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Autore: JAPAN_LOVER    13/06/2018    1 recensioni
AVVERTENZE: Questo è il sequel crossover di "Che sia ormai tempo di cogliere la mela?" e "Catturato nei suoi occhi".
*
Dopo 10 mesi dalla conclusone dell'ultimo caso, L, Haruka, Matsuda Quillsh e Ayumi partono per un week-end rilassante a Karuizawa. In Hotel incontrano Conan Ran e Goro, ma anche Eri Kisaki e i suoi colleghi. Quella che doveva essere una tranquilla vacanza all'insegna di relax, viene sconvolta da un nuovo caso di omicidio.
Inoltre, c'è qualcosa che turba Haruka e che sembra mettere nuovamente in dubbio l'amore tra lei e il detective migliore del mondo.
Riusciranno a uscirne tutti indenni anche questa volta?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Tota Matsuda
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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VOGLIA DI EVASIONE


Era notte fonda.
Goro stava rientrando in punta di piedi nel suo appartamento, sopra l’agenzia investigativa. Ran e Conan si erano ritirati già da un pezzo nelle proprie stanze ma, per i rumori insistenti provenienti dall'ingresso, si accorsero subito dell’arrivo del detective. Poi, un fragoroso tonfo allertò i ragazzi.
“Papà!” disse Ran, con tono di rimprovero, affacciandosi dalla sua camera.
Anche Conan, dalla stanza degli ospiti, era accorso per capire se qualcuno si fosse fatto male.
Goro, che era caduto a terra nel tentativo maldestro di togliersi le scarpe all’ingresso, biascicò:
“N…non è niente, ragazzi! Tornate a letto!”
Il bambino si stropicciò gli occhi al cielo e spirò “buonanotte” tornandosene in camera. Trovava Goro proprio incorreggibile: tornava a casa ubriaco perso una notte si e l’altra no.
“Papà, ti rendi conto?  – protestò la ragazza – sei ubriaco!”
Fra i due, la persona adulta sembrava sempre Ran.
“Un tantino, tesoro!” mugolò l’uomo, un po’ imbarazzato.
”E’ per questo che la mamma ti ha lasciato! – biasciò Ran, stizzita, tornandosene in camera – me ne vado a letto! Buonanotte!”
“Sogni d’oro, tesoro mio!” salutò l’uomo, infilandosi le ciabatte.
Racimolato un po’ di dignità e un po’ di equilibrio, Goro se ne tornò barcollando nella sua stanza da letto.
Al mattino dopo, Ran era in cucina a fare colazione.
Le vacanze estive erano appena cominciate e la ragazza era già in cerca di un modo per evadere dal caldo cittadino. Quando Conan si svegliò, la trovò al tavolo tutta intenta a sfogliare un catalogo.
“Buongiorno!” salutò il bambino, sedendosi al tavolo.
“Hey! Buongiorno a te, Conan!” rispose Ran con un sorriso.
La ragazza si alzò e, canticchiando, andò ai fornelli a scaldare il latte al bambino. Vedendola così di buonumore, Conan si rasserenò molto: era convinto che Ran fosse ancora molto arrabbiata per suo padre, che non le risparmiava quei patetici teatrini.
“Cosa stavi guardando?” domandò il bambino con gli occhiali, afferrando l’opuscolo che Ran stava consultando fino a poco prima.
“Ho trovato un’offerta incredibile all’Hotel K2 a Karuizawa – ti andrebbe di venire? In città c’è già un gran caldo e, dopo tanto studio, un po’ di relax ce lo meritiamo!”
“In effetti – sospirò il ragazzino – si, io ci sto!”
Ran depose sul tavolo una tazza colma di latte e la scatola dei cereali, poi tornó al suo posto.
“Magnifico! – rispose la ragazza, piena di entusiasmo – ora non ci resta che convincere mio padre!”
Dopo qualche minuto, un Goro molto pallido e con l’aria di essere stato investito da un tir, fece capolino dalla sua stanza.
“Buongiorno!” salutò lui, tutto dolorante.
Ran si morse le labbra, ma cercò di reprimere un moto di rabbia.
Goro, tutto crogiolato, si sedette sulla sedia e si versò del caffè ancora caldo.
“Papà, con questo caldo, a me e a Conan farebbe piacere andare al mare in questi giorni!” disse la ragazza castana, portando alla bocca la sua tazza di tè.
“Sì, certo tesoro. Non è una cattiva idea – rispose il detective sorreggendosi la testa dolorante con la mano – ma io preferisco rimanere a casa, ho tanto da fare!”
‘Figurati – sospirò Conan tra sé – i suoi progetti principali consistono nello stare sdraiato davanti alla TV e nelle giocate a bere con la sua solita cricca”
“Va bene, allora vorrà dire che chiederò ai miei amici di venire” rispose Ran, incrociando le braccia tutta imbronciata.
“A…amici, hai detto? Vuoi dire ragazzi? – balbettò Goro, strabuzzando gli occhi – mai! Non vi lascerò andare da soli, siete ancora minorenni! Verrò anch’io!”
Conan rise di gusto. Adorava il modo in cui la sua amica riusciva a indurre Goro a fare ciò che voleva.
“Evviva!” esultò lei.
Ran saltò giù la sedia e andò al telefono nell’atrio per  chiamare al numero delle prenotazioni. Dopo qualche minuto, tornò in cucina, soddisfatta:<
“Prenotato! Si parte domani!”
Goro sobbalzò e sputò il caffè che stava sorseggiando, con tutta calma.
“Già domani? – fece lui, tutto allarmato – ma io per domani sera ho fissato una partita con la mia solita combriccola di amici!”
“Ma insomma, papà! Non puoi neanche disdire una partita a carte? – protestò la ragazza, furibonda – vuoi forse che racconti alla mamma in che condizioni sei tornato ieri sera?"
Goro strabuzzò gli occhi, visibilmente intimorito.
“Per carità, no! – strillò quasi lui, per poi acconsentire arrendevolmente: – e va bene, partiremo domani!"
Ran e Conan trattennero una risata. Entrambi sapevano che, nonostante la separazione da Eri, il detective privato teneva ma, soprattutto, temeva molto la sua cara ex-mogliettina.
***
***
***
L aveva caricato nel cofano tutti i bagagli ed era salito sulla jeep. In attesa della sua famiglia, il detective aveva acceso a minimo il climatizzatore ed aveva impostato la destinazione Hotel K2 a Karuizawa sul navigatore digitale.
“Scusa, amore! Avevo dimenticato di chiudere il gas – disse Haruka – ho fatto il prima che ho potuto”
Il detective sistemò l’apparecchio digitale sul gancio, vicino allo specchietto retrovisore, e si chinò per lasciare un bacio sulle labbra di Haruka. Poi, le accarezzò teneramente il grembo.
Haruka avvolse la sua mano su quella di L e adagiò il capo sulla spalla del detective. Era felice di poter trascorre un po’ di tempo con la sua famiglia, fuori dal tram-tram cittadino e lontana da tutto.
Quando erano iniziate le vacanze estive di Quillsh, Haruka aveva organizzato su due piedi un week-end all’insegna di sano relax. La ragazza aveva diversi motivi per lasciare una Tokyo torrida, e l’afa cittadina non era esattamente la motivazione principale. Da settimane, qualcosa tormentava quello che sarebbe dovuto essere uno dei periodi più dolci e più belli della sua vita.
“Dov’è Quillsh?” domandò L, continuando ad accarezzare il pancione di sei mesi.
“E’ andato a recuperare Ayumi a metà strada!” rispose Haruka.
“Potevamo passare a prenderla direttamente sotto casa – osservò perplesso il detective – passando dal quartiere di Beika non si allunga poi molto!”
“Già, gliel’ho detto! – rispose lei – ma Quillsh ha insistito per andarle incontro lui, da solo!”
L rimase perplesso per un attimo, ma poi sorrise insieme ad Haruka.
“L’amore non segue la logica – sorrise Haruka – non mi dirai che ancora non lo hai imparato, signor detective!”
L increspò le labbra in un sorriso quasi impercettibile. Era sul punto di baciare Haruka, quando uno sportello di dietro si aprì bruscamente rovinando l’atmosfera.
“Scusate il ritardo! – esordì Matsuda, sistemando la sua piccola valigia vicino ai piedi – siamo tutti pronti?”
Vedendo il suo amico, L rimase attonito. Haruka si morse le labbra, il giorno prima aveva invitato Matsuda ma – avendo ancora un sacco di cose da preparare – si era dimenticata di mettere al corrente il suo compagno.
Matsuda, indossava una coloratissima camicia hawaina e un paio di pantaloncini chiari. Tutto entusiasta, il poliziotto estrasse dalla tracolla un sacchetto pieno di ciambelle con glassa e lo consegnò ad Haruka.
“Ecco la colazione!” disse il poliziotto.
“Grazie Matsuda! – esclamò felice la castana – queste sono buonissime!”
Haruka prese una ciambella e la passò a L. Il detective, senza curarsi molto di nascondere la sua irritazione, addentò di buon grado quella ciambella soffice e deliziosa.
In quel momento, salirono in macchina Quillsh e Ayumi.  L divorò velocemente il dolce, azionò il navigatore e mise in moto.
“Hey campione – salutò Matsuda con il sorriso – e c’è anche la piccola Ayumi, come stai?”
Mentre il giovane e ‘indesiderato’ poliziotto si intratteneva con i bambini, L si rivolse alla sua compagna:
“Che ci fa lui qui?”
“E’ stato lasciato da Miki – bisbigliò Haruka, sinceramente dispiaciuta di non averlo informato – era così giù di morale ieri, che mi è sembrata una buona idea portarlo con noi. Sarà divertente!”
Le orecchie di L non udivano un Matsuda così tanto affranto. Tuttavia, non gli restava che accettare la presenza del poliziotto e cercare di giostrare il suo piano diversamente da come aveva previsto. Magari chissà, la presenza del tutto imprevista di quell’imbranato per una volta si sarebbe rivelata utile.
“Scusami per non avertelo detto!” sussurrò Haruka, colpevole.
L sospirò e le lanciò una rapida occhiata, sfruttando la pausa al semaforo rosso. Come poteva avercela con Haruka, così bella e radiosa con quel pancione?
“Dovrai farti perdonare!” bisbigliò piano il detective, sfruttando il favore del baccano proveniente dai sedili posteriori.
“Non vedo l’ora!” strizzò l’occhio lei.
Durante il viaggio, Haruka passò dietro la colazione portata dal suo amico e poi si rivolse alla piccola Ayumi:
“Hai portato tutto, cara?”
“Si – rispose la piccola, addentando la ciambella – grazie per aver convinto la mia mamma a portarmi con voi!”
“E’ un piacere – rispose Haruka, sorridendole teneramente – inoltre, Quillsh ha detto che non sarebbe venuto se non ci fossi stata tu!”
Il bambino arrossì visibilmente, seduto fra Matsuda e la sua amichetta tutta felice all’udire quelle parole.
“Non è vero!” protestò il bambino, imbarazzatissimo.
“Oh, si – intervenne L – ha proprio detto così!”
“Senti, senti! – rise Matsuda, battendogli un colpetto sulla spalla – e bravo il mio ometto!”
Il viaggio passò in fretta e in allegria. Karuizawa, nella prefettura di Nagano non distava poi molto da Tokyo
L sistemò la macchina nel parcheggio dell’Hotel. Si trattava di una struttura extralusso molto grande, piena di confort e distante pochi passi dal mare. Davanti l’entrata vi era una grande piscina, dove già alcuni ospiti godevano a pieno del sole e delle vacanze estive. Quando arrivarono, Matsuda non poté fare a meno di rimanere piacevolmente stupito.
“Caspita! – esclamò la piccola Ayumi – che spettacolo!”
“Già – convenne il giovane poliziotto, sogghignando – e quante belle ragazze!”
Matsuda, passando vicino alla piscina, non poté fare a meno di notare un gruppo di ragazze in bikini intente a chiacchierare e a prendere il sole.
Haruka sospirò. Lo aveva invitato per distrarsi e per non piangersi addosso, non certo per buttarsi a capofitto in una storiella estiva. Senza contare che ad Haruka rimanevano oscuri molti punti sulla rottura di Matsuda e Miki.
Per prima cosa, il gruppo entrò e si diresse subito alla reception per il check-in. Dopo aver compilato i moduli, il receptionista  consegnò loro le chiavi e diede ordine a un facchino di portare su i bagagli nelle stanze.
“Buona permanenza, signori! – disse gentilmente il signore dietro il bancone – inoltre, se desiderate, qui sulla sinistra vi è un negozio convenzionato con l’Hotel. Se vi servono capi di vestiario o attrezzatura da mare, riceverete uno sconto del 30%!”
L’uomo indicava una piccola boutique all’interno dell’Hotel, un piccolo negozio di vestiti che aveva l’aria di essere molto costoso.
“Grazie!” rispose Haruka, cordialmente con un sorriso.
Poi, i quattro seguirono il facchino finché, passando vicino alla boutique, Haruka non notò all’interno una sua vecchia conoscenza. Quella donna, con i capelli biondi raccolti all’indietro in una crocchia, la vide a sue volta la salutò sorridendo.
“Guardate chi c’è!” esclamò la ragazza castana, entusiasta, prima di entrare nel negozio per andare a salutare l’avvocato Kisaki.
“Eri, che bello trovarla qui!” disse Haruka, notando che la donna era in compagnia.
L, Matsuda e i bambini entrarono e videro anche loro la mamma di Ran.
In effetti, insieme all’avvocato c’era un giovane uomo con gli occhi nocciola e i capelli scuri molto corti.
“Haruka! – esclamò Eri felice di vederla – e ci sono anche Ryuzaki, Matsuda e i ragazzi! Siete qui in vacanza?”
“Si, siamo appena arrivati – confermò Haruka – è qui per piacere anche lei, vero?”
“Sì, diciamo di si – rispose l’avvocato, stringendo nervosamente fra le mani una bella cravatta bordeaux – sono qui con alcuni colleghi. A proposito, lui è un mio collge, Saku Midorikawa, avvocato penalista!”

Nome: Saku
Cognome: Midorikawa
Età: 36 anni
Sesso: Maschio
Occupazione: Avvocato penalista

Quell’uomo si accarezzò la nuca e poi fece un inchino.
“Piacere, mi chiamo Saku!” si presentò lui, affabilmente.
“Saku, ti presento i miei amici – li presentò Eri – loro sono Haruka, Ryuzaki, Matsuda, il piccolo Quillsh e la piccola Ayumi!”
In quel preciso momento, entrò nel negozio e una ragazza dai lunghissimi capelli castani insieme e un bambino e ad un uomo con i baffi.
“Mamma!” esclamò Ran, stupida di trovare lì Eri.
“Guarda Quillsh! – esclamò tutta contenta Ayumi – che bello, c’è anche Conan!”
“Ciao ragazzi!” salutò Conan, anche lui felice della bella sorpresa.
“Ciao Conan!” salutò Quillsh, felice. Si era affezionato molto al bambino con gli occhiali.
“Ran? – sussultò Eri – Goro, ci sei anche tu…”
“Mamma, che ci fai qui? E per chi è quella cravatta?” domandò la ragazza perplessa e  solo dopo un pò notò la presenza di Haruka e di tutta la comitiva.
Eri, rossa come un peperone, mise giù la cravatta incriminante.
“Questa? – tergiversò la donna – beh, un mio amico mi ha chiesto di comprargliene una e Saku mi stava aiutando a scegliere! – poi si rivolse al suo collega – dico bene, Saku?”
“Dici davvero? Non lo sapevo – rispose l’uomo in tono scherzoso – credevo la stessi comprando per poi regalarla a me!”
Ran si morse le labbra, delusa. Sperava con tutta sé stessa che i suoi genitori, prima o poi, sarebbero tornati insieme.
“Saku, non scherzare!” protestò Eri, irritata.
“Non sembra un bambino – commentò Goro, alzando gli occhi al cielo – non se la sa scegliere una cravatta?”
Ran sospirò e si avvicinò ad Haruka e agli altri che, un po’ divertiti, stavano assistendo alla scenetta di famiglia.
“Haruka, che bello trovarvi qui – disse Ran, notando subito il pancione – ma che bello, sei in attesa!”
“Ciao, Ran – salutò Haruka – era da un po’ che non ci vedevano. Si, sono al sesto mese!”
“E’ magnifico, congratulazioni, ragazzi! – disse Goro, poco prima di girare i tacchi – beh, vado a mettermi in costume e a fare una bella nuotata!"
“Papà…” sospirò piano Ran.
La ragazza seguì con lo sguardo suo padre finché non sparì fuori. Quella bella coincidenza poteva essere una buona occasione per rinsaldare il rapporto dei suoi genitori, ma le cose non sembravano andare affatto bene.
Poi, L si avvicinò ad Haruka e disse:
“Vado di sopra a riposare, se vuoi rimani pure!”
“Hai ragione, hai guidato fino ad adesso – rispose Haruka, premurosa, accarezzando dolcemente il braccio di L – compro i teli da mare che ho dimenticato e salgo in camera anche io!”
Lui annuì e poi si rivolse ai presenti:
“Signori, buon proseguimento! Ci vediamo!”
“Buon riposo, Ryuzaki – salutò Eri – ci ritroveremo senz’altro tutti a cena questa sera!”
Anche Matsuda e i tre bambini salirono al piano di sopra, per mettersi in costume.
“Eri, torno dagli altri – disse infine Saku – signore, ci vediamo qui in giro!”
Quando anche il collega dell’avvocato Kisaki uscì dal negozio, Ran ne approfittò per redarguire sua madre.
“Insomma, mamma – protestò la diciassettenne – ti rendi conto che papà ci è rimasto male? Secondo me pensa davvero che tu stessi comprando la cravatta al tuo collega!”
L’avvocato alzò gli occhi al cielo.
“Rimasto male lui? – biascicò – figuriamoci!
Haruka sorrise. In effetti, non conosceva abbastanza il detective Goro per decifrare il suo comportamento. Certo, se le espressioni del signor Goro era impassibili almeno un po’ come quelle di L, era possibile che potesse essere rimasto ferito e che, per orgoglio, non lo desse a vedere.
Haruka andò a scegliere i teli per tutti, non sapendo se la piccola Ayumi si fosse ricordata di portarne uno per sé. Lì fu raggiunta da Ran.
“Sono proprio felice che ci siate anche voi!” sospirò la liceale.
“Anche io! – disse Haruka stringendo le mani nelle sue – Ran, sii fiduciosa. Se i tuoi genitori sono destinati ad appartenersi, prima poi torneranno insieme!
Piena di gratitudine, la giovanissima liceale l’abbraccio.
“Sì, ne sono convinta – rispose di cuore Ran – ti ringrazio tanto!”
Haruka le sorrise e la strinse a sua volta. Era davvero intenerita da come Ran lottasse per i suoi genitori e ciò le ricordò con amarezza uno dei periodi più bui della sua vita, quando aveva rischiato di mandare a monte il suo rapporto con L.
Nell’ultimo periodo, lei e il suo detective  avevano lavorato molto sul loro rapporto. La gravidanza, poi, li aveva resi ancora più innamorati e uniti di prima. Tuttavia, di recente, una nuova ombra era comparsa all’orizzonte a minacciare la loro felicità e Haruka era devastata al terribile pensiero di darle un nome.
***
***
***
CIAOO,
BEN RITROVATI, RIECCOMI CON QUELLO CHE NON E’ ESATTAMENTE UN SEQUEL, MA UN BREVE EPISODIO IN ATTESA DI UN POSSIBILE – E  SOTTOLINEO POSSIBILE – GRAN FINALE. INFATTI, PREVEDO UN MASSIMO DI 5 CAPITOLI.
LO SO CHE DI DEATH NOTE QUESTA SERIE COMINCIA A MANTENERE SOLO I PERSONAGGI DI L E DI MATSUDA, MA NON SO PROPRIO IN QUALE CATEGORIA COLLOCARE QUESTO NUOVO SEQUEL.
FORSE, A QUESTO PUNTO, SAREBBE MEGLIO INSERIRLO’ SOTTO ‘DETECTIVE CONAN’ :’D MA VABBE’, FINCHE’ NON CI SARA’ QUALCHE RICHIAMO UFFICIALE DA PARTE DEGLI ADMNIN CREDO CHE CONTINUERO’ A SCRIVERE SOTTO DEATH NOTE.
VENDENDO A NOI, LA STORIA SI COLLOCA A 10 MESI DALL’ARRESTO DEL DOTTOR KAZATO E HARUKA E’ IN DOLCE ATTESA *_*  PER QUALE MOTIVO L ERA COSI’ INFASTIDIRO DALLA PRESENZA DI MATSUDA? COSA PREOCCUPA HARUKA, TANTO DA SPINGERLA A CERCARE FUORI CITTA’UN PO’ DI INTIMITA’ CON LA SUA FAMIGLIA?
BEH, SPERO CHE ANCHE QUESTA STORIA VI PIACCIA,
A PRESTO : )
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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