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Autore: StrongerH    16/06/2018    1 recensioni
Red Hamilton è una classica liceale diciassettenne. Orfana di padre, vive da sola con sua madre a Ventura. Tutto fila liscio, fin quando sua madre non si innamora di Craig Parker, brillante avvocato di Los Angeles, che dopo soli sei mesi decide di chiedere a sua madre di trasferirsi da lui, Red compresa.
Red non impazzisce all'idea, ma è costretta a farlo. E così, rivoluziona la sua vita. Nuova casa, nuova scuola, nuovi amici. Fin qui, tutto sembra essere nella norma, a parte un piccolo problema: I tre figli di Craig, che hanno passato l'estate a New York dalla madre, dopo aver inizialmente deciso di restare a vivere lì, fanno marcia indietro, e nel bel mezzo di una cena, si presentano, per niente emozionati della nuova arrivata.
Più di tutti, Easton Parker, soprannominato lo "Spezzacuori" non sopporta Red, anzi, la detesta. Eppure, nonostante l'odio reciproco, e le battute sarcastiche, man mano che il tempo passa i due sembrano avvicinarsi sempre di più. Easton soprattutto, dovrà ricredersi, quando incomincerà a provare sentimenti contrastanti verso Red. Sentimenti che lo "Spezzacuori" non ha mai provato per nessuno. Ma Red è sicura, non sarà l'ennesima vittima di Easton.
Presente anche su Wattpad. #StrongerH
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo sette: Ci diamo una possibilità

 

Mi sveglio di soprassalto e mi ricordo di non essere nel mio letto. East mi tiene stretta per la vita con un braccio, e mi volto per guardarlo. Le labbra carnose sono leggermente socchiuse, i capelli ancora più scompigliati e sexy del solito. Mi maledico mentalmente, e senza fare rumore scivolo fuori dalla sua presa, correndo in camera mia. Sapevamo entrambi che al mattino sarebbe ritornato tutto come prima, solo che io non ho la forza di affrontarlo. Mentre mi copro con le coperte, una parte di me vorrebbe correre di nuovo tra le braccia di Easton, l’altra invece sta continuando a dirmene di tutti i colori per esserci cascata. Ma devo ammetterlo, non sentire il suo calore che mi riscalda, e il suo braccio così protettivo che mi stringe quasi mi rattrista. Scaccio subito quei pensieri dalla mente, non posso e non devo comportarmi come se io ed Easton avessimo una possibilità, non ce l’abbiamo, e non ce l’avremo mai. Quindi perché sperare o struggersi. So che se permettessi a me stessa di provare qualcosa per Easton finirei per pentirmene amaramente. 

Per quanto possa essere migliorato il nostro rapporto (in una sola sera), so per certo che Easton non è cambiato.

Lui resterà sempre il classico play-boy delle superiori, quello che non si accontenta di una sola ragazza, specie se la ragazza in questione è la sua quasi sorellastra. Nella mia testa si aziona un meccanismo di autodifesa per non soffrire. Attenzione, non affezionarsi ad Easton Parker, ripeto, non affezionarsi ad Easton Parker! Sento le campane dall’arme fino a qui! 

Provo a riaddormentarmi, ma la mia mente non ne vuole proprio sapere di smetterla di macchinare idee e pensieri su Easton, così faccio la cosa che mi viene meglio, resto con gli occhi chiusi sul letto, fin quando non avrò il bisogno di alzarmi. 

 

Riapro gli occhi, e sono appena passate le otto del mattino, sono sveglia da tre ore, e continuo ancora a pensare a cosa sarebbe successo se fossi rimasta in stanza con Easton. No, diavolo, Red. Resta concentrata. Scendo velocemente dal letto e mi fiondo in bagno. Dopo essermi lavata con acqua tiepida e aver fatto distendere tutti i muscoli, esco e ci metto molto più tempo del solito ad asciugarmi i capelli e a vestirmi. È pur sempre un sabato mattina! 

Sto per scendere giù, quando sento la porta di Easton aprirsi e richiudersi di scatto, ed esattamente quindici secondi dopo, qualcuno bussa alla mia porta. Vado ad aprire velocemente e mi ritrovo Easton davanti, esattamente come lo avevo lasciato, con i capelli scompigliati.

«Mi sono svegliato e non c’eri…» entra in camera e si siede sul mio letto. Guarda le coperte scostate e poi di nuovo me. «Quando sei andata via?» chiede. 

«Circa quattro ore fa, mi sono svegliata e ho pensato che fosse meglio tornare qui.» abbasso lo sguardo sui miei piedi nudi.

«Perché sarebbe stato meglio? Per me saresti potuta rimanere quanto volevi…» Lo leggo nei suoi occhi, si sta domandando perché lo tengo a distanza. Ma come fa a non capire che questa cosa non può funzionare? Che non esiste nemmeno una “cosa” che ci accomuna? 

«Lo so, ma è meglio così davvero. Ora scendo a farmi un caffè, ne vuoi un po’?» cerco di cambiare discorso, ma i suoi occhi mi trafiggono come una lama. Non risponde, si alza e va via, lasciandomi da sola nella stanza. 

 

Sono giù in cucina quando sento la porta d’ingresso sbattere, e la moto di Easton allontanarsi da casa. Stringo la tazza tra le mani, so che se la stringessi ancora un po’ più forte la romperei. Sono consapevole che, se sta scappando, è solo a causa mia. 

«Buongiorno!» mi urla Elias in un orecchio risvegliandomi dai miei pensieri.

«Siamo mattinieri oggi.» gli scocco un bacio sulla guancia e lui mi sorride. In questo momento, con i capelli ancora arruffati e la faccia da appena sveglio, somiglia così tanto ad Easton. «Certo che tu e tuo fratello vi somigliate proprio tanto.» dico di getto, e lui mi guarda stranito.

«Ma va? Siamo fratelli.» dice lui ovviamente. 

«Ci sono fratelli che non si somigliano per niente invece.» borbotto poggiando la tazza di caffè nel lavabo e mi trascino in camera, buttandomi sul letto. Ho bisogno di consigli, e so esattamente chi chiamare. 

«Baby!» mi urla al telefono Alice e io sorrido automaticamente. 

«Sei li con Clay?» chiedo, sperando che sia così. In questo esatto momento mi servono entrambi, disperatamente.

«Sì certo, stavamo andando a fare colazione, cosa ti serve?» 

«Consigli, ho un disperato bisogno di consigli.» piagnucolo coprendomi la faccia. 

«Aspetta!» mi urla nell’orecchio, la sento armeggiare con il telefono e dopo qualche parolaccia riesce a mettere il vivavoce. «Sei ufficialmente collegata, parla pure.» 

«Allora, da quando sono arrivata le cose con Easton non sono andate nel migliore dei modi, poi siamo diventati amici, abbiamo litigato di nuovo e non ci siamo più parlati. Sono andata ad una festa e lui si è come ingelosito appena ho incominciato a parlare con il suo migliore amico, mi ha trascinata fuori e mi ha portato a vedere l’oceano. E ha di nuovo smesso di parlarmi.» alzo gli occhi al cielo e mi schiarisco la gola. 

«Poi è tornata la sua psicopatica e perfetta ex con un leggero e sexy accento francese e lui è caduto tra le sue braccia, ma ieri, dopo avergli detto che la sua fidanzata è simpatica come un cactus fra le natiche, lui l’ha lasciata. Poi abbiamo dato una festa, mi ha aiutato a ripulire e abbiamo dormito assieme per qualche ora, e stamattina alle quattro sono scappata in camera mia. Lui se n’è accorto e si è arrabbiato, andando via. Cosa devo fare?!» dico velocemente per poi riprendere fiato.

«Cristo santo Red! Sei finita in una di quelle soap-opere spagnole?» borbotta Clay. Sento uno schiaffo dall’altra parte della cornetta e Clay che si lamenta.

«Okay, prendiamola dal punto di vista positivo. Domanda numero uno: lui ti piace?» chiede Alice disinvolta.

«Non lo so.» Mi piace? Potrebbe, ma sì che mi piace…

«Red non mentirmi.» mi risponde subito Alice. 

«Okay, forse sì, mi piace un po’.» ammetto, più a me stessa che a lei. 

«Bene, che tu gli piaci è scontato. Domanda numero due: pensi che tra voi possa esserci una possibilità?» chiede nuovamente, e io abbasso lo sguardo. 

«Penso di no. Andiamo Ali, è il genere di ragazzo che porta guai, me lo sento. È un donnaiolo, e soprattutto… è il figlio di Craig!» constato.

«Che si fotta Craig. I ragazzi che portano guai sono sexy da morire, ed è scontato che se è sexy da morire, debba anche essere un donnaiolo. Quindi, tutto si risolve con la domanda numero tre: proveresti a dargli una possibilità?» chiede nuovamente, e io ci penso su un attimo. Il mio cuore quasi mi urla di dargli una possibilità, pensando a tutte le cose positive che ne verrebbero fuori: potrei scompigliargli quei capelli che tanto adoro, passare con lui momenti indimenticabili, sapere che sapore hanno quelle labbra perfette e soprattutto, sentirmi sua. Vedere il suo sorriso illuminarmi ogni giorno, e farmi vivere forse l’esperienza più emozionante della mia vita. Ma il mio cervello invece mi da della stupida pazza e mi consiglia di considerare tutte le cose negative: non riesce a tenerselo nei pantaloni, ed è un fatto risaputo. Potrebbe spezzarmi il cuore in una breve frazione di secondo e questo mi terrorizza. Potrei innamorarmi perdutamente di lui e lui potrebbe tradire la mia fiducia o auspicare solo a del semplice sesso senza impegno, il che sarebbe alla portata massima di tragedia. E se dovesse farmi soffrire, dovrei guardarlo ogni giorno provarci con altre ragazze, e doverlo sopportare a casa. 

«Vorrei ma…» 

«Ma niente!» mi blocca subito lei «Se vuoi, puoi. Quindi senza ma. Tu lo vuoi Red?» 

«Con tutto il cuore… ma se mi facesse soffrire? E se mi innamorassi e lui volesse solo dell’occasionale sesso?» bofonchio. 

«Red…» questa volta è Clay a parlare «Sai quanto ti voglio bene, e quanto odio vederti soffrire, per me dovresti lasciar stare.» dice sincero, e lo apprezzo. 

«Per me invece dovresti provarci, sul serio. E se dovesse andar male, sarà comunque stata un’esperienza. Non ti sei legata a nessuno dopo la morte di tuo padre, e lo so. So che hai paura di perdere le persone a cui vuoi bene…» si schiarisce la gola e sento la sua voce incrinarsi. Mi salgono le lacrime agli occhi. «Ma potresti pentirti di non averci provato. Ora che puoi farlo, ora che hai tempo… buttati. Rischia. Vivi, Red! Ci sarà tanto tempo per rimuginare su tutto, ma ora vivi e basta.» 

«Ti voglio bene Ali.» sussurro trattenendo un singhiozzo.

«Anch’io baby, non immagini nemmeno quanto. Adesso va e fa la tua scelta, qualsiasi sia, noi saremo al tuo fianco a prescindere da tutto.» conclude, Clay mi saluta e chiudono la comunicazione. 

Mi fiondo giù dalle scale.

«Elias!» sbraito e lui mugugna un “Mh?” di risposta.

«Sai dove potrebbe essere Easton?»

«Forse, perché?» mi fa l’occhiolino e alzo gli occhi al cielo.

«Devo parlargli…» sussurro. 

«Non ci credi nemmeno tu a quello che dici.» scuote la testa. 

«Elias…» comincio, ma lui mi blocca.

«D’accordo, ma considera che ciò che farete potrebbe essere considerato quasi incesto.» alza le sopracciglia giù e su, con fare da marpione. «E poi se dovesse farti soffrire, dovrò farli male… molto male.» specifica, sorridendomi. Poi afferra le chiavi della macchina e me le lancia. 

«Vai in spiaggia, sotto il Molo di Santa Monica, quello è il suo posto preferito quando vuole stare da solo.» mi fa l’occhiolino e torna a sdraiarsi meglio per guardare la tv. 

«Sei il migliore!» urlo aprendo la porta. 

«Dimmi qualcosa che non so!» urla lui di rimando, facendomi ridacchiare.

 

Arrivo al Molo di Santa Monica e parcheggio velocemente. Chiudo la macchina e scendo verso la spiaggia. Levo le scarpe tenendole in mano, e mi avvicino al di sotto del molo. Inizialmente non vedo nessuno, poi con la coda dell’occhio, in lontananza, riconosco i suoi capelli biondi e le braccia abbronzate. Ha la testa abbassata e si sta contorcendo le mani. Mi avvicino lentamente e senza far rumore, ma come se lui sentisse la mia presenza, alza di scatto la testa e restiamo a fissarci negli occhi per dei secondi che sembrano interminabili. 

«Cosa ci fai qui? Come facevi a saperlo?» farfuglia lui a disagio, portandosi una mano tra i capelli.

«Elias…» sussurro e lui scuote la testa «Che stronzo.» sorride, e poi mi fa segno di accomodarmi accanto a lui. Mi siedo con incertezza e abbasso lo sguardo. 

«Red…» sussurra lui e io mi volto a guardarlo. 

«Da quando ti ho visto la prima volta, ho capito quanto in realtà tu fossi seccante, odiosa, so tutto io e fin troppo sarcastica.» 

«No ma grazie.» borbotto seccata. Lui invece mi sorride.

«Ma a prescindere da questo… mi sei piaciuta fin dall’inizio, dal primo momento che ho posato gli occhi su di te, qualcosa dentro di me è cambiato.» ammette, e dei piccoli brividi si creano sulle mie braccia. Mi guarda come a farmi cenno di poter continuare e io annuisco. 

«Fin dall’inizio sei sempre stata così sicura di te… senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Eri così inspiegabilmente e insopportabilmente attraente. Con il tuo modo di guardarmi, di camminare o di sorridere…» si blocca un attimo.

«East lo sai… io e te, molto probabilmente… non avremo alcuna possibilità. Né di far incominciare qualcosa, né di farla continuare.» ho così paura che in questo momento mi tremano le mani e vorrei solo ritornare a casa. Vorrei dimenticare tutto.

«Forse si, forse no… ma tu Red… tu mi stai facendo perdere la testa. Non passa giorno in cui non penso a te, o non penso a cosa potrebbe succedere se ci provassimo.» si avvicina a me, e il suo profumo mi inebria le narici.

«East…» sussurro e lui porta una mano sulla mia guancia «E allora… cosa facciamo ora?» 

Lui mi guarda e mi scocca un sorriso debole ma intenso allo stesso tempo. 

«Ci diamo una possibilità.»

   
 
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