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Autore: Lady Redflame    06/07/2009    4 recensioni
“Mi hai fatto aspettare parecchio!”Da bravo gentiluomo del sud qual’era chinò la testa verso di me e con voce contrita mormorò: “Mi dispiace, signorina”. La mia versione dell'incontro tra Alice e Jasper
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi ancora qui con la mia seconda one-shot...spero che la prima sia piaciuta....
Devo assolutamente ringraziare Uchia-chan, la prima che ha commentato "Quando puoi vivere per sempre, per cosa vivi davvero?"...grazie mille!!!
Spero che altri commenteranno...


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Filadelfia, 1948

“Ma dove diavolo si è cacciato?”
“Aspetta qualcuno signorina?”
“Uh…sì, il mio fidanzato!”
L’uomo che mi si era avvicinato se ne andò all’istante; per sua fortuna, perché quel giorno stavo per esaurire la mia dose di pazienza quotidiana.
Lo stavo aspettando da sempre: anni prima, avevo avuto una visione fugace di lui.
Era in qualche sotterraneo, non so di quale città, insieme ad una donna che lui chiamava Maria.
Sapevo che ci saremmo incontrati: era scritto nel nostro destino.
Ero arrivata a Filadelfia una settimana prima e subito avevo visto il futuro: io che lo aspettavo in una bettola semideserta, mentre fuori infuriava la tormenta.
E così, ogni mattina guardavo speranzosa il cielo che ogni giorno si faceva sempre più plumbeo: qualche fiocco di neve misto ad acqua aveva cominciato a scendere già la sera prima, ma sapevo per certo che la vera tempesta sarebbe arrivata solo l’indomani.
E adesso eccomi qui.
“Dannazione, ma dove sei?”
Non era da me usare un simile linguaggio, ma ero troppo impaziente di conoscerlo.
Una folata di vento e un fiocco di neve che si posò sulla mia mano mi fecero girare verso l’entrata.
E lui era lì.
Alto, con i capelli color miele e gli occhi quasi neri…un momento: “Occhi neri? Ma avrà mangiato?
Saltai letteralmente giù dallo sgabello vicino al bancone su cui ero seduta; erano passati meno di 5 secondi da quando Lui era entrato.
Gli andai incontro con un sorriso a 32 denti stampato in faccia: se il mio cuore avesse potuto battere ancora, probabilmente a quel punto avrebbe battuto tanto forte che tutto il locale si sarebbe girato.
Perché ringhia?” mi guardava confuso: forse pensava che volessi attaccarlo…
“Mi hai fatto aspettare parecchio!” lo apostrofai, divertita dalla sua faccia: era piuttosto sconvolto, ma si riprese subito.
Da bravo gentiluomo del sud qual’era chinò la testa verso di me e con voce contrita mormorò: “Mi dispiace, signorina”.
“Alice” non potei fare a meno di correggerlo; lui ripeté la scena di qualche attimo prima, usando il mio nome.
Lo presi per mano e, insieme, uscimmo da quella bettola maleodorante.
Fuori, la tormenta imperversava ancora e il nevischio si era trasformato in raffiche di gelidi fiocchi bianchi: “Meglio così!” con quel tempaccio non avremmo trovato umani in giro.
Nel breve tragitto che ci portò all’hotel dove alloggiavo, la mia mente era invasa da mille pensieri che nulla avevano a che fare con il futuro.
“Ma lo sai che sono anni che ti aspetto? Non si fa aspettare così tanto la gente, Jasper!”
“Mi dispiace ancora, Alice…un momento, come fai a sapere il mio nome?”
Dio, che palle!” si era messo di nuovo sulla difensiva… “Di questo passo mi ci vorrà un’eternità a spiegarli tutto!
"Ascolta...non posso certo spiegarti tutto nel mezzo della hall, quindi hai due possibilità: o ti fidi di me e ti spiego tutto, o te ne puoi andare!" ero un pochino alterata, ma sperai che la curiosità che percepivo in lui lo facesse restare.
"Umpf! Ok, vengo!" mai fui più contenta di sentirlo parlare.
In fondo lo sapevo: questa storia lo incuriosiva più di quanto dasse a vedere; infatti, appena arrivammo in camera, mi subissò di domande. Lo lasciai andare avanti, prendendo mentalmente nota di tutto quello che mi domandava.
Lo bloccai alla trentesima domanda: "Mi hai appena fatto 30 domande tutte assieme. Se ti aspetti anche una risposta, forse ti conviene lasciare parlare anche me!".
Mi acciambellai sul sofà, mentre Jasper continuava a restare in piedi di fronte a me, guardingo, come se da un momento all'altro io potessi attaccarlo: "Che scemo!"
"Guarda che non ho nessuna intenzione di attaccarti, quindi puoi anche rilassarti!"
Puntò su di me i suoi occhi, ormai neri come l'onice, ma non mi preoccupai: nella mia visione era apparso chiaramente il suo potere, quindi mi rilassai e lasciai che "assaggiasse" l'atmosfera circostante.
Sembrò soddisfatto perchè si sedette sulla poltrona di fronte a me, invitandomi con un gesto a parlare: "Allora...io sono Alice e posso vedere nel futuro...ti spiego meglio: io vedo le decisioni delle persone e quello a cui queste decisioni portano...cambia la decisione, cambia il futuro! E' un lavoraccio!" terminai con una mezza linguaccia.
"Uhm...da questo deduco che tu mi abbia visto arrivare...quello che non capisco è perchè?"
Probabilmente lo guardai scioccata, perchè fece un mezzo sorriso: "Incoraggiante!"
"Perchè ho deciso di aspettarti? Semplice: sapevo che tu eri stato creato per me!" la faccia che fece avrebbe meritato una fotografia formato gigante: in termini umani si potrebbe tradurre con mascella che tocca i piedi ed occhi fuori dalle orbite...un vero spasso!!
"C...cosa?" dovetti trattenermi per non scoppiare a ridergli in faccia; invece mi alzai e andai ad accoccolarmi tra le sue braccia...mi guardò come se mi fosse appena spuntata una seconda testa: "Certo che è proprio ostinato...sarebbe più semplice se la smettesse di restare sulla difensiva!"
"Deduco che tu non gradisca la cosa...se è così..." feci l'atto di alzarmi, ma come mi aspettavo (è utile saper leggere nel futuro! :-P ndAlice) mi cinse la vita con le braccia tirandomi a sè: "Uhm...spiegami un po' sta cosa...non che mi dispiaccia avere un folletto tanto carino che mi aspetta..." e mi fece il suo primo vero sorriso.
Ne rimasi estasiata: se fossi stata ancora umana, sarei arrossita per l'emozione perchè era la cosa più bella che avessi mai visto: "Bisogna che non lo faccia in pubblico, altrimenti dovrò cacciare sgallettate a palate!".
"Ehi...tutto bene? Alice?" mi guardò leggermente preoccupato: "Eh?"
"Tutto bene? Qualcosa non va?" anche se cercava di mantenersi distaccato, cominciavo a notare un accenno di interesse nei miei confronti: "Che sia la volta buona che si scongela?"
"Ah, sì, sì tutto ok!" e gli rivolsi uno dei miei sorrisi più smaglianti: "Se non mi sbaglio volevi che ti spiegassi la mia frase di prima..." sviai il discorso in corner: non era il caso di fargli sapere che i suoi sorrisi avevano un effetto tanto deleterio su di me.
"In effetti...mi hai messo KO...ma mi pare che tu ti diverta a sconvolgere le persone, o no?" mi chiese, facendomi l'occhiolino.
"Nooo, ma cosa mai te l'ha fatto pensare? Comunque...quello che ti ho detto prima significava più o meno: ho avuto una visione di me e te e in quella visione tu eri il mio compagno!".
"E poi dici che non ti piace sconvolgere la gente?" fece una faccia talmente buffa che non potei non scoppiare a ridere; mi guardò un attimo e si unì anche lui alla risata.
Quando riprendemmo fiato - metaforicamente si intende - continuò: "Beh...devo ammettere che è stato leggermente shockante entrare in quella bettola e vedere te che mi venivi incontro come se ci fossimo visti soltanto il giorno prima, però..." fissò i suoi occhi dritti nei miei: "Però, magari ti sembrerà strano, ma anch'io sentivo che prima mi mancava qualcosa e da quando ti ho vista quel vuoto si è riempito".
Beh...dopo una frase così secondo voi non si meritava un bacio? E chi ero io per essere tanto cattiva da non darglielo?
Dopo questa piccola parentesi che non racconterò (esiste la privacy! ndAlice&Jasper), Jasper mi sorprese con un'altra domanda: "Perchè i tuoi occhi non sono rossi?".
Povero caro, lui aveva conosciuto solo vampiri che si nutrivano di umani: "Ma quanto è carinoooo!" la mia mente tendeva e tende tutt'ora a divagare quando lo guardo: "Non sono rossi per il semplice fatto che io non mi nutro di sangue umano, ma animale e questo fa sì che i miei occhi siano color topazio! Non sono di tuo gradimento?".
"Veramente è tutto di mio gradimento...solo...come fai a resistere agli umani?" sembrava confuso e in effetti in due secondi netti avevo smantellato tutto quello che credeva di sapere.
"La ragione domina gli istinti...me l'ha insegnato un altro vampiro. Sai...lui ha una famiglia e una casa."
"Una casa? Stabile?" era sempre più sconcertato il mio tesoro.
"Certo...se vuoi ci andiamo assieme...vuoi?" lo guardai speranzosa, facendo anche gli occhioni un po' da cucciolo: "Non che serva, ma non si sa mai...".
"Con te anche in capo al mondo!".

Forks, oggi

E' da quel giorno che io e Jasper siamo assieme. Con lui non ho bisogno di nient'altro e per lui è lo stesso: ci completiamo a vicenda, anche se a volte mi dice che sono un piccolo mostriciattolo dispettoso.
Alla fine abbiamo trovato la famiglia di cui gli parlai quel giorno ed ora ne facciamo parte: una grande famiglia di 7 vampiri ed un'umana...beh, ancora per poco umana!
Ma questa è un'altra storia.



Bene...sono arrivata alla fine anche di questa...mi piace esplorare i "vuoti" che la Meyer ha lasciato nei suoi libri, quindi aspettatevi altre storie di questo genere...o magari potrei mandare tutta la famiglia Cullen da uno strizzacervelli e vedere cosa ne viene fuori...hihihi
Beh...che altro dire...commenti, commenti e ancora commenti!!
See you soon
XXX
  
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