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Autore: shinepaw    21/06/2018    0 recensioni
A seguito di una violenta tempesta, Mira si ritrova su un'isola sconosciuta, popolata da draghi e dai loro domatori. Impossibilitato a tornare a casa, il ragazzo dovrà imparare a vivere sulla nuova isola.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Artemisia ripartì il giorno dopo aver aiutato Mira a ritrovare la propria famiglia.
- Non sappiamo come ringraziarti - dissero i genitori del ragazzo. La Domadraghi sorrise.
- Prendetevi cura di vostro figlio come vi siete presi cura di me. Non c'è altro ringraziamento che voglio - rispose.
Concesse inoltre a Mira di continuare ad utilizzare la sua stanza e promise di tornare presto, per il matrimonio di Rorik e Lynae.
Mantenne la propria promessa, e anche Elin lo fece. Fu una cerimonia bellissima.
***
Tutte le mattine, quando si svegliava, Mira correva alla finestra. Essa era di fronte ad un'altra finestra, quella del suo ragazzo, Leif, che viveva nella casa accanto.
Il Domadraghi di fuoco, che aveva i sensi di un drago, si alzava immediatamente e si precipitava a dargli il buongiorno.
Poi, di solito, si scambiavano sdolcinatezze per un po' e facevano colazione con le rispettive famiglie.
Ogni mattina Mira schioccava un bacio sulla guancia di sua madre e si lasciava arruffare i capelli dal padre poi, una volta terminato questo rituale e consumato il pasto, correva da Leif per farsi accompagnare al lavoro.
Ma c'erano giorni in cui, al posto di fare tutto questo, si alzava e andava direttamente da lui, infilandosi nel suo letto e svegliandolo, inevitabilmente. Leif, tuttavia, fingeva di continuare a dormire solo per godersi le coccole mattutine.
E c'erano giorni in cui Mira neanche tornava a casa e dormiva direttamente col fidanzato, come quando ancora viveva con lui. I suoi genitori non si preoccupavano mai, perché se avevano un dubbio potevano uscire di casa ed entrare dai vicini a chiedere.
Quel mattino Mira fu svegliato da un raggio di sole dispettoso che lo colpì direttamente in faccia.
Si alzò, sbadigliando e passandosi una mano fra i capelli.
Leif era alla finestra, ad osservarlo con sguardo intenerito. Il Domadraghi si sporse dalla propria finestra.
- Buongiorno! - esclamò, sorridendo. La fresca aria mattutina gli accarezzò il viso.
- Buongiorno, amore mio - replicò Leif, ricambiando il suo sorriso. Per un istante si guardarono in silenzio, innamorati persi l'uno dell'altro. - Mi piace la tua acconciatura, questa mattina. Molto originale.
Mira sbuffò e rise.
- Non tutti possono essere perfetti come te anche appena svegli - ribatté, mostrandogli la lingua.
Il fidanzato si morse il labbro inferiore.
Non ti accorgi che per me sei bellissimo sempre...
- Non c'è nessuno più perfetto di te, Mira - lo zittì, facendolo arrossire.
Mira si arruffò ulteriormente i capelli, ridacchiando imbarazzato.
- Ci vediamo dopo - lo salutò, sottraendosi al suo sguardo per andare a cambiarsi.
La sua stanza era piuttosto grande, ariosa, luminosa, ed era simile alla stanza della casetta in cui abitava sull'isola precedente, con l'unica differenza che alle pareti c'erano appesi dei disegni e sul tavolo c'erano, oltre ad alcuni libri, delle statuette.
Mira accarezzò con lo sguardo ogni disegno: Rubino e Nuvola, lui e Nuvola, Cocco, Nova e Diamante... preziosi regali di Leif.
Ordinò i libri sul tavolo, libri sui draghi, sistemò il flauto che stava intagliando in modo che non potesse cadere (Nuvola gli aveva rotto il precedente, credendolo un bastoncino con cui giocare) e raddrizzò le statuette; esse rappresentavano i suoi genitori, la sua sorellina, Cocco, Nuvola e Leif.
Poi si sistemò davanti allo specchio appeso all'armadio, e rise al proprio riflesso. Leif aveva ragione, pensò, i miei capelli sono un disastro.
Si pettinò, prima di spogliarsi e prendere dall'armadio i vestiti che avrebbe indossato. E che vestiti! La sua prima tenuta da competizione, scelta insieme al fidanzato.
Era formata da una maglia col cappuccio e le maniche lunghe e dei pantaloni aderenti, elastici; era interamente di color grigio chiaro, quasi bianco, abbellita da un nastro violetto a mo' di cintura.
Ne lisciò le pieghe, sorridendo soddisfatto. Per una volta si sentiva all'altezza di ciò che lo attendeva.
Scese a far colazione. Anche i suoi genitori si erano vestiti bene per l'occasione, perché per nulla al mondo si sarebbero persi la prima competizione del figlio.
- Buongiorno - disse Mira, sorridendo ulteriormente, con affetto. Quanto gli era mancato vederli ogni mattina, ogni giorno.
- Buongiorno, tesoro - risposero in coro i suoi genitori.
- Sei bellissimo - mormorò sua madre, mentre lui le schioccava il solito bacio sulla guancia.
- Sei cresciuto così tanto - commentò suo padre, rivolgendogli uno sguardo carico d'orgoglio, e senza poi scompigliargli i capelli come faceva usualmente.
- Hai dormito bene?
Mira annuì, aiutando la propria genitrice a servire la colazione.
- Sei nervoso per oggi?
- No.
Si sedettero per mangiare. Pareva quasi una mattina come altre. Mira desiderò sentirsi sempre così in pace.
- Siamo così fieri di te, Mira.
Dopo colazione il giovane Domadraghi andò dal proprio drago. Nuvola agitò la coda come un cane, nel vedere il proprio domatore.
- Ciao, piccola. Sei già andata a caccia? Sei in forma?
Il drago gli diede un colpo alla mano con la testa, bisognoso di coccole come sempre. E Mira non aveva mai problemi a elargirne.
- Ci vediamo dopo, Nuvola - la salutò infine. - O mi rovinerai i vestiti nuovi.
E andò da Leif, il quale stava uscendo di casa in quel preciso istante. Per un momento i due Domadraghi si scambiarono sguardi ammirati.
- Ti dona - riuscì a commentare Leif, mangiandoselo con gli occhi.
Lui era un trionfo di nero, oro e rosso, ed era elegantissimo e bello da morire.
- Potrei dire lo stesso di te - farfugliò Mira, arrossendo. Perché quando Leif era così bello, lui se ne innamorava un po' di più, per quanto impossibile gli sembrasse. Eppure succedeva: altro amore per il biondo domatore trovava spazio nel suo cuore.
Leif sorrise e gli si avvicinò un poco, prima di afferrarlo per i fianchi e tirarlo a sé.
I loro nasi si sfiorarono e i loro occhi s'incrociarono. Nei suoi verdi, così penetranti ma così sinceri, Mira lesse quanto lo adorasse.
Ti adoro anch'io. Spero che tu lo sappia.
Gli sorrise timidamente, portando le braccia attorno al suo collo. Leif lo baciò dolcemente.
- Sei pronto per la tua prima competizione?
FINE


   
 
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