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Autore: Grell Evans    16/06/2018    0 recensioni
Temari decide di trasferirsi a Konoha per chiudere un capitolo lungo e buio della sua vita sentimentale che l'ha turbata e delusa profondamente. 
Shikamaru apatico e scostante appena la incontra le si avvicina, affascinato, dalla sua bellezza sconosciuta.
Tra di loro tutto sembra incominciare in modo tranquillo e delicato, ma c'è qualcosa che turba le loro giornate o per meglio dire, qualcuno.
E quel qualcuno non sarà gentile, nè comprensivo; non avrà intenzione di lasciare Temari senza di lui, piuttosto la morte.
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Venerdì. Tardo pomeriggio.



 
 
Temari bussò il campanello della villetta dove avrebbe alloggiato, sperando, per almeno qualche anno. Dovette aspettare circa un minuto prima che Karui le aprisse la porta d’ingresso. Quando l’amica la vide la stritolò in un lungo abbraccio, ricambiandolo affondò il viso tra i suoi lunghi capelli rossi.
- Finalmente sei arrivata! – disse lasciandola. – Dammi la valigia così puoi sistemarti al piano superiore. – era sempre molto accogliente e questo la faceva sentire a casa.
- Grazie! – le sorrise e la segui su per le scale dove Karui le mostrò il bagno che da quel momento era unicamente suo visto che ce ne erano due, e la sua camera da letto. Era già arredata e Temari tirò un sospiro di sollievo; non aveva proprio voglia di decidere che mobili acquistare nei prossimi mesi.Sistemò tutti i suoi vestiti nel grosso armadio bianco che era posto attaccato al muro di fronte al letto a due piazze. Era una grande seccatura ma prima faceva quell’operazione e prima si sarebbe potuta rilassare. Terminato con l’abbigliamento iniziò a ordinare tutti i documenti che portava a casa dal lavoro nella libreria che era alla sinistra del letto, insieme ad alcuni libri dai quali non poteva separarsi. Concludendo ripose i suoi articoli da cancelleria nei cassetti della scrivania che si trovava sotto una grande finestra di fronte alla libreria. Ripose il computer sul desk insieme ad una cornice con una foto di gruppo con i suoi fratelli e decise di dare il tocco finale appendendo sopra alla testiera del letto il suo ventaglio bianco con i tre astri viola.
Si guardò intorno. Fu soddisfatta ma si rese conto di aver bisogno di una doccia, così sgattaiolò fuori la porta e si rintanò nel bagno con la sua trousse e la pochette piena di saponi e profumi tra le mani.
Dopo essersi rilassata per un’ora sotto l’acqua corrente si sentiva una persona nuova e indossati un paio di pantaloncini neri e una maglietta dello stesso colore con un panda sul davanti decise di scendere in cucina e sgranocchiare qualcosa. Si rese conto una volta scesa che c’era qualcuno proprio dove doveva andare. Era seccata ma aveva fame e non aveva voglia di rimanere a stomaco vuoto così si armò di pazienza e aprì la porta della cucina.

- Ehi Tem! Non ti sentivo più, pensavo stessi dormendo. – disse Karui seduta tra un ragazzo abbastanza robusto che masticava delle patatine e una ragazza bionda platino, magra e con i capelli legati in una coda altissima.
- Non preoccuparti ero in doccia. – non si aspettava tutta quella gente ma fece finta di nulla.
- Ti presento Choji, Ino e Shikamaru. – indicò in ordine le prime due persone che aveva visto anche lei e poi girandosi notò un ragazzo alto, con le mani conserte e i capelli neri raccolti in un codino.Li salutò cordialmente stringendo loro la mano e quando arrivò a porgerla al ragazzo dietro di lei, lui sembrò quasi infastidito per aver mosso il braccio. – Shikamaru Nara, piacere. – disse soffocando uno sbadiglio con l’altra mano.
- Temari Sabaku No. – rispose alzando un sopracciglio, snervata dall’atteggiamento del tipo al quale aveva appena stretto la mano.
- Cos’è sei arrabbiata biondina? – le domandò il ragazzo alzando un sopracciglio a sua volta.
- Prego? – Temari lo squadrò dall’alto al basso.Karui fulminò Shikamaru con lo sguardo mentre Ino gli tirò in testa uno dei petali del pot-pourri che era posto al centro del tavolo della cucina.
- Ma che diavolo volete? -  domandò alle due ragazze che sembravano essere parecchio irritate.
- Sei un gran maleducato! – intervenne Ino – Ti hanno insegnato a trattare così le persone nuove che conosci? –
- Lascia stare, avrà rallentato l’apporto di ossigeno ai neuroni. – disse Temari decisa e senza neanche guardarlo uscì con la sua barretta al cioccolato tra le mani.
 
 
Sabato. Mattina.

 
 
Lasciò un biglietto per Karui dove le ricordava che aveva degli affari da sbrigare dall’Hokage quella mattina e uscì. Konoha era molto diversa da Suna e questo se l’aspettava, ma faceva un certo effetto svegliarsi in una città immersa nel verde quando si è abituati al color sabbia.
A quell’ora c’erano poche persone per strada e questo a Temari non dispiaceva, si sentiva tranquilla e finalmente il suo lavoro da ambasciatrice sarebbe diventato meno stressante visto che non avrebbe più dovuto fare avanti e indietro tra un villaggio e l’altro.
Quando arrivò nel corridoio in attesa di essere ricevuta, non c’era ancora nessuno, quindi pensò subito che avrebbe avuto molto tempo da passare in libertà dopo il colloquio. Si voltò, colta di sorpresa da uno sbadiglio piuttosto rumoroso e notò con lieve irritazione che quel suono fastidioso proveniva da una persona altrettanto irritante.
- Ma guarda chi c’è. – disse il ragazzo vestito di nero con il giubbotto da jonin verde scuro.
Temari cercò di ignorarlo. – Meno male che ero io il maleducato. – aggiunse sedendosi su una panca e intrecciando le braccia al petto.
- Ciao. – rispose sbrigativa mentre tamburellava con il piede sul pavimento.
- Vai di fretta? –
- Nara, ma i fatti tuoi? – domandò con un sorriso forzato e gli occhi puntanti su di lui in uno sguardo deciso.
Shikamaru alzò un sopracciglio e stizzito si infilò una sigaretta tra le labbra. – Sei veramente strana, come tutte le donne del resto. Chi vi capisce è bravo. –
Rimase a fissarlo mentre si avvicinava ad una delle finestre sul corridoio e si accendeva la sigaretta con un rapido gesto dell’accendino. Lo vide inspirare il fumo e poi rilasciarlo dalla bocca con un’aria tremendamente seccata.
- Cos’è ne vuoi una? – disse porgendole il pacchetto con una già mezza sfilata.
Si riprese scuotendo leggermente la testa. – No, grazie. – rispose – Non fumo. –
- Capisco. – disse rimettendo la confezione in una tasca interna della giubba. – Che ci fai qui? -  si voltò per guardarla dall’alto in basso.
Temari pensò prima di rispondere, gli ricambiò lo sguardo, e si avvicinò. – Sono diventata ambasciatrice per il villaggio della Sabbia qui a Konoha. -  pensò che era il caso di rispondergli, in fondo prima era stata troppo scorbutica. – Invece un tipo come te, cosa fa nel palazzetto dell’hokage? – continuò mentre sistemava la fascia rossa del kimono.
Shikamaru la guardò storto poi gettò la sigaretta dalla finestra. – Sono consigliere del quinto hokage. – sbadigliò di nuovo.
Sul volto della ragazza comparve un’espressione meravigliata. – Ah, sì? –
- Cosa vorresti dire? – le domandò lui.
- Non hai l’aria di uno che può fare una cosa simile. – confessò.
- Beh, neanche tu. – sorrise.
 
 
Sabato pomeriggio.
 

 
Karui non era in casa, quel pomeriggio aveva gli allenamenti con il suo team, così aspettando il suo ritorno Temari si crogiolò nel letto pensando a quello strano ragazzo, non tanto per l’aspetto quanto per l’atteggiamento. Decise poi di ingannare il tempo compilando alcune scartoffie principalmente riguardanti la nuova selezione dei chunin, che quell’anno si sarebbe svolta a Konoha. Dovette assicurarsi che i documenti dei genin partecipanti e dei loro jonin fossero tutti perfettamente allegati alle carte riconoscitive emanate dai kage dei rispettivi villaggi di provenienza e che ci fossero tutte le firme.
Il tempo volò abbastanza in fretta, ma c’era un pallino nella testa di Temari che non riusciva a mandar via. Era proprio quel viso, con quell’aria seccata che l’aveva intrigata ma allo stesso tempo infastidita, in modo lieve, ma l’aveva fatto.
- Temari! – sentì strillare il suo nome dal piano di sotto; Karui era tornata.
- Dimmi! – ribatté lei senza alzarsi dalla sedia.
- Stasera abbiamo una festa! -  disse entusiasta mentre comparve sulla soglia della porta.
Temari la fissò. – Che festa? –
- Al centro di Konoha c’è una sorta di sagra, la fanno tutti gli anni. È molto graziosa si mangia e si balla, in più ci sono anche tante bancarelle che vendono cose carinissime. Mi sono organizzata con i tre che hai visto ieri e altri ragazzi che ho conosciuto grazie a loro. È un buon modo per ambientarsi no? – Karui le sorrise.
La guardò, sembrava molto entusiasta e non le apparve una cattiva idea. – Perché no? –
Karui sorrise e zampettò gioiosa. – Per le venti usciamo! –
- Ma… -  guardò la piccola sveglia – Sono le diciannove! – si alzò di scatto e aprì di corsa l’armadio. Maledì l’amica per averla avvertita con così poco preavviso, odiava andare di fretta.
Eppure, riuscirono ad essere puntuali. I viali erano stati decorati con delle luminarie colorate, con festoni e palloncini. Le strade erano davvero ricche di qualsiasi cosa sia cibo, che giochi o vendita di souvenir. La prima che videro fu Ino, vestita con un abito viola stretto sul seno e più morbido dalla vita in giù, camminava davanti a Choji che aveva già arraffato una vaschetta di patatine fritte calde con ketchup e maionese e Shikamaru che invece se ne stava con le braccia incrociate dietro la testa e la sigaretta appoggiata tra le labbra.
- Allora ragazze siete pronte? – esordì Ino mentre salutava amichevolmente tutte e due.
- Prontissime! – Karui rispose per entrambe e si avviarono in una lunga passeggiata.
Le strade erano gremite di persone, uomini, donne e bambini camminavano l’uno di fianco all’altra assorti dalla bellezza delle luci colorate che andavano a fondersi con il cielo e alla magia che la musica, unita alle attrazioni presenti dava.
Temari rimase imbambolata davanti a una bancarella; si aveva la possibilità di tirare un kunai tre volte in un bersaglio; se si centrava tutte e tre le volte si vinceva un premio a scelta tra i più grandi disponibili. Pagò la somma dovuta e prese il kunai tra le mani, lo fece roteare su un dito e tirò. Centro. Passò al secondo, mirò il punto esatto e centrò anche quello. Mancava l’ultimo; ciò che desiderava era a un passo e non voleva fallire. Così prese il terzo kunai, lo mise davanti al suo viso e prese la mira pronta per spedirlo dritto nel bersaglio. – Sei davvero molto brava con le armi. – una voce conosciuta la colse di sorpresa facendole perdere la concentrazione proprio in quell’attimo in cui si da lo slancio all’oggetto dopo aver raddrizzato il tiro. Proprio nel secondo in cui tutto sarebbe stato deciso quella voce l’aveva disturbata facendole mancare di pochi millimetri il bersaglio.
- Le ultime parole famose. – gonfiò le guance in segno di protesta.
- Com’è ti sei distratta? Molto strano per una come te. – rispose mentre dava le tre monete necessarie per partecipare.
- Non ti perdonerò mai per questo. – disse tirandogli l’orecchio.
- Mh, rancorosa. – disse Shikamaru mentre tirava e centrava il bersaglio con il primo kunai. – Facciamo così – continuò facendo girare l’arma tra le dita – io centro tutti i tiri e tu mi perdoni. – sbuffò una nuvoletta di fumo dalle labbra.
Temari lo guardò imbronciata, l’espressione crucciata in viso di chi è molto offesa. Lui sorrise mentre mandò a segno anche il secondo tiro. Lui la guardò in cerca di una risposta, ma la ragazza gli aveva praticamente voltato la faccia e si era andata a sedere sulla panchina sul lato opposto rispetto alla bancarella del tiro a segno.
Poco dopo fu sollevato di trovarla ancora lì e le si avvicinò. – Tieni. – le porse il premio che aveva vinto. Lei lo guardò. – So che volevi il panda ma il cervo era più grazioso. – glielo poggiò sulle gambe e si accomodò di fianco a lei.
- Perché non parli? – disse sorridendo mentre un bimbo di cinque anni indicò alla mamma il grande peluche che sostava sulle cosce della ragazza. – Guarda che se non lo vuoi lo do a quel moccioso. – la minacciò ironico.
- Come facevi a sapere che avrei preferito il panda? – continuava a non guardarlo.
- Beh, la maglietta molto sexy di ieri era un buon indizio. –
Stavolta si guadagnò uno sguardo deciso dritto negli occhi. – Pensavo che con uno di quei kunai ti fossi tranciata la lingua e cavata gli occhi. Vedo con piacere che non è così. – poggiò un gomito sullo schienale della panchina girandosi nella sua direzione. Alzò le sopracciglia. – Allora? – domandò.
- Volevo vincerlo io. – sussurrò voltandosi verso di lui e abbracciando delicatamente il giocattolo.
- Ciò che conta è averne preso uno come ricordo, non trovi? – la buttò lì, dalla serie l’importante non è vincere ma partecipare.
Lei lo guardò e l’insoddisfazione sembrava essere quasi svanita, assorbita probabilmente dalla morbidezza del cervo di peluche.
- Vieni, prima che gli altri si facciano strane idee. – le fece l’occhiolino.
- Prego? –
- Che seccatura Tem, alzati. – le fece cenno di lasciare la panchina. – Vuoi sempre una spiegazione per tutto. –
Si incamminò verso Shikamaru con il cervo stretto tra le braccia. – Aspettami! –
 

 
***

 
 
Avevano scelto di fermarsi ad un ristorante che aveva organizzato per la festa delle grosse tavolate fuori al negozio così che tutti potessero sedersi anche all’esterno. Era restata a tenere i posti mentre Shikamaru era andato a prendere da mangiare. Si sentiva come in una bolla, come se fosse stata colpita da una magia e pensava al gesto carinissimo che lui aveva fatto per lei regalandole quel pupazzo. Non riusciva a comprenderlo fino in fondo e tantomeno voleva montarsi la testa pensando che si fosse invaghito di lei ma quello che era successo le faceva pensare che un minimo di interesse potesse avercelo.
- Scusami – una voce estremamente dolce la destò dai suoi pensieri. – Possiamo sederci al tavolo con te, siamo in due, ammesso che non siano già occupati. – la ragazza che le sorrise aveva dei graziosi capelli lunghi blu e una frangetta a coprirle la fronte. Poco dopo comparve un ragazzo biondo con due vassoi tra le mani che si affrettò ad appoggiarli sul tavolo.
- Certo, accomodatevi pure. – le rispose sorridendo.
- Grazie! – esclamò il ragazzo mentre si sedeva sulla panca opposta alla sua. – Io mi chiamo Naruto, lei invece è Hinata. – presentò entrambi e poi si gettò sulla sua gigantesca ciotola di ramen.
- Io mi chiamo Temari. -  sorrise ad entrambi.
- Sei nuova? – le domandò cordialmente Hinata mentre assaggiava un pezzo di cotoletta.
- Sì, sono arrivata ieri. – rispose mentre si guardava intorno alla ricerca di Shikamaru.
- Kami, che seccatura! Ho dovuto fare una fila lunghissima. – esordì proprio Shikamaru che seccato adagiò poco gentilmente i vassoi sul tavolo. – Naruto?! Hinata?! – esordì stupito.
- Shikamaru?! – esclamarono entrambi osservandolo palesemente meravigliati. Temari strabuzzò gli occhi. Un’espressione rimbambita le comparve in viso, cercò di mantenere la calma, anche se negli occhi di Shikamaru leggeva una certa agitazione. Il problema reale nasceva dal fatto che lei non conosceva i rapporti tra di loro, non conosceva il suo accompagnatore e già immaginava di essere scaricata come una scarpa vecchia.
- Vi state divertendo? – sdrammatizzò Shikamaru assaggiando il suo hamburger.Naruto lo guardò sornione. – Certo, tu? – un sorrisetto malizioso gli apparve in volto.
- Non è stata una brutta serata. – commentò mentre di sottecchi guardò la ragazza di fronte a lui.Temari si gustava nervosa le sue crocchette di pollo, un po’ a disagio dopo aver sentito l’insinuazione del biondo. Non aveva niente da temere, quello poi non era neanche un appuntamento, eppure era incredibilmente a disagio.
- Naruto, che ne pensi di andare alla pesca delle paperelle? – domandò gentile Hinata mentre il biondo beveva fino all’ultima goccia il brodo dalla ciotola.
- Certo! – asserì mentre scattava in piedi. – Ci vediamo in giro! – li salutò Naruto mentre prendeva la mano di Hinata per stringerla alla sua.Rimase a fissare i due che si allontanavano finché non scomparvero tra la folla. – Sono davvero carini quei due assieme. – affermò lei mentre terminava l’acqua che le era rimasta nel bicchiere.
- Non hai idea di quanto tempo ci ha messo Hinata a dichiararsi e quanto altrettanto tempo ha impiegato Naruto a capirlo. È stata un’odissea. – disse Shikamaru con il palmo appoggiato sul viso.Temari rise di gusto. Quando si impegnava sapeva farla davvero ridere.
- Cosa c’è di divertente? – domandò lui con un mezzo sorriso.
- Dovresti avere uno specchio di fronte per vedere la tua faccia. – sorrideva ancora mentre terminava la frase. – Perché mi fissi in quel modo? –Vide il suo sopracciglio alzarsi. – Ti sto solo osservando. C’è qualcosa che mi attira in te e sto cercando di capire che cos’è. –
Non seppe più cosa dire. L’aveva completamente spiazzata e detestava non sapere cosa rispondere.  Sperava con tutto il cuore che apparissero dal nulla Karui con gli altri due così da poter cambiare argomento eppure intorno a loro c’erano centinaia di persone ma non quelle desiderate. L’unico modo per sviare quella situazione era far finta di nulla, come se lui quella frase non l’avesse mai pronunciata.

- Senti – disse mentre giocherellava nervosamente con le dita.Lui la guardò interrogativo. – Tutto bene? –
In quel momento i suoi occhi incontrarono quelli neri e profondi di lui. Ci sarebbe annegata volentieri ma di certo non poteva restare imbambolata come una cretina a fissarlo.

- Sei davvero buffa. – asserì mentre si alzava dalla panca per stiracchiarsi.Stavolta fu lei ad assumere un’espressione interrogativa. – Forza Tem, mica voglio mangiarti. – continuò facendole segno con la testa di andare.
- Tem? – domandò lei mentre raggiungeva Shikamaru sul viale.Lui si girò. – Beh, Temari è troppo lungo. – le sorrise.
- Pff, da che pulpito. – disse ironica. – Il tuo nome ha nove lettere! –
- Il tuo ne ha sei, sono fin troppe. Meglio tre. – ribatté sistemandosi una sigaretta tra le labbra.
- Ma che diavolo significa?! – rise per l’assurdità e la pigrizia che quella frase metteva in evidenza.
- Significa che sei una grande seccatura. – affermò Shikamaru mentre aspirava dal filtro.
  
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