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Autore: whitewolfa    25/06/2018    0 recensioni
❛❛Ma se solo non le avesse tolto il fiato così da poter chiedere aiuto invano! Le iridi cristalline come quarzo di lavanda sono ancora immobilizzate e fissano la figura del licantropo che presto avrebbe saziato la sua fame [...]❜❜
Genere: Fantasy, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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𝕸𝖆𝖓𝖙𝖔 𝕮𝖔𝖇𝖆𝖑𝖙𝖔.

Sprofondano zampe forzute e robuste nel soffice pantano e subito sgretola la terra nel reggere la ponderosità di un corpo privo di controllo. 
/Fame./ 
Vi è solo la fame ad invitare gli arti a proseguire strisciando in un friabile terreno testimone di gelide e bollenti stagioni. I rami si spezzano e la fauna circostante si nasconde fra le fronde, in cerca di un riparo. Striscia quel grande corpo affamato, portando con se la moltitudine di sorelle morte che caratterizzano le frasche. Un sibilo continuo spezza il silenzio ed egli continua il tragitto come se i suoi occhi famelici non avessero mai colto nulla di più prezioso: una donna gli rivolge le spalle, brandendo la rosa cobalto che contempla mistero e saggezza. L'appetito scava una fossa nella ragione e quella che allo sguardo di tutti pare come una donna innocente allo sguardo del mannaro non può che sembrare il pasto più promettente. Parte di liquido alabastrino percorre denti affilati versandosi sul suolo più scuro e mescolandosi all'acqua piovana che contraddistingue il terreno. Le labbra vengono leccate nel bramare l'ennesimo sangue, mentre la mente protende ad immagini strazianti di viscere sparse e resti di spoglie umane. 
/L'ennesima ricompensa alla maledizione dell'insopportabile strega e finalmente il prossimo pasto offerto dalla casta diva./
Le unghie affondano nel terreno e afferrano radici scomposte, infrangendole in minimi pezzi. La sensazione cresce nel ventre, colpisce lo stomaco e gli occhi lucenti si colmano di sadismo nel pregustare la scena. Denti che si drighignano ed urla lancinanti fino al raggiungere l'astro notturno. 
Notte oscura d'orrore accompagna la fanciulla ignara del proprio destino.

...

Il crine corvino si agita al vento, ondeggia fra le grazie della brezza primaverile. Quale piacevole sensazione vi si può provare nell'osservare l'empireo notturno fra gli alberi dalla chioma voluminosa ed il fragore di minuti animali aggirarsi nei dintorni. Ella osserva la luna, mai fosse stata più bella, mai che avesse potuto contemplarla in quel modo! Vi è una quiete talmente essenziale da far palpitare un fragile cuore.
E la veste ricopre e segue il movimento delle onde del mare, mentre le dita stringono le spine del spesso stelo del bocciolo dalle tonalità dello zaffiro stellato. 
Pulsa e scende piano il sangue scarlatto dalle esili dita. Non saranno di certo le lacrime ad attenuare il tormento della bella giovane in fiore. 
I lacci vengono tirati con veemenza nell'anelare l'invitante corpo diafano privo delle sue vesti. Comincia a preoccuparsi, ella comincia a temere l'ira della bestia e la bestia strappa, sbrandella, facendosi padrona della sua volontà! 
Spoglia di ogni suo velo è finalmente perfetta al di sotto di uno sguardo maniacale che non desidera altro se non vederla ansimare e quasi la venera contemplando le sue nudità. I polsi vengono costretti ad insabbiarsi nell'arida terra ed i palmi ad afferrare il terriccio tenendolo ben saldo. 
/Del suo indumento ormai non rimangono che brandelli di stoffa bluastra./
Le ciocche nere d'ardente carbone ricadono come sipario sulla schiena delicata diffondendo il loro dolce profumo di more di rovo. Che meraviglia quel corpo liscio ed opalescente al pari della perla più preziosa, quanta sprecata bellezza... 
Perché lei. Perché colei dalle sembianze di uno spettro e dalle ciocche più scure del bistro?
Ma se solo non le avesse tolto il fiato così da poter chiedere aiuto invano! Le iridi cristalline come quarzo di lavanda sono ancora immobilizzate e fissano la figura del licantropo che presto avrebbe saziato la sua fame. 
/Non mangiarmi!/ Non farmi del male!/
Ma cosa mai vorrebbe urlare se tanto la voce l'ha presto abbandonata ed il bosco le può soltanto offrire le sue distinte creature?
E viene celermente lacerata e dilaniata la carne con furia ed irruenza. Un zufolio viene udito alle orecchie del mannaro, ella chiama ed impreca la genitrice che venga a salvarla.

Ma la luna è destinata a sparire e la notte consorte di dodici rintocchi. Sparse frattaglie stimolano il debole stomaco e soddisfano la mente malata della responsabile di tale dannazione. 
Ora il lupo riposa all'argine di un limpido fiume e sarà soltanto l'aurora a condurlo in un nuovo sentiero.

   
 
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