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Autore: InsaneMonkey    22/06/2018    3 recensioni
Teneva tra le dita fini delle mani una tazza calda che emanava un delizioso profumo, un delicato connubio di limone, alcune erbe aromatiche e un po' di amore, un semplice infuso che si era premurata di preparare, spinta dalla bontà del suo cuore.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angol Mois, Kururu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce malinconia'
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«Kururu, ti ho portato del tè, ti va?» cinguettò Angol Mois, la voce intrisa di una dolcezza paragonabile a quella del miele o dello zucchero filato - docile e cordiale come la luce che rischiarando fiocamente il cielo turchese dona all'aria un piacevole sollievo.

Teneva tra le dita fini delle mani una tazza calda che emanava un delizioso profumo, un delicato connubio di limone, alcune erbe aromatiche e un po' di amore, un semplice infuso che si era premurata di preparare, spinta dalla bontà del suo cuore: preoccuparsi del prossimo le infondeva un senso di benessere.
La rendeva contenta sapere che potesse trasmettere altrettanta serenità ai suoi amici e contribuire a tingere delle tonalità dei fiori di aprile le loro giornate, a raffreddare lo sconforto e la delusione.

Era qualcosa di istintivo e nello stesso tempo inspiegabile, insito nella sua natura desiderosa di ali forti e leggiadre con cui spiccare il volo verso il mondo delle fiabe, una perla tanto preziosa quanto rara.

«Mh?» mugugnò il ranocchio in risposta, pochi istanti dopo che la ragazza dai capelli del colore dei petali dei girasoli in primavera ebbe parlato.

'È possibile che questa rompiscatole debba starmi tra i piedi ogni volta?' pensò ad un certo punto.

Quel che aveva mentalmente formulato permetteva di intuire con facilità che la comparsa improvvisa e inattesa della giovane lo avesse infastidito.

Non aveva badato con attenzione alle parole che la biondina aveva proferito e lasciato fluttuare per un sottile tratto di etere, anzi, per l'esattezza, non aveva proprio voluto prestarvi ascolto.

Infatti, non solo era occupato a lavorare con il grande computer del laboratorio, motivo per cui - a meno che non gli fosse stato offerto del curry da Aki, quella donna energica e affettuosa per la quale provava un sentimento che in fin dei conti nessuno era ancora riuscito a comprendere e decifrare precisamente - preferiva non essere disturbato, o si sarebbe vendicato seminando discordia, tendendo insidie funeste e scherzi di pessimo gusto, ma soprattutto non sopportava affatto Angol Mois.

Aveva sempre detestato la positività che il suo sguardo racchiudeva, il bagliore di ottimismo che sprigionava - capace di mitigare anche il più fitto manto di tenebra, di strapparne i lacci, di cancellare ogni tetro sprazzo di male - e la sua innocenza fanciullesca, specchio di un animo privo di macchie di peccato.

Aveva sempre detestato la spontaneità con cui curvava la bocca a mezzaluna, in un tenero sorriso, senza mai esimersi dall'impregnarlo di una giusta dose di candore e purezza, quel volto angelico che pareva tradire l'obiettivo effettivo per il quale era giunta sulla Terra alcuni anni prima, in un lontano giorno di maggio - distruggerla in qualche secondo con la sua lancia fatale - e il fatto che adorasse vagheggiare atmosfere gremite di romanticismo, di incanto, proiettarsi in sfondi magici e fatati e sognare di vivere una storia d'amore a lieto fine con Keroro.

«No, non mi va», si limitò a dire lui.
Accerchiato da un'aura di ostilità, continuava a sperare che la ragazza se ne andasse via al più presto.

Non si girò verso l'interlocutrice, né tanto meno emise la sua classica risata sinistra e lugubre, mediante cui si era guadagnato solo l'antipatia dei membri del plotone e dei componenti della famiglia Hinata, un senso di avversione dal quale tuttavia sembrava trarre soddisfazione.

Auspicando che per liquidarla fossero sufficienti soltanto quelle quattro parole - incastonate come gemme di una collana di valore, disposte ordinatamente una dopo l'altra -, respinse la gentile proposta di Angol Mois.

Sebbene non lo manifestasse esplicitamente, lo irritava l'idea che, oltre ad aver focalizzato i limpidi occhi nocciola su di lui e dischiuso le labbra rosa pesca per tessere quell'offerta pacata, fosse curiosa di scoprire cosa stesse facendo, per quale ragione amasse stare in solitudine, nel silenzio e nell'oscurità - l'idea che stesse tentando di leggergli l'animo, di trovare un fatuo barlume dietro a quella coltre di nebbia nera, a quel groviglio di fiele e pungenti spine, di individuare in lui un labile accenno di mitezza, un granello di benevolenza.

Malgrado esprimesse la sua disapprovazione in modo molto diverso da Tamama, che invece era solito esplodere alla stregua di un candelotto di dinamite quando veniva consumato dal rancore e dalla gelosia morbosa, lo disgustava la consapevolezza che la bionda avesse un cuore sincero e che desiderasse provocargli un lieve solletico interiore, tale da attenuarne la perfidia, l'indole maligna.

«Va bene, come preferisci», trillò lei, in un battito di ciglia.

Certo, anche se onestamente aveva tenuto in considerazione la probabilità di un suo rifiuto, avrebbe gradito che accettasse, ma in verità non era a conoscenza del fatto che la stima che nutriva per l'alieno giallo non fosse per nulla ricambiata e che quest'ultimo stesse semplicemente attendendo che lo lasciasse in pace.

Senza smarrire il sorriso né il buonumore, scelse di rispettare la decisione di quel piccolo mago della tecnologia del colore dei raggi del sole in estate.

Non poteva sapere però che, nel momento in cui abbandonò a passi lenti il laboratorio, per tornare a giocare con il suo caro sir Keroro, Kururu si sentì meglio: proprio non la tollerava!



































~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Mi ritengo soddisfatta di questa storia, almeno tanto quanto lo sono di 'Bikini of the discord', che occupa un posto speciale nel mio cuore, forse perché in qualche modo le due fan fiction sono connesse.

Dopotutto hanno in comune il fatto che il protagonista provi un certo astio per Angol Mois, nonostante questo sentimento venga espresso in modi differenti.

Per l'iniziale e vago tentativo di umanizzazione della natura e, in generale, per alcuni aspetti, ho attinto qualcosa dal repertorio e dalla visione del mondo del poeta Publio Virgilio Marone. Ma nulla in confronto alla bellezza delle sue ecloghe di carattere bucolico❤

Buona estate!🌻💗

InsaneMonkey






   
 
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