Titolo:
Crybaby
Coppie: Eddard/Catelyn
Avvertimenti
Ooc, Au, What
if…?
Alternative
Universe – Modern Setting
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di
scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
Jon non
la smetteva di piangere.
Aveva provato di tutto: lo aveva cullato, implorato, fatto vedere i
Muppets e gli
aveva cantato (atrocemente).
Suo nipote continuava a piangere.
E lui era stanco, erano le tre e il giorno dopo alle otto sarebbe dovuto essere in ufficio in orario se non avesse voluto che lo licenziassero.
“Cosa vuoi da me? Cibo, coccole, tv scadente? Ti prego, se
qualcosa ti può far
smettere…”
Bussarono alla porta, col risultato di far piangere ancora
più forte il bambino
per il rumore improvviso.
“Perfetto…”
Andò ad aprire, facendo attenzione a non inciampare sui
giocattoli di Jon sparsi
per il pavimento.
“Per l’ultima volta, Slynt, non metterò
un bavaglio sul mio dannato marmocchio solo
per farti dormire tutta la stra…tu non sei Janos.”
“Temo di no – rispose la ragazza più
bella che avesse mai visto, nonostante i capelli
disordinati, l’aria assonnata e un pigiama di Minnie che
sembrava aver visto
tempi migliori – Sono Catelyn Tully, abito
nell’appartamento di fianco al suo,
signor Stark.”
“Eddard…cioè Ned…va bene
pure Ned…il signor Stark era mio padre.”
“Mi scuso per l’ora ma…”
“No no, immagino che anche tu sia qui per lamentarti. Mi
dispiace non riesco a
calmarlo e…”
“Forse so come aiutarti.”
“Davvero?”
“Sì. Posso entrare?”
Eddard si spostò e la fece entrare.
“Mi scuso per il disordine.”
“Non ti preoccupare. Quando nacque mio fratello, casa nostra
era molto più
disordinata. In confronto, questo è il regno
dell’ordine.”
“Mi fa piacere saperlo.”
“Posso prenderlo in braccio?”
Non faceva mai prendere Jon in braccio a degli estranei. Mai.
Ma ora, stanco e con un disperato bisogno di dormire almeno cinque ore,
non era
il caso di fare il paranoico.
“Ok…fa attenzione…”
“Certamente.”
Lei iniziò a far scorrere le dita in modo lento ma fermo su
gambe, braccia,
schiena, petto e viso. Pian piano Jon iniziò a calmarsi.
Eddard sbattè le
palpebre per la sorpresa.
“Sei magica” disse, non riuscendo ancora a credere
a quello che stava vedendo.
“No – rise lei – L’ho imparato
da mia madre, lo faceva sempre quando Edmure
aveva le coliche. Gli piacevano i massaggi.”
“Ah le coliche…non dovevano scomparire tra il
quinto e il sesto mese?”
“Non sempre. Tuo figlio…”
“Jon non è mio figlio. È figlio di mia
sorella Lyanna.”
“Gli fai da baby sitter?”
“No. Sì…qualcosa del
genere…è complicato.”
Non poteva certo dire ad un’estranea (sorprendentemente brava
coi bambini e che
gli aveva appena fatto il regalo più bello della sua breve
esistenza) Mia sorella è rimasta
incinta dopo aver
avuto una relazione con un uomo sposato ed io tengo suo figlio fino a
quando le
cose tra loro due non si saranno sistemate, che può essere
tra un anno. Oppure
tra dieci. O anche mai.
“Sei un bravo zio.”
“Grazie, ma se non fossi arrivata tu probabilmente sarei
rimasto tutta la notte
in piedi senza chiudere occhio. Avrebbe fatto male sia a me che a
lui.”
“È un bambino tranquillo. Ti somiglia.”
“Tutto sua madre. Per fortuna non somiglia al
padre.”
“Non ti sta simpatico?”
“Avrei preferito che mia sorella sposasse Robert,
sinceramente. Erano fidanzati
al liceo.”
“Robert Baratheon? Il proprietario del pub al Red Keep
Avenue?”
“Proprio lui. Lo conosci?”
“No, ma il mio amico Petyr lavora per lui.”
“Petyr…Petyr…ah, Ditocorto?”
“Lo chiamate anche voi così?”
“Si presentò lui con questo nome. Ma
perché Ditocorto?”
“Storia lunga e complicata.”
“Un modo carino per dirmi che non te lo ricordi?”
“Una specie.”
Risero entrambi sommessamente, per non svegliare Jon che intanto si era
addormentato. Eddard lo prese delicatamente dalle braccia di Catelyn e
lo mise
nella culla, aggiustandogli la coperta.
Si voltò e disse:”Non so come
ringraziarti.”
“Non devi: so quanto diventa difficile gestire dei bambini
piccoli. Fidati, migliorerà.”
“Ti devo un caffè per il disturbo.”
“Forse la prossima volta. Quando saremo entrambi
più presentabili.”
“Domani pomeriggio?”
“Alle 18 va bene?”
“Finisco di lavorare verso le
“Allora vada per le
“Bene, graz…aspetta, è un
appuntamento?”
“Vuoi che lo sia?”
“Forse?”
Catelyn sorrise e Dio, aveva delle
fossette adorabili.
“Ci vediamo domani, Eddard. Buona notte.”
“’Notte.”