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Autore: FumikoSakamoto    16/06/2018    0 recensioni
"Una volta lessi in un libro che quando ci affezioniamo a un oggetto, una parte della nostra anima appartiene a ciò. Vedila così, Hikari: io sono affezionata a questa pietra miracolosa e la mia intera anima le appartiene. Se tu hai intenzione di eliminare questi preziosi minerali perché voi mortali credete che possano essere pericolosi, allora sarai costretta a trovare un metodo per uccidermi. Ti auguro buona fortuna."
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Medesimo giorno
ore 14:53
Fumiko era stata trasportata al pronto soccorso e in quel momento le sue condizioni erano del tutto incerte: oltre ad essersi storta il polso per averlo appoggiato in malo modo ed oltre ad aver subito gravi danni alle gambe, non aveva ancora riaperto gli occhi. I medici non riuscivano a comprendere se fosse soltanto un breve periodo di incoscienza o se fosse entrata in coma. Non aveva lesioni sulla testa, quindi i medici esclusero in parte quest’ultima teoria.
Intanto i genitori di Fumiko, recatisi al pronto soccorso in seguito a una telefonata di Hikari, erano disperati e desideravano che il pirata della strada fosse catturato ed arrestato. Lì si trovavano anche la bionda, tremante e disperata,sua madre e suo padre. Tutti e tre si sentivano in colpa per ciò che era accaduto e si presero l’intera responsabilità, ma i genitori di Fumiko non erano d’accordo e cercarono di rassicurarli.
“È colpa mia! Se non fossi arrivata in ritardo,tutto ciò non sarebbe accaduto!” lamentò Hikari piangendo e singhiozzando.
In quello stesso momento Fumiko si trovava nella stanza assegnatale ed era ancora sotto le osservazioni dei medici. Ad un’infermiera era stato ordinato di andare ad avvisare i genitori del fatto che non ci fossero stati miglioramenti o peggioramenti, ma quando la donna spalancò la porta della stanza, si intrufolò il corvo bizzarro, il quale volò verso la ragazza. Nonostante i medici cercassero di cacciarlo, il corvo riuscì ad appoggiarsi per un secondo su un braccio di Fumiko e poi sparì misteriosamente. I medici non potevano credere a ciò che era avvenuto e non avevano idea di come agire.
Nonostante Fumiko non avesse apparentemente aperto gli occhi, riuscì a farlo nel proprio subconscio. Si alzò dal suolo come se non fosse stata ferita e ciò che ebbe dinanzi fu particolare: una distesa bianca infinita circondava il “corpo” della ragazza. Improvvisamente, comparve di fronte a lei un individuo più bizzarro dell'animale: aveva i capelli neri e lunghi fino alla vita, aveva le iridi di color verde smeraldo ma aveva le sclere di color nero, aveva un viso affascinante ma al tempo stesso misterioso e indossava una particolare tuta nera da cui fuoriusciva una splendida pietra verde di forma ovale.
“Ciao Fumiko” disse lo sconosciuto con tono rassicurante.
La mora indietreggiò all’istante senza distogliergli lo sguardo. Non sapeva se attaccarlo o rimanere ancora in osservazione perché si chiedeva come sapesse il suo nome e temeva che fosse uno stalker.
“Non ti preoccupare,non sono un maniaco!” ribadì lo sconosciuto sorridendo e cercando di avvicinarsi alla ragazza, ma quest’ultima sembrava non fidarsi e continuò ad indietreggiare.
“Permettimi di fare le adeguate presentazioni: mi chiamo Anzai e sono riuscito ad entrare nel tuo subconscio tramite uno dei miei corvi!” disse alzando le mani per assicurare Fumiko che non fosse armato, ma questa non lo lasciò proseguire e fece qualche passo in avanti per poter udire al meglio ciò che aveva da dire.
“Credo di non aver capito bene…” mormorò Fumiko guardandolo bieco.
“Invece hai compreso tutto alla perfezione!” corresse Anzai “Sì, sono entrato nel tuo subconscio con uno dei miei corvi. Questa è una storia lunga che forse un giorno ti racconterò. Se non ti dispiace, vorrei passare ad argomenti più seri.”
“Quindi quel corvo era tuo?”
Anzai fece segno di sì con la testa e interruppe la mora, la quale stava per dire qualcos’altro.
“Se noi adesso ci troviamo qui, significa che tu non hai ancora riaperto gli occhi… e sai cosa potrebbe significare? Tu potresti non vedere più il mondo esterno, né ritornare alla tua routine. Ovviamente c’è anche la possibilità che tu possa superare al meglio tutto questo, ma le probabilità non sono mai sicurissime.”
“Mi stai rinfacciando il fatto che io possa rischiare la morte?” sentenziò Fumiko scocciata.
“Se mi interrompi di continuo non riesco ad arrivare al punto!!” ribadì Anzai sbuffando “Stavo dicendo che puoi avere la certezza di poter tornare alla tua routine soltanto se tu accetti la mia offerta.”
Incredula, Fumiko incrociò le braccia sotto il seno e spronò il ragazzo ad andare avanti col discorso.
“Vedi la pietra che ho su questa veste? Ecco,mi è stata offerta quando ero in una situazione simile alla tua e grazie a questa sono rinato! Mi ha donato dei poteri straordinari, sovraumani! Tuttavia devo mostrare gratitudine al superiore per avermi ridonato la vita, pertanto lavoro per lui” spiegò.
“Che genere di lavoro svolgi?” chiese incuriosita.
“A breve ritorneranno gli Angeloi, un gruppo di guerrieri con cui noi siamo in conflitto da molto tempo. Ci serviranno delle nuove reclute da addestrare, quindi perché non ci pensi un po’ su?” propose il ragazzo.
Fumiko sembrava non aver compreso la domanda, o forse sperava di aver capito male. L’idea di lavorare per uno sconosciuto non la attirava in particolar modo, ma c’era in gioco la certezza di poter tornare a casa, a scuola, a rivedere i familiari e gli amici. Non sapeva che pesci pigliare, infondo non era certa neanche del fatto che fosse rinchiusa nel proprio subconscio. Chissà, magari l’incontro con Anzai era soltanto un sogno e il ragazzo poteva essere solo un’immaginaria rappresentazione della figura del corvo. La mora non poteva essere a conoscenza della realtà, quindi provò ad avere delle assicurazioni su qualsiasi scelta avesse fatto.
“Se io decidessi di unirmi a voi, cosa sarei costretta a fare? Che genere di poteri dona quella pietra? E se invece decidessi di rifiutare l’offerta, cosa accadrebbe?”
“Placa la tua curiosità!” esclamò ridacchiando “Diamine, non mi sarei mai aspettato questa reazione! Va bene, risponderò a tutte le tue domande. Se tu deciderai di unirti a noi, dovrai scontrarti contro questi guerrieri che desiderano eliminare le nostre pietre. Loro sono degli stolti! Queste pietre ridonano la vita a chi rischia di perderla e fanno sì che nessun altro la possa più strappare: chi decide di collaborare con noi vive una seconda volta e non muore più! Tuttavia a loro non interessa perché credono di stare dalla parte del bene e quindi si intromettono nelle nostre commissioni. Tutto quello che dovrai fare è eliminarli con la tua pietra” spiegò tendendo la mano chiusa in un pugno, poi l’aprì e da questa fuoriuscì una pietra incolore.
“Questa potrebbe essere tua. Se accetterai di collaborare con noi, la pietra assumerà il colore della tua anima” continuò Anzai “A seconda di ciò, otterrai un potere che avrà a che fare con un elemento della natura. Ora te lo dimostro.”
A questo punto il ragazzo ripose la pietra nella tasca, sollevò il braccio e Fumiko fu colta da una tempesta fortissima. Subito dopo la tempesta cessò e la mora ebbe prova di ciò a cui si riferiva il ragazzo.
“Ora mi credi? Ecco, la mia pietra coinvolge i venti e posso manovrarli a mio piacimento. Non sei attratta da ciò? Potresti avere un potere simile al mio e utilizzarlo in qualsiasi momento desideri, anche quando hai l’aspetto da umano!” esclamò glorioso.
“Aspetto da umano?” chiese stupita.
“Certo, credi che io vada in giro tutto il giorno conciato così? Bisogna pur avere una copertura!” rispose quasi seccato.
“In effetti hai ragione…” notò Fumiko vergognandosi di aver chiesto qualcosa di ovvio.
“Sei libera di scegliere, puoi anche decidere di declinare l’offerta. In quel caso, se dovessi incrociare te o uno dei tuoi familiari durante un attacco agli Angeloi, non verreste risparmiati e verreste eliminati immediatamente. È questo ciò che desideri?” ribadì Anzai.
Fumiko era stata messa con le spalle al muro: vivere o rischiare la morte? Se avesse deciso di accettare l’offerta, avrebbe lavorato con Anzai per chissà quanto tempo ma avrebbe perso la propria libertà. Se qualche compagno di scuola avesse scoperto la vera identità,sarebbe finita in guai seri! Se lo avesse scoperto uno dei parenti, altro che immortalità, la sua seconda vita sarebbe terminata in un secondo!
Si chiese cosa sarebbe successo se avesse declinato l’offerta: se non fosse morta prima di risvegliarsi, avrebbe vissuto una vita oppressa dal pensiero di proteggere lei stessa e i propri cari. Non sarebbe potuta andare a scuola normalmente ed era convinta del fatto che questi individui li avrebbero presi di mira per evitare che qualcuno potesse spifferare i loro segreti.
In bilico tra la garanzia di vita e la promessa di morte certa, Fumiko prese una decisione.
“Va bene, accetto l’offerta”
“Era ciò che le mie orecchie desideravano udire. Benvenuta tra noi, non te ne pentirai!” esclamò Anzai sorridendo “Ecco a te, questa è la tua pietra. Devi far sì che possa avere contatto con una qualsiasi parte del corpo. Non importa quale sia, l’importante è che tu non la perda o non ti separi MAI da essa, altrimenti soccombi” aggiunse porgendole la pietra.
“Mi avevi detto che sarei diventata immortale!!” sentenziò Fumiko.
“Sì, ma solo se la conservi con cura. Coraggio, ora prendila!” ribadì.
Fumiko non era più sicura di ciò che aveva deciso, ma non potevano esserci altre vie d’uscita e si vide costretta ad afferrare quella pietra con la mano tremante. Dalla pietra fuoriuscì una nube che coprì la visuale dei due per un attimo, poi sparì e notarono che la pietra aveva assunto un colore rosso molto acceso.
“La pietra del fuoco! Interessante, ci mancava solo questo elemento naturale per averli tutti!” esclamò Anzai soddisfatto “Per il momento posso trasformartela in smalto. Questa è un’opzione disponibile solo durante il periodo di riposo da un trauma o incidente. Quando sarai uscita da qui, provvederemo a fare un cambio perché le mani sono la parte del corpo più esposta ai combattimenti e se perdi quel dito sei morta.”
A questo punto Anzai si avvicinò alla ragazza, le prese la mano e successivamente la pietra, le avvicinò e il dono si trasformò magicamente in “smalto” sull’unghia del mignolo sinistro.
“Questa proprietà è uscita da un libro di favole per bambini?” ironizzò Fumiko.
“È un’abilità che possono avere soltanto coloro che decidono di accettare questa offerta” rispose Anzai.
“Come si chiama questa organizzazione?” chiese Fumiko, sperando di ricevere una risposta adeguata.
Anzai la guardò perplesso e tentennò un po’, poi scoppiò a ridere.
“Non ha un nome e non ne abbiamo bisogno. Non siamo gli antagonisti di un cartone animato per infanti, non dobbiamo ridicolizzarci con nomi strani come fanno gli Angeloi!”
 
 
 
 
   
 
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