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Autore: Ciulla    13/06/2018    5 recensioni
La storia di un cacciatore che rinunciò ad un cervo per inseguire un unicorno.
Vagò giorni e notti patendo gli stenti,
braccando il riflesso di un sole insidioso,
né cibo da mettere sotto i suoi denti
né dove poggiar il suo capo a riposo;
ed era già tardi l’istante in cui apprese
che è solo una cosa nel mondo che vale:
non false promesse né utopiche attese,
ma carne di cervo, concreta e reale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CARNE DI CERVO


 

Un cacciatore inseguiva il suo cervo,
già pregustando il suo dolce sapore,
teso era l’arco di rigido nervo,
volto ad un colpo letale e indolore.

Già lo vedeva crollare sul suolo,
non reggere il peso della sua vita,
lasciarla scappare, morire da solo
per poi ravvivare una mensa imbandita;

già si sentiva felice e vincente,
e pregustava giornate ormai sazie
sul corpo d’un cervo dal fato incombente
a cui il cacciatore già urlava il suo grazie.

Fu allora che incerto fra i rami più fitti
vide il fugace brillare di un corno,
e i peli sul corpo si fecero ritti
al solo pensiero di aver l’unicorno:

la bestia leggenda dal corpo innocente
che sazia per sempre chi riesce a mangiarne,
chi beve il suo sangue non beve più niente,
non ha più bisogno di vino o di carne.

Chi vende il suo corno sarà ripagato
con oro e gioielli mai visti prima,
per sempre vivrà con lo stile più agiato,
mai più sottomesso alle guerre od al clima;

quindi sperando in un fato stupendo,
un po’ troppo bello per essere vero,
scappò dalla preda che stava inseguendo
spostando la caccia su un altro sentiero.

Vagò giorni e notti patendo gli stenti,
braccando il riflesso di un sole insidioso,
né cibo da mettere sotto i suoi denti
né dove poggiar il suo capo a riposo;

ed era già tardi l’istante in cui apprese
che è solo una cosa nel mondo che vale:
non false promesse né utopiche attese,
ma carne di cervo, concreta e reale.

Morì per la fame nel bosco più fitto,
coi sogni distrutti e un rimpianto nel cuore,
sognando quel cervo, stavolta sconfitto,
col corpo scattante ed un dolce sapore.

   
 
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