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Autore: EcateC    23/06/2018    5 recensioni
Un anno è passato.
Joker e Harley Quinn vivono insieme, delinquono e come tutte le coppie hanno i loro alti e bassi. Batman cerca di fermarli, Poison Ivy si intromette di tanto in tanto e tutto sembra andare per il meglio... Solo che qualcosa di brutto sta per succedere: un nuovo, pericolosissimo nemico cercherà di rompere il loro equilibrio.
Sequel ufficiale di The Role Reversal, leggibile anche singolarmente... Ah, e per chi se lo stesse chiedendo, questa È una storia d'amore.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Metropolis, villa Luthor.

 

 

Silenzio.

Nella villa più grande e maestosa di Metropolis c’era un solenne e sontuoso silenzio, temperato da un delicato sottofondo di musica lirica. L’arredamento d’antiquariato era inframmezzato ad apparecchi tecnologici di ultima generazione e i pavimenti di marmo erano talmente lucidi e pregiati che sembravano quasi brillare. Ma il meglio si trovava fuori, negli spaziosi giardini pensili della villa, pieni di fiori e con un'imponente fontana centrale decorata con putti e delfini. Amanda Waller conosceva quel posto, la sua magnificenza ormai le era diventata famigliare. Uscì dalla propria autoblu privata esattamente di fronte all'ingresso, guardò il portone sorvegliato ai lati da due minacciosi leoni rampanti in cemento e come prima cosa si accese una sigaretta. Doveva prepararsi, Lex Luthor non era esattamente un personaggio semplice da gestire.
Certo, lei aveva un discreto arsenale di esperienza alle spalle, ma il magnate di Metropolis riusciva ancora a sorprenderla.
Procedette quindi orgogliosamente verso l'entrata, con il capo eretto e andatura veloce, sicura. Ella conosceva benissimo quella villa, come d’altronde ne conosceva il proprietario. Fra tutti gli uomini del mondo, Luthor era forse l’unico che poteva considerare attraente, naturalmente non nel senso romantico del termine.

Un magnate geniale, furbo e senza scrupoli, molto più simile a lei di quanto potesse sembrare all’esterno, agli occhi dei più ingenui.

I passi della Waller, pur non avendo quest’ultima i tacchi, risuonavano nervosi sul pavimento in maniera quasi intimidatoria, come se volessero avvertire inconsciamente il proprietario del suo incipiente arrivo. Infatti, quando ella aprì la porta della sala meeting senza preoccuparsi di bussare, era come se quest’ultimo la stesse aspettando.

Seduto su un’autentico divano di chesterfield, Lex Luthor sorrise e congiunse le mani. Indossava una vestaglia di seta con il propio nome ricamato e un paio di eleganti slippers di pelle, le sorrise ma la Waller non mutò la sua dura e fosca espressione.

-Amanda, mia cara, ti stavo aspettando- esordì mellifluo, anche se uno dei suoi due bracchi da caccia aveva iniziato a ringhiare impercettibilmente -Posso offrirti qualcosa? Ho un buon whisky del '64-

-Saltiamo i convenevoli, Luthor. Abbiamo un grosso problema-

-Ah, certo. Deve essere stata proprio una grande umiliazione per te. Harley Quinn che evade di prigione proprio il giorno in cui viene diffuso il comunicato stampa della morte di Joker! Che bizzarra coincidenza!- recitò la parte dell'incosciente -Oserei dire buffa, non trovi?-

La Waller sollevò gli occhi al cielo, spazientita.

-Anche perché- continuò lui, sarcastico e indisponente -Nella mia vita di stranezze ne ho viste tante, ho conosciuto uomini volanti, donne verdi e perfino dei mezzi coccodrilli, ma non avrei mai creduto di arrivare perfino ai fantasmi-

-Luthor…-

-Non avrei mai creduto che i fantasmi potessero guidare un esercito di delinquenti ed espugnare il secondo istituto penitenziario più sicuro al mondo!- la sua voce era un crescendo aggressivo di rabbia e intensità -Non avrei mai creduto che i fantasmi potessero andare a in Europa e prosciugare uno dei miei conti correnti! Ah, forse perché JOKER-NON-È-UN FANTASMA!- gridò furibondo, dando tre colpi sul tavolino -Perché Joker é ancora vivo, Waller!? Non eri stata tu a darmi che era morto in un incidente aereo?!-

-Non usare questo tono con me- lo minacciò la donna, puntandogli il dito contro -So cosa ho visto, ero presente quando il suo aereo si è schiantato al suolo e ha preso fuoco-

-Beh, si vede che devi metterti gli occhiali, perché È VIVO!- sbottò Luthor, dando l’ennesimo pugno sul tavolo -E non si sopravvive agli incedenti aerei se si è degli esseri umani! Che diavolo è Joker!?! Non è forse un comune mortale come tutti noi? Che cosa diavolo è!?!-

-È evidente che è stato salvato da qualcuno- esclamò lei, calma.

-Oh, no. Non te la cavi così facilmente- le sibilò, asciugandosi la fronte con un fazzoletto di seta -Voglio il DNA di quel pagliaccio e di quell’altra stupida ragazza. Gotham City è uno dei porti commerciali più ricchi degli Stati Uniti e lui continua a detenere l’egemonia di tutti traffici che transitano lì. Capisci bene che non posso accettarlo-

-Abbiamo già analizzato il suo DNA, più e più volte. Joker non mostra alcun segno di mutazione genetica-

-Vorrà dire che rifaremo le analisi, ma questa volta nei laboratori della LexCorp, così preleverò personalmente un campione del suo materiale genetico-

La Waller ridacchiò -La tua megalomania continua ancora sorprendermi, Luthor- gli disse salace -Pensi davvero di poter catturare Joker? Solo Batman ci è mai riuscito e francamente non credo che sia disposto a collaborare con te-

-Infatti non voglio catturare il Joker. Voglio che sia lui a venire da me, voglio che venga a supplicarmi, voglio che si prostri come uno schiavo per l’unica cosa a cui tiene davvero, per ciò di cui non può fare a meno…-

-Harley Quinn?-

Luthor sorrise malevolo -Oh, come sei banale- la beffeggiò -Questa non è una storia d’amore. Qui si parla di eroi e di anti eroi, di guerre e di ragioni per lottare… Che cosa spinge Joker a lottare? Che cosa vuole più di qualsiasi altra cosa?-

La Waller non gli rispose, anche se aveva iniziato a capire dove lui volesse andare a parare. 

-Scoprire l’identità di Batman!- l'anticipò Luthor, dicendolo come se fosse la cosa più ovvia del mondo -Sì, Amanda. So chi è Batman, e ora dimmi, cosa è disposto a fare Joker per scoprirlo?-


 

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Royal Hotel of Gotham city, qualche tempo dopo.

 

 

Mia carissima Greta,
è passato davvero tantissimo tempo dall’ultima volta che ci siamo viste! Come stai? Spero alla grande perché io sono davvero al top!
Puddin’ è simpaticissimo, mi fa morire dal ridere ed è pieno di amici simpatici, ma il più divertente di tutti è Basty. Sai, Batsy è molto simpatico, pensa che una volta mi ha fatto fare un giro nella sua  batmobile… Non puoi capire, mi sono divertita un sacco! Certo, voleva portarmi in prigione, infatti dopo Mistah.J. gli ha sparato alle gomme ed è venuto a liberarmi, ma è stato comunque divertente! Ha perfino una leva per far saltare in aria i sedili come nei cartoni animati (Ma era bloccata, sigh!).
Con Mistah.J invece va tutto a gonfie vele, ci amiamo tantissimo e passiamo molto tempo insieme, anche se in quest’ultimo periodo lui è molto occupato… Sai, la vita da super criminale non è semplice come sembra. Puddin’ passa tutte le sue giornate nei laboratori a escogitare piani, e quando non è lì, o si allena o va a combattere con Batsy, senza contare le pubbliche relazioni che deve intrattenere.
In effetti non ha tanto tempo da dedicare a me. Non che la cosa mi crei dei problemi, però non è tanto facile per me stare con lui, soprattutto quando è di cattivo umore. In quei casi è essenziale stare con la bocca chiusa. Mi dico sempre “Harley! Stai con la bocca chiusa altrimenti Puddin’ si arrabbia!”, così riesco stargli vicino senza farlo infuriare. (A dire il vero, stare con la bocca chiusa non è proprio il mio forte, soprattutto quando mi annoio… Quindi lo faccio infuriare praticamente sempre).
Ma malgrado tutto resisto, a volte mi rende così triste che vorrei usarlo come pungiball e non vederlo mai più, però quando mi allontano da lui ci sto male. Mi manca tanto.
E anche io gli manco, anche se non lo direbbe mai.
Sai, tu e la mamma non potete capire ciò che ci lega, è come se le nostre anime fossero unite e i nostri corpi separati, non possiamo stare lontani troppo a lungo. Lo so che mi odiate e che non mi perdonerete mai, ma dovete capire che lui è il mondo per me e io non ho vita senza di lui, come lui non ha vita senza di me.
E ci sono delle volte in cui anche lui sembra averlo capito, delle volte in cui si gira dalla mia parte del letto e mi stringe forte, così forte da incendiarmi il cuore.
Sono in quei momenti in cui io e Harleen capiamo che ci ama, tanto quanto lo amiamo noi, solo che non è  bravo nel dimostrarlo.
Ma per fortuna Harleen è intelligente ed è una psichiatra bravissima… Mi fa capire tante cose e mi fa leggere tra le righe emozioni che probabilmente nemmeno lui sa di provare. Ma le pensa, però! Lui mi ama e morirebbe per me, solo che non sa di pensarlo. Sì, è strano, ma Harleen ne è sicura.
Ora ti saluto, spero che mi perdonerai e che continuerai a fare sogni tranquilli, perché tua sorella sarà anche Harley Quinn, ma non permetterà a NESSUNO di farvi del male, né a Puddin’ né a qualsiasi altro!
Ti voglio un mondo di bene,
Harley from Parìs <3
 

 

 

Harley Quinn rilesse la lettera e decise che era soddisfatta. Si tolse il lollipop dalla bocca, baciò la lettera per lasciare la maliziosa impronta del rossetto e leccò voluttuosamente il margine della busta per sigillarla. L’uomo di fianco a lei, senza volerlo, si schiarì la voce.

-Ehi, preferisci la foto della Tour Eiffel o quella della Gioconda?- gli domandò ammiccando, mostrandogli le due foto.

-Tour Eiffel- fu la risposta, secca e servizievole.

-Andata, e Tour Eiffel sia!- squittì la ragazza, mettendosi a testa in giù con le gambe sullo schienale del divano -Mia sorella ne sarà entusiasta! Me la vai a spedire, per piacere?-

-Naturalmente-

-E mi compri anche un caffè da Starbucks dalla via che ci sei?-

-Ma certo…-

-Con gli zuccherini colorati e…-

-E il marshmallow, lo so- l’anticipò lui stancamente, infilandosi il giubbotto di pelle.

Harley ridacchiò -Come farei se non ci fossi tu, JonnyJonny!-

-È quello che mi chiedo anch’io- disse Jonny Frost con tono amaro, sospirando. Non bastava essere il braccio destro/ segretario/cameriere dell’uomo più pazzo e pericoloso del mondo, ora doveva fare da valletto pure per la sua donna. E dire che lui era un vero duro, un guerriero nato! E cosa doveva fare? La fila al supermercato per comprare gli assorbenti.

-JonnyJonny?-

-Che c’è ancora?!- la risposta gli uscì più sgarbata del solito, ma Harley non parve accorgersene.

-Secondo te torna stasera?-

Ovviamente, non c’era bisogno di specificare il soggetto. Frost sospirò e si passò una mano tra i capelli scuri, a disagio.

-Non lo so, Harley- le disse sbrigativo -Batman è impegnativo, sai quante cose deve fare quando c’è lui…-

Harley fece un sorriso forzato e annuì -Sì, certo, le corse in auto all’ultima sgommata! Moooolto pericolose…- esclamò, nascondendo per bene il sarcasmo -Solo che oggi è un giorno speciale, è esattamente un anno che stiamo insieme e allora avevo pensato che magari potevamo festeggiare-

-Certo, è un’idea fantastica- le disse Jonny con aria assente, mettendosi la giacca di pelle per uscire -Ci vediamo dopo-

-Ma aspetta un attimo- Harley rotolò dal divano e barcollò in piedi -Dove vai? Esci?-

-Ho finito il turno. Adesso arriva Gorilla che mi dà il cambio per sorvegliarti-

-Ma…-

-Ciao, Harley-

E così Jonny Frost uscì. Stranamente, pensò la pagliaccetta, sembrava che avesse una certa foga di andarsene, come se non fosse felice di passare del tempo con lei. In realtà, tutti gli uomini di Puddin’ non parevano particolarmente entusiasti all’idea, e questo, pur essendole sembrato a dir poco inaudito in un primo momento, ora le era diventato comprensibile: loro stavano con lei solo perché erano costretti, perché dovevano adempire agli ordini del Joker. Nessuno amava farle compagnia, nessuno stava con lei volentieri, dovevano semplicemente “sorvegliarla” e fare in modo che non venisse uccisa o rapita.

Cosa oltretutto insensata, dato che lei era la combattente più forte e veloce del gruppo, ma evidentemente essere la migliore non bastava a rassicurare il re di Gotham, che continuava imperterrito a ordinarle di stare nascosta, al riparo dai pericoli e da eventuali rapimenti.

Solo che lui non c’era quasi mai, e quelle poche volte che c’era o era di pessimo umore per via di Batman o si chiudeva nei suoi laboratori a complottare piani irrealizzabili o incomprensibili. In effetti, era da diverso tempo che Joker era irascibile. In realtà, dopo che l’aveva conosciuto a fondo, Harley Quinn si era accorta di quanto quel sorriso iconico e imperituro fosse solo uno specchietto per le allodole, una maschera da indossare coram populo e da abbandonare il prima possibile.

Quando erano soli e lui smetteva finalmente di recitare la parte del clown, non sorrideva praticamente mai, ma ciò non influiva nel loro rapporto, che aveva mantenuto la stessa magia e la stessa passione prorompente del primo giorno.

Ora Harley aveva capito perché Puddin’ ne aveva avute tre, di prostitute…

 

 

 

Intanto, nella periferia di Gotham City…

 

Una giovane donna correva a perdifiato per le vie di Gotham City. Erano quasi le cinque del mattino, ormai la movida di Gotham si era quietata per lasciare il posto all’altra anima della città, quella seriosa e lavorativa. Costei correva più veloce che poteva, si era anche tolta le scarpe col tacco per andare più veloce, ma l’uomo ormai l’aveva quasi raggiunta. Cercò di urlare, di gridare aiuto, ma ormai era troppo tardi e in giro non c’era nessuno, fatta eccezione per i senzatetto e qualche auto che sfrecciava alla massima velocità. Una Roll Royce viola, però, accostò poco lontano.

-AIUTO!- gridò lei disperata verso quella macchina di lusso, ma due grosse mani l’afferrarono e la trascinarono in un vicolo buio. Cercò di dimenarsi e di conficcargli le unghie nel braccio ma a poco valsero questi tentativi, ormai il suo assalitore aveva vinto.

La sbatté contro il muro, un grande bruciore si propagò nel suo corpo, dalla sua schiena alle scapole, e poi l’aria frizzante della mattina la sferzò improvvisamente. Il manigoldo le aveva strappato i bottoni della camicetta, la ragazza cercò di urlare di nuovo, ma la lurida mano dell'altro le schiacciò la bocca. Voleva piangere, si sentì abbassare i pantaloni, quando all’improvviso uno sparo squarciò il silenzio. Ce ne fu un altro e un altro ancora, spari su spari a una distanza maledettamente ravvicinata, come non le era mai capitato di sentire... 

E poi il corpo senza vita del violentatore si riversò su di lei, ribaltandola al suolo. Caddero a terra entrambi, sia la viva che il morto, e in mezzo al panico e alla confusione generale le parve di scorgere una persona all’imboccatura del vicolo. 

-Non si può uccidere, stuprare o rapire senza il permesso!- sentì dire da una voce sinistra e graffiante -È contro la legge di Gotham! E chi non rispetta la legge, non rispetta il re!-

La ragazza, terrorizzata e ansante, aguzzò la vista e vide sopraggiungere nel buio una figura slanciata, accompagnata da un secondo personaggio più tarchiato ma ugualmente torvo. Era controluce rispetto ai lampioni, e la sua ombra proiettata nel suolo lo faceva apparire ancora più alto e imponente di quello che era realmente.

-Se si vuole commettere un reato, bisogna andare dal re e implorare il suo permesso!- continuò l’estraneo con ovvietà -Dico bene, Gaggy?-

-Dici benissimo, capo!-

-Ehm, grazie?- balbettò lei, cercando invano di alzarsi -Grazie mille, mi hai… Mi hai salvato. Sei un supereroe?-

-Il più super della città!- ridacchiò l’uomo, con uno strano luccichio sotto le labbra -Ma dimmi, figliola…- continuò, avvicinandosi verso la luce -Tu hai il tuo!?-

Appena riconobbe il viso truccato e grottesco del Joker, ella urlò più forte che poté, strisciando all’indietro così veloce da tagliarsi i palmi con la ghiaia del cemento

-Ecco! LO SAPEVO!- ridacchiò Joker, piegandosi sulle ginocchia -Neanche lei ha il permesso!-

-Oddio no, ti prego- balbettò, piangendo -Ti prego, non farmi del male-

-Oh, piccolo passerotto- le sorrise Joker a denti stretti, avanzando verso di lei -Stavi camminando nella mia isola in piena notte, ci vuole il permesso del re per farlo!-

-Io…Io non lo sapevo, ecco…-

Joker chiuse gli occhi e ribaltò la testa, irritato -Non lo sapeva, Gaggy-

-Impossibile, capo, lo sanno tutti- rispose lo scagnozzo, mentre era intento a derubare il cadavere del molestatore -Cosa vuoi farne di lei?-

-Com’è che si dice?- esclamò Joker maligno, caricando la pistola - Dura lex, sed lex…-

-Ti prego, no- lo supplicò la ragazza, sul punto di piangere -Ti prego, sono ricca, vi do tutto quello che volete-

-Sei ricca? Mmh, quindi sono veri quei diamanti che hai appesi al collo?- le domandò Joker, indicando con la pistola la collana che le pendeva elegantemente dal collo. Ella però era talmente scioccata e spaventata che non riuscì a rispondere.

-Ehm… I-io…-

-Prooonto? Terra chiama signorina che potrebbe morire tra tre, due… uno e mezzo…- la incalzò Joker

-Sono v-veri, è un pezzo unico di Bulgari che ho comprato a Milano durante la settimana della moda- gli disse a raffica -È tua- se la slacciò tremebonda -Puoi prenderla…-

Joker gliela strappò di mano e la esaminò attentamente, guardandola prima da vicino e poi da lontano come un vero orafo.

-Sembra preziosa… Dici che le piacerà?- sussurrò a Gaggy, indeciso.

-Ne sarà entusiasta, capo- gli rispose tra i denti il barzellettiere.

-BENE! Din din, è il tuo giorno fortunato! Puoi andare, fanciulla, e mi raccomando, ricordati il permesso di passaggio la prossima volta che vorrai essere stuprata- concluse soddisfatto, gesticolando un inchino con la collana in mano -Gaggy, le chiavi-

-Subito capo- rispose solerte, preparandosi per lanciargli le chiavi della nuova Roll Royce -Direzione?-

-Harley Quinn- sorrise sognante.

Ma come si voltarono, un piccolo, nero e affilatissimo boomerang colpì Joker di striscio sul braccio, batté contro il corrimano delle scale antincendio della palazzina limitrofa e tornò indietro, tra le mani del suo imponente proprietario…

-Dammi quella collana- ordinò una conosciuta e famigliare voce cavernosa, chiaramente contraffatta dalla maschera -Adesso-

Joker sorrise compiaciuto, spalancò le braccia, pronto ad accogliere il nemico di sempre.

-Così però me le metti su un piatto d’argento, Bats. Vuoi anche un paio di orecchini, insieme alla collana?-

Batman gli lanciò un altro Batarang, che Joker bloccò con uno sparo.

-Non potrei mai- gli rispose a tono il supereroe, avanzando minacciosamente -Lo sanno tutti che quello equivoco sei tu, Puddin’-

-Aspetta, aspetta,aspetta! Ma quella era una battuta?- esclamò vivacemente -Hai sentito, Gaggy!? Batsy ha fatto la sua prima battuta! Dovremmo fare un selfie per commemorare… Ahrrg!!!- Joker si interruppe con un ringhio di dolore, un Batarang gli si era conficcato nel braccio, per la terza volta quella settimana -Ah, è così? Allora non mi lasci altra scelta, amico, devo proprio bucarti da qualche parte-

Veloce come il vento, estrasse la pistola e cominciò a sparare all’impazzata verso il bersaglio, ridendo sguaiatamente a ogni colpo inferto. Batman dal canto suo correva velocissimo, saltava in alto e si mimetizzava perfettamente nel buio: beccarlo era praticamente impossibile, perfino per un cecchino provetto come il Joker.

-Dove sei finito, pipistrellino?- squittì Joker, girandosi intorno con la pistola rivolta in alto -Fatti vedere, su… Siamo amici, no?- ridacchiò -Sono tuo amico?-

Gaggy gli fece segno di guardare a destra, ma come Joker si voltò con il suo sorrisone grottesco e argentato, l’uomo pipistrello gli saltò letteralmente addosso e lo assalì con tutto il suo peso, scagliandogli un gancio destro di tutto rispetto. E così i due uomini cominciarono una vera e propria lotta a corpo libero, rotolando a terra, dimenandosi e alzandosi di tanto in tanto. Gaggy cercava di sparare e rendersi utile, ma eroe e anti eroe erano talmente appiccicati che la paura di colpire il suo adorato J lo frenò.

-Hai messo su massa, bellezza- esclamò il clown, asciugandosi un labbro sporco di sangue. Si erano fermati quasi per mutuo consenso, accondiscendendo per una breve pausa.

-Non posso dire lo stesso di te- lo punzecchiò Batman, barcollando un pochino per i pugni incassati -Sei secco come un bambino-

-E questo bambino com'è?- gli mostrò una bomboletta di smilex -È secco anche lui?-

Ma come gli puntò l’arma contro, una luce giallastra si stagliò improvvisamente nel cielo scuro, attirando l’attenzione di entrambi: Il Batsegnale, il segnale d’allarme che politici e pubblici ufficiali utilizzavano per chiamare Batman in loro soccorso, splendeva luminoso tra le nuvole gotamite, poco lontano dal centro cittadino. Lui e Joker si guardarono perplessi.

-Brutto bastardo!- ringhiò il supereroe -Hai inscenato questa rapina per distrarmi!?-

-Avrei organizzato ben altro per distrarti- esclamò il clown, facendogli l’occhiolino -Tu, piuttosto… Vuoi… Manipolarmi!? Credi di farla a me? Al re degli scherzi?-

-Non sono uno che manipola, a differenza tua. Ma se non è opera tua…-

-Qualcun altro delinque nella mia isola!- terminò Joker, con un sorriso sporco di sangue -Stanno ordendo una congiura contro di me… Vogliono COSTRINGERMI AD ABDICARE!-

-Stanne fuori, Joker, questi non sono affari che ti riguardano- soggiunse severamente Batman, per poi accennargli un sorriso -E comunque, grazie per aver salvato quella ragazza- gli disse, dispettoso -Il tuo aiuto è sempre molto prezioso-

-Comecomecome!? Io non ho salvato proprio nessuno!- rispose Joker, scandalizzato -Era una esecuzione capitale! Gaggy! Idiota!- si girò verso l’amico, che nel frattempo si era nascosto dietro a un cassonetto -Gaggy, diglielo anche tu che era l’esecuzione di una condanna a morte!-

-Era un’esecuzione di una condan…- ripeté l’uomo a pappagallo, ma come si girarono entrambi verso di lui, non trovarono nessuno: Batman era già scomparso.

-È sparito- commentò lo scagnozzo, inutilmente.

-Lo vedo- rispose Joker, stringendo i pugni -Le chiavi-

-Certo, subito- si affrettò a rispondergli Gaggy, ma tra le mani non aveva niente -Devo… Devo averle messe in tasca- balbettò, iniziando a tastarsi dappertutto -Ehm… Saranno qui… Forse sono finite nei pantaloni…-

Joker sollevò gli occhi al cielo e sospirò irritato, Gaggy aveva iniziato a svuotarsi le tasche come un forsennato e da quelle tasche tricolore era uscito di tutto fuorché le chiavi della macchina.

-J, io non riesco proprio a capire, le avevo in mano fino a un secondo fa…-

Joker chiuse gli occhi, esasperato. Batman gli aveva sottratto pure le chiavi.

-Lascia stare. Lascia stare… Prenderemo un taxi- parlò spazientito -E ringrazia quel tizio- indicò il cadavere -Che mi è rimasto un solo proiettile nella pistola, GaggyLove-    

Detto questo prese a camminare nervosamente e velocemente, tanto che Gaggy dovette trotterellare per raggiungerlo. Non sapeva decidersi se il suo capo fosse più attraente davanti o dietro, certamente quel didietro non era secco, anzi.

-J? Ehm… Qual è il colmo per un tassista tedesco?-

Joker lo guardò e gli sorrise.

-Guidare a tutta birra!-

 

 

 

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-Uff, il telegiornale… Io odio il telegiornale- brontolò Harley, seduta scomposta sul divano di fianco al suo amico, conosciuto da tutti come ‘gorilla’ per via della sua stazza e della sua altezza -Ti va di fare una partita a Poker?-

L’uomo le sorrise amichevolmente e le rispose, sempre con tono amichevole -Magari se è strip poker…-

-Ehiii!- ammiccò Harley, sorridendo maliziosa -Non ti facevo così birichino, scimmiotto!-

-Beh, sai…-

-PAPARINO È A CASAAAA-

Gorilla balzò subito su dal divano, come se avesse avuto una molla nel sedere.
 -Ritiro quello che ho detto!- sussurrò divertito ad Harley, la quale annuì e ridacchiò un “Forse è meglio!”, prima di rivolgersi tutta felice all'uomo che era appena - e finalmente - rincasato.

-DOV’È IL MIO ZUCCHERINO PREFERITO??-

-Sono qui, Puddin’!- gridò Harley raggiante e contenta, correndogli subito incontro. Appena Joker la vide sbucare dalla zona living, sorridente e luminosa come un raggio di sole, subito il fastidio e il dolore di poco prima sparirono in un lampo.

-Ohh… Vieni qui dal tuo Puddin’- esclamò, aprendo le braccia -…Pianino però, paparino ha appena fatto a botte-

Harley si gettò delicatamente tra le sue braccia e gli stampò un bacio dritto in bocca. Iniziarono a baciarsi, Gaggy alzò gli occhi al cielo e spostò lo sguardo altrove, guardarli mentre amoreggiavano gli dava ancora parecchio fastidio.

-Guarda cosa ho rubato per te- le disse, mostrandole orgogliosamente il girocollo di Bulgari.

-Puddin’ ma è bellissima!- esclamò Harley emozionata, gli occhi le brillarono -Allora ti sei ricordato!-

-Che cosa, tres jolie?-

-Beh, che oggi…-

-Che oggi?- la incalzò lui, continuando a sorridere incoraggiante.

Harley smise per un secondo di sorridere e si morse un labbro, in difficoltà.

-…Che oggi è il giorno dell’uscita insieme!- improvvisò, mettendosi in posa -Dove mi porti di bello? Andiamo a baaaaallare?-

Joker rise -Oh, Harley Quinn… Ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che ti ho portato a ballare? E poi paparino è appena tornato a casa dal lavoro, perché non organizziamo qualcosa di speciale qui fra noi? Ho in mente un nuovo giochetto molto carino da fare sotto la doccia-

Harley si sforzò di sorridergli -È che avrei voglia di uscire…-

-E io avrei voglia di due spogliarelliste, ma se devo essere monogamo…- ridacchiò, facendole l’occhiolino -Aspettami nella doccia grande- terminò lui, per chiudere il discorso.

-Okay, Puddin’…-

Ma poi le vennero in mente le parole di Poison Ivy, la sua migliore amica nonché instancabile spasimante “Oltre al sesso, cosa fate insieme?”

Diavolo, aveva ragione. Che cosa facevano insieme, oltre a dormire, mangiare e scop…? Harley strinse forte i pugni, fece un bel respiro e decretò la sua condanna.

-No-

Joker si fermò di soprassalto e anche Gaggy si girò a guardarla, incredulo.

-Non vado nella doccia, no- continuò lei, incrociando le braccia per darsi una parvenza severa -Non mi va, vorrei uscire-

Joker fece un sorriso nervoso.

-Gaggy, ho forse bevuto più del solito? Mi sono fumato un cannone e non me lo ricordo?-

Il barzellettiere fece una risatina nervosa e lanciò un’occhiataccia ad Harley -Forse ce lo siamo fumati entrambi e non ce lo ricordiamo!-

-Perché sai, mi sembra di aver sentito un no- esclamò minaccioso, guardando Harley con due occhi immobili e furiosi. La ragazza distolse lo sguardo, amareggiata.

-Ehm, sono certo che Harley Quinn si sia sbagliata, capo- esclamò Gaggy, lanciandole delle occhiate angosciate -Ha detto di no, ma voleva dire di sì, giusto Harley?-

-No. Ho detto no e volevo dire no- lo contraddisse Harley, facendogli la linguaccia. Gaggy scosse la testa e si tirò una manata in fronte, mentre Joker teneva il suo sguardo ferino fisso su di lei.

-Harley, luce dei miei occhi, lo sai cosa succede quando si dice no a me, vero?-

-Lo sa, e dato che nessuno qui vuole morire brutalmente- si intromise di nuovo Gaggy, fulminandola disperato -Adesso la signorina Quinn ritirerà subito quello che ha detto così torniamo tutti a casa sani e salvi, vero Harley?-

La pagliaccetta esitò, guardando ovunque fuorché verso i due uomini. Quanto avrebbe voluto ribellarsi, litigare, gridargli in faccia tutta la sua insofferenza e insoddisfazione! Quanto avrebbe voluto chiudersi in un silenzio fiero e dispettoso! Ma non poteva, non con un uomo pericoloso e irascibile come il Joker. Le avrebbe fatto male, del vero male, degno della sua nomea e del suo nome? Harley non lo sapeva ma certamente non voleva correre il rischio.

-Okay, Puddin’…- disse infine, piegandosi affranta.

-Fantastico!- ansimò Gaggy, sollevato -Sentito, J? Tutto risolto! Ora se non c’è altro, io andrei…-

Ma Joker non si era mosso né aveva cessato di guardarla. Afferrò Harley bruscamente e la strattonò vicino a sé, talmente tanto da premere la fronte sulla sua.

-Cosa mi nascondi, Harley Quinn?- le domandò, guardandola con i suoi grandi occhi azzurri e spalancati.

-Niente, Mistah’J- sussurrò lei, arrossendo appena. Joker le stava stringendo talmente forte il braccio da farle male.

-Non mi dire le bugie, bambina cattiva-

-Non ti dico le bugie-

-CHE.COSA.MI.NASCONDI!-

-Il periodo del mese- mentì allora la ragazza, presa dal panico -È quel periodo, Puddin’-

In un baleno, il clown cambiò espressione, da fiera omicida divenne la povera vittima della situazione. Mollò la presa e sia lei che Gaggy ripresero a respirare,.

-Ma questa giornata è proprio un incubo!- gridò Joker, melodrammatico -Il fato si burla di me! Pumpkin pie non può essere, quel… quel periodo è finito l’altro giorno-

-Beh, è tornato. Può succedere- mentì lei con nonchalance, mentre i due uomini la guardavano perplessi -Oh, ma cosa volete saperne voi due! Uomini…-

Joker guardò Gaggy, il quale alzò le spalle e scrollò le braccia, impotente.

-HARLEY!- gridò Joker, ma la ragazza si era allontanata, indispettita. Si sentiva davvero stufa di fare buon viso a cattivo gioco: fingere di sorridere in quel momento sarebbe stato impossibile. E intanto il suo fidanzato aveva iniziato a protestare come un bambino.

-Sono abbastanza certo che quello che ha detto non sia possibile!-

-Capo, non guardare me, io non lo so…-

-Perché poi ha ragione, Gaggy, sono un fiorellino così delicato!- Harley lo sentì brontolare in falsetto -La vista del sangue mi destabilizza! Perché non è che lo vedo tutti i giorni, no,no,no,no!-

La ragazza sorrise e si avviò a passo di marcia verso la camera da letto, chiudendosi dietro la porta.

-Harley, dove stai andando!? Guarda che sei tu che ti fai dei problemi!- la inseguì Joker, esasperato -Harley?! Perché voi donne vi fate sempre dei problemi…-

 

Rimasto solo, Gaggy prese subito il cellulare e scrisse un messaggio S.O.S. a Jonny Frost.

 

Ti prego, vieni a prendermi, stiamo degenerando.

 

Se può consolarti neanch’io me la passo troppo bene. Sono al kristal ed è successo un casino.

 

Cosa è successo?

 

Si tratta del pipistrello. J è di buon umore? Dovrei parlargli.

 

Gaggy guardò con circospezione la porta della camera da letto, malgrado fosse spessa e chiusa, si sentivano le loro imprecazioni perfino dal salotto.

 

Meglio aspettare domani mattina.

 

 

 

 

Joker aveva l’asciugamano sui fianchi ed era appena uscito dalla doccia, solo e immusonito. Erano poche le cose in cui Harley aveva l’ultima parola, ma quelle poche cose erano decisive. Il sesso era un argomento molto decisivo e non sapeva spiegarsi perché, alla fine, l’ultima parola l’aveva sempre lei. “Ha il coltello dalla parte del manico” pensò irritato, mentre si esaminava la ferita causata dal Batarang di poco prima. Era proprio mal ridotto a dire il vero, la scazzottata di poco prima lo aveva praticamente messo KO. Ma malgrado i postumi non esattamente piacevoli, fare a pugni con il pipistrello era impagabile… Come si divertiva con lui, non si divertiva con nessuno.

Comunque, prese dal disordinatissimo mobiletto del bagno (che condivideva con Harley, il che lo rendeva un vero e proprio campo di battaglia) l’acqua ossigenata e senza cura la versò sopra al taglio per disinfettarlo; subito la ferita schiumò e bruciò in modo insopportabile.

-Cazzo!- mugugnò dal dolore, stringendosi forte il polso -Questa Batsy me la paga, oh se me la paga…-

Rabbioso e sofferente, il re di Gotham fissò gli occhi arrossati sullo specchio scheggiato con la vana intenzione di distrarsi. Si guardò dritto negli occhi, si ammirò i muscoli definiti dell'addome e si sorrise, ma questo auto compiacimento terminò nel momento in cui scorse anche Harley dal riflesso. La porta del bagno era infatti semi aperta e dava sul loro letto, sul quale era distesa Harley con gli occhiali sul naso, un pigiamino semi trasparente con il logo di Batman e un… Un periodico di medicina in mano!?

Joker la guardò irritato e si appoggiò allo stipite, stentava a credere che dietro a quel faccino svampito si nascondesse il genio della dottoressa Harleen Quinzel, eppure era così. Anzi, c’erano delle volte in cui l’Harleen che aveva conosciuto all’Arkham emergeva e prendeva il sopravvento sulla sua Harley, e guarda caso erano le volte in cui lei perdeva il controllo di sé.  Quei “ti amo” sussurrati, quegli sguardi lucidi e coscienti durante i loro attimi d’amore non potevano che appartenere ad Harleen. E non sopportava che questo succedesse… Non tanto per un odio ancestrale verso Harleen, quanto perché non sapeva dove finiva una e dove iniziava l’altra. E la cosa lo metteva severamente a disagio, dato che la dottoressa Quinzel era davvero una brava psichiatra.

-È interessante quello che stai leggendo, Harleen?-

-Non troppo. Perché si ostinano a pagare dei ricercatori se questi poi non trovano…- Harley però frenò la lingua e lo guardò, impacciata -Ehm… Puddin’, che domanda strana, lo sai che io guardo solo le figure-

-Bugiarda- mimò chiaramente la parola, facendole “no” con l’indice.

-Okay, leggevo- si corresse subito la ragazza, gettando occhiali e rivista per terra, in mezzo al loro caos di armi e vestiti -Ma ho saltato un sacco di righe e a ogni pagina mi sono fermata a guardare il cellulare-

Joker scosse la testa, la sua donna, chiunque essa fosse, era veramente uno schianto. Soprattutto con quello sbaffo di rossetto e quei due bigodini improvvisati con le canne delle pistole. Ma era da rimettere in riga, non voleva avere una donna che assomigliasse alla sua prima… A Jennie. Quello era fuori discussione.

-Però leggevi, quindi hai ancora un cervello- affermò Joker, ostilmente -Non l’hai bruciato nel tostapane come i miei toast?-

-Se il mio cervello è bruciato non è certo colpa del tostapane- ribatté Harley, nascondendosi sotto le coperte -E poi è quell’affare che non va, non io-

Joker fece un sospiro rumoroso e chiuse forte la porta del loro bagno privato. Harley deglutì, c’era aria di guai.

-Sai qual è il problema, Harl?- iniziò, sorridendo -Che il tuo cervello non è bruciato abbastanza! Tu non sei pronta! Dormi qui con me, ti tengo qui con me, MI FACCIO IN QUATTRO PER TE ma tu non sei pronta, non riesci a vederlo-

-Sì, che lo vedo!-

-NO, NON LO VEDI!- sbottò furiosamente, calciando lo sgabello anch’esso pieno di vestiti.

-Puddin'…-

-Ho bisogno di fare due chiacchiere con lei- la interruppe lui, di getto.

Harley alzò lo sguardo, confusa, e Joker si premette le tempie con le mano -È da un po’ che non faccio una seduta con la mia psichiatra… Se capisci cosa intendo-

Come immaginava, la ragazza si animò subito. Ella si alzò a sedere e gattonò sul materasso per raggiungerlo il più velocemente possibile.

-Si può provare- gli disse subito, incredula ed eccitata -Che cosa vorresti chiederle?-

-Vorrei chiederle…- iniziò, sedendosi lentamente -Che cosa vuol dire quando tu sei in procinto di fare sesso con una ragazza, sei certo di farlo con lei, ma mentre lo fai ti rendi conto che lei è un’altra-

Harley arrossì ma capì al volo -Ehm… Un’altra?-

Lui annuì malevolo.

-È molto singolare, in effetti, Mistah’J…- balbettò imbarazzata -Perché hai questa sensazione?-

-Non lo so, dimmelo tu!- le disse, facendole un sorriso spazientito -Sei tu la psichiatra-

Harley arricciò le labbra e gli si sedette più vicino.

-Beh… Se ci fosse Harleen, probabilmente ti direbbe che il tuo inconscio cerca di comunicarti qualcosa- ipotizzò, sfiorandogli appena il dorso della mano -Forse vuole farti vedere ciò che realmente desideri e te lo mostra nei momenti in cui sei più disposto ad accettarlo-

Dopo un primo momento di scombussolamento totale, Joker scoppiò a ridere -Il mio inconscio! Io non ho un inconscio!-

-Quella è la coscienza- lo corresse Harley, allietata nel vederlo ridere.

-È la stessa cosa- la contraddisse.

-Beh, tecnicamente…-

-ALT! Basta così- la fermò Joker prima che lei si perdesse in dilemmi psicologici -Ora torna a essere Harley Quinn, grazie-

Detto questo si sdraiò comodamente sulla coperta di pelliccia e per una volta le fece un sorriso spontaneo.

-Anche se non lo vedi, perché è chiaro che non lo vedi, voglio essere propositivo-

-Ma non vedo cosa, Puddin’?- gli domandò Harley, stendendosi di fianco a lui.

-Vedi? Se me lo chiedi, vuol dire che non lo vedi-

-Ma…-

-Buonanotte-

Harley rimase a guardarlo, lo trovava davvero irresistibile, e non solo perché era bello e geniale -perché nella sua pazzia, Joker era geniale- ma anche perché continuava a essere un mistero, un grattacapo psicologico che si complicava giorno per giorno.

-Oggi sarebbe il nostro anniversario- gli rivelò infine, sentendosi a disagio. Non sapeva quale reazione aspettarsi da lui di fronte a questa conferma di unione solida e duratura. Joker però rimase calmo, aggrottò solo la fronte, mantenendo gli occhi chiusi.

-È un modo per chiedermi del sesso orale?-

-Puddin’! È un modo per ricordare un giorno importante!-

Lui ridacchiò -Ma non avevi quel piccolo problemino? Sono il Joker, baby, non Dracula-

-L’anno scorso a quest’ora sai cosa stavamo facendo?- insistette lei, puntellandosi su un gomito.

-Fammi indovinare- sussurrò, con gli occhi chiusi -Del sesso orale-

-No-

-Stavamo rapinando qualcuno o rubando qualcosa- esclamò assonnato, girandosi sul fianco.

-No-

-Stavamo torturando, distruggendo, rapendo a scopo di estorsione, seminando panico e…-

-No, no e no. È stata la nostra prima volta!- gli disse subito lei, facendolo sorridere -Te la ricordi?-

-Ecco, vedi?- sbadigliò -Ci ho beccato al primo colpo. Il Joker vince sempre-

-Puddin’, allora, mi ascolti!?- lo rimproverò lei, scrollandolo per una spalla per svegliarlo -Te la ricordi o no?-

-Certo che me la ricordo, quei due giorni memorabili nella Jacuzzi…- mormorò, sempre più stanco.

-No, non quella. Quella vera, quando ero ancora…- Harley lasciò cadere timidamente la frase a metà -Ti ricordi quel giorno?-

-No-

-Mistah. J…- piagnucolò Harley

-Ho riiiimosso. Possiamo dormire, adesso? È quasi mezzogiorno-

-Puddin’? Ti è mai mancata lei?-

-Dormi, Harley-

 

 

 

 

 

 

 

Note
Questi due mi mancavano, ma proprio tanto. Ho riletto the role reversal più e più volte e ogni volta, quando arrivavo alla fine, avevo come una vocina che diceva “E adesso?E adesso?Che succede, adesso?Che scriviamo adesso!?”
Non è stato facile, ci ho pensato e malgrado la paura di rovinare tutto con un sequel non all’altezza delle aspettative, ho voluto provarci e questo è ciò che ha sfornato il mio cervellino: Loro stanno insieme, ma Joker è sempre assente e lei si sente sola. Easy ;)
Sì… e no, non è così facile, perché poi ci deve essere il lato ‘bellico’ con la Waller e Luthor (non potevo non inserire quel cattivone di Luthor <3 ) da coordinare, se no la storia è senza scheletro, senza contare Batman, Poison Ivy e la Sucide Squad. Quindi non so se andrò avanti o se questo è solo uno spin off, potrei scrivere un altro capitolo perché un po’ l’ho in mente (entrerebbe in scena Poison Ivy e si approfondirebbe il suo controverso rapporto con Joker…), però non sono sicura del resto.
Comunque sono certa che quando uscirà Suicide Squad 2 saremo tutti un mare di idee, anche perché JARED LETO E MARGOT ROBBIE sono confermati e quindi che dire, dobbiamo solo aspettare *_*
Niente, se avete qualcosa da aggiungere o commentare non esimetevi dal farlo! A presto e buona estate :)
 
   
 
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