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Autore: Flos Ignis    22/06/2018    2 recensioni
Terza classificata al contest “Di Lune, Torri ed Eremiti” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp.
Tratto dal testo:
"Roy Mustang pensò che aveva conosciuto una sola persona in cui riporre la sua speranza, una sola che avesse la stessa forza e la medesima vitalità di quel sentimento, brillante come mille soli. Egli era sopravvissuto nonostante la sorte avversa, la sua implacabile determinazione aveva vinto su ostacoli insormontabili e la Morte, giudice suprema di ogni essere vivente, pareva essere restia ad accogliere nel suo freddo abbraccio quel giovane dotato di un cuore coraggioso e forte come l'acciaio."
Ambientato nel capitolo 107 del manga.
Sulle note di "Legends Never Die", ecco a voi un epico combattimento.
Vi lascio nelle abili mani dell'Alchimista d'Acciaio, che farà sorgere un nuovo domani.
A vegliare su di lui, l'Alchimista di Fuoco, privo della vista, ma capace di sorreggere il ragazzo più giovane nel suo momento di maggior fragilità.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Liberi di essere




Roy andò un po' a tentativi con le mani prima di trovare la guancia calda di Edward, stupendosi di sentirvi un rivolo che, ne era certo, sarebbe risultato salato al gusto. 

Edward stava piangendo.

Quando era stata l'ultima volta che si era concesso una simile libertà? Quando, che si era liberato dall'angoscia e dal tormento, dal terrore di non riuscire e dall'odio per se stesso?

Sentì il sussulto del biondo e percepì il suo tentativo di scappare un decimo di secondo prima che il ragazzo lo mettesse in pratica, perciò lo anticipò.

Lo strinse tra le sue braccia, bloccando i suoi goffi tentativi di liberarsi forzandolo contro di sé, trattenendo l'esile corpo del giovane dagli occhi dorati contro il suo, più muscoloso e compatto. Cercò di stare attento a non premere troppo sui tratti di pellle coperti dalle bende, ma non era semplice considerata la condizione dei suoi occhi.

Edward, di certo, non lo aiutava muovendosi con la grazia di un bufalo imbizzarrito.

-Fullmetal, stai fermo!-

-Non ci penso nemmeno! Mi lasci andare!-

-No. Sei tu che devi lasciarti andare. Sfogati... io sono qui e non posso vederti, non vergognarti. Liberati dai tuoi demoni, perché ora é tutto finito. Tutto finito...-

Quelle ultime parole colpirono evidentemente nel segno, perché le mani che prima lo stavano scacciando si aggrapparono ferocemente a lui, artigliandogli le spalle come se fosse una roccia nella tempesta.

Nessuno dei due seppe esattamente quanto restarono stretti l'uno all'altro in quella posizione, con Roy semi disteso e le braccia sulla schiena di Edward, che aveva la testa appoggiata nell'incavo del suo collo e una gamba in mezzo alle sue. I suoi fini capelli lisci erano sciolti e sparpagliati sul petto del militare, che li sentiva accarezzarlo con tocchi di seta.

Edward pianse le lacime di anni e anni di singulti soffocati e disperazione taciuta, aggrappato a quell'uomo che aveva tanto significato per lui... e che in quel momento aveva assunto un ruolo ancora più delicato nella sua vita: aveva aperto una crepa nelle sue difese, continuando a batterci contro finché i muri non erano completamente crollati. Ma a essere state polverizzate non erano le mura di difesa che impediscono ai nemici di ferirti, erano le sbarre di una gabbia che aveva impedito ai suoi sentimenti di uscire. Ma ora...

Non c'era più il peso della colpa.

Non c'era più il rimorso per il suo peccato.

Non c'era più uno scopo a tenerlo concentrato.

Non c'era più un nemico a fargli mantenere alta la guardia.

Non c'era più nulla a distrarlo da se stesso e ciò che aveva provato e accumulato nel corso degli anni.

Quello che gli rimaneva, appena fuori da una gabbia improvvisamente aperta, era una spaventosa libertà in uno spazio infinito che temeva di non conoscere più, perché non riconosceva nemmeno se stesso.

La differenza tra un bambino prigioniero del passato e un uomo libero di vivere il suo futuro era immensa come l'oceano, salato come i fiumi di lacrime con cui Edward stava esorcizzando tutte le sue emozioni.




Roy decise di non rompere il quieto silenzio che accoglieva il momento di massima debolezza dell'Alchimista d'Acciaio, restò fermo ad accogliere quel piccolo, grande segreto che era certo fosse costato tutto il suo orgoglio.

Passarono la notte abbracciati, assaporando la novità di quel contatto e la consapevolezza che era finalmente sbocciata nel loro animo.

Finita... é davvero finita. Siamo liberi. Amestris é salva. L'umanità é libera di continuare a commettere i suoi errori, libera di cercare nuovi modi di rimediare, libera di continuare a prosperare o ditruggersi.

Ma la scelta spetta completamente a noi esseri umani, per la prima volta da molti secoli non siamo marionette inconsapevoli nelle mani di esseri mostruosi.

Possiamo vivere e morire per ciò in cui crediamo... e io
credo.

Nei miei uomini, negli ideali che mi hanno condotto fin qui, nel futuro che Amestris potrebbe avere se saggiamente condotta.


Nel ragazzo che ci ha liberati tutti e che sta qui accanto a me.

Iniziò cautamente a muovere una mano, posandola sul capo di Edward, che non protestò, troppo esausto per lo sfogo appena concluso e per il conseguente imbarazzo.

Non sarebbe stato così male vivere nell'oscurità, se in cambio avrebbe potuto tenere con sé il suo sole personale.

Fu quel pensiero a guidare le sue mosse successive.

In un'infinita sequenza di secondi sempre uguali uno si distinse dagli altri, spezzando l'incantesimo di stasi che li aveva tenuti immobili fino a quel momento: la mano di Roy si mosse, afferrando i capelli alla base della nuca di Edward, che aprì la bocca per protestare, emettendo uno strano verso a metà tra la sorpresa e l'indignazione, ma non fece in tempo a emettere una sola sillaba.

Si trovò le labbra chiuse da quelle del colonnello Mustang, senza possibilità di replica.



*****



-Ma che...-

Roy lo zittì prontamente ed egli ubbidì, troppo scioccato per allontanarlo bruscamente come avrebbe fatto con chiunque altro. 

Quel breve contatto si interruppe presto, troppo presto. Un pensiero che nacque spontaneo, ma l'ex Alchimista di Stato lo scacciò in malo modo. 

Si sforzò di restare lucido e analizzare la situazione, nonostante la vicinanza del corpo del colonnello lo stesse distraendo piuttosto efficacemente, come gli occhi neri dell'uomo, sbiaditi in uno spento grigio che però ammaliava l'oro dei suoi quanto le polle di oscurità che prima lo caratterizzavano.

Ad un analogo gesto, in un qualunque altro momento, Edward avrebbe reagito mollando un giustissimo calcio sinistro d'acciaio, ringhiando peggio di un cane; ma forse quella notte, complice la vicinanza che aveva cercato lui stesso per percepire un po' di calore umano dopo tutta quell'assurda lotta, poteva anche concedere al suo superiore quei gesti con cui gli stava sfiorando il viso e le labbra.

Il biondo ebbe l'impressione che il Colonnello stesse disegnando con le dita sul suo viso, come se stesse provando a memorizzare i suoi tratti tramite il tocco caldo dei polpastrelli. Fu per questo che non si scostò, quando i semplici tocchi vennero sostituiti da carezze con entrambi i palmi sulle guance un po' arrossate, tra i fini capelli biondi, sul collo e infine sulle spalle, che vennero strette con forza in un tentativo di abbraccio ancora più goffo dei precedenti.

Edward gli circondò istintivamente il collo con le braccia per evitare di cadere dal letto come reazione a quel brusco movimento, ritrovandosi letteralmente aggrappato all'uomo su cui era finito completamente disteso. Non che prima non lo fosse, ma dare libero sfogo alle sue emozioni aveva tenuto occupato gran parte del suo notevole cervello per fargli registrare effettivamente la loro posizione.

La sua mente divenne bianca per qualche secondo, rendendogli piuttosto difficile articolare più di qualche sillaba confusa per via del calore emanato da quel corpo che lo sosteneva, ma poi il suo cervello fu folgorato da una constatazione tanto illogica quanto veritiera.

Su questo letto c'é posto per uno solo, ma noi ci stiamo in due. Sfidiamo le leggi della fisica.

Da ottimo scienziato quale si riteneva, avrebbe dovuto giudicare quantomeno sciocco quanto aveva pensato, ma da semplice ragazzo che aveva appena scombussolato il proprio mondo credeva non fosse poi così sbagliato lasciarsi andare a certe considerazioni, se quelle ti facevano provare una tale dolce stretta al cuore.

-Dormi pure, Fullmetal, sarà il nostro segreto. Domani potrai riprendere a insultarmi e io ricomincerò a stuzzicarti, ma per stanotte, lascia che sia io a prendermi cura delle tue ferite. Meriti che qualcuno pensi a te, ogni tanto. E ti rendo noto che voglio essere io quel qualcuno. Oggi, domani...-

Il suo fisico ancora provato dalla recente battaglia e dalle notti insonni che aveva passato per vegliare sul debolissimo corpo di Alphonse cedette all'improvviso, facendolo cadere tra le braccia di Morfeo.

Ma furono altre mani a cullarlo nel mondo dei sogni, le stesse a cui si era abbandonato con incalcolabile fiducia, come un bambino tra le braccia della madre.

Insieme a quelle mani aveva affrontato dolori indicibili e ostacoli insormontabili, separati ma uniti, fino a che non si erano finalmente aggrappati l'uno all'altro in quella notte di resa.

Avevano attraversato insieme le ore più oscure del giorno ed erano sopravvissuti. E coloro che passano oltre certi tipi di prove e sofferenze, se non muoiono risplendono come oro, divengono brillanti come la luce dell'alba che spezza il manto di scuro velluto notturno.

Ma erano loro, adesso, a brillare di luce propria.

Erano loro l'alba che aveva illuminato il giorno e che avrebbe annunciato l'arrivo di ogni domani, perché l'oscurità non aveva soffocato la luce nei loro cuori.

Vincendo le vette più nere, chi possiede un cuore abbastanza forte da sopravvivere può sorgere su di esse, ponendo fine al loro perpetuo buio.

Abbiamo oltrepassato le cime più oscure e poiché siamo sopravvissuti... oltre di esse, sorgiamo.

Esattamente come il sole all'alba, che li colse ancora abbracciati su quel letto d'ospedale dove avevano messo a nudo i loro cuori.





Note finali:

Ed eccoci qui, alla fine di questa mini-long che mi ha fatta tanto penare. Giuro, è stato praticamente un parto, la storia ha cambiato direzione almeno una decina di volte prima di assumere questa forma che, lo ammetto, non mi convince del tutto. Ho sempre paura di finire OOC e questa volta temo proprio di essere caduta in questa trappola della scrittura.
Mi rendo perfettamente conto che i miei Roy e Edward di questa storia non sono esattamente coerenti con i caratteri originali, ma vorrei spiegarmi: siamo in un momento davvero molto particolare, alla fine di un'era, se vogliamo chiamarla così.
Il caro Colonnello ha perso la vista e si è ritrovato impotente durante la battaglia finale, senza più vista dovrà anche rinunciare al suo sogno di governare Amestris per proteggere tutti. Non ha ancora ricevuto la notizia per cui può guarire grazie al dottor Marcoh e alla pietra filosofale, per cui a mio parere potrebbe anche starci che abbia passato qualche giorno nella rassegnazione. Ricordiamoci che, nonostante il carattere forte, ne ha passate un bel po' e non sarebbe strano che gli ci volesse qualche tempo per riprendere la consueta forza.
Per quanto riguarda Edward invece, come ho cercato di spiegare in questo capitolo, si sente semplicemente esausto dopo tanti anni di ricerche per ridare il corpo al fratello, finite fortunatamente bene. Per un soffio, però. E a caro prezzo. Non che non lo rifarebbe altre mille volte, ma ha comunque dato via una parte di se stesso, credo ci stia che si senta un po' debole e disorientato. E il Colonnello è sempre stato una figura di riferimento importante per lui, anceh se non l'ha mai ammesso.
Che poi io l'abbia reso l'incipit per una storia romantica è un'altra storia ahahahahahaha!
Beh, che altro dire? Spero non sia uscita un completo disastro e ceh possa appassioanrvi almeno un po'!
Ringrazio profondamente Manto, che ha creato sul forum un contest talmente interessante da darmi almeno mille idee per la scrittura. Questa storia è tutta per te, mia cara <3
E ringrazio tutti voi, che siete arrivati fin qui, sperando di avervi lasciato qualcosa nel cuore.
Flos Ignis
 
  
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