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Autore: sissir7    22/06/2018    1 recensioni
Own it. Possiedilo. Jungkook e Jimin conoscono molto bene questa canzone e trovarsi a ballarla con la persona con cui sfogheresti tutte le tue fantasie non ti aiuta a frenarle. Lasciarsi andare è l'unica via d'uscita. Alla fine, tutti vogliamo solo amare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ahhh. Non voglio sentire quella canzone neanche una volta di più.”
Jimin, dicendo così esausto e sudatissimo, dopo aver spento lo stereo si distese a terra sul legno di una delle sale da ballo.
La maglietta nera gli aderiva perfettamente a causa del sudore e si vedevano i leggeri addominali che aveva.
Aprì le braccia e sospirò chiudendo gli occhi mentre le labbra carnose e rosse distraevano Jungkook, e non poco.
Il più giovane era in piedi ad asciugarsi le braccia e il viso.
Indossava una canotta bianca e un paio di jeans che gli stavano da dio, scolpendo le sue famose cosce che ora bruciavano per quanto avevano ballato.
“Quante volte abbiamo provato?” chiese Jimin.
“Non so…almeno 18 volte.” gli rispose e rise per la disperazione.
Erano lì da ore e ormai si era fatto buio fuori.
Jungkook gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi ma Jimin era davvero distrutto e finì per poggiarsi al corpo caldo del suo amico.
“Jungkook-ah… mettimi a letto.”
Il mento era appoggiato sulla spalla del moro e le mani sulla vita per reggersi.
Quel contatto non gli dispiacque per niente, anche se entrambi erano sudati e stanchissimi.
Lo strinse a sé.
Da qualche mese vedeva Jimin con occhi diversi e non voleva mentire a sè stesso: lo adorava.
Adorava tutto del suo hyung.
Tutto.
Quella pelle perfetta, quelle labbra che facevano girare la testa a tutti, quel piccolo corpo con così tanta forza, quella gentilezza, quel sorriso da angelo,
la sua sensibilità, la sua testardaggine anche.
E ora lo stava abbracciando chiudendo gli occhi.
“Kookie?”
“Oh, scusa.”
Jimin rise piano guardandolo con dolcezza distaccandosi da lui.
Jungkook si sentì un po' in imbarazzo e guardò a terra.
Era normale per loro abbracciarsi, ma quell’abbraccio era qualcosa di diverso per lui e Jimin sembrò capirlo.
“Sai se Jin ha preparato la cena? Altrimenti prendiamo qualcosa.” disse Jimin con nonchalance prendendo le sue cose e andando verso la porta,
interrompendo i pensieri del più giovane.
“Hyung…”
Jimin si voltò e vide il suo amico quasi tremare, con gli occhi bassi.
“Hey…che succede?” e andò verso di lui, lasciando le cose che aveva in mano.
“Prima…mentre stavamo ballando…”
Era la sua occasione.
Sentiva che poteva fare un passo avanti, essere anche esplicito se serviva visto che non era tipo da romanticherie.
Non in quel momento.
“Mentre stavamo ballando ho visto che hai avuto un’erezione.”
Quel tono basso, quasi un sussurro, non si addiceva molto al suo atteggiamento ancora impacciato.
“Prima? Io? No!”
Jungkook lo guardò dritto negli occhi e apparse un ghigno sul suo volto.
Si leccò il labbro inferiore e Jimin arrossì.
“Non ho avuto proprio nulla…” Deglutì.
“E’ solo che la canzone è abbastanza…lo sai.”
“Sì, lo so. Ha fatto un certo effetto anche a me.”
La situazione era stranissima, Jimin non sapeva cosa dire.
Quel ragazzo stupendo lo stava divorando con gli occhi e si chiese da dove cacciava tutta quella sensualità tutt’a un tratto.



Jungkook azzerò la distanza tra di loro Il sangue gli pulsava nelle vene.
“Hey…” disse Jimin, poggiandogli le mani sul petto.
“Non, non credo sia il caso.”
“Voglio solo…solo provare a”
“Non sono…totalmente gay.”
Jungkook rise scuotendo la testa.
“Beh, io sì invece. Ma cosa c’entra ora eh?”
“Non usare quel tono con me, sono più grande.”
“E da quando ti importa della differenza di età?! Il nostro rapporto è diverso. Non cambiare discorso.”
Calò un silenzio pesante che fu rotto solo da Jimin che disse:
“Hai ragione. Tra di noi non è importante l’età o come mi chiami. Però vorrei solo capire cosa ti è saltato in mente.”
Jungkook era arrabbiato, deluso, triste e non sapeva come faceva a non scoppiare in lacrime.
Si sentiva così da mesi ormai e in quel momento era al culmine.
“Io…ho solo bisogno di te. Io…”
Jimin si stava comportando così perché voleva evitare complicazioni nelle loro vite e in quelle degli altri membri della famiglia.
Ma, dio se lo amava.
Gli avrebbe donato ogni centimetro del suo corpo dal primo momento che i suoi occhi lo avevano visto.
Gli avrebbe dato tutto quello che desiderava e in quella sala da ballo, in quel momento, dopo aver passato tutta la giornata con lui ballando,
dopo tutta la tensione, dopo i sorrisi e l’eccitazione, dopo che Jungkook aveva fatto finalmente il primo passo, lui voleva cedere.
Eccome se voleva.
Tanto che lo fece.
“Dannazione…” disse, e prese il viso di Jungkook tra le mani, baciandolo piano ma con passione.
Al moro mancò il respiro.
I primi secondi rimase immobile ma quando Jimin continuò a baciarlo, lui ricambiò e chiuse gli occhi.
Passò le dita tra i capelli biondi del suo hyung e intensificò il bacio.
Non capiva perché lo stava baciando.
Poco prima lo aveva categoricamente rifiutato eppure ora la mano di Jimin si introdusse nei suoi pantaloni
iniziando a massaggiare la sua erezione che non lo aveva lasciato un attimo.
Gli scappò un gemito.
Jimin sorrise e si aggrappò a lui, circondandogli vita con le sue gambe che Jungkook prese in una morsa stretta.
Si guardarono per un attimo poi ripresero a baciarsi.
Jimin era così bisognoso di attenzioni.
Lasciava aperta la bocca per far entrare la lingua del suo maknae e lo lasciava giocare con la sua, con le sue labbra.
“Okay…” disse Jimin respirando affannosamente.
“…own it.”
Jungkook fu un attimo confuso.
Possiedilo?
Non sapeva se avesse capito bene.
“C-come?”
 “Il titolo della canzone che stavamo ballando.”
 “Vuoi che…”
“Dio mio, sì, scopami idiota.”



Il maknae sgranò gli occhi e dopo lo stupore iniziale non se lo fece dire due volte.
Lo sbattette contro il muro mordendogli il collo, la spalla mentre le loro erezioni si toccavano disperate.
Stesero gli asciugamani a terra e vi si stesero sopra.
Jungkook iniziò a spogliarlo baciando ogni parte che piano si scopriva.
Gli tolse i boxer e poi si spogliò anche lui.
Si mise su Jimin baciandolo sul petto fino al ventre, leccando con la punta della lingua ogni forma del suo corpo.
Poi, guardando gli occhi scuri e brucianti di Jimin, si infilò due dita in bocca succhiandole.
“Oh mio dio…Jungkook-ah…”
Il moro sorrise e infilò le due dita nel suo hyung che gli stava facendo fare tutto quello che aveva sempre sognato di fare.
A quel tocco Jimin inarcò la schiena.
Sentì le due dita muoversi sempre più velocemente.
“Ahhh…più v-veloce…”
Jungkook obbedì.
“Ah!”
Intanto baciò quell’erezione a pochi centimetri dalla sua faccia, aprì la bocca e senza esitazione lo prese tutto in bocca
facendo rabbrividire Jimin che non tratteneva i gemiti.
Sentiva la lingua del moro circondarlo e quelle dita che si muovevano veloci.
“Di più…Kookie…per favore…” disse con voce spezzata dal piacere.
Jungkook spinse le dita ancora più a fondo e dopo l’iniziale dolore, Jimin sentì solo piacere mentre digrignava i denti per non urlare.
Il moro si stava godendo quegli attimi e avere il controllo su quel corpo era fantastico.
Non lo aveva mai fatto, ma dal responso di Jimin ci sapeva fare.
Tolse le dita e piano inserì la sua erezione in Jimin facendo il più piano possibile, ma il ragazzo sotto di lui non voleva aspettare e si spinse contro di lui.
A quella mossa veloce Jungkook urlò di piacere e scattò con la testa all’indietro.
“Jimin-shi!”
Iniziò a velocizzare i movimenti spingendo verso l’alto le gambe di Jimin.
Il ritmo era veloce, deciso, lo stava davvero scopando senza problemi e continuarono per molto senza che la resistenza del corpo di Jungkook calasse, era impressionante, e  ciò non dispiaceva affatto a Jimin che, sotto di lui, ormai non tratteneva neanche  più i gemiti e le urla.
Era tardi e a quel piano dell’edificio nessuno più provava nelle sale.
Jimin stringeva l’asciugamano nei pugni, sentiva ogni movimento dentro di lui e Jungkook ansimava mentre rallentava dopo aver raggiunto
l’orgasmo per la seconda volta.
Accarezzò le cosce imperlate di sudore di Jimin, poi quel petto, poi i capezzoli che prese tra le labbra.
I loro occhi erano inondati dal piacere e il tempo sembrava fermo da un’infinità.
Jimin passò le dita tra i capelli neri di quella meraviglia che lo aveva appena fatto andare in Paradiso.
Due volte.
Si sorrisero.



“Non puoi capire quanto sei mozzafiato in questo momento.” gli sussurrò.
Jimin arrossì a quelle parole e il cuore del moro si sciolse.
Era davvero un angelo quello sotto di lui.
“Averti dentro è…wow. Mi sento completo.”
Senza distogliere lo sguardo da quello di Jimin, Jungkook iniziò di nuovo a muoversi, lentamente, dentro e fuori, con delicatezza.
“Ah…ah…”
Gli piaceva sentire Jimin che godeva, era felice.
Vennero piuttosto in fretta, per la terza volta.
Nessuno dei due aveva mai avuto un’esperienza del genere, fu incredibile.
Erano un disastro, ancora più sudati di prima, e i muscoli dolevano ancora di più.
Jungkook era praticamente disteso su Jimin che gli accarezzava la schiena.
“Oh mio dio. La prossima volta su un letto comodo e fresco.” disse Jungkook.
“Concordo.”
Il petto di Jimin era caldo sotta la sua guancia e sentiva quel cuore battere forte.
Sorrise.
Passarono alcuni minuti poi si alzarono avendo un disperato bisogno di fare una doccia e dormire.
Si vestirono e uscirono dalla sala non poco preoccupati di beccare qualcuno ma il corridoio era vuoto e semibuio.
Tirarono un sospiro di sollievo.
Arrivarono al dormitorio verso le due di notte e fecero la doccia insieme, come spesso era accaduto in passato tra l’altro.
Si sentirono rigenerati, era stata una serata pazzesca, quasi non ci credevano a quello che era successo.
Jimin si stese nel suo letto cercando di non svegliare Hoseok.
Jungkook si distese al suo fianco e cercarono entrambi di dormire.
“Che silenzio.”
Sussurrò il moro.
“Già. Neanche io riesco a dormire.”
“Jimin…”
“Mh mh.”
“Sono stato il primo?”
Il biondo si voltò verso di lui e vedendo quegli occhi grandi e dolci avrebbe voluto mentire per non farli intristire ma lui era una persona leale,
sincera e gli disse la verità.
“No, Kookie.”
“Oh…O-okay.”
Jungkook abbassò lo sguardo e si avvicinò ancora di più a lui poggiando la testa sul suo petto mentre Jimin lo circondava con il braccio.
“Io? Sono stato il primo per te?”
Il moro annuì.
“Non sembrava.”
Confessò Jimin e risero piano.
“Sei stato…non c’è bisogno che te lo dico. Sei il nostro Golden Maknae, sei pazzesco in tutto.”
E gli baciò dolcemente il capo. J



ungkook sorrise felice e dopo un po' disse:  
“Pensi che possa sperare di essere solamente il tuo Golden Maknae? Cioè, vorresti provare a…”
Non gli uscivano le parole e il nervosismo non lo aiutava, ma Jimin capì e subito disse:
 “Saresti la persona che ho sempre sognato di avere al mio fianco, credimi. Provo dei sentimenti immensi per te. Vorrei potesse funzionare nonostante il nostro tipo di vita.” “Capisco, davvero. Lo vorrei anche io.”
“Lo so. Sei un ragazzo così maturo…”
“Mi avete cresciuto bene.”
“Vero.”
Jungkook alzò piano la testa per baciare quelle morbide labbra che ricambiarono.
“Mio dio, quanto ti amo.”
“Anche io ti amo tanto Jungkook-ah.”



Quando si svegliarono, Hoseok li stava fissando.
Sobbalzarono entrambi e sul volto avevano l’espressione di chi è colpevole di chissà quale crimine.
“Buongiorno ragazzi.”
Hoseok corrugò la fronte, stranito.
“Sono così spaventoso la mattina?”
“No, no, no.”
Disse nervoso Jungkook.
“Fra meno di un’ora dobbiamo stare sul set, sbrigatevi.”
E uscì dalla camera.
“Che colpo.”
Disse Jimin, e si ridistese nel letto sospirando.
“A chi lo dici.”
“Pensavo si sarebbe messo a urlare dicendo che siamo degli incoscienti, ma ovviamente non sa di ieri. Ahhh, ci manca solo la paranoia poi posso anche morire.”
“Sa che di solito vado nel letto degli altri. Non penso sospetti qualcosa.”
Intanto, Hoseok era già in macchina con Yoongi che gli chiese bruciante di curiosità:
“Allora?”
“Beh, avevi ragione. L’hanno sicuramente fatto dopo le prove ieri sera. Si sono ritirati sicuramente tardissimo stanotte, non ho neanche sentito Jimin entrare in camera. Non ne sono certo, ma li dovevi vedere nel letto stamattina. Avevano ‘colpevoli’ scritto in faccia. Adorabili, tra l’altro.”
Yoongi aveva l’espressione soddisfatta e sprizzava swag da tutti i pori.
“Mi devi dei soldi caro mio.”
Hoseok alzò gli occhi al cielo.
“Come fai a predire cosa accadrà? Sta diventando preoccupante.”
“Oh, non è questione di magia. Siete voi che avete le fette di prosciutto davanti agli occhi.”
Un punto interrogativo apparse sul volto di J-Hope.
“Dio mio, si vede da un miglio quanto Jungkook desidera Jimin. Da mesi ormai. E Jimin non ha mai nascosto gli apprezzamenti su Kookie.”
Hoseok fece spallucce.
“Sinceramente, mi basta che non lo fanno in camera. Esigo ancora un po' di rispetto eh.”
Yoongi rise, guardando fuori dal finestrino il cielo azzurro di quella splendida mattina.



“Suga hyung, secondo te può funzionare?”
“Se è quello che vogliono più di qualunque altra cosa…”
“Non penso sia così facile.”
“Infatti penso possa essere tutto tranne che facile o anche solo fattibile. Ma avranno il nostro supporto e penso che questo possa agevolare le cose.”
Hoseok annuì abbastanza convinto ma poi disse:
“E’ solo che viverlo in segreto penso solo possa dargli una motivazione in più per lasciare perdere.”
“Dovrebbero dirlo.”
“Come?! Sai le possibili conseguenze, come puoi”
“Che si fottano i manager, la BigHit e l’omofobia di questo schifo di Paese. Potrebbero cambiare le cose per molti ragazzi se facessero coming out.
Potrebbero dare una rappresentazione giusta, sincera, importante, che dia speranza e se mai lo faranno, gli omofobi teste di cazzo dovranno passare prima sul mio cadavere prima di poter anche solo degnare di uno sguardo Jimin e Jungkook. Fanculo.”
J-Hope rimase spiazzato.
Quello che aveva sentito era giusto, erano ideali che condivideva ma sicuramente aveva molta più paura di Yoongi a riguardo.
Tuttavia, quel coraggio lo coinvolse e in fondo avrebbe appoggiato le scelte dei suoi amici.
“Ci tieni molto a loro…è bello.”
Yoongi si voltò a guardarlo e fece un piccolo sorriso per poi abbassare lo sguardo.
“Certo che ci tengo e anche tu e gli altri ci tenete e fareste lo stesso. Vi servo solo io a darvi un calcio nel sedere per farvi convincere.”
Sorrisero.
“Ah, quanto hai ragione.”
“E poi…”
Ma Suga si fermò.
“Poi?”
“No, nulla.”
“Quell’espressione pensierosa non è nulla.”
Yoongi guardò il volto splendente di Hoseok, quegli occhi caldi e dolci, e parlò apertamente.
“Non ho mai nascosto cosa penso a riguardo della comunità LGBTQA+ perché veramente penso che ciò che ci tocca nel profondo lo sentiamo tutti,
in un modo o nell’altro, egualmente. Tutti, nessuno escluso. Viviamo tutti il dolore per una perdita, per una ferita, per una felicità troppo forte.
Tutti sorridiamo in quei pochi ma preziosi momenti di gioia. Tutti piangiamo, le lacrime scendono allo stesso modo sul viso di tutti.
Tutti sappiamo, dentro, quando c’è gioia, amore, paura, rabbia. Siamo tutti nella stessa barca, questo voglio dire.
A lottare contro lo stesso vento, le stesse maree, lo stesso caldo, la stessa pioggia.
Quindi penso solo che dovremmo essere più compassionevoli e gentili. Imparare a non dare per scontato le emozioni, cercare di capirle, di accettarle per stare meglio e creare un mondo in cui anche se ci si sente soli, si sa che non lo si è.
Vorrei ci aiutassimo e non accusassimo. So che è difficile, ma siamo qui per questo.”
Hoseok aveva le lacrime agli occhi.
Era senza parole.
“Sì lo so, dovrei scrivere un libro per aggiustare un po' questa merda di mondo.”
J-Hope sorrise e si asciugò la lacrima che cadde.
“Dovresti. La tua mente è davvero meravigliosa, non scherzo.”
“Grazie Hobi.”
Lo disse sincero.
“E penso anche che potresti già mostrarglielo questo supporto, queste parole. Noi altri non siamo bravi quanto te, ma ci saremo anche noi in quel momento.”
“Quando saranno pronti, lo saremo anche noi.”
“Esattamente.”
Si diedero il cinque e si guardarono complici, fieri di essere quel tipo di persone. In fondo, Jimin e Jungook non aveva proprio nulla da temere.
L’amore avrebbe sempre vinto.
   
 
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