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Autore: Fakir    26/06/2018    1 recensioni
Solo a sua Santità il Sommo Pontefice di Atene, l'uomo più potente del mondo, a capo di tutti i Saints, è permesso entrare nelle stanze della Dea e conferire con lei. Un suggestivo incontro fra la splendente Dea e l'oscuro Sacerdote che avviene nel luogo più sacro della Terra.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Saga, Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si aprì, irradiando una luce gloriosa. Il ναός -naós- (cella) del tempio di Athena era il cuore della bontà, qui erano presenti la gloria e il potere della divina Giustizia sulla Terra. Le pareti bianche come il latte che splendevano di una luce propria che pareva provenire dalle pietre medesime, erano plasmate e scolpite in maniera così delicata da farle luccicare come grandi petali di candidi gigli che spuntavano dal bianco pavimento levigato. Le imponenti colonne della navata erano percorse da lievi venature rosacee, che ammorbidivano l'asprezza del bianco puro. La leggiadra tenda era tirata a celare al mondo l'incontro che stava avvenendo, ma la stanza più interna era illuminata dalla morbida luce di una fiaccola.
Al centro si ergeva una figura abbigliata di nero, la sua oscurità era superata soltanto dallo splendore della giovane Dea che, seduta su uno scranno di marmo e oro aveva appoggiato la testa sull'incavo della mano mentre l'espressione sul suo viso era di confusione e perplessità.

Indossava ampie vesti candide decorare con raffinati ricami d'oro e aveva le braccia nude, anche se una ostentava un sottile bracciale dorato che metteva in risalto il limpido pallore della sua pelle. I serici capelli le ricadevano sciolti avvolgendole le spalle con la morbidezza di ali piumate. Le sue guance erano avvolte da un soffuso rossore e il suo sguardo, animato da un intimo calore, si attardava sulla figura abbigliata di nero che le stava innanzi.

“Σκοπεύω να σας δείξω την πορεία της δικαιοσύνης και της αλήθειας,
να σας πείσω ότι μόνο ακολουθώντας αυτό το μονοπάτι μπορούμε να φέρουμε ειρήνη στον κόσμο. -Skopévo na sas deíxo tin poreía tis dikaiosýnis kai tis alítheias, na sas peíso óti móno akolouthóntas aftó to monopáti boroúme na féroume eiríni ston kósmo-

Intendo mostrarti il cammino della giustizia e della verità, convircerti che soltanto seguendo questo cammino possiamo riportare la pace nel mondo...” stava dicendo.

“Ma tu contrapponi sempre alle mie parole quesiti che fanno vacillare le mie convinzioni.”

“Οι ερωτήσεις είναι δικές σας η θεά μου -Oi erotíseis eínai dikés sas, i theá mou-

Gli interrogativi sono tuoi, mia Dea.” rispose il Sommo Saga mentre si avvicinava di più alla fanciulla.

“Io mi limito semplicemente ad aprire il tuo cuore perchè tu possa ascoltarli senza che la tua fede nella Giustizia persista nella sua cecità...”

“Certo...” rispose lei, “ma gli interrogativi dovrebbero condurci ad una miglior comprensione mentre i tuoi interrogativi mi rendono soltanto più confusa e smarrita.”

“Come conosco bene questa sensazione...” mormorò il giovane Pontefice in un soffio.

Ora le era accanto, con una mano poggiata sul suo braccio e, mentre diceva queste parole, anche la fanciulla gli si avvicinò ancora di più, appoggiando una mano alla sua. Quando rispose c'erano tanto amore, speranza e gioia nelle sue parole che l'oscuro Pontefice si sentì invadere da un immenso calore.

“Tu ti circondi di tenebra ma, Saga, io ho visto al di là di quella tenebra. Il calore, la luce... l'amo...”

Si interruppe sconvolta quando il corpo dell'uomo fu attraversato da strazianti spasmi e i suoi capelli iniziarono a cambiare colore davanti ai suoi occhi. Scosso da forti tremiti, stringendosi il petto, Saga annaspò per riuscire a respirare. Barcollò e cadde pesantemente in ginocchio. Reagendo d'istinto, Athena, tese le braccia appoggiandogli le mani sulle spalle e mormorò parole di guarigone avvolgendolo con il suo amorevole cosmo. Sotto le sue mani le vesti nere erano morbide e calde e potè sentire i muscoli di Saga contorcersi in preda agli spasmi, avvertì il suo dolore e la sua sofferenza e la pietà riempì il suo cuore.

D'un tratto Saga si sottrasse al suo tocco con uno scatto, spingendola via. Gradualmente il tremito del suo corpo si calmò e fu in grado di respirare liberamente, la guardò con contrizione, mentre i suoi capelli divenivano completamente argentei.

“Non sprecare le tue preghiere per me, fulgida Dea...” lo sentì sussurrare con amarezza.

 

E poi le braccia di Saga le si strinsero intorno. Sentì uno strano, bruciante calore che si irradiava dal suo corpo e il morbido tocco della veste nera. Era avvolto dall'inebriante odore di spezie e petali di fiori misto ad altri profumi più misteriosi. Lei poteva sentire in suo caldo respiro tra i capelli.

La vicinanza di lui era ripugnante e attraente allo stesso tempo e questa consapevolezza accresceva la sua sensazione di perdita e confusione. Attirata da una strana forza, Saori levò lo sguardo su di lui e trattenne il fiato. Per un attimo chiuse gli occhi sopraffatta da un' improvviso afflusso di sangue che la stordiva, dal battito del proprio cuore. Poi li riaprì di nuovo e vide il Sommo Pontefice di Atene in piedi davanti a lei, bello come un dio e splendente nella maestà del suo tenebroso potere.

“Mia Dea...” sussurrò, tendendole le mani.

Lei le prese. Le sue dita tremavano e il tocco di Saga le fece fremere ancora di più.

Lui le si avvicinò, le sue mani l'attirarono vicino al proprio petto e le sue braccia l'avvolsero mentre i capelli tornavano lentamente a tingersi di sfumature turchine.

 

“Αθήνα - Athena...”

“Σάγκα - Saga...”

 

 

E Saga non potè resistere al sospiro delle sue labbra dischiuse come teneri petali in bocciolo, ai suoi azzurri occhi sfavillanti. Le labbra di lui si posarono su quelle di lei, mescolando i loro respiri con il suo bacio. Saori chiuse gli occhi e lasciò che tutta l'oscura, mistica malia di quel bacio, avvolgesse il suo immacolato divino corpo, vestito di bianco.

Perchè ogni tenebra ha la sua luce e ogni virtù il suo peccato, perchè non vi è giorno senza notte né inganno senza verità, perchè lo splendore della Giustizia brilla sul metallo delle armi e le pace fonda le sue radici nel sangue della guerra, perchè lei è la Dea incarnata, e lui l'Uomo rivestito di potenza divina, splendore macchiato di oscurità e oscurità tinta di splendore, due opposti che si attraggono e si completano nell'armonica fusione del Cosmo.

 

Poi Saga si tirò indietro e i suoi capelli erano tornati interamente tinti di quel celestiale color lapislazulo che lo contraddistinguevano.

Tracciandole i contorni delle labbra con le dita, le sollevò il mento in modo che lei potesse guardarlo. E là, riflessa nello specchio di giada di quell'anima tormentata, Saori vide sé stessa che splendeva di un'aurea fiammeggiante di luce radiosa, calda e dorata. Vide sé stessa bella, amata, adorata. Vide sé stessa che portava al mondo amore, verità e giustizia, bandendo per sempre il dolore, la paura e la disperazione.

 

La fanciulla tremò.

 

Attirandola vicino a sé e stringendola un'ultima volta, Saga le premette le labbra sulla fronte.

“Che tu sia benedetta Athena...” bisbigliò infine il Sommo Pontefice inchinandosi e accomiantandosi con reverenza dalla candida Dea glaucopide.

 

 

 

 

 

 

   
 
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