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Autore: Yurha    26/06/2018    2 recensioni
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" «Programmazione..»
La voce di John Jack McCoy in quel momento aveva una sorta di tono ambiguo che fece suonare qualsiasi campanello d’allarme potesse mai esistere nella testa dell’Assistente Connie Rubirosa. "
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Anche questa volta la nostra Connie Rubirosa dovrà fare un paio di conti con i suoi pensieri e la sua "piccola" gelosia.. e Mike?
Bhè, lui ormai dovrebbe essere abituato ai dilemmi, ma questa volta ci sarà un piccolo particolare di nome Carly che gli scatenerà qualche senso di colpa e un pò d'imbarazzo.
(PS. ho cercato di seguire i dialoghi presenti nella puntata, spero di non aver sbagliato nulla, dato che li ho scritti velocemente mentre guardavo il film D: xD)
Buona lettura e grazie per essevi soffermati a leggere questa lunghissima intro XD
(PPS. Non dimenticate di votare per l'introduzione di nuovi personaggi nella lista "Aggiungi Personaggio" in alto a destra :D)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 

«Perdonami, non volevo farti spaventare.» disse lui guardandola.
«No scusami tu, mi ero persa a pensare ad altro.» rispose ricambiando lo sguardo con un lieve sorriso.
Allegò velocemente gli appunti al fascicolo, lo chiuse e si alzò per metterlo sulla scrivania di Mike.
«Dicevo che stavo pensando alla faccenda di Carly e..» iniziò Mike ripetendo ciò che aveva detto mentre Connie era in una sorta di trans, senza muoversi di un millimetro dal suo posto, ma Connie lo interruppe immediatamente.
Lo guardò. «Mike, ti ho già detto che non devi giustificarti. So come ti senti, anch’io ho degli scheletri nell’armadio e so cosa vuol dire fare delle scelte sbagliate.» disse sedendosi all’angolo della scrivania di lui mentre incrociava le braccia al petto, cercando inconsciamente di nascondere il senso di malessere generale che provava.
Le luci delle piccole lampade da tavolo erano le uniche fonti d’illuminazione nella stanza e certamente non aiutavano molto quella situazione, già imbarazzante di per sè..
«E, quando e se dovessero venire fuori, non voglio sentirmi in obbligo di darti delle spiegazioni.» continuò lei, forse in tono troppo severo.
«Ma io volevo solo..» iniziò a dire passandosi una mano tra i corti capelli castani per portarli indietro ed in quello stesso momento, il cervello di Connie creò la volontà di fare quel gesto lei stessa.
Mike sospirò abbassando lo sguardo. «Connie, ho bisogno che tu sappia che non ho fatto assolutamente nulla per darle modo di provare tutto ciò che ha per me. Abbiamo parlato qualche volta fuori dal tribunale, quando raramente ci incontravamo per i corridoi la salutavo e quelle due volte che siamo finiti a letto era perchè avevamo bevuto un bicchiere in più del dovuto, tutto qui. Non cè mai stato nulla tra noi e sicuramente non provo assolutamente niente per quella donna. Io..» disse di getto, gesticolando com’era solito fare, per poi fermarsi ed avvicinarsi di un passo a lei, guardandola in silenzio negli occhi.
Connie prese un profondo respiro. «Perchè mi stai dicendo tutto questo..?» chiese non volendo che lui finisse la frase.
Lui scosse la testa abbassandola, con un’espressione affranta, abbattuta e triste.
Si sentiva profondamente in colpa per tutto ciò che successe con la donna di nome Carly.
Con lo sguardo basso, strinse la mascella per cercare di calmare il suo tono di voce.
«Perchè ho bisogno e voglio che tu sappia che io non sono attratto da QUELLA donna.» spiegò marcando la penultima parola della frase, facendo un altro passo verso di lei.
Connie lo guardava e più pensava a quell’ultima frase, più non capiva il senso di tutta la foga di Mike nel cercare di darle una giustificazione a quella situazione che stava sfociando ormai quasi nel ridicolo.
“Rassegnati Connie, il suo cuore è già di un’altra donna.” le disse improvvisamente la sua mente, prendendola quasi di sorpresa mentre lo guardava con espressione confusa.
Mike alzò lo sguardo e Connie vide i suoi occhi, stracolmi di un profondo amore.
Le sue guance erano più rosse per via dell’imbarazzo scatenato da quegli occhi azzurri che sembrava andassero a fuoco e a quel punto capì che Michael Cutter non si sarebbe mai esposto così tanto per qualcosa che riteneva senza valore e certamente non avrebbe mai detto di proposito qualcosa che l’avesse fatta spaventare, quindi decise di dire quella frase così profondamente rivelatrice.
Connie spalancò gli occhi, realizzando finalmente il messaggio nascosto in quelle parole.
Più Mike la scrutava, più il cuore di Connie accelerava e si rese conto che erano arrivati davvero al punto di non ritorno.
Così i casi erano due: potevano ritrattare tutto e continuare con quel palese e strano senso di attrazione reciproca, senza contare le scenette di gelosia e le frecciatine, oppure potevano cedere e confessare tutto, ma Connie in quel momento, si concentrò solo a cercare di non dire o fare qualcosa di sbagliato che avesse potuto fargli ritrattare tutto.
Sapeva benissimo che Mike le stava dando una specie di via d’uscita da tutto cominciando qualcosa con lui ma quello voleva dire tante chiacchiere tra i colleghi della difesa, in Procura e magari anche tra i più smaliziati giudici, senza contare che la loro reputazione sarebbe stata essere presa di mira oppure, nel peggiore dei casi, anche distrutta e Mike la rispettava troppo per farle passare tutto quello..
Lui si girò verso la grande vetrata, dandosi dell’idiota per aver detto quella frase.
Sospirò. «Lascia stare Connie, fà finta che io non abbia det..»
Sobbalzò appena quando sentì che da dietro, una mano scivolò lentamente sul petto, andando ad aprire il quarto bottone della camicia per poi far entrare la mano e completare quell’abbraccio.
In quel punto, Connie riuscì a sentire chiaramente la calda pelle di lui, coperta da una leggera e morbida peluria.
Mike sentendo quel contatto girò la testa di lato e la guardò con la coda dell’occhio.
«Bhè Mike, posso dirti con assoluta certezza che neanche io sono attratta da quella donna..» scherzò lei con voce calda, ridendo sommessamente e guardando comparire sulla parte di viso che riusciva a vedere un sorriso divertito.
Si girò completamente verso di lei e mettendole una mano sulla guancia, cominciò ad accarezzarle leggero la delicata pelle del viso con il pollice.
Strinse la mascella e deglutì mentre la guardava dritta negli occhi.
Come se acconsentì ad una tacita richiesta, la mano di lei andò alla base del collo di lui e lo tirò leggermente, dandogli il consenso definitivo a quell’ennesima ed ultima domanda non posta.
Le loro labbra si sfiorarono appena, dando ufficialmente inizio a qualcosa di sconosciuto e profondo, che andava oltre ogni dubbio o ragionevole limite.
Ma in fondo, in quel momento, a nessuno di loro due importava proprio un bel niente dei limiti..

  
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