Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: emmebelloc    14/06/2018    1 recensioni
Towa, l’ultimo superstite degli animali di famiglia che, vedendoli sparire uno dopo l’altro nel corso degli anni, si è guardata intorno e con apprensione si è messa in riga. Mentre scrivo di lei medita un agguato alla coppia di merli che fanno colazione con le fragole, piantate per loro, nel vaso sul balcone.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Towa è una gatta gentile ed educata. Quando alle luci dell’alba la sveglia suona e non ottiene risultato, si affaccia al letto e viene a svegliarmi. Non prima. Se lascio del cibo sul tavolo, alla sua portata, ed esco di casa, non lo assaggia. Salendo le scale, tornando a casa, la trovo seduta davanti alla porta a vetri ad accogliermi. Fa tanta pipì ma io tutta quell'acqua non gliela vedo bere. Berrà di nascosto. Misurerò il livello della ciotola col gessetto come faceva mia nonna con la bottiglia del vino. Anche mio nonno aveva il gessetto, Towa no. Credo. Le pulizie di casa mi piace farle veloce, a lei non piace. Durante le vorticose faccende domestiche non le ho mai calpestato la coda, non mi ci sono mai seduto sopra, non l’ho mai urtata, ma neppure sfiorata, mai bagnata col doccino della vasca o scottata con la brace della sigaretta accesa, eppure a lei non non piace. Sarà per il cambio di atmosfera, sarà per il vento. Towa è il suo nome. Per mostrare il mio disappunto lo chiamo Gatto, per mostrarmi il suo, tira indietro le orecchie. Nel corso degli anni ha indossato vari nomi, tra gli ultimi: Pisapia, Zeffirella, Salvinidimaio. Non è un gatto di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia. Oggi è Riccardo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: emmebelloc