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Autore: Edward17    15/06/2018    1 recensioni
In un mondo che sempre ha più fame di forze dell' ordine e soccorso tecnico urgente vari stati hanno istituito delle accademie nazionali per rispondere all'esigenza di formare personale altamente addestrato. Matthew è un cadetto della National Fire Academy come tanti, con un cognome anonimo, ma non lo è la sua reputazione passatagli da suo zio, considerato il peggior vigile del fuoco che si sia mai visto all'interno dell' accademia. Il tutto condito da una famiglia che ha sempre ottenuto il massimo dei voti che lo vuole vedere espulso a tutti i costi, perché a detta loro nessuna persona collegata al peggiore dei peggiori può permettersi di infangare ulteriormente l'accademia.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Da oltre cento anni le prestigiose accademie nazionali sfamano la sempre più grande esigenza di soccorso pubblico e difesa civile. Selezionando e formando il personale che verrà impiegato dallo stato per i suoi compiti."  (Pagina 1, Primo paragrafo - Manuale di Soccorso Tenico e Urgente)

Mi capitava spesso di fare sogni confusi, tutti simili, ma comunque diversi.

Il buio.

Delle sagome, cosa sono?

Persone, stanno parlando?

Stanno ridendo, di chi?

Di me, perché?

Perchè tu non puoi farcela, tu sei il nipote di Bottom.

Ma io non sono lui, voglio dimostrarvelo.

Non importa, sappiamo già che fai schifo.

 

Ad ogni risveglio la mia mente urlava, mi manca la voce per rispondere a tono, in quel sogno ero solamente un burattino che veniva sballottato dal flusso dei miei pensieri e nient'altro.
Il mio cuore batteva all'impazzata per l’agitazione. Un respiro breve, quattro secondi di espirazione e due di apnea, un altro respiro breve e così fin quando il  battito rallentava e i miei pensieri si riordinavano.
In quel sogno tutto il mondo era schierato contro di me, non avevo alcun alleato. Non che fuori sia molto diverso.
Il mio nome è Matthew McOldies, in questo mondo dilaniato dai postumi di una crisi economica mondiale la mia strada l’avevo già ben chiara. Diplomarmi presso la National Fire Academy, diventare un Vigile del Fuoco e riscattare il mio nome.
Purtroppo non era così facile, non tanto per la preselezione iniziale, più che altro per il fatto che mio zio, Stephen Rave era considerato da molti il peggior Vigile del Fuoco che esista, ciò ha fatto sì che la stupidità della gente facesse ricadere anche su di me, suo nipote, figlio di sua sorella maggiore, questo stupido e inutile fardello. L’unica cosa che mi dava un po’ di tregua su questo fatto è il mio cognome, quelli che mi conoscevano come suo nipote sbagliavano e mi chiamavano con un altro cognome, mentre quelli che non mi avevano mai visto grazie al cognome di mio padre, mi consideravano senza malus, dando così modo di  essere giudicato per quello che ero veramente, non ciò che gli altri pensavano che fossi.
A peggiorare le cose vi era la famiglia che per generazioni ha mantenuto la più alta classifica all’ interno dell’ accademia. I Kant. La loro tradizione pompieristica si ramificava sin nel medioevo. Sempre con illustri e valorosi risultati. Ciò ha portato la luce dei riflettori sul primogenito, mio coetaneo ed in parte omonimo. Matthew Kant. Per qualche strana ragione molti estranei si erano impuntati sul fatto che Matthew Kant dovesse umiliarmi e farmi capire quale fosse il mio posto nel mondo. Purtroppo, incentivato dal suo ego e dalla voglia di dimostrare a suo padre che fosse il migliore degli allievi, sin dai primi momenti fu palese il suo disprezzo nei miei confronti, che mascherava bene per non perdere mai quella maschera di perfezione che doveva assolutamente mantenere per rispetto della sua stirpe.
Ed in tutto questo, io mi ci ero voluto infilare fino al collo. Avrei potuto fare altro nella vita, lavorare con mio padre per mandare avanti l’officina, anche se questo avrebbe voluto dire scendere a patti con mio fratello maggiore o comunque starmene lontano da questo mondo fatto di divise che puzzano di fumo e sporche di cenere. Ci ho provato, ho immaginato di mettere su un tavolo tutte le mie passioni e decidere quale strada intraprendere. Anche il pilota di linea non era male come idea, in fondo mi piacevano gli aerei e non poco. Ma quel giorno, immerso nei miei pensieri, percepì una sirena in lontananza. Non era un’ambulanza, il gracchiare metallico di quei suoni ripetuti all’infinito non provenivano da uno speaker digitale, erano le trombe di un camion. Neanche Dio sa perché, quel giorno mandai tutto quel ragionamento al diavolo e decisi semplicemente che era inutile desistere, io volevo diventare un pompiere e non potevo permettere a nessuno di impedirlo. Tanto meno famiglie di esaltati o finti eroi sempre attaccati al telefono o alla branda ad ogni occasione.

   
 
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