Medio Evo il sole che brucia sulla pelle in fiamme, spandendo profumi densi, di paura infinita per i ricordi che tristi si depositano come soffici guanciali In estate;
Gli abbracci sono nelle voluttuose forme aspre del tuo corpo, silenzi di poca cosa e grida del mondo, bozze incomplete e ritagli furtivi.
Rievocazioni spezzate dal vortice dell’andare, masticato e confluito in un eterno tornare in stagioni preziose, nelle Indie profumate, di dipinti e manoscritti che parlando di te, iscrivono pietra nei passi che tormentato lascio