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Autore: TooLateMaddie    12/06/2018    1 recensioni
Se tutta la scuola era davvero convinta che il Prefetto di Grifondoro fosse un caso disperato, beh… lei avrebbe dimostrato a tutti quanto si sbagliassero.
Anche se per farlo si fosse trovata a dover ricorrere a maniere drastiche.
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- Allora, Weasley? -
- Voglio che tu mi aiuti a diventare attraente, Malfoy. Insegnami. Fa’ di me la tua Lolita. -
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Rosaline prese un lungo respiro, guardandosi nello specchio.
Ce la posso fare” continuava a ripetersi meccanicamente, come un mantra “Devo solo staccare la spina e non pensare a tutto quello che potrebbe andar storto… Un gioco da ragazzi, no?”.
Lo sguardo disperato che la sua immagine riflessa le rimandò non era esattamente ciò che sperava di vedere. Dopo l’ennesimo respiro, si allontanò dallo specchio e dalla stanza, traballante nei suoi intenti quanto sulle proprie gambe, che tremavano neanche la ragazza si stesse recando al patibolo.
D’altra parte, ne era ormai assolutamente certa: lei, Rose Weasley, la “Prefettina” di Hogwarts – da un ridicolo gioco di parole tra “prefetto” e “perfettina” inventato da qualche ancor più insulso Slytherin – era stanca. Stanca delle voci, stanca delle risatine, delle occhiatine maligne: se tutta la scuola era davvero convinta che il Prefetto di Grifondoro fosse un caso disperato, beh… lei avrebbe dimostrato a tutti quanto si sbagliassero.
Anche se per farlo si fosse trovata a dover ricorrere a maniere drastiche.

 

- Oh, Rosie, meno male che ti ho incontrata! -
Rose si arrestò improvvisamente, il respiro affannato a causa dell’andamento estremamente spedito che aveva tenuto fino ad allora. Poteva anche essere una Gryffindor, ma sicuramente tutto il coraggio di Godric non le sarebbe bastato per trovare la forza di fare ciò che stava per fare.
Rivolse uno sguardo vacuo alla sua sinistra, dove sua cugina Dominique s’era appena materializzata da chissà dove: Domi aveva sempre avuto un talento innato nello spuntare nei momenti meno propizi, per uscirsene poi con una delle sue solite richieste d’aiuto, che si trattasse di compiti o di farsi coprire durante una delle sue scappatelle.
- Ciao Domi, dimmi -
La ragazza si arrotolò una ciocca di capelli biondissimi intorno ad un dito affusolato, sbattendo con dolcezza le ciglia sui grandi occhi blu. Rose si chiese distrattamente come facesse ad essere un’attrice così brava: con quegli sguardi da Puffola Pigmea dolce e indifesa era più che normale che chiunque crollasse ai suoi piedi.
- Sai, avrei un tema di Trasfigurazione da fare ma… proprio non ho tempo! E non posso permettermi di prendere un’altra T, capisci, vero? - la voce incredibilmente acuta e sottile di sua cugina le diede un brivido di fastidio, che Rose decise abilmente di ignorare.
Scrollò le spalle. - Sì, capisco alla perfezione, ed è per questo che so che troverai il tempo di farlo -
- Speravo potessi farlo tu! -
L’insistenza della sua meravigliosa, biondissima cugina era alquanto esasperante, anche se la ragazza sapeva perfettamente che era un po’ anche colpa sua: non avrebbe mai dovuto permetterle di sfruttarla, in tutti quegli anni ad Hogwarts, invece l’aveva fatto ed ora persino lei, sangue del suo sangue, aveva imparato a darla per scontato.
- Non posso, ho da fare – minimizzò, aggiustandosi la tracolla su una spalla. - Ora, se vuoi scusarmi… - senza aggiungere altro Rose riprese la sua corsa verso il raggiungimento del suo folle, folle piano.
 

 

- Rosie! Cosa ci fai qui giù? - la Gryffindor si sentì gelare sul posto. Tra tutti, era proprio suo cugino Albus che aveva sperato di non incontrare. Lui per l’appunto stava comparendo dai dormitori del sesto anno nella Sala Comune di Slytherin, con il suo solito sorriso cosmico a trentadue denti che sembrava stonare completamente con il posto lugubre e buio nel quale si trovavano.
Rose però conosceva benissimo Albus Severus, dato che che negli anni era diventato il suo migliore amico, e sapeva alla perfezione che il suo umore perennemente allegro non era effetto di una qualche fattura scagliata dai suoi viscidi compagni di Casa: infatti, Albus era più che capace di mostrarsi un perfetto Slytherin, quando voleva, senza mai perdere il sorriso dal viso.
- Io… cercavo Scorpius – mormorò a bassa voce la ragazza, a disagio. Non che non avesse pensato all’eventualità che suo cugino scoprisse tutto… ci aveva anche pensato, ma ecco, capire cosa raccontargli era un po’ più complesso del previsto. Soprattutto dato che Albus era estremamente consapevole di quanto la rossa cugina e il suo amico fossero capaci di darsi reciprocamente ai nervi, quando volevano.
Sul bel volto del moro, per l’appunto, si era dipinta un’espressione di educata perplessità.
- Cosa ti serve da Scorpius? -
- Io devo… chiedergli delle cose – tergiversò la ragazza.
Un sopracciglio inarcato le segnalò che non stava funzionando bene. - Cosa? Devo preoccuparmi, Rose? Non dirmi che ti sei scomodata a venire fin qui solo per vendicarti dell’incantesimo del mal di pancia… -
Rose spalancò gli occhi. - Quindi è stato lui! -
L’espressione di Albus mutò di colpo, diventando allarmata. - A fare cosa? -
- Non essere sciocco, Albus. Non ci posso credere, come ho fatto a non capirlo? -
- A non capire cosa? -
- Se non la smetti ti schianto -
- Se non la smetto di fare co… Va bene, la smetto – concluse il cugino, ad un’occhiata non troppo amichevole della Gryffindor. Okay, avrebbe dovuto aspettarselo, Scorpius non aveva gradito l’umiliazione che lei gli aveva inflitto davanti all’intera classe di Pozioni e anche al professore… ma a sua discolpa si poteva dire che non era colpa sua, se era la strega più brillante della sua età, no? Erano i geni Granger. Anche se avrebbe dovuto sapere che quella cosa non avrebbe mai segnato punti a suo favore, nell’opinione generale lì ad Hogwarts.
- Comunque – riprese la ragazza dopo un profondo respiro – Mi sai dire dov’è? -
- Non vedo chi tu possa cercare qui, Weasley – il tono esageratamente gelido della frase fece voltare entrambi di scatto verso l’entrata del dormitorio femminile, dove Viola Greengrass era appena apparsa, accompagnata dalla sua oca da compagnia migliore amica, Vivienne Nott.
Rose non riuscì ad evitare che una fitta di pura gelosia le squarciasse il petto nel momento in cui si accorse che l’odiosa Slytherin, con la sua sola presenza, era stata capace di catalizzare tutti gli sguardi dei presenti nella Sala su di sé: una parte di lei si sentì amareggiata all’idea di dover ammettere, non senza sentirsi ferita nell’orgoglio, di invidiare la bellezza statuaria della ragazza, nonché la sicurezza che sprizzava da tutti i pori. Figlia di Daphne Greengrass, cugina di Scorpius, Viola sembrava provenire da un’altra dimensione; e forse era il corto caschetto di capelli biondissimi, o la pelle d’alabastro, o ancora gli occhi verdi da gatta, dal taglio affilato, ma tutto in lei faceva pensare ad un gelido ma maestoso inverno. Non c’era dolcezza nei tratti duri del suo viso, nessuna delicatezza nella piega amara delle labbra, modellate da un sorrisetto di scherno: eppure la sua bellezza era innegabile. Rose si rese conto di sembrare una bambina, lì nascosta dal suo pesante mantello nero, davanti a lei che non si vergognava di sfoggiare con cura tutte le sue curve; persino la Nott, più insignificante, trasudava una femminilità ed una sicurezza che lei non avrebbe mai pensato possibile raggiungere. Anche se il suo scopo era proprio quello.
- Chi io voglia vedere qui non è affar tuo, Greengrass – rispose dopo un attimo, riscuotendosi dall’amarezza.
La Slytherin perse anche quel piccolo accenno di sorriso ironico. - Qui sei nel mio territorio, Gryffindor. Tutto quello che avviene qui è affar mio -
Rose ruotò gli occhi al cielo, ostentando noia. - Non ricordavo che tu avessi comprato questi sotterranei, Slytherin… -
- Evita le simpatie, Weasley. Ti ho sentita dire che cerchi Scorpius. Cosa può volere una sanguesporco come te dalla mia famiglia? -
- Adesso basta, Viola – l’intromissione di Albus attirò su di sé i magnetici occhi della bionda, che assunsero immediatamente una sfumatura diversa. “Non ci posso credere… la Greengrass è interessata a mio cugino”. Rose sogghignò tra sé.
- Forse dovrei essere io a chiederti cosa vuoi dalla mia famiglia, Greengrass – replicò eloquente.
- Tu dovresti andartene da qui. Finirai col rovinare anche Albus Severus. Se lui si trova in questa Casa e tu no c’è un perché, Weasley, fattene una ragione. Magari lui è destinato alla grandezza, e tu… - il tono della ragazza lasciava sottendere tutto ciò che di odioso avrebbe voluto esprimere in parole.
- Signori, signori… cosa sta succedendo qui? -
Un brivido percorse la schiena della Gryffindor non appena capì a chi appartenesse quella voce. Distrattamente si ritrovò a domandarsi se lì a Slytherin avessero tutti l’abitudine a fare tali entrate ad effetto, perché un attimo dopo fu proprio Scorpius, a fermarsi al fianco di suo cugino, con la sua solita aria un po’ annoiata, come se le questioni di quel mondo fossero troppo futili per uno come lui. “Ora il quadro è al completo...
- La Weasley si è intrufolata qui senza permesso, Principe. Sbaglio o è anche una violazione del codice scolastico? -
Un lampo di sadico divertimento balenò sul volto del Principe delle Serpi. Rose si sentì minuscola davanti a lui, come se il suo metro e sessanta scarso d’altezza contro il metro e novanta di lui non bastasse a farla sentire tale: era quello sguardo, quello di un ragno che finalmente, dopo lunghe attese, vede la piccola mosca intrappolata nella sua ragnatela. Così si sentiva Rose in quel momento.
- Ahi, ahi, Prefettina. Questo significa che potrei toglierti dei punti, lo sai? -
- In realtà – s’intromise Albus, scoccando un’occhiata infastidita al suo amico – mia cugina cercava proprio te, Scorpius -
Gli occhi d’argento di Scorpius Malfoy sembrarono scurirsi a un tratto, arricchendosi di curiosità.
- E cosa può mai volere da me? -
- Devo parlarti. Da soli – chiarì la rossa, cogliendo la bramosia negli occhi di suo cugino.
Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo, solo… meglio poi, che prima.
- Ebbene, allora – Scorpius le rivolse un sorrisetto – possiamo andare nella mia stanza. Devo dirlo qui, ad alta voce, davanti agli altri, così saprebbero come ritrovarmi, in caso -
- Se davvero avessi intenzione di farti del male, Malfoy, non ti ritroverebbero neanche a cercarti in tutti i mondi esistenti – la voce della Gryffindor era dolce come miele e tremendamente falsa mentre, con una superiorità e una spavalderia che non sentiva affatto, si dirigeva verso i corridoi con il mento in fuori.
- Ehm, Rose? -
- Che c’è ancora? -
- Niente… ma la mia stanza è dall’altra parte -
L’ultima cosa che la Weasley sentì fu la risata divertita di suo cugino, e quella più arcigna della Greengrass.

 

 

- Allora, cosa c’era di così urgente da farti venire fin qui, nella tana dei serpenti? Non dirmi che è per la storia della fattura… -
- Non è per quello, Malfoy, ma se non smettete di ricordarmelo potrei decidere di vendicarmi -
- Non sia mai – ironizzò il ragazzo. Rose era perfettamente cosciente del fatto che Malfoy, quando voleva, sapeva essere fin troppo abile con la magia, ma forse non abbastanza da difendersi da lei.
La Gryffindor diede un’occhiata alla stanza, rivolgendo le spalle al suo interlocutore per smetterla di sentirsi intimorita dai suoi occhi di argento fuso, così magnetici eppure freddi: sapeva che in una circostanza diversa si sarebbe rimproverata più volte, e aspramente anche, di aver dato le spalle ad un rivale, ma in quel momento bastò quel piccolo gesto a farla sentire più tranquilla.
Prese un respiro, poi due, prima di decidersi a parlare.
- Allora, Weasley? -
- Voglio che tu mi aiuti a diventare attraente, Malfoy. Insegnami. Fa’ di me la tua Lolita. -


 





Angolo autore – importante


Ciao a tutti, miei cari!!
Non ho molto da dire perché non sono mai stata brava con gli angoli autore, però ci tengo a fare un appunto: la storia si ispira ad un’altra fic esistente su questo forum, ovvero “Moi… Lolita” dell’autrice piperina, alla quale ho ovviamente chiesto il permesso, prima di postare la mia “Becoming Lolita”! Potrete quindi trovare delle somiglianze soprattutto in questa introduzione, ma andando avanti gli avvenimenti saranno diversi, semplicemente strutturati su un filo conduttore simile, ovvero le protagoniste desiderose di liberarsi dai pregiudizi che portano sulle spalle e… liberare ciò che è sempre stato dentro di loro, ma che hanno semplicemente tenuto nascosto!!
Un’altra AVVERTENZA: ho scelto di scrivere della Nuova Generazione per avere più libertà per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, perché sinceramente non ho letto nulla di ufficiale a riguardo (per esempio “The Cursed Child”) e non ho intenzione di farlo, quindi i caratteri dei vari personaggi vengono solo dalla mia immaginazione!
Infine, onde evitare polemiche del tipo che una storia del genere fa di tutta l’erba un fascio o è anti-femminista o che so io… vi dico solo: prendetela con ironia! È scritta in modo ironico, nasce per essere leggera, divertente… di sicuro non come un saggio pregno di moralità e insegnamenti importanti!!
Beh, penso di aver detto tutto, alla fine ho scritto molto ma… prevenire è meglio che curare, giusto? xD
Se vi è piaciuta questa introduzione comunque fatemelo sapere in un commento, noi ci rivediamo presto!!

 

   
 
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