! >>
Ciecie si era affacciata da una finestra situata al pian terreno di una delle capanne vicino a loro per poi scavalcarla.
<< Cecie! >>, urlò Kat in preda alla gioia. << quanto tempo! >>
La ragazza corse verso di loro per poi allargare le braccia per abbracciare entrambe le sue amiche: le erano mancate molto dall’ultima volta che le aveva viste.
<< accidenti ragazze mi mancavate troppo! Come vi vanno le cose? >>
Raven sorrise.
<< non male direi. Te invece? Abbiamo saputo che stai continuando a fare un ottimo lavoro con le questioni economiche tra Hekseville Jirga Para Lhao e che presto avrai una promozione >>
<< beh >>, disse Cecie arrossendo, << Lisa mi ha detto che sono cambiata tantissimo negli ultimi anni e che sto facendo un lavoro ottimo. Io le ho detto che ho preso solamente ispirazione da voi due e che volevo essere utile e matura come lo erano sempre state le mie amiche >>
Kat sfoggiò un sorriso.
<< guarda che sei stata utilissima lo sai…ci hai aiutato a salvare il mondo e senza di te non ce l’avremmo mai fatta >>
Cecie era felice di sentire quelle parole. Ancora si vergognava un po’ per quello che aveva fatto prima di salvare la vita di moltissime persone: aveva fatto cose terribili insieme alla sorella e sotto la forma di Durga, l’angelo che manipola i cristalli, si era messa a seminare il caos da tutte le parti. Sentire qualcuno che le ricordasse che aveva ormai imparato a controllarsi ed era riuscita a fare del bene quando subiva la sua trasformazione le dava sempre un gran sollievo...soprattutto se quel qualcuno era Kat. Tuttavia, la visita delle regine della gravità era del tutto inaspettata.
<< posso chiedervi che cosa ci fate da queste parti? >>
La ragazza dagli occhi rossi guardò Raven, come se cercasse da lei una risposta che non mettesse a repentaglio la serenità (e soprattutto la sicurezza) della giovane.
<< stiamo cercando delle persone “particolari “ >> disse la shifter mentre accarezzava il corvo che era posto sul suo braccio.
<< mmm…credo di sapere qualcosa a riguardo. Intendete le strane persone avvistate poche volte a girovagare per Jirga Para Lhao? >>
<< esattamente >>
<< purtroppo non so molto neanche io. Comunque io ne ho viste un paio di persona, un uomo e una donna…posso confermare che sono tipi davvero strani: sembra che vadano a giro senza una meta per poi fermarsi di tanto in tanto a chiedere informazioni. Una volta Misai mi ha raccontato che un tizio simile a quelli che ho visto io ha provato a parlare con lui >>
Kat sobbalzò.
<< ah sì? E che cosa ha detto? >>
<< beh…lo sapete com’è fatto…Con gli sconosciuti è un po’ scontroso. Comunque, non ha avuto molto tempo di raccontarmi i dettagli perché è sempre molto occupato. Forse lui saprebbe dirvi di più >>
<< sperando che non abbia troppo da fare >>, commentò Raven.
<< se si tratta di voi due ascolterà >> disse Cecie facendo l’occhiolino.
Le tre si salutarono con un veloce abbraccio di gruppo prima che Kat e la sua compagna di avventure si dirigessero verso la barca usata per il trasporto dei minatori: lì avrebbero potuto sicuramente trovare Misai.
Man mano che si avvicinavano alla loro destinazione, cominciarono a sentire qualcosa di familiare.
 << ehi tu! Stai attento con quel carico! Quei minerali mandano avanti la nostra economia! >>
<< ecco Misai >> dissero le due.
E infatti era lì: in piedi a dirigere i lavori di trasporto dei minerali. Dovevano essere tornati da poco da una spedizione nei siti minerari.
Kat ricordò i tempi in cui anche lei lavorava in quelle strane zone in cui doveva spaccare decine e decine di sfere contenenti le gemme per poter mangiare la sera.
Questo la fece sorridere: dopotutto è stato bello conoscere tutte le persone che adesso erano amiche.
Misai girava la testa a destra e a sinistra cercando di rimanere concentrato su tutto quello che accadeva intorno a lui fino a quando non le vide.
<< per tutti i creatori! >>
Aveva subito riconosciuto le due ragazze.
<< tu laggiù…ti do il turno per qualche minuto. Continuate a lavorare! >>
Raven fu la prima a rivolgergli la parola.
<< Ciao Misai. Come stai amico? >>
<< Tutto bene grazie…non pensavo di vedervi qui. Voi invece? Spero vi vada tutto per il meglio >>
Kat fece capolino da dietro l’amica sorridendo al ragazzo.
<< ehi Misai! Le cose non ci vanno male…stavamo passando di qui per delle commissioni e abbiamo pensato di fare un saluto a voi del villaggio Banga >>
Lui tolse i suoi occhi color viola da quelli rossi della ragazza.
<< lo apprezzo molto…grazie >>
“Possibile che Kat non si sia accorta di lui?”  Pensò Raven.
Tuttavia, Misai si riprese in brevissimo tempo per poi continuare.
<< commissioni avete detto? Di che si tratta? >>
<< stavamo cercando di capire qualcosa sulla faccenda delle persone avvistate per Jirga Para Lhao. Cecie ci ha detto che hai avuto un contatto diretto con loro >>
<< sì è vero >>
<< potresti parlarcene? >>
<< certamente: qualche giorno fa un uomo e una donna sono venuti qui. Hanno girato tutto il villaggio e non hanno parlato con nessuno. Infine, si sono diretti verso di me e mi hanno fatto alcune domande >>
<< che ti hanno chiesto? >> lo interrogò Raven.
<< mi hanno chiesto come stava andando l’estrazione di minerali e come stavano andando gli affari con Vogo e suo fratello. Ovviamente ho risposto in modo molto vago…non sopporto che la gente ficchi il naso negli affari altrui. Ad ogni modo erano strani: parlavano in modo molto fine, ancora di più degli abitanti di Lei Havina. A me sembravano individui molto ricchi. E poi…quei vestiti. >>
<< vestiti? >> chiese Kat.
<< sì…avevano degli abiti molto strani. Sapete, sono stato in ogni parte di Jirga Para Lhao e certe volte ho visitato anche Hekseville quando avevano bisogno di me sulle navi da carico, eppure non ho mai visto nessuno vestirsi con quelle strane tuniche >>
<< ti hanno chiesto più niente? >>
<< no. mi hanno ringraziato e sono andati via senza dire nient’altro. erano proprio strani >>
Le due si guardarono: erano riuscite a racimolare qualche informazione in più, ma era comunque poco su cui basarsi.
Kat guardò ancora una volta l’amico, sfoggiandogli un sorriso.
<< grazie mille Misai. Adesso purtroppo dobbiamo andare…grazie mille dell’aiuto! >>
<< è sempre un piacere >>
Le due stavano andando via quando sentirono di nuovo la sua voce.
<< ehi Kat…se ogni tanto…ehm…vuoi tornare qui a scavare un po’ in nome dei vecchi tempi…sei sempre la benvenut a>>
<< grazie mille Misai! Tornerò sicuramente qualche volta >>
<< mi fa piacere. Raven, ovviamente sei invitata anche tu >>
<< non so…il lavoro in miniera non fa molto per me…scusate ma forse dovrò lasciarvi soli >> disse quest’ultima facendo l’occhiolino al giovane, il quale dovette abbassare lo sguardo per nascondere il sorriso di gratitudine nei confronti della ragazza dai capelli corvini e per evitare che l’altra si accorgesse del colorito rosso fuoco che gli si era formato temporaneamente sulle guance.
<< ok capito. Ora scusate ma devo tornare al lavoro…ci vediamo presto >>
Così le due si alzarono in volo per andarsene e, quando si udì nell’aria la voce di Misai che dava ordini a Raven scappò un risolino causato dal buffo pensiero riguardante l’amica ignara del fatto che il giovane avesse una cotta per lei da almeno un paio di anni.
<< Raven…perché ridi? >>
<< niente. Ti spiegherò tutto quanto quando sarà tutto finito >>
<< ah…va bene. Comunque, Misai non ci ha saputo dire molto su quelle strane persone. >>
<< hai ragione. Sappiamo solo che si vestono in modo strano e che non parlano quasi con nessuno. Che ne dici se diamo un’occhiata a giro per vedere se ne becchiamo qualcuno? >>
<< ci sto! >>
E così fecero, iniziando a volare sopra Jirga Para Lhao, sperando di vedere in quel mare di gente qualcuno che si distinguesse dagli altri.
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Cambio personaggio.
Lei Colmosna, mercato centrale.
Gli abitanti della città giravano per il grande mercato: c’era chi faceva acquisti, chi faceva affari e qualcuno si fermava semplicemente a prendere qualcosa da bere attorno a un tavolo insieme ai propri amici.
Il flusso di gente si muoveva in modo caotico nel mare di bancherelle. Nessuno si stava accorgendo che la peggior minaccia del paese era tra loro.
Diva infatti era lì, senza alcuna maschera, che andava a giro in pieno giorno tra le persone senza che nessuno sapesse della sua esistenza.
Un tempo questo non lo avrebbe potuto fare.
Infatti, da quando Hekseville e Jirga Para Lhao erano entrate in contatto avevano diviso molte cose, tra cui i grigo: i robot che girovagano per la città come poliziotti.
L’assassino sapeva che per essere dei cittadini si doveva aver fatto la registrazione e, dopo qualche mese in cui poteva agire solamente nell’ombra evitando qualsiasi robot di sorveglianza, era finalmente riuscito a costruire un arnese che entrava in funzione puntandolo contro un grigo che gli chiedeva nome e cognome. In questo modo poteva prendere l’identità di un qualunque cittadino e spacciarsi per esso, facendo si che potesse andare dove voleva senza essere disturbato e, soprattutto, sempre sotto copertura.
Per quel giorno non aveva avuto alcuna direttiva, ritrovandosi così con più tempo per andare a fare un giro di perlustrazione.
Non aveva notto niente di nuovo, fino a quando non aveva visto qualcuno che di quelle parti non era: uno strano tipo con delle vesti del tutto sconosciute.
Le persone intorno a lui non si accorgevano della sua presenza, ma Diva non era certo un novellino.
Così aveva deciso di seguirlo e così aveva fatto per più di due ore.
La cosa non gli piaceva, anche perché durante il suo silenzioso inseguimento lo aveva visto incontrarsi con delle persone conciate in modo simile al suo.
E adesso eccolo lì: l’uomo sedeva con i suoi “simili” a parlare silenziosamente ad una bancherella del mercato centrale di Lei Colmosna.
“questa è una nuova variabile da tenere sotto controllo” pensò.
La situazione era strana: dal modo in cui si muovevano per la città era chiaro che non fossero del posto e la maniera in cui osservavano tutto ciò che si ritrovavano davanti era un chiaro segno di studio o di ricerca.
“farò un paio di chiacchere con uno di loro”
Nei pochi attimi successivi alla generazione di quel pensiero accadde nella testa di Diva qualcosa che ormai era diventata un’abitudine: scegliere un obbiettivo, studiarlo e poi arrivare ad esso.
E cosi avevano fatto, scegliendo con cura tra gli individui attorno al tavolo il futuro bersaglio.
Scelse l’uomo che a parer suo sembrava il più debole.
Alla fine, vide i quattro strani individui alzarsi dalla tavola, salutarsi con un lieve inchino e avviarsi ognuno in una direzione diversa.
Iniziò quindi a inseguirlo.
“non ci vorrà molto. Chi non vuol farsi notare si muove spesso in maniera prevedibile…a breve sarà in un posto più isolato”
Infatti, passò poco tempo prima che l’uomo si ritrovasse a camminare per le zone meno frequentate di Lei Colmosna.
Il giovane sospetto si era infilato in un vicolo posto all’ombra, per poi fermarsi in mezzo ad esso.
Diva lo scrutò attentamente, cercando di capire le sue intenzioni.
“non sa che lo seguo, altrimenti non sarebbe venuto in un posto così scomodo. Che debba incontrarsi con qualcuno? Adesso non ha importanza…lui verrà giù con me”
Infatti, vicino ai piedi del suo bersaglio, c’era un tombino delle fognature…perfetto per portarlo via di qui.
Si avvicinò alle spalle del tizio, cercando di non far rumore con il vestito rubato che utilizzava come copertura
Non era come indossare il suo equipaggiamento...ma sapeva comunque cavarsela.
Adesso era alle spalle della figura incappucciata, a soli due metri da lui.
Ci aveva messo molto tempo per arrivare fino a quel punto senza fare rumore, ma sapeva che oramai, a quella distanza con una fornitura inappropriata, la sua posizione era stata sicuramente rilevata e il l’uomo stava fingendo di non sapere di avere qualcuno alle spalle
“sa di essere seguito e vuole accopparmi…ma non sa che ne sono a conoscenza”
avanzò dunque con estrema cautela, aspettando l’improvvisa reazione dell’altro che sicuramente avrebbe avuto luogo a momenti.

Diva tirò fuori dalla tasca una siringa contenente uno strano liquido giallognolo.
Pochi istanti dopo il soggetto che aveva davanti si girò di scatto provando a colpirlo.
La reazione dell’assassino dell’assassino fu così rapida e violenta che l’incappucciato non si rese neanche conto di essere bloccato dal suo aggressore e di avere un ago infilata nel collo.
Il tale sentì un fluido penetrargli nel collo, per poi addormentarsi.
L’altro intanto si era già guardato intorno per vedere se c’era qualche testimone da uccidere all’istante per poi aprire la botola e avviarsi nelle fogne: aveva una bella chiacchierata da fare e voleva farla in privata sede in un luogo isolato dove nessuno avrebbe potuto sentire né le confessioni né le urla del poveraccio.
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Cambio personaggio.
Kat e Raven avevano girato in lungo e in largo senza trovare niente. Non erano neanche riuscite a trovare un indizio o qualcuno di sospetto al quale fare delle domande oppure mandarlo direttamente a farsi interrogare dalla polizia.
<< cavolo Kat, non abbiamo trovato niente…forse stiamo sbagliando qualcosa >>
<< forse hai ragione…uffa, eppure sono almeno tre ore che proviamo! E ormai si è fatta ora di pranzo…muoio di fame >>
<< sì anche io. Che ne dici se ci prendiamo uno spiedino Lhao e mangiamo? Non poso più continuare a stomaco vuoto >>
<< sono d’accordo, ottima idea! >>
Così, le due comprarono uno spiedo di carne alla griglia e si misero a mangiare sedute sopra il cornicione di un tetto di una casa.
Il sole era esattamente sopra le loro teste e la luce faceva risplendere tutti gli edifici, facendo si che il bagliore di mezzogiorno accompagnasse il piacevole clima che Jirga Para Lhao offriva in quasi tutte le sue zone.
Quelle erano i momenti che Kat amava di più: quei lassi di tempo nei quali avevi il tempo per pensare. Era tanto che non si fermava così a lungo a Lei Colmosna e avere la possibilità di fermarsi aveva fatto in modo che lei ricordasse tutti i momenti passati in quel posto (soprattutto quelli belli) e tutte le persone che aveva potuto conoscere da quando era atterrata vicino al villaggio Banga.
Ancora non riusciva a credere che nel lasso di tempo che aveva vissuto negli ultimi tempi potessero accadere tutte quegli eventi e che questi avessero coinvolto tutte quelle persone.
devo salvare tutto questo…devo salvare tutto ciò che amo” pensò la ragazza.
Raven intanto pensava a sua volta, tormentata dalla sua stessa mente che stava impazzendo nel tentativo di continuare a ragionare sulle faccende sulle quali indagava con l’amica da pochi giorni a questa parte.
Ogni tanto però, qualche pensiero sulla sua vita sfrecciava rapidamente nella sua mente. Si questo non si stupì: è sempre stata una persona pensierosa e, quando era sola (o quando era con Kat), si ritrovava a rimuginare sul suo passato o su interrogativi poco comuni per una giovane donna della sua età.
 Stavolta però era felice: ancora una volta si stava sforzando per dare una mano alla città piuttosto che a seminare il panico come un tempo faceva sotto le vesti della “ragazza corvo”. Infatti, era ancora dispiaciuta per aver agito sotto il volere di Ndelica (e contro il bene dei cittadini), cosa che le si poteva leggere begli occhi quando parlava con delle persone che l’avevano riconosciuta a causa della sua fama come “eroina della città” e, per quanto fossero belle, Raven era una che non desiderava avere molte attenzioni su di lei.  
Continuarono a mangiare fino a quando Kat sentì una vibrazione sulla sua gamba.
<< Ah giusto, la ricetrasmittente! Quasi me ne dimenticavo >>
Si slegò il laccio che legava il suo bacino all’apparecchio per poi portarselo all’orecchio.
<< sono Kat >>
<< Kat, sono Syd. Io e voi due dobbiamo vederci…forse ho trovato un modo per prenderlo! >>
Raven, che aveva origliato la breve conversazione, chiamò subito il suo corvo.
La voce continuò a parlare attraverso la radio.
<< ci incontriamo nel tardo pomeriggio nella villa sopra al parco centrale di Lei Havina >>
<< ma Syd, ci sono un sacco di ville in quella zona! >>
<< click >>
<< ha riattaccato… >>
<< non c’è problema >> disse Raven << troveremo quella villa. Ci basterà volare da un posto a un altro…vedrai che sarà facile vedere Syd >>
<< va bene, allora faremo cosi. Tu hai idea di cosa possa aver pensato? >>
<< non saprei…di solito le sue idee finiscono sempre in modo strano >>
<< si è vero…comunque lo sapremo appena saremo lì >>
E così iniziarono a librarsi in aria, ignare di chi stavano lasciando a subire un destino assai crudele.
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Cambio personaggio.
Lei Colmosna, ubicazione sconosciuta.
Freddo…
Questa fu la prima sensazione che l’uomo sentì prima di riaprire lentamente gli occhi.
La vista era sfuocata, ma non ci volle comunque molto tempo prima che si accorgesse che era legato a una sedia.
“dove sono”, pensò.
Man mano che tornava a vedere nitidamente apparivano davanti a lui sempre maggiori dettagli.
Sgranò gli occhi: era completamente nudo e i suoi vestiti erano appesi a un chiodo infisso in un muro deteriorato dalla muffa e dall’umidità.
Era in un luogo scarsamente illuminato, al centro di uno sgabuzzino sotto a una lampadina che emetteva una luce fioca, come se questa stesse per morire da un momento all’altro.
Paura…
Adesso ricordava: aveva capito di essere seguito ma era stato comunque catturato.
Ma da chi?
Sentì dei rumori provenienti dalla parte buia della stanza, per poi vedere una terrificante maschera inespressiva sbucare fori dall’oscurità.
<< chi sei? >> Chiese impaurito l’uomo.
Ci furono degli attimi di silenzio.
Una sagoma uscì del tutto dalle tenebre per mostrarsi tutta la sua interezza mentre indossava la sua “tuta da lavoro”.
La persona legata sussultò a causa dello spavento dato dalla visione di quel soggetto.
Indossava un uniforme completamente nera, con appigli sparsi in tutta la lunghezza dove erano appesi oggetti ed equipaggiamenti mai visti da nessuna parte.
Diva avvicinò la testa a quella del suo ostaggio.
Quest’ultimo vide per bene il suo casco poco più grande del cranio, dove un meccanismo faceva sì che la maschera che indossava rimaneva sempre nella stessa inclinazione anche quando l’uomo inclinava la testa.
Dietro, nella parte della nuca, alloggiava un'altra inquietante faccia bianca.
Il volto pallido e inespressivo si avvicinò al suo, parlando per la prima volta.
<< io non sono niente >>
Quella voce distorta fece gelare il sangue del poveraccio, che tuttavia riuscì a mantenere la calma. A prima vista sembrava un uomo con la volontà ferrea.
<< che cosa vuoi >>
<< voglio sapere come ti chiami >>
<< posso farti ottenere tutto ciò che vuoi. Tuttavia, devo chiederti di lasciarmi andare…e vorrei anche riavere i miei vestiti >>
 Diva capì che la persona che aveva legato non era certo un tipo qualunque. Lo aveva già compreso quando lo aveva visto tentare a contrastare la sua aggressione nel vicolo vicino al mercato centrale. Adesso però ne aveva la conferma.
Questo però non aveva importanza: di persone ne aveva interrogate un’infinità, e non era certo un tipetto apparentemente coraggioso (e molto probabilmente addestrato) come questo qui a creargli problemi. Avrebbe comunque avuto le informazioni che voleva…per quanto gli riguardava sarebbero potuti rimanere lì anche più di una settimana.
<< non voglio nulla di particolare. Per adesso voglio solo sapere il tuo nome >>
Diva tirò fuori una lama dalla sua uniforme, che illuminò per una frazione di secondo gli occhi del tipo nudo come un verme, il quale capì che per adesso conveniva collaborare.
<< mi chiamo Harald >>
<< bene Harald…dimmi da dove vieni >>
<< non ti dirò altro fino a quando non troviamo un accordo >>
Diva aspetto due secondi rima di piantare il suo coltello nella mano dell’uomo.
L’ostaggio grido, per poi provare istintivamente ad alzare l’altro arto per provare a togliersi la lama dal palmo ferito.
Era completamente bloccato, poteva solo soffrire e osservare il sangue che zampillava.
<< da dove vieni? >>, chiese di nuovo Diva senza scomporsi.
Non ottenne nessuna risposta.
“è solo questione di tempo. Basterà togliergli di dosso la sua autorità e, quando non sarà più niente, parlerà” pensò l’assassino.
E come non aveva alcuna risposta, egli non disse niente.
Avvicinò quindi il pugnale all’altra mano del soggetto per poi appoggiare la lama sopra l’indice.
L’uomo iniziò guardarlo preoccupato, poi provo a parlare.
<< non sai in che guaio ti stai cacciando, tu non sai chi sono io >>
<< non mi importa. Per me non sei nessuno e lo so che vi state muovendo in gruppo, ce ne sono almeno altri sei come te che stanno girando per tutto il paese. Per me uno vale l’altro. posso catturare tutti quanto come ho fatto con te per poi portarli tutti qui, dove nessuno potrebbe mai trovarvi >>
Detto questo iniziò improvvisamente a segare il dito dello sfortunato fino a tranciarlo.
Egli gridò, continuando per quasi un minuto anche dopo che il suo indice era caduto a terra.
Il sangue colava e ormai il suo corpo era per metà del colore della sua carnagione e per metà rosso.
<< non te lo chiedo di nuovo >>
<< Eto! >> gridò. << vengo dalla città di Eto >>
Eto. Questo nome lo aveva già sentito nominare alcune volte dalla regina della gravità mentre la pedinava.
Tuttavia, non era mai riuscito a capire molto. Kat e Raven ne parlavano pochissime volte e anche in modo molto vago. Per di più, non era neanche servito a niente infiltrarsi nella polizia per ottenere l’accesso alle informazioni riservate e top secret. Nessuna notizia di questa Eto.
Aveva già in progetto di rapire qualcuno che ne sapesse qualcosa di questa suddetta “Eto”. Ma adesso che aveva l’occasione di ottenere qualcosa avrebbe spremuto questa larva fino ad avere tutto quello che poteva.
Così i suoi pensieri continuavano a scorrere, mentre Harald si scuoteva ed emetteva lamenti sotto il volto immobile e impassibile del suo aggressore.
<< Eto…perché siete venuti dalla città in cima al pilastro del Mondo? >>
<< per osservare >>, sbiascicò l’uomo in preda al dolore.
<< dimmi tutto di Eto e farò in modo che tu sia libero >>
L’uomo emise un mezzo sorrisetto isterico: gli era stata offerta la libertà.
<< ti d-dirò quello che s-so >>.
E così fece, collaborando con Diva e raccontandogli di Eto, della sua vecchia regina e dell’ex re bambino che al momento era in balia di un odio sconfinato nei confronti di Hekseville e del mondo intero.
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Cambio personaggio.
Lei Havina, tramonto.
Kat e Raven avevano vagato per almeno dieci minuti prima di poter trovare la villa giusta dove si sarebbero incontrate segretamente con Syd.
Questo però non le aveva fatte innervosire per niente. Piuttosto ne avevano approfittato per godersi lo spettacolare panorama che Havina offriva ogni volta che qualcuno visitava quel posto.
Gli edifici erano enormi e spettacolari e il parco centrale, che era grosso quando un intero quartiere di Audlnoir, le tentava con la propria bellezza di fermarsi qualche minuto a godersi la vista.
Adesso però avevano questioni più importanti di cui occuparsi.
Finalmente adesso erano a parlare e il loro amico stava spiegando il motivo per il quale le aveva convocate.
<< salve ragazze. Credo di aver trovato un modo per ingannare il nostro uomo. Questo al mio fianco è un mio collega. Non dirò il suo nome per questioni di sicurezza. Ad ogni modo è riuscito ad arrestare una persona che ha dichiarato di aver ordinato a Diva di sbrigare una “commissione”, per poi pentirsi e costituirsi a noi. Interrogandolo ha scoperto così uno dei luoghi dove possiamo creare un contatto con quel maledetto >>
<< vuoi provare a chiedere un falso ingaggio ad un falso obbiettivo? >>, chiese Raven.
<< esattamente. Metteremo un biglietto con un falso nome nel luogo che ci è stato indicato per poi aspettare che vada a prenderlo >>
<< ma non è rischioso? >> chiese Kat.
<< si, lo è. Ma io e il mio compare siamo pronti a correre il rischio. A voi due chiediamo solo di intervenire nel caso qualcosa vada sorto >>
<< capito >> risposero entrambe.
Si avviarono verso il parco centrale, dove percorsero il vialetto lungo il perimetro del laghetto centrale.
Improvvisamente il collega di Syd si fermò.
<< è questo il punto >> disse indicando una mattonella.
Syd si chinò incuriosito: c’era una mattonella con un frego nero segnato sopra di essa.
Mentre le due shifter controllavano i dintorni dall’alto, il poliziotto la alzò per poi mettere sotto la piastrella la lettera col falso messaggio.
<< sei sicuro che funzionerà? Temo che possa capire che il nome che abbiamo scritto sia un falso >>, chiese preoccupato Syd al collega.
<< non c’è bisogno di preoccuparsi. A noi basta che prenda la lettera e si metta allo scoperto >>
<< potrebbe volerci tanto. dovremo darci dei turni…non temi per la tua vita? >>
<< sono pronto ad accettare il rischio >>
<< bene…lo sono anch’io. Però ti chiedo solo un favore >>
<< dimmi Sydney…tutto quello che vuoi >>
<< le ragazze…fai in modo che non si mettano troppo nei guai. Nel caso dovesse succedermi qualcosa vorrei che qualcuno vegliasse su di loro >>
<< tieni molto a loro, vero? >>
<< non sai quanto. Siamo legati da una storia iniziata molto tempo fa. Se un giorno avrò l’occasione giusta te la racconterò >>
<< va bene amico mio. Farò come dici >>
Syd sorrise per poi chiamare le ragazze.
<< Kat, Raven. La questione potrebbe richiedere molto tempo. Io e il mio socio ci daremo dei turni. Vorremmo che una di voi due accompagnasse me o lui nelle nostre rispettive ronde >>
Le ragazze si guardarono: non gli andava a genio l’idea di separarsi.
Decisero comunque di annuire.
<< tranquilla Kat, andrò io con l’uomo sconosciuto >> sussurrò Raven per tranquillizzare l’amica.
<< d’accordo, grazie. Io allora starò con Syd >>
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Lei Havina, notte fonda.
Raven e il poliziotto avevano appena lasciato il posto a Kat e Syd dopo sei ore di controlli ininterrotti. Nessuno aveva ancora visto l’assassino farsi vivo e la pattuglia che era sparsa per tutto il parco centrale era ben nascosta e costantemente sull’attenti per mettere in una situazione di resa obbligata il sospettato nel caso si fosse presentato per prendere in mano la lettera con le sue future commissioni.
La ragazza dagli occhi rossi scrutava il posto dall’alto dalla cima di una villa. Da lì avrebbe potuto vedere qualsiasi cosa.
Syd invece era nascosto da qualche parte vicino alla squadra di poliziotti.
la radio iniziò a vibrare sulla coscia di Kat, procurandole un leggero spavento.
<< sono Kat >>
<< qui Syd. Vedi qualcosa di sospetto? >>
<< ancora niente >>
<< ok. Avvisami appena vedi qualcosa ok? >>
<< va bene >>
<< click >>
Il tempo passava e passava, senza che nulla di strano accadesse.
Kat si ritrovò così con un po’ di tempo per pensare in tranquillità.
Sentiva la stanchezza che invadeva il suo corpo, insieme a un lieve senso di colpa causato dal fatto che non era ancora stata in grado di catturare la persona che stava massacrando uomini, donne, vecchi e bambini per tutta la città.
“è inutile saper controllare la gravità se non si riesce neanche a vedere i propri nemici” pensò Kat aggiustandosi i capelli smossi da una folata di vento.
Eppure, c’era qualcosa che ancora non le tornava: chi erano gli “strani tizi” avvistati dalla gente del villaggio Banga che (a detta loro) girovagavano per tutta Jirga Para Lhao? Come mai sbucano proprio adesso? Sono collegate a Diva?
“Chaz sarebbe sicuramente stato in grado di risolvere la situazione”.
“Chaz…povero Chaz”.
Oramai non era più in grado di aiutare nessuno, e questo la giovane lo sapeva bene.
Kat ebbe un sussulto creato da una domanda che finalmente era riuscita a formulare dopo averla trattenuta troppo a lungo.
“un momento. Lui avrebbe potuto levarci dalla sua strada. Io, Raven e Syd…avrebbe potuto ucciderci tutti a Pleajeune. Eppure, non ha toccato nessuno di noi…non ci a neanche torto un capello…perché?”
Non ebbe il tempo di formulare una risposta che vide qualcosa che la fece insospettire.
<< Syd, sono Kat, rispondi >>
<< Kat. Vedi qualcosa? >>
<< vedo una persona incappucciata che si sta incamminando verso il parco centrale >>
<< d’accordo. Se si tratta del nostro uomo lo aspetteremo qui…non avrà scampo >>
<< d’accordo. Io interverrò se avrete bisogno. Chiudo >>
<< click >>
Kat vide tutta la scena: l’uomo stava camminando rapidamente verso il parco cercando di non essere notato.
Raggiunse la vasca centrale per poi iniziare a cercare qualcosa per terra.
<< Kat, sembra che stia cercando la lettera. Penso proprio che si tratti del nostro uomo >>
<< ok Syd, credo sia meglio tentare >>
<< click >>
Non ebbe il tempo di riagganciare che sentì un urlo provenire dal parco centrale.
<< Adesso ragazzi! >>
In pochi secondi il sospettato si ritrovò circondato da almeno una ventina di poliziotti che gli puntavano una pistola.
Questo si bloccò sul posto, guardandosi intorno stupito.
<< siamo della polizia di Hekseville e Jirga Para Lhao. Sei in arresto! Tieni le mani in alto e consegnati. Se farai come ti dico non ti verrà fatto alcun male >>
Kat rimase imbambolata davanti a quello spettacolo mentre si stupiva di quanto Syd potesse sprigionare tanta autorità semplicemente cambiando il tono della sua voce.
L’uomo portò subito le mani sopra la testa. Rimanendo immobile.
L’amico iniziò a incamminarsi verso il criminale, ordinando agli altri di stare all’erta.
La mano gli tremava: non riusciva a credere che il piano avesse funzionato e stava per smascherare Diva.
Afferrò il cappuccio che copriva il volto che cercava da anni. Anni in cui lo stress e eventi di insonnia lo avevano lentamente consumato.
Alzò il vestiario con uno strattone.
<< per piacere non fatemi del male >>
Non ebbe neanche il tempo di posare gli occhi su di lui che le sue orecchie avevano già udito quelle preghiere disperate.
Il volto di quello che doveva essere Diva era in lacrime, in balia della paura e della vergogna.
Syd lo guardava sorpreso. Non riusciva a credere che piangesse. Le sue aspettative erano state completamente ingannate.
Tuttavia, non si scompose: chiamò con un gesto due colleghi che lo presero di peso per portarlo via.
<< vi prego, dovete aiutarmi, vuole uccidermi! >> continuava l’uomo.
<< non ci casco Diva! Racconterai tutto durante i tuoi interrogatori. Ti abbiamo cercato per anni brutto bastardo e di certo una recita come questa non ci farà certo mollare la presa su di te! >>
Kat era in estasi: finalmente lo avevano preso. Aveva visto tutta la scena e adesso poteva tornare a casa e dare la buona notizia alla sua amica.
Si alzò in piedi in cima all’edificio tenendo in braccio Dusty quando improvvisamente il trasmettitore vibrò nuovamente sulla sua gamba.
Era così estasiata che rispose ancor prima di sapere chi era.
<< Syd, ce l’hai fatta! Ho visto >>
Sentì un fruscio fastidioso che le fece istintivamente allontanare la radio dall’orecchio.
Un suono distorto uscì dai rumori creati dalle interferenze.
<< ciao Alua… >>
La giovane lasciò sfuggire il gatto dalle sue mani e sentì il sangue congelarsi nelle arterie: quella voce poteva appartenere ad una sola persona.
<< n-no! >>
<< pensavate fosse così semplice? Credevate che sarei andato in un luogo così all’aperto? L’uomo che state portando via è solo un innocente che non sa nemmeno chi sono. Per di più non potrete nemmeno chiedergli niente…il veleno che gli ho iniettato farà il suo lavoro entro pochi minuti >>
<< MALEDETTO! >>
<< non potete trovarmi perché potrei essere chiunque. Posso indurre alla gente di fare quello che voglio, facendo sì che la città che tanto amate e cercate di proteggere si rivolti contro di voi: una città completamente composta da noi Diva >>
<< ti troveremo! Non potrai fare del male alle persone per sempre! >>
Kat sentì un fischio, si voltò e vide Dusty fare due passi per poi cadere a terra.
Subito dopo sentì una voce alle sue spalle.
<< non c’è bisogno di cercarmi >>
Si voltò senza dire niente e rimase paralizzata: l’assassino era davanti a lei.
Provò a gridare, ma l’unico risultato la sensazione sgradevole di una puntura sul collo.
La vista si annebbiò, cercando di mettere a fuoco la pallida maschera mentre Kat perdeva i sensi.
Continua…
   
 
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