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Autore: cin75    20/06/2018    5 recensioni
Fantasmi.
Una casa. Un messaggio misterioso.
Fantasmi.
Foto e nomi del passato. Una richiesta di aiuto.
Fantasmi.
L'ennesima caccia. L'ennesimo viaggio. I Winchester sono ancora on the road!!!
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAP. 1

Sono le cinque di mattina e dopo aver passato la notte a scartabellare tra gli archivi del Letterati, per trovare un qualsiasi incantesimo e sigillo che rinforzi le difese del bunker, che ormai è quasi una stazione di porto – angeli, demoni, mostri vari, streghe, nephilim- , Sam, davvero vorrebbe buttare contro il muro il suo cellulare che continua a trillare per l’arrivo dell’ennesimo messaggio.

Alle cinque e un quarto, lo ignora ancora e si gira dall’altro lato. Alle cinque e mezza, ringhia un “vaffanculo!” e afferra con frustrazione il maledetto telefonino.

Sette messaggi. Chiunque sia, gli ha mandato la bellezza di sette messaggi, tutti uguali.

 

371910N”

 

“Ma che …..” sussurra confuso.

Così, si arrende , si alza, si sistema i capelli  con le mani, ma giusto per non sentire Dean minacciarlo di tagliarglieli nel sonno, e va verso la cucina. Lì, sorpreso, ci trova già il maggiore intento a fare colazione.

“Che ci fai alzato?!” gli chiede Sam. Sì!!, d’accordo che a Dean servono, come dice lui, solo 4 ore per ricaricarsi, ma le cinque e mezza del mattino è “notte” anche per lui.

“Non sono mai andato a letto!” gli risponde il maggiore. “Sai Sammy!!??, c’è vita al di fuori questo bunker!!” ironizza.

“E questa “vita” si chiama…..” e rimane in sospeso, in attesa dell’ennesimo nome femminile che ha ceduto al fascino vissuto di Dean.

“Ehi!!” replica con tono offeso il maggiore. “Non sono un ragazzo oggetto, io!!”

Ma Sam, rimane al suo posto e sembra ancora aspettare la risposta.

“Shannon. Si chiamava Shannon. Occhi marroni, curve al posto giusto, un fondo schiena da urlo e due tet….” sta per dire, imitandone anche le forme in modo più che esplicito.

“…..E mi basta così, fratello. Decisamente mi basta così!!” lo ferma Sam, bloccandogli il gesto con le mani.

In quel momento il suo cellulare trilla di nuovo e Sam sbuffa davvero sfinito.

“Giuro che se è ancora….”

“Ehi! Problemi?!” si incuriosisce Dean, non potendo non notare la reazione del minore.

“Questo maledetto...” dice mentre indica il cellulare. “...ha squillato tutta la notte e ancora non smette.”

“E chi è?!” chiede curioso, Dean.

“Vorrei tanto saperlo!!” sbotta frustato. “E’ sempre lo stesso messaggio. Questo!!” e mostra il messaggio al maggiore.

Dean prende il telefono e studia la fila di numeri che compongono il messaggio spedito da un numero sconosciuto. “Non ci credo!!” esclama poi.

“Cosa?!” chiede curioso il minore.

Dean prende dal giacchetto il suo telefono e mostra gli ultimi messaggi ricevuti.

 

1215703W

 

“Anche tu?” chiede sorpreso , Sam.

“Ha iniziato qualche ora fa, mentre tornavo al bunker. Ho pensato che fosse uno di quei messaggi pubblicitari che ti mangiano solo i soldi e l’ho ignorato, ma ora….”

“Ma cosa può essere?!”

“Hai provato a capire che cosa fosse….con uno di quei tuoi trucchetti da nerd?!” dice senza distogliere lo sguardo dal display.

“No, non ancora. Forse sono codici di accesso, o combinazioni o delle date o una qualche ….” ma si ferma quando vede il volto del fratello cambiare.

“Idiota!!” esclama Dean.

“Ehi! Dammi almeno il tempo di capire che cosa sono, fesso!” replica piccato il più giovane.

“No! Io sono un idiota!! Come ho fatto a non...” lo sente dire, Sam.

Dean, infatti, sembra avere un’illuminazione. Cerca una penna e prende un foglio dal bancone vicino a lui. Scrive e poi mostra al fratellino ciò che ha scritto.

 

37°, 19', 10'' N; 121°, 57',03'' W

 

“Sono coordinate!” afferma stupefatto, il minore.

“Anche papà a volte ci mandava messaggi del genere, ricordi?!” fa quasi malinconico mentre Sam, annuisce appena.

“Vediamo che cosa indicano.” si affretta a dire, per spezzare quel momento. Strappa via dalle mani del fratello maggiore il foglietto e corre al suo pc.

Dean gli va dietro, ma con tutta calma. Shannon gli avrà anche allietato la nottata, ma il suo caffè...beh! Il suo caffè è sacro!!

Quando raggiunge Sam nella grande sala del rifugio, Dean, nota lo sguardo decisamente perplesso e sorpreso del più giovane.

“Ehi! Dalla tua faccia sconvolta posso intuire che sono le coordinate di uno streap club!” lo provoca.

“Magari!” è la risposta che decisamente lascia interdetto Dean.

“Ma cosa….”.

E Sam gira lo schermo del pc verso Dean, così che anche il fratello potesse vedere dove quelle coordinate portavano.

“Che io possa andare all’Inferno!!” dice senza pensarci e poi quando ci pensa. “Di nuovo!!” specifica.

“Dean!!!” lo rimprovera Sam. “Smettila!”

Il maggiore lo guarda ed è davvero confuso. “Ma esiste davvero?!” domanda , indicando la foto che riempe lo schermo del computer.

“Ci puoi giurare che esiste e lo sai. E a quanto pare, qualcuno, vuole che ci andiamo!” è la risposta di Sam.

“Cazzo!! Sammy!” esclama decisamente poco convinto, Dean. “Sai che si dice di quel posto??!”

“Sì!”

“E sai che difficilmente , due come noi, uscirebbero vivi da lì!?”

“Sì!”

“E sai che è un dannato labirinto infestato di Dio sa che cosa o da chi?!”

“Sì!”

“Per la miseria, Sammy!!! A malapena abbiamo portato via il culo da Waverly Hills e ci siamo riusciti solo grazie alla pietra magica di Rowena e tu ora vuoi andare a...”

“Sì!!”

“Sì!” conviene , ora, frustrato il maggiore.

Poi, dopo aver ripreso fiato, Dean ci riprova ancora.

“Ascolta, fratellino. Abbiamo cose più importanti da sistemare in questo momento...e tu vuoi….”

“Dean, ascoltami tu.”

“Sammy!!”

“Ascoltami. Questo messaggio continuerà ad arrivarci ancora e ancora e credo che non la smetterà fin quando non capiremo che cosa o chi ci sta chiamando in quella casa.”

“Mi sa tanto di trappola, Sam!” prova a metterlo in guardia.

“E noi staremo con gli occhi aperti!”

“ E se fosse solo uno scherzo per tenerci fuori dai giochi per un po’!?”

“Ci faremo il giro turistico e ce ne torneremo a casa!” promette solenne e divertito, il minore. “Ma se non fosse così, se davvero c’è qualcosa sotto….” dice di nuovo serio. “Qualcosa o qualcuno sta chiedendo il nostro aiuto ed è nostro dovere andare, Dean.”

“Sammy...” lo richiama, perché di trappole ne hanno subite troppo e troppo dolorose, negli ultimi anni.

“ Dare la caccia alle cose, aiutare la gente, è il nostro affare di famiglia!” colpisce basso, Sam, sapendo di colpire giusto.

Piccolo bastardo!!, pensa orgoglioso Dean.

“E affare di famiglia sia!”

 

Verso ora di pranzo, i due fratelli si mettono in macchina, pronti a partire. Ci sarebbe voluto un giorno buono per arrivare, anche con il modo di guidare di Dean, e il maggiore, di certo non vuole arrivare di notte.

 

Non metto il mio culo a dormire in un posto che prima non conosco!”

Dean, lo fai ogni volta che dormiamo in uno di quei luridi motel in cui ci fermiamo!”

Sì, ma lì almeno, non c’è niente che mi possa fare la pelle!”

No, certo. Cose non tremende come la scolo, l’epatite o qualche infezione batterica o magari….”

Cazzo! Dalla prossima volta dormo nella mia Piccola!!!”

 

E dopo quella che a Sam, è sembrata una solenne promessa, i due fratelli partono per San Jose, California.

Destinazione : Winchester House.

 

******************************

 

Quando arrivano a San Jose, trovare la strada per la famosa casa, non è difficile e non appena fermano la macchina nel parcheggio assegnato ai visitatori, i due fratelli, si uniscono alla piccola folla di curiosi che ogni giorno, visita le stanze di quella casa, in cerca di brividi ed esperienze naturali.

“Che idioti!!” sibila Dean, quando vede un uomo richiamare la moglie con un alterato “Sbrigati, Rose. Non voglio perdermi nemmeno un fantasma di questa casa. Andrai al banco dei souvenir dopo!!

“Non sanno nemmeno di cosa davvero si tratta!”

“Sta’ calmo, Dean!” lo calma il minore, mentre si dirigono dal responsabile alla reception.

Dato che sono in giacca e cravatta, si avvicinano all’uomo e gli mostrano il tesserino della Società Controllo Opere Pubbliche.

“Cosa posso fare per voi, signori?!”

“Il nostro ufficio ci ha mandato qui per un controllo delle infrastrutture essendo questo un sito altamente frequentato da turisti. Vogliono essere sicuri che tutto sia...in ordine!”

“Oddio!! mandano due di voi ogni sei mesi!!” sembra lamentarsi il tipo, ma non fa problemi più di tanto.

“Ehi! Non è colpa nostra. Ci mandano dove c’è bisogno!” interviene seccato Dean.

“E quanto starete qui?!”

“Il tempo necessario. Deve ammettere che questo non è un posto facile da controllare!” risponde Sam, con fare sicuro.

“Ok! Vi faccio assegnare la 401. Al primo piano, ala est.” dice e mette mano al walkie-tokie, dando precise indicazioni.

Un quarto d’ora dopo, Sam e Dean, sono davanti la porta della loro stanza, e stanno per entrarci quando qualcuno si schiarisce la voce alle loro spalle. Si girano.

“Sì?!” chiede Sam, fissando il tipo in tenuta da maggiordomo.

“Signori…..sono il maggiordomo del piano. Chiedete di me, qualsiasi cosa possa servirvi durante il vostro soggiorno.”

“Gr...grazie!” balbetta il minore decisamente preso alla sprovvista.

Addirittura? Un maggiordomo al piano?!

“Il mio nome è August!” si presenta e fa’ un inchino appena accennato.

Dean , in silenzio lo osserva, e poi non resiste e sputa fuori una risata mal trattenuta.

“August?!” ripete.

“Sì, signore!” conviene compito, l’uomo.

“E dove sono March, May, e gli altri 9 mesi?….agli altri piani?!” scherza trattenendo decisamente male la sua risata.

Il maggiordomo , però, non fa una piega a quella battuta, mentre Sam, fulmina il maggiore con il solo sguardo.

“Dean!!!” sibila contrariato. “Ma ti sembra il caso di…..”

“Ohh!! non si preoccupi signore. Sento questa richiesta strana ogni volta che mi presento e ogni volta non comprendo la risata che l’accompagna. Non la capisco!!!, dato che non ho colleghi o colleghe con tali nomi!” e dicendo così , si inchina ancora in segno di saluto e se ne va, sparendo in uno dei tanti corridoi della casa.

“Idiota!!” appella il minore al maggiore.

Mentre Dean invece sussurra un convinto: “Cavolo!! quello è l’anima gemella di Cass!!” e poi si chiude la porta della loro stanza alle spalle.

 

Quando sono da soli, i due fratelli, sembrano pensarla allo stesso modo e tirano fuori dai borsoni , i loro EMF e non quasi non fanno in tempo ad accenderli, che un bip assordante li investe , così come le luci rosse di rilevazione.

“Wow!!!!” esclama ad alta voce Dean. “Cazzo!! se non è una presenza questa?!”

“Già! Ma, o è una presenza decisamente forte, oppure….”

“...abbiamo più di uno Slimer!” finisce per lui, Dean, che lancia sul letto l’EMF e si guarda intorno con aria circospetta. “Ok, da dove vuoi cominciare, fratellino?!”

Sam lo fissa. È incerto sul da farsi. Quel posto è talmente grande!!!!

“Ok! Cerchiamo di fare le cose con ordine...” inizia mentre Dean si cambia e si mette i suoi soliti jeans e camicia. “Facciamo qualche domanda in giro, poi le solite ricerche e cerchiamo di capire chi è il Casper che ha imparato ad usare il cellulare!!”

“Facile!” risponde ironico, il maggiore. “Va bene! Io vado a farmi un giro per la casa degli spettri, tu mettiti al computer. Ci vediamo dopo...” dice mentre mette la mano sulla maniglia e apre la porta. Sbircia fuori e poi sconfortato guarda il fratello che si sta cambiando anche lui. “....sempre se una volta messo piede fuori da qui, riesca a ritornarci in questa stanza!!!” e va via.

E così, Sam, si mette al computer e inizia a tirar fuori da qualsiasi archivio esistente la storia sulla Winchester House: proprietari, anno di inizio lavori, società appaltatrici, fornitori, fondi monetari, scopi sociali, metodi di sovvenzioni.

 

Dean, invece, gira per i corridoi e quando all’ennesima porta che si apre sul nulla si ritrova in una sorta di libreria , quello che si ritrova di fronte, lo incuriosisce non poco. Una parete completamente ricoperta di svariate foto. Alcune decisamente antiche e altre più moderne che via via fanno strada ad una parete con le varie foto di coloro che hanno visitato anche come turisti quella casa. Sta per avvicinarsi ad osservare meglio, quando qualcuno alle sue spalle , lo sorprende.

“Posso fare qualcosa per lei?” è la voce femminile per niente alterata.

“Mi scusi...io….davo solo un’occhiata. Sono uscito dalla mia stanza e , lo ammetto, ritornarci non è per niente facile.” dice mentre la donna annuisce con un’espressione quasi comprensiva. “Così mi sono ritrovato qui e ….” e si ferma e indica solo le foto. “Wow!! sono tante!!!” esclama, cercando di darsi l’aria da turista.

“Beh! Ne è passata di gente da qui!” conviene lei e poi si avvicina all’ospite. “Salve, io sono Rose. Coordinatrice e responsabile della Winchester House.”

“Dean. Io mi chiamo Dean.”

“Che cosa ti porta qui, Dean?!”

“Sono qui con mio fratello e dobbiamo controllare….”

“..le infrastrutture, sì. Mi hanno avvisata. Ma non mi aspettavo qualcuno di così...” e arriccia le labbra in chiaro segno di dubbio.

“...affascinante e misterioso!?” si adula , il cacciatore in incognito.

“Io stavo per dire ….poco esperto.” confessa, sorridendo appena.

“Ohw!” sibila offeso, il biondo.

“Non volevo offendere ma è che di solito mandano dei dinosauri a fare questi controlli!”

“Evidentemente il mio ufficio ha finito i dinosauri!” replica , Dean. “Ok! Presentazioni fatte. Mi fai da cicerone?!” e indica la parete fotografica alle sue spalle.

“Certo!! è il minimo per farmi perdonare!” e si avvicina al muro pieno di foto. “Ok! Se vogliamo parlare della Winchester House, non si può iniziare senza parlare di lei: Sarah Winchester. L’inizio dei lavori della casa sono dovuti a lei. Si trasferì qui nel 1884, dopo la morte del marito William e della figlia Annie, entrambi morti per tubercolosi. La cosa la distrusse a tal punto che Sarah si rivolse ad una medium che a quanto pare le fece conoscere la verità.”

 

E a sentire quelle parole, Dean, respirò profondamente. Per un attimo gli sembrò di risentire l’inizio della storia della loro famiglia: John distrutto dalla morte di Mary, che si affida alle rivelazioni di Missouri che gli “apre gli occhi!” sul soprannaturale.
“Che cosa ha fatto Sarah?!” chiede comunque.

 

“Ehi!!...sei qui?!” è l’interruzione di Sam. “Non so per quanti corridoi ho girato e in quante stanze mi sono ritrovato per trovarti!!”

“Beh! Mi hai trovato, fratellino!!” sorride cauto. Poi indica la ragazza al suo fianco. “Lei è Rose. Coordinatrice e responsabile della casa!…..Rose, lui è Sammy. Mio fratello, l’altro….sostituto dinosauro!” conclude quelle presentazioni senza dare troppe spiegazioni al minore che lo guarda perplesso.

“E’ Sam!” lo corregge quasi per istinto, il minore, mentre porge la mano alla ragazza.

“Sai….Sam!?!, Rose stava per raccontarmi una storia. Se fai il bravo la racconta anche a te!”

“Idiota!!” è la risposta dell’altro.

“Fesso!”

“Wow! Deve essere uno spasso per chi lavora con voi!” conviene lei.

“Che dire??!” replica Dean. “Le persone ci muoiono dietro!!” e questa volta Sam fulmina con il solo sguardo, il velato cinismo del maggiore.

“Ok..Rose. Sono curioso. La storia?!” si intromette Sam.

“Già!!” si riprende , la ragazza. “Come dicevo a Dean, dopo la morte del marito e della figlia, Sarah si convinse che gli spiriti delle persone uccise da ogni arma Winchester o le cui morti erano comunque legate alla casata, avrebbero trovato pace solo nel luogo in cui un Winchester avrebbe dato loro ospitalità. E quindi iniziò i lavori. Lavori che fino alla sua morte nel 1922, non sono mai stati interrotti. Intere aree venivano tirate su o smantellate su ordine di Sarah. Stanze costruite o ristrutturate senza un apparente motivo. I lavori dovevano continuare...sempre...perchè a quanto pare, il giorno in cui sarebbero finiti, Sarah sarebbe morta.” racconta con passione e un pizzico di timore , Sophie.

“E lei è...morta?” azzarda, Dean.

“Sì!”

“Come ?!” chiesero all’unisono e curiosi i due fratelli.

“Ohw!!! No!!!!” quando capisce quel tono sorpreso. “No, no….Sarah è morta a 82 anni. Ma la sua fu una morte naturale, la sua grave artrite la debilitò profondamente e solo dopo il suo funerale, i lavori vennero sospesi. La nipote e suo figlio, che ereditarono tutto, presero quello di cui avevano bisogno e il resto lo misero all’asta.”

“La nipote e suo figlio?!” si ritrova a chiedere Sam , guardando con attenzione la foto sulla parete che ritraeva accanto a Sarah, una giovane donna e un bambino.

“Marriot e suo figlio Henry. Henry Winchester. Nipote diretto di William e Sarah!”

“Henry Winchester!?” ripete Dean, decisamente colpito da quel nome.

“Sì!!” esclama quasi euforica la ragazza e quando si fa vicino a quel curioso ospite, inizia ad indicare anche altri personaggi.

Ma quello che fa, le persone che indica e i nomi che elenca, lasciano decisamente , i due fratelli senza parole.

“Nel 1906, anno in cui Mariott e suo figlio si trasferiscono qui, dopo la morte del marito di lei, Henry Winchester ha 8 anni. Dopo la morte di Sarah, va’ via con la madre e quando ha circa 20 anni si sposa e ha un figlio, che chiama John.” e a quel nome , Sam e Dean, non si guardano , ma i loro pensieri già agiscono all’unisono. “John Winchester , in età giovane, come si usava per quei tempi, prende subito moglie e diventa padre di Henry , stesso nome del nonno. E dopo aver conseguito con lode i suoi studi, seguendo le orme di suo padre, si sposa giovane anche lui , con l’altrettanto giovane Millie e si trasferiscono a Normal, Illinois, dove pare, Henry, dovesse approfondire i suoi studi umanistici. Anche se poi, nel 1958, di lui si perdono completamente le tracce, come se fosse stato inghiottito nel nulla.” dice mentre indica la foto di un giovane Herny e di sua moglie.

“Henry e Millie?!” sussurra Sam.
 

Mentre Dean ripercorre mentalmente, in pochi tragici e assurdi flash, quella che è la vera ragione della sparizione di Henry.

I due fratelli, ora, si fissano, interdetti. Confusi.


“Sì. Nell’anno 1954, Henry e Millie diventano genitori di John e….” e poi accade. Rose indica una foto.

Ed ecco Henry orgogliosamente sorridente, appena dietro le spalle di un John altrettanto felice. Nelle loro mani una palla e una mazza da baseball. La stessa dannata foto che Henry mostrò loro quando quel suo viaggio nel tempo lo portò a morire per mano di Abaddon.

Ma questo , quella ragazza non può saperlo, e continua con innocenza il suo resoconto storico della famiglia Winchester, ignorando di avere accanto a lei, la fine di quella discendenza.

Perciò, va avanti mentre Dean sembra pendere dalle sue labbra e Sam non riesce a staccare gli occhi dalle foto. “... ma come vi ho detto, di Henry poi si perdono le tracce e John cresce da solo. Da alcuni registri risulta che a 15 anni, parte volontario come Marines e dopo aver combattuto in Vietnam torna a casa e si trasferisce a Lawrence in Kansas. Lì, sposa Mary Campbell, figlia di Samuel e Deanna Campbell….” e Sam e Dean per un attimo restano senza fiato e poi si tranquillizzano, perché la ragazza è talmente presa dal racconto che non fa caso all’assonanza dei due nomi storici con quelli dei suoi due giovani interlocutori. “…. e con lei mette al mondo due figli ma di cui purtroppo non abbiamo certificati o foto. Sembra che un incendio in casa loro abbia ucciso Mary e fatto molti danni.” finisce con tono delusa. “Da quell’incendio, anche di John e dei due bambini non si hanno più tracce.” e ora, afflitta.

 

Danni???, decisamente ha fatto danni!” è il pensiero di Dean che invece ad alta voce dice: “Che peccato!” con un in solito tono sollevato.

Ma se Rose non ci fa caso, Sam ne percepisce il sottile sarcasmo.

Le nostre foto sono già negli archivi dell’FBI , ci manca solo che siano appese sul muro dei ricordi di una delle case più visitate d’America!!” è, invece, il pensiero del più giovane.

 

E mentre Rose sta per parlare di nuovo, un impiegato la richiama per dei problemi d’ufficio.

“Mi dispiace, devo andare. Magari ci vediamo dopo…. a cena!”

“Con piacere!” esclamano all’unisono i due. “Tanto anche noi, dobbiamo iniziare il nostro giro di controllo.” precisa Sam.

“Perfetto, ci vediamo dopo, allora!” e va via.

 

Una volta soli, Dean e Sam, finalmente si guardano. E anche se non riescono a dirsi niente, nei loro occhi e nelle loro espressioni decisamente sconvolte, c’è ogni emozione e sensazione riescono a provare in quel momento.

Loro, legati a quella casa. La storia di Sarah così simile a quella di John: inghiottiti dal soprannaturale per poter dare una spiegazione ad una dolorosa perdita.

“Sammy….” sussurra quasi a stento, il maggiore.

“E non è finita, Dean!”

“Cosa?….Rose ci ha appena spiattellato in faccia il nostro intero albero genealogico , morti e fantasmi compresi e tu mi dici “E non è finita, Dean!”??”

Sam accetta quella sibilata sfuriata del maggiore e poi lo invita a guardare alcune foto su quella parete e Dean è costretto a strabuzzare gli occhi.

Vede quelle due foto, quei due volti, ma la sua mente sembra quasi non credere che sia vero.

Ritorna a fissare suo fratello, che sembra sconvolto anche più di lui.

Poi di nuovo quelle due foto.

 

   
 
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