Zaptos





Yato se ne stava appollaiato sul divano del dio del fumine da una buona mezz'ora, tra le mani teneva una vecchia console portatile scassata in più punti, il bottone B doveva essere premuto davvero forte per funzionare e il pennino era una copia farlocca da pochi spiccioli. L'aveva acquistato da poco, usata ovviamente, con i soldi del suo povero Shinki.

Takemikazuchi sedeva dalla parte opposta, il suo nintendo era anchesso datato, quasi certamente fuori produzione, ma sembrava appena uscito dalla scatola.

Questo confermava quanto Kiun, la sua guida, tenesse alle sue cose.

Nel giardino appena fuori, avevano preferito accomodarsi i veri proprietari di quegli oggetti, più che altro per non assistere alla morte, quasi certa, dei loro possedimenti.

"Take possiede un sacco di terreno qui nel cielo!" si ritrovò a dire Yukine correndo nell'immenso giardino fuori dalla maestosa villa del dio del fumine.

"Lui è in vita da molto tempo..." considerò la sua guida,

"Anche Yato, ma non gli è servito" sospirò Yukine abattuto ripensando al micro terreno che era riuscito a guadagnarsi.

"Non svalutare le imprese del tuo padrone, è ben più arduo per un dio minore continuare a vivere"

"Ha ucciso per sopravvivere, non glielo permetterò più!" si impuntò Yukine determinato.

"Fa come preferisci, ma ricorda che gli dei uccidono perché gli uomini lo fanno"

....

"WOO, che diavolo è questo?" Yato gli si avvicinò abbastanza per riuscire a sbirciare nello schermo del fulminato.

"Hai trovato uno Zaptos nell'erba?! Come diavolo hai fatto?"

"Hahaha, cos'è uno Zaptos?"

"Un tipo fulmine..."

"Allora si vede che è venuto da me di sua spontanea volontà"

"Impossibile"

"In cosa si evolve?" chiese Take lanciandogli una misera Pokeball,

"Non si evolve, è leggendario, non ci credo che un idiota come te abbia trovato uno Zaptos a caso e non usare le Pokeball, idiota!"

"Se non si evolve sarà deboluccio" sospirò il dio senza degnarlo di attenzione.

"Ma che stai blaterando?! I pokemon leggendari sono i più forti in assoluto!"

"Preso" constatò il moro mentre quella semplice Pokeball si chiudeva in una stella.

"Hai i trucchi o cosa?!"

"Sarò gay, ma mica sono una donna! Ah, aspetta, se intendevi dire che sono bellissimo, sappi che è tutta roba naturale"

"Tu...Ah,sto cominciando a compatire Kiun" mormorò Yato afflitto,


"Te lo ha detto lui?" chiese il dio del fulmine sorpreso, 


"Cosa?"


"Nulla, passami quel Dratini"


"Eh si, dopo un'ora che ci ho messo a pescarlo te lo passo pure!"
 

... ... ...

"Yato-sama, arrivederci e grazie per la visita" fece un Kiun particolarmente spensierato per come era passata la giornata, niente cataclismi, scontri immotivati, esplosioni o problemi di alcun genere.

Anche la sua console era, miracolosamente, sopravvissuta.

"Kiun" lo richiamò Takemikazuchi appena ebbe chiuso l'enorme portone.

"Si?" chiese quello girandosi,

"Quando diventerai un Haufori..." incominciò risoluto,

"Signore, io non ho alcuna intenzione..."

"QUANDO succederà, cerca di assomigliare ad uno Zaptos, sarebbe una bella trovata da perte tua"

" Cos-?"

"Siete entrambi gialli"

"Violerei il copyright" considerò lo shinki cercando di sdrammatizzare, quella giornata era stata troppo tranquilla per essere vera.

"Me ne fotto del copyright! Sei stato un rayquaza per 1200 anni, loro devono pagare il copyright a me!"

"Per favore non mi urli addosso" pretese Kiun incrociando le braccia,

"Smetterò quando ti evolverai per me"

"Zaptos è un pokemon leggendario, non si evolve da niente, nasce così"

"Beh, ragazzo mio, dubito che possa perdere contro un Metapood"

"Sarebbe Kazuma il metapood?"

"Decisamente sì"

"Quindi mi basterà farlo fuori per farla smettere?"

"Non ci provare, lascia a quella Bishamon la sua bigiotteria e diventa il mio uccello elettrico"

Kiun avvampò spalancando gli occhi, aveva capito bene?

"Okay, questa mi è uscita male"

Inizialmente il biondo si lasciò sfuggire solo un sorrisetto canzonatorio, ma poco dopo non riuscì a trattenere qualche scoppio di risa, tanto che dovette voltarsi per non guardarlo direttamente negli occhi.

"Ma come fai ad essere così perverso?"

"Mi scusi se mi diverte l'idea che voglia fare di me il suo..."

"Non dirlo" righiò Take provando a tappargli la bocca, mentre le guance si imporporavano per la vergogna.

"Vibratore personale".