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Autore: _ Arya _    19/06/2018    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Chemical reaction




KILLIAN POV

Gli ultimi tre giorni erano stati folli. In senso positivo.
Sentirmi bene mi riempiva di sensi di colpa, perché ancora non avevo trovato una soluzione convincente per riportare da me Alice: solo qualche strano rito druido che mi ero appuntato per ogni evenienza... eppure...
Eppure avevo cominciato a riconoscermi. La mia voglia di scoprire, di imparare, di vedere nuove cose, era tornata; avevo perfino iniziato ad apprezzare le noiose letture di medicina. Tra pagine e pagine di nulla c'erano dettagli interessanti, tradizioni perse nel tempo, cenni di avvenimenti storici che volevo approfondire, visto che non erano arrivati alla mia epoca.
E continuava ad essere Emma la ragione della mia “rinascita”. Volevo credere che non fosse stata l'orribile esperienza ad unirci, ma la splendida giornata passata insieme. Quelle preziose ore che ci avevano permesso di conoscerci, avvicinarci, legare.
La ragazza aveva continuato a svegliarsi ogni mattina per unirsi a me nelle stalle, nonostante avessi ribadito che non ce ne fosse alcun bisogno. Non potevo però negare che mi facesse piacere passare del tempo insieme e parlare di... tutto: più volte ero stato vicino al raccontarle la verità. Se solo fosse stato qualcosa di più credibile, avrei ceduto.
E comunque, non si era limitata a questo. Anche i pomeriggi mi aveva fatto compagnia in biblioteca, semplicemente leggendo in silenzio con me, interrompendomi solo per mostrarmi ciò che di interessante riusciva a scovare.
Ero sempre stato un tipo piuttosto solitario, amavo avere la mia privacy e del tempo da passare da solo... solo con Alice non mi era mai pesato condividere praticamente ogni momento della giornata. E adesso... adesso, con Emma, era esattamente così che mi sentivo. A volte faticavo a ricordarmi che fosse una principessa del XVI secolo: era fin troppo facile vederla “solo” come una giovane donna piacevole e divertente, dai forti ideali, dalle idee rivoluzionarie, dalle tante passioni, dal carattere forte e determinato. Il genere di donna, persona, con cui sentivo di poter effettivamente condividere la mia quotidianità.
Proprio perché avevo imparato a tenere a lei, la osservavo. Non potevo fingere che non le fosse accaduto nulla, nonostante mi avesse assicurato che fosse acqua passata. Un'esperienza del genere avrebbe segnato chiunque, uomo o donna... certo, sarebbe potuta andare molto peggio, ma per fortuna eravamo riusciti ad evitarlo. Tuttavia, proprio come le avevo promesso, non avevo più aperto la discussione. Non ne avevo sentito la necessità, vedendola sempre serena.
Nel frattempo anche io ero completamente tornato in forze: delle ferite era rimasto ben poco, e dei colpi presi solo qualche livido, niente più dolori. Per questo, la sera prima, le avevo proposto di passare la mattinata del mio giorno libero ad imparare ad usare la spada. Speravo che le mie – poche – doti nella scherma, mi avrebbero permesso di non fare la figura del completo idiota. Magari se me la fossi cavata sarei potuto andare a caccia con lei e i suoi genitori, qualche volta.
Solo che, non appena la principessa comparve, persi ogni certezza di riuscire a mantenere la concentrazione. Indossava una camicia bianca con un giubbone blu senza maniche, legato in vita da una grossa cintura. Un paio di guanti e stivali lunghi, ed un pantalone nero decisamente attillato. Anche il suo viso era perfettamente incorniciato dalla coda alta e i due ciuffi ribelli che le ricadevano lungo le guance.
-Ti vesti così per duellare, Killian?
-Eh?- avevo completamente perso le parole, neanche riuscii davvero a sentire cosa mi avesse domandato. Solo il mio nome.
-Ti sei imbambolato? Hai visto un fantasma? Ti ho chiesto... sicuro di essere comodo così?
-Ah... oh, non lo so.- borbottai, cercando di tornare in me -Te l'ho detto, non ho mai davvero usato una spada e... credo di essere comodo.
-Vedo di procurarti almeno un paio di guanti di pelle, aiutano l'impugnatura. Avresti bisogno di una camicia un po' più larga sulle maniche, che ti permetta di muoverti fluidamente... ma per adesso ce la faremo andar bene. Almeno non è stretta come quella con cui sei arrivato! Come fai a muoverti in quella cosa?
-Parli proprio tu, con questi pantaloni stretti? Non che mi lamenti eh... sono ottimi per contenere le... forme!
-Jones!
Fu impossibile non scoppiare a ridere alla sua espressione meravigliata, le orbite per poco non le uscirono dagli occhi! Ma proprio non ero riuscito a tenere per me quella battuta, un fondoschiena del genere era decisamente degno di nota...
-Ti rendi conto di starti rivolgendo in modo assolutamente inadeguato ad una principessa?! Ringrazia che ancora non ho sfoderato la spada o...
-Calma, tesoro!- che furia, però... doveva proprio avere del fuoco che le bruciava dentro; -Stavo scherzando! E poi è un complimento...
-Pervertito.
-Solo perché apprezzo una bella donna?
Già mentre lo dicevo iniziai a sentirmi a disagio. Non ero stato volgare, ma ugualmente stupido a non rendermi conto che un apprezzamento così diretto e sfacciato avrebbe potuto infastidirla. Sicuramente non era abituata, ed in fondo... anche quei uomini di malaffare erano stati diretti. Speravo sapesse di non essere un oggetto per me, e che mai l'avrei toccata contro la sua volontà!
-Mi dispiace.
-Lascia perdere.
-No, mi dispiace davvero. Non volevo essere volgare e inopportuno.
La giovane sospirò, rilassando finalmente il viso. Poi mi guardò come se cercasse di leggermi dentro, e non fu facile non sentirmi un po' a disagio... sembrava quasi avesse dei raggi ad infrarossi negli occhi.
-Non lo sei stato. Non sono abituata a persone così... schiette. Dirette. Non è necessariamente una cosa negativa, immagino. E poi... anche tu hai un fondoschiena niente male!
Fu il mio turno di strabuzzare gli occhi sotto il suo sorriso furbo e divertito! Ma guarda te, la principessa mi aveva guardato il culo? Questa me la sarei dovuta proprio segnare, sapevo che avrebbe fatto ridere Alice!
-E quando avresti avuto occasione di ammirarlo?
-Quando ti ho praticamente costretto ad indossare quella che chiami “calzamaglia”. Ti donava.
-Cosa posso dire... sono un uomo dotato su tutti i fronti! Se capisci cosa voglio dire...
La bionda alzò gli occhi al cielo, poi ridemmo insieme. Mi resi conto che in quegli ultimi giorni avevo ripreso a ridere tantissimo, tanto che a volte mi faceva male la faccia. Con lei tutto sembrava molto più semplice.
E ogni volta che il mio cuore faceva un salto, mi ripetevo per tre volte “E' una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.”. E funzionava... almeno fino a che non incrociavo di nuovo i suoi smeraldi.
Ma non potevo, non potevo assolutamente permettere che la sintonia che ci univa si trasformasse in qualcosa di troppo grande. Finché si trattava di attrazione, avrei potuto gestirlo. Ma doveva assolutamente fermarsi lì, o ne avremmo sofferto entrambi.
Allontanai quindi quei pensieri e la seguii per scegliere la spada. Ascoltai il suo consiglio ed optai per una non troppo pesante e facilmente maneggevole; per iniziare sarebbe sicuramente stato più facile. Trovai effettivamente ottima l'impugnatura coi guanti di pelle, aderivano perfettamente.

***


Scoprii di essere particolarmente talentuoso nell'arte della spada, perfino Emma non poté negare che me la stessi cavando molto meglio di altri alle prime armi. Certo, rimproverò le mie lamentele quando esigé che dessi duecento colpi ad un albero, ma alla fine eseguii.
Tuttavia al primo colpo neanche centrai l'albero e finii col sedere a terra, cosa che le provocò il singhiozzo dal ridere; dopo una ventina di volte iniziai a cavarsela piuttosto bene. Iniziai a sentirmi a mio agio con l'arma in mano, tanto che tutti e cinquanta gli ultimi colpi furono completamente precisi e fui in grado di eseguire tutte le sue richieste. Eravamo passati poi alla paglia, ed infine alle mele che mi tirò per aria. Rimase a bocca aperta quando, dopo la prima dozzina finita a terra, riuscii a colpirle tutte una dopo l'altra, spezzandole in due.
Il tempo era voltato, tanto che quando decise di concedermi una pausa, ci rendemmo conto che fossero trascorse quasi tre ore. Per fortuna avevamo le mele per rifornirci di energie!
-Per oggi basta. Che dici?- propose, lanciando un torsolo di mela in un secchio, facendo pieno centro. Ovviamente.
-No, dai. Speravo di poter provare un paio di mosse con te.
-Ci sarà tempo per quello, magari domani. Dovresti evitare di sforzarti troppo, il tuo fianco ha bisogno ancora di qualche giorno per guarire completamente.
Che avesse notato la mia espressione dolorante quando mi ero seduto? Stavo bene, ma qualche crosta sotto le bende che ancora mi fasciavano il fianco doveva essere saltata, ed una volta fermo i pizzicori si erano fatti sentire. Ma stavo davvero bene e non avevo voglia di fermarmi... ci avevo preso gusto.
-Apprezzo l'interesse, Swan, ma credimi, sono in ottima forma. Certo, un po' sudato...
-Lo vedo. E sei bravo.- ammise -Ma visto che stai bene, non ti sembra il caso che convenga lasciare che le cose continuino così? Domani potremo continuare un po'!
-Solo qualche colpo, dai... non farti pregare! O forse hai paura di me?- tentai. Ancora non ero riuscita ad inquadrarla del tutto, ma di una cosa ero certo: non sapeva resistere alle provocazioni. La sua determinazione a non essere mai vista più debole in quanto donna, la portava sulla difensiva anche quando il sessismo non c'entrava assolutamente niente.
-Bel tentativo, lo ammetto. Ma sarebbe surreale avere paura di un pivello alle prime armi! Penso che anche un bambino in addestramento sarebbe in grado di batterti!
-E allora cosa ti costa mettermi K.O.?
-Non voglio ferire il tuo orgoglio già il primo giorno, visto che sei stato bravo!
-Essere battuto da un'ottima spadaccina non intaccherà il mio orgoglio, tesoro. Anche perché dò per scontato che riuscirai a stendermi dopo trenta secondi, sempre se sono fortunato...
Quella sbuffò e incrociò le braccia al petto, ma sembrò rimuginarci su. Avrei potuto rimandare all'indomani, sì, ma ero curioso di vedere se l'allenamento avrebbe avuto già qualche effetto in caso discontro effettivo. Se la velocità e la fluidità mi avrebbero fatto resistere almeno mezzo minuto prima di venire disarmato. Sapevo bene che mezza giornata di addestramento non poteva portare chissà quali risultati, ma almeno un minimo...! E poi morivo dalla voglia di vederla in azione.
-Che fretta hai, Jones?
-Nessuna. Però daiii, ti prego!- insistetti, cercando di sfoderare il mio sorriso più affascinante. Raramente le donne riuscivano a resistere, ma ovviamente Emma non era come le altre! E tutto ciò che fece fu inarcare un sopracciglio, come a dire “sei serio?”.
-Cavolo Swan, non capisco dove sta il problema...
-Ma non è un problema, è... ah, dai! Avanti, se insisti tanto facciamolo. Ma non ti lamentare poi se non va come avevi sperato.
-Grazie splendore! Promesso, nessuna lamentela!
Mi alzai dalla panchina allegro, e seppur cercò di nasconderlo notai un piccolo sorriso aprirsi sul suo volto. Anche lei si divertiva con me, potevo dirlo con certezza... oppure non le ci sarebbe voluto niente ad evitarmi. Era una principessa e avrebbe potuto inventare decine di scuse credibili pur di non starmi intorno... invece mi avvicinava per sua scelta.
Raggiungemmo insieme il centro del campo, e mi mostrò come mettermi in guardia, così la imitai. D'accordo, iniziavo a pensare che anche cinque secondi con la spada in mano sarebbero stati un bel traguardo... l'espressione decisa che le si dipinse in viso, quasi faceva paura. Non stentavo a credere che non avesse avuto problemi ad unirsi all'esercito, con l'armatura addosso non avrei mai detto che fosse diversa da un qualsiasi altro cavaliere.
Mi colpì la spada una prima volta, piano.
Poi una seconda, e alla terza riuscii a mantenere la rigidità nella stretta.
-Ottimo. Una buona presa è fondamentale, ricordalo. Ora cerca di parare un paio di colpi, cercherò di non esagerare ma tu concentrati.
Annuii: potevo farcela se non fosse stata troppo dura con me.
Ed infatti così fu. Seguii il movimento del suo braccio, tutt'uno con l'arma, e parai il colpo alla mia sinistra. Poi alla mia destra. E poi ancora uno, all'altezza della testa.
Uno più in basso, uno in alto, e prima di rendermene conto mi ritrovai a difendermi girando in tondo assieme a lei. E poi la sua spada si conficcò nel terreno, ad un massimo di due centimetri dal mio piede. Rimasi senza fiato.
-Non male. Ma se avessi fatto sul serio, con questo ti avrei fatto molto molto male...
-Wow. Sì. Non stento ad immaginarlo.
Indugiai ancora qualche attimo sulla lama affilata e lucente accanto al mio piede, poi alzai lo sguardo su di lei. Mi guardava curiosa, in attesa che dicessi qualcosa. Magari temeva di avermi spaventato, scoraggiato, o qualcosa del genere.
-Non l'ho nemmeno visto arrivare quel colpo...
-Già, lo so. Ma se continui ad allenarti, potresti anche imparare a tenermi testa... un po' più a lungo.
-Quando inizio una cosa, Swan, la porto a termine.
La ragazza si chinò a raccogliere la sua spada, e quando si tirò su me la ritrovai a distanza di un respiro. Restammo in silenzio a guardarci negli occhi per quelli che sembrarono istanti interminabili... ed avvertii i battiti del mio cuore accelerare prepotentemente. Per un attimo spostai lo sguardo sulle sue labbra, e subito me ne pentii.
Erano rosee, luminose, perfettamente delineate e leggermente umide. Avevano un aspetto così morbido... appetibile.
Quanto avrei voluto baciarle.
-Ora...- sussurrò -Hai talento, ma sei un po' rigido. Ti mostro come si fa.
Ed in un attimo fu dietro di me, permettendomi di lasciar andare il respiro. Quella sensazione di liberazione fu però di breve durata, poi il suo corpo aderì alla mia schiena ed il braccio al mio. La mano afferrò assieme alla mia la spada che ancora reggevo.
-Lasciati andare del tutto. Sciogliti e lasciati guidare... chiudi gli occhi se vuoi.
Annuii e deglutii. Speravo che la mia reazione non fosse troppo evidente, che i pantaloni fossero abbastanza spessi da contenerla, o avrei davvero fatto davvero una pessima figura. Lei mi stava insegnando ad usare un'arma, ed io...
Quando strinse l'impugnatura feci un gran respiro per riprendere il controllo di corpo e mente, poi chiusi gli occhi come aveva suggerito. Un attimo dopo il suo braccio si trovò a guidare il mio in movimenti veloci e fluidi, e quando aprii gli occhi feci quasi fatica a crederci. Mi muovevo in perfetta sintonia con lei, e pur riacquistando un minimo di controllo fui in grado di seguire perfettamente le sue mosse. Poi si fermò, costringendomi a fare lo stesso.
-Vedi? Non è difficile se hai del talento naturale. Continueremo ogni giorno, un'ora di allenamento prima di pranzo.
Quando lasciò andare la presa ricominciai nuovamente a respirare, anche perché sentii freddo dove fino a un attimo prima i nostri corpi si erano uniti. Tornò di fronte a me, braccia conserte e un lieve sorriso soddisfatto.
-Ci sto. Dimmi solo una cosa... sono il tuo primo allievo?
-Nessuno, assolutamente nessuno se non qualche bambina, prenderebbe lezioni da una donna: per quanto brava possa essere.
-Non sanno cosa si perdono.
-Lo credo anch'io. Qui non sempre è vuoto, sai? A volte ci sono gli allenamenti dei giovani ragazzi, oppure esercitazioni dell'esercito stesso... potresti venire deriso.
-Per cosa? Per gelosia, perché ho un'insegnante brava e anche bellissima?
Il mio tentativo di farla di nuovo ridere andò a segnò, tanto che mi abbracciò tra le risate... ed io non potei fare altro che ricambiare la stretta.
È una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.
È una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.
È una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.
È una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.
È una principessa. È nata 500 anni prima di te. Non osare pensare a lei in quel modo. Scordatela.
Solo che non funzionava più...

 

***

EMMA POV

Mi separai dall'abbraccio lentamente, con delicatezza, nella speranza che non notasse i brividi che avevano scosso tutto il mio corpo.
Fino al basso ventre.
Qualcosa era scattato in me quando ci eravamo ritrovati a lottare, occhi negli occhi, in sintonia. Poi, quando avevo raccolto la spada e lo avevo guardato... percependo perfino il suo respiro... era stato l'istinto a guidarmi. Il mio bisogno fisico di sentirlo vicino, di toccarlo, di provare qualcosa. Perché Killian Jones mi stava facendo scoprire un nuovo lato di me, un lato che fino a quel momento non avevo mai esplorato, un po' per scelta e un po' perché nessuno era mai stato in grado di scatenarlo.
Ero una stupida. Un'illusa.
Non ero nessuno per lui.
Non sarei mai stata nessuno per lui, perché nel momento stesso in cui avesse trovato una cura per sua figlia se ne sarebbe andato. E di tutto, non sarebbe che rimasto un bel ricordo.
Eravamo stati bene in quei giorni, ma questo non voleva dire nulla.
Forse mi vedeva solo come un'anima affine, divertente da provocare...
Non sapevo neanche se a catturarmi fossero stati i suoi occhi magnetici, il suo abbraccio caldo, la sua mente brillante, la sua vita da sogno, o il modo normale in cui mi trattava. O forse tutto insieme.
E il suo modo di provocarmi con complimenti celati in battute, non aiutava.
Se qualcun altro avesse fatto degli apprezzamenti sul mio fondoschiena non sarei stata tanto amichevole! Lo avrei infilzato con la mia spada, probabilmente. Ma lui... lui non mi dava fastidio, perché era chiaro che non mi vedesse come un oggetto con cui soddisfare le sue voglie d'uomo! O come una creatura fragile da proteggere. Mi vedeva come... come una persona.
Ma forse una sciocca ragazzina in fin dei conti lo ero, visto che avevo lasciato che il mio cuore battesse all'impazzata. Che il mio corpo tremasse al suo tocco. Che il mio viso sorridesse non appena incrociavo il suo sguardo.
-Emma, stai bene?
-Eh?
-Sei... sei sbiancata. D'un tratto. Vuoi rientrare?
No, non volevo rientrare, volevo soltanto vomitare. Tutto questo... tutto questo era troppo per me.
-No.- mi ritrovai invece a dire -Calo di zuccheri. Scusami.
Idiota! Una stramaledetta idiota! Calo di zuccheri? Ma se avevo mangiato le mele insieme a lui!
Dimmi che non mi vedi solo come una principessa ribelle.
Dimmi che mi vedi anche come una vera donna... come una donna appetibile ai tuoi occhi. Come una donna attraente, e non solo per le sue idee rivoluzionarie e per la sua forza.

-Hai ragione, è quasi ora di pranzo. Rientriamo, non voglio stancarti... scusami se ho insistito.
-No, no, non ti devi scusare. Mi sono divertita molto e sei un bravo allievo. Però hai ragione, non ho voglia di saltare il pranzo.
-Andiamo allora, io ho anche bisogno di un bagno...
Per favore! Evita di dirlo. Ci manca solo che ora ti immagini immerso nella vasca, nudo...
Dovevo smetterla.
Era sicuramente colpa degli ormoni in subbuglio, visto che il ciclo mi sarebbe arrivato a giorni. Speravo mi venisse un bel mal di pancia, così da avere una scusa per evitarlo fino a che il mio corpo non fosse tornato alla normalità.
-Anch'io- ma il mio sarebbe dovuto essere gelido.
Maledetto Graham. Non poteva aver ragione, non potevo essere davvero attratta da Killian, era semplicemente insensato e sbagliato! Neanche lo conoscevo bene, ancora!
-Grazie davvero per oggi, continuerò ad imparare volentieri dalla migliore. E per ringraziarti, uno di questi giorni voglio prepararti uno dei miei piatti preferiti.
-Ah sì? Sei bravo in cucina?
-Se ti fa sentire più tranquilla, lascerò che un cuoco assista e si assicuri che non mandi a fuoco il castello!
E finalmente la tensione si sciolse. I miei muscoli si rilassarono non appena mi lasciai andare ad un'inevitabile risata!
In fondo... in fondo non ci sarebbe stato nulla di male.
Cosa c'era di male dall'essere attratta da un uomo che mi rispettava, mi faceva ridere, e soprattutto mi capiva?
Era sbagliato, certo. Lo conoscevo da meno di due settimane. La mia mente continuava ad urlarmelo quasi a squarciagola.
Ma il mio cuore, per qualche ragione, non aveva voglia di ascoltare.
E in fondo... perché mai non avrebbe potuto essere attratto da me? Non volevo credere di essere così folle da essermi completamente immaginata la chimica che ci aveva uniti!
-Allora, nel pomeriggio ho lezione con le bambine del villaggio. Vuoi unirti?
-No, tesoro. Facciamo un'altra volta, credo sia giusto che i maschietti siano esclusi... anche quelli sexy come me! Penso andrò al pub a Blarney con Robin e Jeff. Ci vedremo domani mattina.
-Oh... non... tornerai a cena? Non dormi qui?
Certo.
Ovviamente.
Quanto ero stu...
-Certo che tornerò, Swan. Solo più tardi. Le serate tra uomini possono andare per le lunghe! Sai, tra il bere e il parlare di bellissime donne... alcune particolarmente speciali...
Ed il mio cuore perse un ennesimo battito.
Ero persa, e non c'era più via d'uscita.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Anche da voi ormai è così caldo che non si respira? Per fortuna almeno a casa mi salvo con l'aria condizionata... ma uscire è una condanna!
Veniamo a noi. Un paio di giorno sono passati dalla disavventure, ed Emma e Killian hanno continuato ad avvicinarsi, passando del tempo insieme (anche parecchio). E' qualcosa di positivo per entrambi, tanto che Killian si sente quasi in colpa per sentirsi così bene... ma non può farne a meno. Emma, inconsapevolmente, lo sta riportando ad essere la persona che era un tempo. Lei, intanto, ha trovato una persona estremamente affine...
Hanno iniziato gli allenamenti e Killian ha scoperto di essere portato! Sicuramente ne ha di strada da fare, ma il talento non gli manca e lo ha riconosciuto perfino Emma. Diciamo che potrebbe essere pronto a proteggerla come si deve, la prossima volta... magari non ce ne sarà bisogno ma non si sa mai!
Il cuore di entrambi batte più forte del dovuto e non per la fatica... l'apice è stato il momento in cui Emma ha preso coraggio e ha deciso di "approfondire" l'addestramento, mostrandogli cosa fare (sicuramente è chiaro a quale scena mi sono ispirata! l'avevo adorata!)... lì sono stati brividi per entrambi, e non solo! Ormai la tensione è evidente, l'attrazione è forte... devono solo trovare il coraggio di ammetterlo. Killian ci è vicino, visto che si rende conto che i suoi buoni propositi stanno completamente sfumando... tanto che ormai risulta molto più diretto e le ha fatto capire che non vuole passare la notte con un'altra. Per lei continua ad essere tutto nuovo, ma ormai inizia ad essere consapevole di cosa voglia dire... vediamo come procederanno d'ora in avanti!
Grazie a chi continua a leggere, recensire ed inserire la storia nelle varie categorie! Mi fa davvero piacere :)
Un abbraccio a tutti e alla prossima, con l'aggiornamento dell'altra e ovviamente con le vostre storie!
   
 
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