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Autore: ___Aliena___    20/06/2018    0 recensioni
«Fratello, tu mi ami, vero?».
«Certo che ti amo, sorellina».
«Quanto mi ami?».
«Al punto da desiderare di tenerti per sempre accanto a me».
«Non permetterai mai a nessuno di separarci?».
«Se qualcuno lo farà, io lo ucciderò».
«Me lo giuri, fratello?».
«Te lo giuro, sorellina».
«E su che cosa lo giuri?».
«Sulla mia stessa vita».
Genere: Dark, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Illumi Zaoldyeck, Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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AVVERTENZE:   
1   breve storia con lievi accenni di un amore incestuoso e ossessivo tra fratelli. Nonostante ritengo che non si tratti di niente di eccessivo, chiunque possa provare fastidio o ribrezzo da questa situazione è libero di non leggere.
2    Ho immaginato l’episodio qui narrato durante l’infanzia di Killua. Vi troverete di fronte ad un nuovo personaggio creato da me, cioè Ellumi Zaoldyeck, sorella gemella di Illumi. Ultimamente sono attratta dalla psicologia dei rapporti morbosi e da quello che mi piace chiamare "richiamo del sangue". Colpa delle mie recenti letture, non mia! Spero di aver reso l'idea nonostante la brevità dell'occasione.
3    L’ispirazione per questo racconto è nata nella mia testa in un momento di pigrizia mentale mentre correvo sul tapis roulant, dunque non ho idea se sviluppare o meno la presenza di Ellumi all’interno delle vicende dell’anime. Non lo so. Ad ogni modo io sono la Regina dell’Inconcluso, quindi tutto quello che farò sarà dettato unicamente dall’istinto del momento.
4      Il plagio verrà punito severamente. Garantisce il mio caro amico Illumi.

Grazie per essere passati. Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Baci!
 

 
 
 
 
UN SOGNO
 
 


 
 
«Fratello, tu mi ami, vero?».
«Certo che ti amo, sorellina».
«Quanto mi ami?».
«Al punto da desiderare di tenerti per sempre accanto a me».
«Non permetterai mai a nessuno di separarci?».
«Se qualcuno lo farà, io lo ucciderò».
«Me lo giuri, fratello?».
«Te lo giuro, sorellina».
«E su che cosa lo giuri?».
«Sulla mia stessa vita».
 
 
 
 
*
 
 
 
Si svegliò di soprassalto. La stanza era fredda e buia, rischiarata soltanto dai pallidi raggi lunari che si insinuavano dalla finestra aperta. La ragazza infilò le mani tra i riccioli sudaticci e arruffati, boccheggiando alla ricerca di ossigeno. Silenzio. Nessun fruscio di fronde, nessun sibilo di vento tra le imposte, nessun respiro...
Socchiuse gravemente gli occhi nel vano tentativo di placare i battiti accelerati del cuore.
È stato soltanto un sogno.
Provò a ripeterlo più volte nella mente senza riceverne alcun conforto. Soltanto un sogno, l’ennesimo che veniva a tormentare le sue notti senza darle tregua.
Il cielo semina lacrime di sangue sulla terra riarsa... Tutto intorno soltanto fumo e rocce irsute, nere come quei due pozzi neri che erano i suoi occhi...
Un brivido le raggelò il petto all’improvviso, nella testa la martellante eco di un pensiero terribile.
Dov’è lui?
Si liberò dal viluppo bollente di lenzuola e saltò a piedi nudi sul pavimento di marmo, ritrovandosi a correre lungo i tetri corridoi della casa, per le scale, di fronte ad una porta. La spalancò senza esitare e si catapultò nell’ampia camera da letto colma di giocattoli. Il nodo che le attanagliava i polmoni si sciolse quando i suoi occhi incontrarono la piccola figura rannicchiata nel letto che, avvertendo la sua presenza, si tirò su assonnata. «Ellumi...» mormorò stropicciandosi il viso con le manine. «Che cosa è successo?».
La ragazza si mordicchiò il labbro inferiore, stuzzicando con la lingua la crosta amarognola di una ferita.
Sta bene... come ogni sera.
«Niente, Killua, credevo di aver sentito un rumore. Torna a dormire».
Il bambino sbadigliò e fece ripiombare la testa candida sul cuscino.
Ellumi uscì in corridoio e si lasciò scivolare lungo la porta con le mani sul volto.
Soltanto un sogno, soltanto un sogno...
Avvertì alle sue spalle il respiro regolare di Killua farsi sempre più pesante e si lasciò sfuggire un lieve sorriso rassicurato.
Sta bene. È stato un sogno, soltanto un sogno...
«Ellumi».
Il cuore cessò all’istante di pulsare, la ferita al labbro prese a sanguinare copiosamente.
Soltanto un sogno...
«Ellumi, che stai facendo?».
Un sogno, soltanto un sogno...
«Allora?».
Sollevò lo sguardo attonito e lo fissò sulla sagoma scura che la sovrastava.
«Niente».
«Niente?».
«Soltanto un sogno».
«Un sogno?».
«Illumi...».
Il giovane si chinò braccandola con le braccia e scrutando intensamente quegli occhi neri, quella bocca scarlatta, quel viso spaventosamente simile eppure dannatamente diverso dal suo.
«Ultimamente siamo tutti preoccupati per te, lo sai, sorellina?».
La sentì sussultare quando le scostò dalla fronte l’unica ciocca argentata che le illuminava la chioma corvina. «Questi tuoi sogni sono diventati una piaga per la famiglia intera».
«Mi... mi dispiace, io...» la voce le morì in gola nel percepire la mano affusolata del gemello insinuarsi sotto la camicia da notte e risalire inesorabilmente lungo il ventre, alla ricerca dei seni nudi e già turgidi.
Lui si avvicinò inespressivo al suo collo. «Non riesci proprio a controllarti, vero?».
«Illumi...».
La attirò a sé con una spinta, congiungendo le due fronti e saggiando la carne morbida e cedevole.
«Illumi, ti prego, c’è Killua che...».
«Killua sta dormendo» sfiorò con la lingua la ferita sanguinolenta, assaporandone avido il gusto. «Ma forse preferiresti che si svegliasse...».
«No!» Ellumi si divincolò con uno scatto ferino, ma ricadde immediatamente tra le spire che la avviluppavano. Provò inutilmente a sgusciare via da quell'abbraccio. «Finché sarò qui non ti permetterò di toccarlo nemmeno con un dito. Lo proteggerò, lo proteggerò sempre».
Il sapore ferroso del sangue le impregnò la gola mentre la mano di Illumi iniziava a farsi largo tra le sue cosce serrate.
«Dimmi che cos’hai sognato».
Non rispose. La morsa che la avvolgeva si strinse.
«Dimmelo».
«No».
 
 
 
*
 
 
 
Killua non c’era. L’aveva cercato incessantemente in ogni stanza, intorno alla casa, nell’alloggio dei domestici, ma di lui nessuna traccia. Nessuno si era accorto di niente, nemmeno il nonno, di solito così attento ai movimenti dei nipoti.
Killua non c’era. Dove diavolo si era cacciato? L’aveva avuto davanti agli occhi per tutto il giorno mentre giocava nel giardino... s’era distratta soltanto un attimo e lui era scomparso, volatilizzato nel nulla.
Dove sei?
Aveva passato ore intere a vagare senza meta, chiamandolo, supplicandolo di porre fine a quello stupido gioco che non la divertiva affatto.
Dove sei?
E poi all’improvviso la udì.
«Ellumi».
La sua voce, la sua dolcissima voce terrorizzata, pentita.
«Ellumi».
Aveva bisogno di lei, le stava chiedendo aiuto nonostante fosse troppo lontana per vederlo.
Resisti!
Corse, corse per giorni interi, attraversò oceani, lande desolate, cime innevate, guidata soltanto da quel continuo, flebile richiamo che contribuiva ad a alimentare il fuoco nelle sue vene.
«Ellumi».
Sto arrivando! Resisti, fratellino, sono qui.
Si fermò ansante sull’orlo di un precipizio. Il cielo di sangue si specchiava nel fiume di lava che circondava una rupe rocciosa.
«Ellumi».
Sollevò la testa e un senso di vertigine le attanagliò il ventre. Era lì, Killua era lì, così piccolo e tremante, sospeso nel vuoto da un’ombra sinuosa che le dava le spalle.
«Ellumi!».
«No!» la ragazza protese le braccia al cielo in un gesto furioso. «Ti prego! Ti prego, non fargli del male!». Si guardò attorno con foga alla ricerca di un modo per valicare il dirupo ma niente, attorno a sé c’era soltanto lava.
«Hai disobbedito, Ellumi» l'ombra parlò. Aveva una voce rauca, cavernosa, talmente familiare da perforarle i timpani. «Killua aveva da scontare una punizione e io ti avevo ordinato di stargli lontana. Tu hai disobbedito, Ellumi».
«Che cos’altro avrei potuto fare?» ruggì graffiandosi le corde vocali. «Dimmelo, Illumi, rispondi! È soltanto un bambino, sarebbe morto dissanguato!».
«Non ha bisogno di te» la rupe parve dilatarsi a dismisura, incombendo su di lei come una bestia dagli artigli sguainati. «Diventerà l’erede di nostro padre e sarò io ad educarlo».
«Lui non ti appartiene, Illumi, nessuno di noi ti appartiene!» aveva iniziato a singhiozzare senza accorgersene. «Avevi detto che mi amavi, l'avevi giurato sulla tua vita! Perché mi stai facendo questo? Siamo i tuoi fratelli, siamo il tuo sangue!».
L’ombra si volse con inesorabile lentezza, gli occhi fiammeggianti che saettavano scintille. Ellumi si sentì paralizzata. «Ucciderò chiunque ci separerà, l’ho giurato sulla mia vita. Se ti allontanerai, sorellina, morirai».
Fu un attimo. Il cielo parve precipitarle sulle spalle, la lava sfrigolò affamata. Killua continuava a chiamarla, ad implorarla con rantoli soffocati che terminarono soltanto quando Illumi lo lasciò. La ragazza cadde in ginocchio strappandosi i vestiti e pianse e gridò senza voce, mentre ogni cosa attorno a lei venne risucchiata in un violento vortice cremisi.
 
 
 
*
 
 
 
Si svegliò di soprassalto ancora una volta, annaspando nel letto alla ricerca di un appiglio, e ancora una volta dovette constatare di aver avuto soltanto un sogno.
Quando finirà tutto questo?
«Ellumi?» una bianca testolina scarmigliata fece capolino dalle lenzuola, scrutandola nel buio. «Avevi detto che questa notte non mi avresti svegliato».
Dopo un attimo di smarrimento, la ragazza ricordò di averlo portato nella sua camera di nascosto dopo l’allenamento con Illumi, fasciandogli le ferite sanguinanti e permettendogli di dormire accanto a lei. Calde lacrime presero a scorrerle lungo le guance.
Sta bene, anche questa volta sta bene.
Il bambino corrucciò le sopracciglia. «Perché piangi?».
La ragazza sorrise. «Non è niente, tranquillo. Dormi adesso e ricorda che sarò sempre accanto a te, non devi avere paura».
Killua non capì. Stringendosi nelle spalle, si limitò ad accoccolarsi contro il petto caldo della sorella, cullato dai battiti del suo cuore.
Ellumi gli schioccò un bacio sulla fronte e lo strinse teneramente a sé.
Ti porterò via da qui. Presto.

 
   
 
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