Serie TV > È arrivata la felicità
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Autore: PassengerXX    26/06/2018    0 recensioni
Questa è la storia di Valeria e Rita. In questa raccolta di One Shot ho deciso di scrivere quelle che, a parer mio, sono le tappe più importanti della loro storia. La storia inizia dal loro primo incontro, narrerò sia fatti ed eventi tratti dalla serie ma soprattutto eventi tratti dalla mia immaginazione.
Premetto che sono completamente innamorata sia di questa coppia che della fiction, quindi cercherò di essere quanto più possibile rispettosa dei personaggi e dello stile ironico/leggero ma mai banale con cui è scritta la sceneggiatura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 
QUANDO ABBIAMO CAPITO
 
<< Senti Valeria questa situazione è insostenibile, devi dirglielo! >> Sono poche le certezze nella vita, ma una di queste è sicuramente l’esasperazione di mia sorella Angelica che emerge tutta quando mi chiama per nome intero.
<< Ange’ e sei poi è tutto nela mia immaginazione? No, no, no. Non posso correre questo rischio >>. Dico scuotendo la testa.
<< Valeria ma se è da un anno che va avanti questa situazione? Ma dai ti prego! Sembrate le protagoniste di un romanzo elisabettiano. Basta con sti’ giochi di sguardi, mani sfiorate per sbaglio. Devi agire, prima che sia troppo tardi! >>. Dice Angelica battendo le mani sulla pila di libri che stava sistemando poco prima che entrassi io e ed i miei lesbodrammi nella biblioteca Camilli.
<< E poi Vale, ti prego vogliamo parlare della storia che te vai in crisi esistenziale se saltate il vostro caffè quotidiano? Dai, ma ti prego! >>. Mi fa notare esasperata lei. << Per non parlare poi delle paranoie che ti fai se non viene per un giorno a lavoro, se cambia turno e tu non ci sei, oppure vogliamo parlare delle paranoie che ti fai di quando la vedi particolarmente stanca, quando quella povera ragazza fa uno sbadiglio in più e tu inizi a trivellarti su dove e con chi avrà passato la notte? Te prego Valè, svegliati e datte’ sta’ mossa! >>. Conclude lei tirando un sospiro.
<< Forse hai ragione te … E grazie per la delicatezza eh, Ange’ >>. Le dico sbuffando.
<< Quando vuoi sorellina. Ora vai a lavorare che altrimenti lo perdi il posto e mi raccomando: prima che sia troppo tardi! >>.
 
Prima che sia troppo tardi, prima che sia troppo tardi. Sono queste le parole che mi ripeto prima di entrare nell’ufficio postale in cui lavoro, ormai da cinque anni.
Prima che sia troppo tardi, prima che sia troppo tardi. << Ciao Vale >> Eccoti qua, come tutte le mattine accanto alla porta con la tua divisa sempre ugualmente sexy.
<< Prima che sia troppo tardi >>. Affermo nervosa.
<< Cosa? >>. Chiedi turbata guardandomi.
La guardo e vedo i tuoi occhi confusi e in cerca di una spiegazione.
<< No, no Rita. Scusami ero sovrappensiero >>. Affermo dirigendomi di corsa alla mia postazione.
Maledetta Angelica, lei ed i suoi consigli. Non riuscirò mai a fare un passo decisivo con Rita. Perché poi non dovrebbe farlo lei? Perché devo essere io a compiere questa missione suicida? Di tanto in tanto alzo lo sguardo per guardarti sperando che te non mi veda, ma come accade puntualmente anche tu mi stai guardando. Mi sorridi appena e allora io non posso non dare ragione a quella matta di mia sorella. Ha ragione lei, come sempre ha ragione lei.
Devo alzarmi, venire da te e parlarti. Devo farlo prima che sia troppo tardi.
<< Mani in alto! >> E come un incubo le urla di una banda di rapinatori arrivano alle mie orecchie facendo crollare ogni parvenza di speranza.
Accade tutto in un attimo, loro sono dentro e le colleghe che mi sono di fianco alzano subito le mani in segno di resa e paura. Io sono come immobilizzata, tutta la mia attenzione è rivolta soltanto a te, costretta faccia terra, schiacciata dal peso di un uomo e con una pistola puntata alla testa. Vorresti muoverti fare qualcosa, lo percepisco, ma fortunatamente la tua parte razionale prevale e stai ferma, anche se proprio ferma non stai perché non puoi contenere il tuo tremore. Non capisco le parole che quell’uomo ti urla addosso, probabilmente ti sta intimando di non muoverti, e tu ubbidisci, amore mio. Non muoverti. Fallo per me, per tutto quello che non abbiamo costruito e potevamo fare, per questo anno passato a rincorrerci solo con gli sguardi e le piccole cose, fallo per tutto quello che potremo essere e non siamo ancora state.
<< Mettete tutto nei sacchi, dai andiamo! E te che guardi? Muoviti! >>. Questa volta le urla sono rivolte a me e senza mai perderti con lo sguardo, ubbidisco. Lo faccio e lo faccio unicamente per noi. Per poterti abbracciare non appena tutto questo sarà finito.
<< Grazie a tutti e buona giornata! >>. I rapinatori escono e tutti restano immobili, non capaci di muoversi ancora sotto shock. Ti vedo alzare lo sguardo, mi cerchi e spalanchi gli occhi quando non mi trovi alla mia postazione. Io sono già accanto a te e per le spalle ti alzo, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Tu sei sorpresa, ma posso cogliere molto chiaramente il tono di felice sorpresa che colora i tuoi occhi. << Stai bene? >>. Ti chiedo. La mia voce non è mai stata così sicura, così seria.
Tu annuisci preoccupata. << Si. E-e t-tu? Stai bene? >>. La tua voce, invece, non è stata mai così insicura come in questo momento.
<< Sto bene >>. Affermo sicura stringendo le tue esili spalle. Ti guardo e nei tuoi occhi qualcosa è come mutato, mi guardi con una nuova consapevolezza ed improvvisamente tutto diventa semplice, tutto diventa chiaro. << L’ho capito sai? >>.Dico sussultando.
<< A-anche io, l’ho capito Vale >>. Affermi e questa volta sono io a tremare.
E come se fosse la cosa più naturale del mondo ci sorridiamo come due bambine. Siamo solo noi, nella nostra bolla rosa e abbiamo appena capito che molto probabilmente ci amiamo. Ci avviciniamo, un po’ incerte ed imbarazzate perché consce, che quel momento che stavamo aspettando entrambe da un anno si sta concretizzando. Ci avviciniamo e ci diamo un bacio a fior di labbra. La mia mano è sul tuo collo e la tua, invece, è sul mio fianco. Tu ti allontani leggermente per guardarmi felicissima, la fossetta che amo quasi quanto te compare sul tuo viso ed il tuo sorriso è lo specchio del mio. Così come ti sei allontanata ti riavvicini e il bacio che ci scambiamo questa volta è tutt’altra cosa. Molto più esigente, molto più passionale. Quando ci stacchiamo ci guardiamo attorno sorridendo al punto che le mascelle ci iniziano a far male. Tu ti volti appena e realizziamo in quel momento che stiamo al centro dell’ufficio dove lavoriamo, si è appena svolta una rapina e non si capisce se i clienti sono più shoccati per noi, due donne che ridono e si baciano come se nulla fosse, o per la rapina appena vissuta.
<< Anche io l’ho capito che erano destinate >> La nostra collega più giovane dice queste parole guardandoci con occhi sognanti.
Ti guardo sorridendo.
Ecco che cos’è la felicità. Siamo io e te, che ci baciamo sorridendo tra le facce attonite di tutti dopo una rapina, io e te che abbiamo rischiato di perdere tutto quando ancora non tenevamo nulla.


          N.A.

Mi scuso se il secondo capitolo arriva con un bel ritardo. Per farmi perdonare però sono andata avanti con la storia ed ho qualche capitolo già pronto. So benissimo che qui, sono in pochi a leggere fan fiction di E’ arrivata la felicità, ma ho deciso lo stesso di scrivere qualcosa su queste due bellissime ragazze. Se avete tempo lasciatemi un commento ( magari se ne vedo qualcuno pubblicherò più velocemente).
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