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Autore: MielChan    22/06/2018    0 recensioni
Storia a tematica gay.
Introduzione capitolo:
Era il 2 novembre quando decisi di suicidarmi, il motivo? Beh forse stupido, il perché non mi buttai? Forse stupido anche quello, semplicemente incontrai una persona, una di quelle che ti fa scoprire la bellezza della vita, che te la fa amare e al tempo stesso te la fa rimpiangere.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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                                                            CAPITOLO 9
                                                Ci saranno mai giorni tranquilli?
 
‘’NON SONO STATI LORO.’’
‘’Scott tu hai…. appena parlato!?’’
‘’Sì, se non l’avessi fatto… avrei ferito nuovamente.’’ Disse a fatica guardando in basso.
‘’Tesoro, lo sai che non è stata colpa tua.’’ Intervenne sua madre con le lacrime agli occhi e andò immediatamente ad abbracciarlo.
‘’Lo so, ma ha fatto così male per tutto questo tempo!’’ Abbracciò sua madre a sua volta. ‘’Comunque sia, loro mi sono stati accanto come ottimi amici…quindi non sono stati loro.’’ Aggiunse cercando di non piangere.
‘’C-cosa sta succedendo?’’ Chiesi un po’ impacciato.
‘’Scusatemi, sabato tornerò a scuola, poi prometto che vi dirò tutto.’’ Sorrise lievemente e ci abbracciò uno per volta. ‘’Parlerò un po’ con mia madre, spero non vi dispiaccia.’’ Concluse guardandoci allegramente.
‘’Guai a te se non ti fai vedere sabato.’’ Intervenne Denzil mettendomi un braccio intorno al collo e mi trascinò via.
‘’Heey fermati! Dovevo parlargli!’’ Quasi urlai cercando di liberarmi.
‘’Scemo! lasciali un po’ da soli.’’ Ridacchiò e mi portò via.
Quando Denzil mi riaccompagnò a casa mi buttai immediatamente sul letto a pensare, era la prima volta che sentii la voce di Scott, sinceramente la immaginai sempre diversa, forse più dolce ma a pensarci bene un po’ gli si addiceva; sabato arrivò lentamente, mi son sempre chiesto perché i giorni attesi passavano lentamente mentre gli altri no, chissà se potrò mai più scoprirlo.      
‘’Dovevi vedere la faccia dei nostri compagni quando ha parlato!’’ Dissi allegramente in giro per negozi quando finirò le lezioni di sabato.
‘’La vostra non era messa meglio.’’ Rise Scott.
‘’Potevi filmarli.’’ Intervenne Denzil facendo finta di arrabbiarsi. ‘’Ritornando al discorso principale, cos’è successo?’’
‘’Innanzitutto con Eddy ho già preso provvedimenti.’’
‘’EDDY!?’’ Lo guardai sconvolto. ‘’E’ stato lui?’’ Chiesi più irritato che mai.
‘’A quanto pare sì, ma ho già risolto, tranquilli.’’ Cercò di tranquillizzarmi. ‘’No, non puoi andare a picchiarlo.’’ Si girò verso Denzil.
‘’Da quanto mi leggi nella mente?’’
‘’Si vedeva chiaramente, ma non puoi o se no andiamo nel torto noi, tranquilli davvero.’’ Sorrise e gli diede una pacca amichevole sulla schiena.
‘’Ci sediamo da qualche parte?’’ Domandi cercando di tranquillizzarmi e…. di tranquillizzare Denzil.
Ci incamminammo in un bar nelle vicinanze, sfortunatamente il locale di Deemer era abbastanza lontano ma ci accontentammo, il bar non era male, era completamente dipinto di azzurro e i tavolini erano abbastanza larghi da stare comodamente, ma il locale di Deemer per me rimane il migliore.
‘’Bene, credo sia giusto dirvi la verità.’’ Ci guardò Scott timidamente e finì di bere la sua cioccolata calda.
‘’Appena sei pronto.’’
‘’Mio padre, come ti ho già detto salvava delle vite, faceva il vigile del fuoco, che lavoro difficile.’’ Ridacchiò un po’ sarcasticamente. ‘’Sinceramente non ricordo quanti anni avevo, ma ero un po’ piccolo, sapete vedevo poche volte mio padre, era sempre impegnato al lavoro, quel giorno era il nostro giorno! L’unico che aveva libero e che potevamo passarlo insieme, a un certo punto però ci fu un allarme e…’’  Lacrimò un po’.
‘’Scott non devi se non te la senti.’’ Mi avvicinai e lo abbracciai.
‘’no, vorrei finire… stava per andare, cercai di fermarlo, non volevo che andasse, ‘’avevi promesso che saresti rimasto con me oggi’’ gli continuavo a urlare e a un certo punto irritato gli urlai una cosa veramente orribile ‘’non ti voglio più vedere’’ poi morì in quell’incendio.’’ Concluse stringendomi fortemente.  
‘’Hai dato colpa alle tue parole per tutto?’’ Domandò Denzil e notai Scott annuire.
‘’Sai bene che non è colpa tua!’’
‘’Lo so! Ma quando ormai l’avevo realizzato era troppo tardi, non riuscivo più a dire niente, avevo paura di sbagliare ancora.’’ Disse cercando di rilassarsi.
‘’Sono sicuro che tuo padre ti ha sempre voluto bene nonostante tutto.’’
‘’Lo penso anch’io, mi sono scusato con lui così tante volte, spero… spero davvero mi abbia perdonato.’’
‘’L’ha fatto sicuramente!’’ Intervenni riabbracciandolo di nuovo.
‘’Così farai ingelosire Denzil, può bastare davvero!’’ Ridacchiò un po’ e si liberò. ‘’Grazie per avermi ascoltato.’’
‘’Ci saremo sempre!’’
‘’Quando ho parlato, era perché sapevo che avrei fatto la scelta giusta, sapevo che le mie parole questa volta potevano aiutare e non ferire le persone a me care, quindi grazie davvero!’’ E semplicemente sorrise.
Passare quel giorno con Scott mi rese notevolmente più felice, si era confidato con noi ed io lo apprezzai moltissimo, i giorni questa volta passarono molto velocemente e senza accorgermene arrivò l’ultima settimana di scuola.
Venerdì 9 giugno, quel giorno Scott uscì prima da scuola visto che sua sorella decise di ritornare a casa, alcune volte mi sentivo in colpa per Haylee, era davvero una brava ragazza ma sperai lo stesso di non incontrarla mai, m’imbarazzava troppo vederla, scossi la testa e cercai di non pensarci; quando suonò la campanella uscii dalla classe in fretta e Denzil mi prese immediatamente da parte.
‘’Hey! Hai da fare? Ti devo parlare di una cosa importante.’’
‘’Mi vuoi già lasciare?’’
‘’Ma sei scemo? No’’ Ridacchiò un po’. ‘’Ieri è successo una cosa, volevo parlartene, facciamo un giro?’’
‘’Va bene, tanto non ho compiti, a parte quelli della professoressa Milles, ma lei è un caso a parte.’’
‘’Meglio che li fai i suoi, o se no sarai maledetto a vita!’’
‘’Con lei di sicuro!’’
‘’Dai andiamo che sento freddo! Ti offro da mangiare.’’ Arrivammo davanti alla sua moto e mi porse un casco.
‘’Lo sai? Il cibo offerto ha sempre un gusto migliore.’’ Cercai di fare conversazione.
‘’La prossima volta offri te così potrò dirti se è vero o no.’’
‘’Diamine… dovevo starmene zitto.’’
‘’Troppo tardi!’’ Scoppiammo a ridere e raggiungemmo il centro subito dopo.
Pranzammo in un fast food,  chiesi più volte di cosa volesse parlarmi ma mi disse che avrebbe preferito un posto con meno persone, quindi aspettai e mi godetti il clima caldo e sereno, quando finimmo di pranzare andammo in piazza e ci sedemmo in una delle panchine vicino alle fontane, come sempre faceva molto freddo.
‘’perché non siamo rimasti al caldo? Qui si gela!’’ Mi lamentai leggermente.
‘’Te l’ho detto! Meno persone attorno.’’
‘’Andiamo al mare in un paese caldo come voleva Scott!’’
‘’Non ha tutti i torti, quando sento alcuni miei amici online lamentarsi del caldo a giugno mi meraviglio sempre.’’ Disse sospirando di tanto in tanto.
‘’Dai dimmi cosa volevi dirmi! Fa freddo.’’
‘’Pessimo gioco di parole, se ti avvicini ti riscaldo.’’
‘’Non me lo faccio ripetere due volte!’’ Mi avvicinai e mi porse il braccio sulla spalla, sì, si stava decisamente meglio in quel modo.
‘’Mia madre.’’ Iniziò immediatamente facendo il segno delle virgolette. ‘’Vuole incontrarmi per parlare.’’
‘’Tu cosa ne pensi?’’ Chiesi cercando di restare più seriamente possibile.
‘’Per Deemer faccio una sciocchezza, ma voglio vedere cos’ha da dirmi, tutto qua.’’
‘’Quel giorno sarò con te, ti starò accanto sempre.’’
‘’Grazie, lo speravo davvero.’’  Si avvicinò di più e mi porse un bacio sulla guancia. ‘’Fortunatamente mio padre ultimamente non sta in casa, o se no diventava difficile incontrarla.’’
‘’Non vuole che la incontri?’’
‘’Esattamente, ma ora non ho voglia di parlarne andiamo a fare un giro!’’ Si alzò di scatto, mi prese per mano e mi trascinò via.
Quando mi adattai al freddo restammo in giro fino a sera tardi, visitammo diversi negozi di abbigliamento e non, lui si comprò per la prima volta una felpa, più volte mi tartassò per farmi un regalo e dopo una decina di minuti mi rassegnai e mi feci comprare una camicia, quando finimmo  di mangiare decise di riaccompagnarmi a casa, una volta arrivati mi salutò con un bacio e si diresse via, felicemente entrai in casa  ma a quanto parve accadde il peggio.
‘’Tu! Cosa stavi facendo con quel ragazzo?’’ Prese a sbraitarmi contro mio padre.
‘’Stiamo insieme, ti da qualche problema?’’ Risposi schiettamente infastidito.
‘’Mi rifiuto di avere un figlio gay!’’ 
 ‘’Ah, ora sarei tuo figlio? Non mi avete mai trattato come tale! Anni e anni mi avete sempre escluso alle vostre feste, avete detto che ero un errore, sì, sono gay? Non m’interessa se avete dei problemi o se non mi accettate, io ho accettato me stesso!’’
‘’Non è vero! Noi…’’ Si zittì e fissò altrove senza dir nulla.
‘’Brutto quando la verità ti si piazza davanti, vero?’’ Lo guardai negli occhi, feci un sorriso sarcastico e me ne andai nella mia stanza, presi le mie cose e con i pochi soldi che avevo chiami un taxi.
‘’Dove pensi di andare?’’ domandò mio padre più calmo ma sempre con quel tono serio.
‘’Dal mio ragazzo.’’
‘’Tu non osa-‘’ Sospirò. ‘’Vedi di non stare troppo tempo via.’’  Mi guardò male e se ne andò in cucina.
‘’Meglio del previsto.’’ Borbottai tra me e me.
Quando arrivai finalmente davanti al portone di Denzil mi resi conto della sciocchezza fatta, non potevo di certo piombare davanti casa sua senza preavviso, rimasi immobile per non so quanto tempo con il dito tremolante sul campanello senza far nulla, fortunatamente il mio salvatore arrivò di nuovo.
‘’Frederick!? Sei qui per incontrare mio fratello? Perché non suoni?’’ Sbucò Deemer dietro le mie spalle.
‘’Deemer! Ti amo! Cioè n-non in quel senso, ecco potrei restare da voi a dormire? Sai problemi in famiglia.’’ Dissi diminuendo sempre di più il mio tono di voce  e quando ebbi il coraggio di guardarlo iniziai a ridacchiare nervosamente.
‘’Non mi dire che ti stavi facendo dei problemi?’’
‘’Eh n-sì.’’
 ‘’Dai entra.’’ Rise un po’ e aprii il portone di casa. ‘’Denzil ho una sorpresa per te!’’ Urlò per farsi sentire.
‘’Ti ho detto che la torta alle ciliegie non mi piace.’’ Si avvicinò Denzil vicino al portone un po’ assonnato. ‘’Oh, ma lui sì.’’ Disse appena mi vide.
‘’Resta qua a dormire, prepara la stanza, io vado in camera mia e non vi disturbo!’’
‘’N-no noi non.’’ Non riuscii a dire nulla e imbarazzato guardai altrove.
Quando finì di mettere la stanza a posto entrambi ci preparammo per andare a dormire, gli raccontai di mio padre e mi tranquillizzai un po’.
‘’Quindi pensi ti abbia accettato?’’ Chiese mettendosi sdraiato di schiena.
‘’Credo che semplicemente si sia rassegnato.’’ Sbuffai. ‘’Sai alla fine non avendomi mai trattato come un figlio non poteva fare granché.’’ Aggiunsi mettendomi sdraiato anche io  nel l’altro letto.
‘’Non hai bisogno di loro, ci sarò io a sostenerti, bhe sì anche i personaggi secondari come Scott e mio fratello.’’
‘’Non siamo in un videogioco!’’ Risi un po’. ‘’E-ecco posso dormire con te?’’ Domandai imbarazzato mettendomi la coperta in faccia per coprirmi.
‘’Stiamo già dormendo insieme!’’ Mi prese in giro.
‘’N-no nel senso… b-buonanotte.’’
‘’Ma sei scemo? Muoviti e vieni qua.’’ Imbarazzato più di prima mi alzai e presi posto accanto a lui, quella fu una dell’ultime serate tranquille.  
   
 
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