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Autore: rekichan    12/06/2018    3 recensioni
La storia che vi voglio raccontare, però, non è quella del nostro mondo, ma quella che mi è stata tramandata da mio padre; una storia che ha il sapore di leggenda, acre come la salsedine, dolce come il riverbero delle onde sulla battigia.
Questa è la storia dell’unico figlio delle sirene nato con la coda e dell’uomo che la raccolse per errore.
È la storia di mio zio tritone Itachi e del suo mal d’amore per l’umano Shisui.
[ShiIta][Mermaid!AU][Per Kyuukai]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fugaku Uchiha, Itachi, Mikoto Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nestalienia

La sposa sirena

 

 

Molti secoli fa, Marina era un mondo come un altro; la gente viveva pacifica sulle isole, c’erano scuole, edifici e, soprattutto, c’erano le donne e gli uomini.

Tuttavia, l’intensa attività industriale legata all’energia nucleare portò la popolazione a mutare. Dapprima si trattava solo di mutazioni secondarie: i neonati nascevano con colori di occhi, capelli e pelle insoliti – per esempio azzurri, rosa e viola – ma mantenevano immutate le loro caratteristiche fisiche; col tempo, soprattutto nella popolazione che abitava più vicino all’isola centrale, Chrisma, le mutazioni si fecero più marcate: i bambini cominciarono a nascere con organi genitali ambigui, o con malformazioni embrionali. Alcuni stadi dello sviluppo prenatale sembravano bloccarsi alle prime fasi, rendendo i feti più simili agli anfibi che agli esseri umani; alcuni bambini nacquero con branchie sviluppate, altri con mani e piedi palmati; altri ancora presentarono malformazioni ancora più marcate, come lo sviluppo degli arti inferiori uniti da una sottile membrana cutanea coperta di scaglie, simile a una coda di pesce.

Nel corso dei secoli, l’aumento della radioattività influì sullo sviluppo della civiltà. Dopo l’esplosione della grande centrale di Chrisma, gli elementi mutogeni si divisero in due grandi razze e civiltà: gli esseri umani e le sirene, che tutt’oggi abitano Marina.

Gli umani, discendenti della razza primordiale del pianeta, sono considerati universalmente come “maschi”, sebbene il loro apparato riproduttivo si avvicini a forme di ermafroditismo più o meno marcate a seconda dell’isola abitata e della sua vicinanza a Chrisma. Ciò nonostante, la loro società non differisce molto da quella dei progenitori: l’istruzione viene trasmessa in seno alla famiglia, visto che le scuole rimaste risiedono solo a Chrisma e muoversi per mare per lunghi periodi è sconsigliato anche ai marinai più intrepidi. La principale fonte di reddito e d’alimentazione viene dalla pesca e dalla coltura delle differenti specie di palme presenti sulle isole.

Le sirene, specie esclusivamente femminile, si è evoluta dalle discendenti delle donne mutate in forme anfibie; vivono nei mari attorno alle isole, in città sottomarine governate da piccole monarchie che fanno capi alla Regina, residente nella capitale marina vicino Chrisma.

Come i pesci, depongono le uova, ma come le tartarughe la deposizione avviene sulla spiaggia, in quanto la sabbia fornisce il calore necessario alla schiusa e i cuccioli nascono privi di branchie. Dalle uova possono nascere sia individui maschili, che femminili, ma solo quest’ultime sviluppano la coda e raggiungono la madre nel mare. I bambini maschi, se non cambiano sesso entro due giorni dalla schiusa, restano sulla spiaggia e vengono accolti dalla comunità umana come semi divinità, in quanto non presentano caratteristiche ermafrodite e possiedono colorazioni atipiche, più simili a quelle ereditate dalla madre che dal genitore paterno.

La comunità delle sirene è soggetta a svariate leggi che limitano la loro libertà personale, come il non poter restare con un umano per più di tre mesi, o il divieto di innamorarsi di essi. Questo causa molti problemi alle sirene che subiscono il mal d’amore; difatti, se esse scelgono di restare con l’umano, verranno bandite dalla comunità e non potranno più avvicinarsi all’acqua. In caso contrario, moriranno di solitudine. A prescindere dal caso, qualsiasi sirena si accorga di provare sentimenti forti per un umano, finirà col prediligere il suicidio alla sofferenza.

Sono per lo più creature anfibie; prediligono la vita sottomarina, ma possono uscire in superficie e rimuovere la propria coda per camminare sulla terra. Entro i suoi primi dieci anni di vita, la sirena sceglie l’umano con cui accoppiarsi – a differenza di questi, infatti, non sono fertili tra membri della stessa specie – e lascia trovare la sua coda in un posto a lui visibile. L’umano che la raccoglie, riceve entro due giorni la visita della sirena che giungerà a rivendicare la propria coda.

Terminata questa cerimonia, la sirena tornerà nel mare e si ripresenterà all’umano nel momento in cui questo raggiungerà la maturità sessuale per accoppiarsi e mettere al mondo le proprie uova. Non è raro che l’umano venga scelto, infatti, quando è ancora bambino.

Nella comunità umana, ha preso piede una teocrazia, con al centro del culto il popolo delle sirene, viste dalla maggior parte della popolazione come vere e proprie divinità. Tale culto nega totalmente gli effetti della radioattività e la parte che essa ha giocato nello sviluppo delle due società presenti a Marina. Alle Sirene vengono annualmente lasciate offerte per assicurarsi una tranquilla navigazione e una pesca prospera, mentre ogni quarant’anni, alcuni gruppi di Sirene salgono in superficie lasciando le loro code appese su appositi tralicci, per partecipare alla Cerimonia dello sposalizio col mare (o Nestaliena, la sposa sirena, nella popolazione marittima, dal nome della prima sirena che praticò con nove sorelle questa pratica per la prima volta). Durante la cerimonia, le sirene e gli umani si accoppiano per generare nuove figlie e figli del mare.

La storia che vi voglio raccontare, però, non è quella del nostro mondo, ma quella che mi è stata tramandata da mio padre; una storia che ha il sapore di leggenda, acre come la salsedine, dolce come il riverbero delle onde sulla battigia.

Questa è la storia dell’unico figlio delle sirene nato con la coda e dell’uomo che la raccolse per errore.

È la storia di mio zio tritone Itachi e del suo mal d’amore per l’umano Shisui.

 

 

 

 

 

N/A: a me piacerebbe scrivere one shot, ma a quanto pare la mia testa si ribella. Quindi eccomi qui con una mini-long di non so quanti capitoli (spero di rimanere su un massimo di 5) su ciò che detesto di più: le sirene e il mare.

Però è per una persona che, anche se non conosco di persona, ha contribuito a portare un po’ di gioia in una giornata speciale, oltre che rendere felice giorno per giorno un’altra brutta personcina a cui temo di essermi affezionato, quindi si merita tanto ShiIta e tante storie per il suo compleanno.

Quindi, Kyuukai, accetta questo piccolo regalo da parte mia. Non sarà il massimo, ma spero che possa ricambiare anche solo in piccola parte la felicità che tu hai dato a noi.

   
 
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