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Autore: DewoftheGalaxy    19/06/2018    3 recensioni
Anastasija Nikolaevna Romanov, la quarta figlia dello zar, la principessa sopravvissuta alla rivoluzione.
Ecco un tributo alla sua leggenda.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Eri nata il 18 giugno 1901 nella dacia di Peterhof d a Nicola II, zar di tutte le Russie e dalla sua consorte Aleksandra Fëdorovna.
La quarta figlia femmina.
La quarta delusione.
Tuo padre dovette farsi una passeggiata nei giardini per poi tornare a congratularsi con tua madre.

 

Ti chiamarono Anastasija, “ colei che spezza le catene”, “ resurrezione”.
E guarda caso sei tu la principessa, la granduchessa, che le voci vogliono fuggita e scampata alla morte.

 

Ma perché te Anastasija?

 

Perché fra tutti i Romanov uccisi proprio tu ne dovesti diventare la sopravvissuta? Solo per una somiglianza fisica con una donna? Tutto qui?

 

No.
C’è di più Anastasija, c’è di più.

 

Il tuo carattere vivace e la tua allegria non potevano restare inosservati agli occhi del mondo e non potevano spegnersi per sempre in una cantina in una notte di luglio.
Dovevano uscire fuori, far vedere che anche tu c’eri stata a questo mondo.
Dovevano mostrare l’innocenza stroncata in nome di una libertà che innocenza non aveva, nonostante predicasse valori come l’uguaglianza sociale e la fraternità.

 

Che ironia però: la quarta figlia della zar, colei che non aveva nessuna possibilità di ereditare il trono, diventata leggenda.
La leggenda della principessa sopravvissuta.

 

Forse è proprio vero che lassù Dio si diverte a giocare con i dadi.

 

E tu ci guidi alla scoperta della Russia, Anastasija, ci fai scoprire la magia e la meraviglia della tua dinastia, i Romanov. Dinastia iniziata con un ragazzino malaticcio e finita con un altro.
Anzi, no, non è finita, non è morta e sepolta negli umidi boschi degli Urali.
È risorta con te, rinata nello splendore come una fenice.

 

Anastasija, “resurrezione”, e così noi tutti ti vogliamo risorta da una fine orribile.
Anastasija, “colei che spezza le catene”, e così noi tutti ti vogliamo fuggita dalla prigionia, spezzate quelle catene.

 

E anche se ormai sappiamo che da quella prigionia non fuggisti mai e seguisti la tua famiglia nella morte, ci piace pensare il contrario.
Ci piace pensare che ogni tanto qualcun’altro oltre a Cristo sia fuggito alla più umana e temuta delle cose, la morte.
Che ogni tanto qualcun’altro oltre a Lui l’abbia sconfitta.
E in questo caso quel qualcuno sei tu.

 

Forse siamo stati anche tutti noi con il nostro profondo desiderio di ridere in faccia per una volta al Cupo Mietitore, a creare la tua leggenda? Forse sì.

 

Ma siamo ancora oggi qui a chiederci perché il destino volle che Anna Anderson somigliasse proprio a te e sappiamo che tanto non lo sapremo mai.

 

Tu intanto ci guidi nelle sale dei palazzi zaristi sulle note di “Quando viene dicembre”, ci fai ritornare per un attimo in quel mondo di balli da favola e feste scintillanti nel riflesso della neve bianca.

 

Anastasija Nikolaevna Romanova.
“Malenkaya”, quella piccola, “Shvibzik”, monella, ti chiamavano i tuoi fratelli e i tuoi genitori.
La quarta figlia dell’ultimo zar.
La principessa sopravvissuta.

 

Riposa in pace, principessa immortale.

 
   
 
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