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Autore: Laura Taibi    16/06/2018    0 recensioni
Può il dolore oscurare un cuore?
Cosa rende una persona malvagia?
Chi si nasconde dietro la maschera della vendetta?
In un mondo diviso, un amore distrutto dall'odio decreterà la nascita della più grande minaccia che sia mai esistita.
Perché l'oscurita si cela in ognuno di noi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una mossa avventata, una pazzia. Per un'ari come lei fraternizzare con un kai era qualcosa di proibito. Se li avessero scoperti di sicuro avrebbe passato dei guai e suo padre, in quanto capo del consiglio reale e convinto sostenitore della legge per le restizioni tra i rapporti tra arii e kaii, non gliel'avrebbe mai perdonato.

Per tutte le lezioni, il giorno seguente, fu combattuta riguardo la decisione di andare o no e, come se non bastassero le sue preoccupazioni, Afelia non le aveva quasi rivolto la parola, ancora arrabbiata per il suo comportamento del giorno prima. Selene aveva deciso di rimandare la sua confessione e aveva tentato di trovare una scusa, ma al momento la sua migliore amica non sembrava disposta ad ascoltarla.

Quando le lezioni terminarono Selene rimase indietro rispetto agli altri, tergiversando in attesa che la gente abbandonasse l'istituto. Fu tentata quasi di andare via e rinunciare a quell'incontro, ma il pensiero di quel kai che con un solo gesto della mano aveva evocato una magia e la certezza di aver tentato qualsiasi altra strada, la spinsero a percorrere la strada che, dai corridoi, potrava all'uscita posteriore della Greenhouse.

Il giardino sul retro era molto diverso da quello che che costeggiava la facciata: non vi erano aiuole fiorite ma alberi che crescevano alla rinfusa, circondati da erba tagliata approssimativamente e che aveva invaso parte del vialetto. Qua e là si potevano scorgere utensili da giardinaggio, un gruppo di banchi accatastati e bidoni della spazzatura che dovevano essere stati svuotati da poco.

Selene si avviò lungo il viottolo che conduceva a un capanno in legno, simile a quello che si trovava al limitare del giardino di casa sua. Vi erano un paio di finestre sui lati, ma delle tende all'interno non permettevano di vedere nulla e la porta era chiusa.

"Se vuoi andare via, non avrai altre occasioni" pensò Selene ma, un minuto dopo, bussò ugualmente.

La serratura scattò e Shade aprì la porta. Era più alto di lei di una spanna - cosa che il giorno prima non aveva notato - e la guardava con un'espressione strana. «Per un attimo ho creduto che non sareste venuta» disse.

«Non sono il tipo da rompere una promessa» rispose Selene, incrociando le braccia con fare altezzoso, nonostante avesse pensato più e più volte di non presentarsi. «Hai intenzione di insegnarmi o no?»

Shade sospirò e si spostò, facendole segno di entrare.

Selene era confusa. Quel kai voleva davvero insegnarle la magia lì dentro?! Incerta, fece qualche passo all'interno e rimase stupita nel constatare che, oltre a rastrelli, scope e stracci, vi era un letto, un tavolo con delle sedie sconquassate e una minuscola cucina a legna. Il tutto era illuminato da diverse lampade ad olio, poste in giro per la rimessa.

«Ma che diavolo...? Qualcuno vive davvero qui?!» chiese la ragazza, realizzando solo un secondo dopo che l'inquilino era proprio di fronte a lei, e la stava guardando con un'espressione da cui traspariva una nota d'imbarazzo. Nonostante ciò, l'attimo seguente mutò atteggiamento, quasi sfidandola a dire qualcos'altro e stavolta fu Selene a sentirsi in imbarazzo, per la prima volta in vita sua, nei contronti di un kai.

«Sedetevi per favore» disse Shade. mentre rovistava tra gli scatoloni alla ricerca di qualcosa.

Selene si sedette su una delle sedie accostate al tavolo, sporcandosi la divisa candida di polvere e terra, che avevano praticamente invaso il capanno. Lei e Shade, si ritrovò a pensare osservando la rimessa, vivevano nello stesso luogo, molto vicini, ma appartenevano a due mondi totalmente diversi. Erano un po' come il giorno e la notte.

Shade ci mise qualche minuto, poi si sedette di fronte alla ragazza, con il tavolo a separarli, poggiando su di esso una candela, accendendola.

«Se il tuo intento è quello di convincermi con una cenetta romantica, sei fuori strada» esclamò Selene.

Il ragazzo fece un mezzo sorriso, poi mise le mani intorno alla fiammella e si concentrò. Dopo pochi attimi la piccola fonte di luce tremolante si staccò dallo stoppino ed iniziò volteggiare tra i suoi palmi, quasi fosse racchiusa in un piccolo globo invisibile.

Suo malgrado, Selene rimase ipnotizzata da quello spettacolo.

Shade ricollocò la fiammella a posto, dopodiché osservò la ragazza, in attesa.

«Cosa vuoi?» chiese lei, confusa.

«Provate voi, adesso.»

«Sei stupido?» esclamò quella, alterandosi «Non riesco a fare alcuna magia! Pensi che non ci abbia...?»

«Vi prego» la interruppe lui «fatemi solo vedere.»

Selene sospirò. Sapeva che era tutto tempo sprecato e di certo l'idea di mettersi in ridicolo per l'ennesima volta non la elettrizzava, specialmente in quell'assurda situazione, ma ormai era arrivata fin lì e non voleva rinunciare. Mise le mani come aveva visto fare a Shade e si concentrò, richiamando a se tutte le nozioni teoriche che aveva minuziosamente studiato.

Niente.

Abbandonò le mani sul tavolo, sconfitta. «contento adesso?» chiese, a mo' di sfida.

«Riprovate» la incalzò Shade.

Selene sbuffò spazientita, ma fece come le era stato detto. Mise le mani talmente vicine alla fiamma che avvertì un leggero pizzicore sui palmi, prese un respiro e si concentrò nuovamente.

Shade si avvicinò con la sedia e allungò le mani, quasi sfiorando quelle della ragazza. Per un attimo Selene fu tentata di ritrarsi ma avvertì qualcosa, come una scossa, che le attraversava le mani e tutte le braccia. Il ragazzo chiuse gli occhi e i suoi palmi iniziarono a brillare di una luce rossastra.

«Cosa stai...?» iniziò la ragazza.

«Shhh. Chiudi gli occhi. Concentrati.»

Quel kai le aveva davvero parlato in quel modo?! Era inconcepibile. Selene gli avrebbe dovuto urlare contro, ma qualcosa le disse che avrebbe fatto meglio a seguire quelle istruzioni. Avrebbe pensato ad arrabbiarsi più tardi.

Chiuse gli occhi.

«Stai vivendo cercando di essere qualcosa che non sei. Ti sforzi di essere all'altezza di aspettative che non ti appartengono, reprimendo ciò che sono i tuoi desideri... vorresti solo approvazione, ma sai che non la riceverai se resterai te stessa.»

Il cuore di Selene prese a battere più forte. Shade le stava scrutando il cuore e stava dicendo a voce alta cose che lei non osava ammettere neppure a sé stessa. Sapeva che tutto ciò che stava dicendo era la verità, ma se lo avesse ammesso avrebbe dovuto mettere in discussione la sua intera vita.

«Cerchi parole di orgoglio che non ti verranno mai concesse e la paura di non farcela ti frena e blocca qualsiasi tuo tentativo.» La voce di Shade si era fatta grave, quasi stesse provando lui stesso quelle sensazioni. «Non pensare agli altri. La magia viene da dentro il tuo cuore, devi solo imparare ad ascoltarlo. Sii onesta con te stessa, fai quasiasi cosa solo per te.»

Selene sentiva un groppo alla gola e avvertì, suo malgrado, gli occhi inumidirsi. Sentiva le mani scottare e avvertiva quella strana sensazione simile all'elettricità statica propagarsi per tutto il corpo.

«Smettila di cercare l'amore che tuo padre non riuscirà mai a darti, inizia ad amarti tu stessa» terminò Shade.

Rimasero in silenzio talmente a lungo che Selene si chiese se l'altro non fosse andato via, poi lo sentì tossire, come a voler attirare la sua attenzione, e quasi scoppiò a piangere quando, aperti gli occhi, vide la fiammella fluttuare a mezz'aria tra i suoi palmi.

«Come... io... cosa...» balbettò, confusa.

«A quanto pare era solo un problema di testa... dovresti stare attenta e non mentire a te stessa. La magia ne risente» disse Shade massaggiandosi i palmi.

Selene stava per riprenderlo per il suo linguaggio quando notò che le mani del ragazzo erano rosse e lucide. Si era bruciato.

Shade intercettò lo sguardo della ragazza e, nascondendo le mani sotto il tavolo, sorrise. «Non è nulla di grave» disse «sono solo effetti collaterali della connessione tra due fonti magiche.»

si scambiarono uno sguardo, poi Shade sembrò resndersi conto della situazione e abbassò lo sguardo. «Scusatemi, non volevo mancarvi di rispetto» disse.

La ragazza scosse la testa e sorrise, stranamente in imbarazzo.

Continuarono ad allenarsi con piccoli incantesimi. Una volta sbloccato il potere, Selene scoprì di riuscire, seppur con qualche difficoltà, di saper gestire la magia, in che la rese estremamente felice.

Il tramonto arrivò senza che lei se ne rendesse conto e, preoccupata, si affrettò ad andar via. Durante la strada di ritorno avvertiva una strana allegria ed era certa che, da quel momento in poi, tutto sarebbe andato bene.

Non poteva immaginare che quella giornata e quel kai avrebbero segnato il suo destino, per sempre.




 

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Bentrovati con questo nuovo capitolo. So che non siete in tantissimi a leggere questa storia, ma confido che aumenterete con il tempo e, intanto, un abbraccio a chiunque la stia leggendo!

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Se vorrete lasciarmi un commento con la vostra opinione ve ne sarò infinitamente grata, davvero! I vostri commenti sono sempre utili e fanno tanto piacere!

Al prossimo aggiornamento. Baci!!!

 

Laura

   
 
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