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Autore: SerenitaDolce95    27/06/2018    0 recensioni
Sabrina Bosco ha 23 anni e vive a Torino. Dal principio sembra una ragazza come tante ma a differenza di altre lei sembra avere una marcia in più anche perché rispetta tutti, il suo unico svantaggio è aver paura del prelievo del sangue. In oltre non sopporta chi parla male dei gay e degli immigrati. Riguardo il suo rapporto con gli uomini ha sempre trovato quelli sbagliati solo con Fabio sembrava andare d'accordo ma poi si è rivelata una delusione anche la storia con lui.
Fin quando un giorno, Sabrina non entra in un bar e conosce Sergio Romanetto un uomo affascinante di trentasei anni che sta per essere eletto sindaco di Torino. La ragazza si affeziona immediatamente a lui ma ignora che sta per diventare sindaco fino al giorno in cui non scopre che lui ha vinto le elezioni. La ragazza si rende conto che non può innamorarsi di un sindaco che non è il tipo adatto a lei ma però tenta di provarci lo stesso a stare con lui. Ma deve ancora fare i conti con la sua famiglia seguace della destra mentre il sindaco che ama è di sinistra, per concludere tutto deve vedersela con un fidanzato geloso come Fabio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Nove
  
La mattina dopo mi svegliai assolta da un enorme profumo che veniva dalla cucina. Mi alzai ancora mezza stordita dal sonno perché alzarsi di prima mattina per me era da sempre una difficile impresa. Rimasi però molto sorpresa quando entrai in cucina e notai che il mio amore aveva preparato la colazione, stavo veramente sognando oppure tutto questo stava accadendo davvero? Per una volta nella vita ero molto felice e speravo che questa mia felicità sarebbe durata per sempre.
  
« Buongiorno amore » aveva detto lui.
  
« Buongiorno » risposi io.
  
Sapevo però che dopo questa mattina sarei dovuta rientrare a casa mia e di voglia ne avevo ben poca perché stavo così bene quando ero con lui a casa mia non ero capace di vivere in pace mentre lui riusciva a farmi stare a mio agio e a trovare la tranquillità in me stessa.
  
« Senti, sta mattina avviserò il mio lavoro che dovrò sospendere i miei impegni per una settimana. Voglio stare con te e godermi il massimo di te. Ti amo » aveva detto lui.
  
In quel momento la mia mente decollò chissà in quale pianeta. Una settimana? Per me potevo restare con lui anche un anno intero a stare a letto con lui e uscire di tanto in tanto.
  
« Ovviamente tu sei d’accordo? » mi chiese lui.
  
« Certo che sono d’accordissimo » risposi io.
  
Ovviamente però avevo parlato troppo in fretta: poco dopo aver terminato la colazione, qualcuno aveva suonato al campanello di casa. Per una strana ragione avevo una bruttissima sensazione nella testa come se sapevo chi si nascondeva dietro quella porta.
  
« Chi sarà mai a quest’ora? » si chiese lui.
  
« Io non lo so » risposi io, ma forse lo sapevo.
  
« Vai a nasconderti in camera mia » disse lui.
  
Io corsi in camera sua e mi nascosi dietro la porta della stanza. Un attimo dopo mi accorsi della voce famigliare di mia cugina che era entrata in casa con una voce molto arrabbiata.
  
« Come osi entrare in casa mia senza il mio permesso? » domandò Sergio a mia cugina.
  
« Io oso. Mi sembra poi che una cosa di valore per me si trova proprio in casa tua » continuò mai cugina.
  
« A cosa ti riferisci? » rispose Sergio.
  
« La mia cuginetta Sabrina non è rientrata a casa sta notte e i genitori sono molto preoccupati non hanno chiuso occhio tutta la notte. Lo so che mia cugina si nasconde in casa tua. Dove l’hai nascosta? » domandò mai cugina a Sergio.
  
« Non so di cosa parli » continuò Sergio facendo finta di niente.
  
Poco dopo mia cugina e Sergio erano entrati in camera da letto e a me batteva forte il cuore e sapevo che mi avrebbe scoperta. Ora mai  non avevo scampo e non potevo farci niente dato che la vita funziona in questo modo e le cose belle durano sempre troppo poco. Mi cugina spostò all’improvviso la porta davanti a me e adesso mi aveva scoperta. Fine dei giochi, dovevo tornare alla triste realtà di tutti i giorni.
  
« Ma guarda chi si vede qui! Non avrei mai pensato di trovarti proprio a casa di questo malato. Adesso lo verranno a sapere i tuoi e il tuo amato Fabio » disse mia cugina arrabbiata e aveva preso il cellulare in mano.
  
Sergio mi guardò molto arrabbiato era la prima volta che lo vedevo così nero in faccia.
  
« Chi è Fabio? » mi chiese lui.
  
Ora non potevo più mentire dovevo dirle la verità. Avevo una paura solo a rispondergli figuriamoci con quale coraggio avrei ammesso la verità a lui. Tanto qualsiasi cosa avrei detto, non mi avrebbe creduta lo stesso. Valeva però fare un tentativo.
  
« Volevo dirtelo da tanto ma io stavo con questo ragazzo che tanto ragazzo non è perché ha trentatré anni di nome Fabio ma non lo amavo. Mi annoiavo a stare con lui, non prendeva mai l’iniziativa, ripeteva sempre le stesse cose e faceva solo quello che dicevo io. Tanto che mi sono stancata di lui e volevo lasciarlo ma lui non ci crede, non c’è modo di farmi lasciare con lui perché fa finta di niente. Io mi sono innamorata di te e avrei voluto dirtelo di questo Fabio. Mi vuoi aiutare a liberarmi di lui? Ti prego! » gli dissi, mettendomi quasi a piangere
  
« Perché non me lo hai detto? Certo che ti darò una mano ma prima risolviamo questo casino con i tuoi e tua cugina che palle! » sbuffò lui seccato.
  
Mia cugina aveva telefonato a mia madre chiedendole di venire a casa del mio amore e per la sfiga sarebbe venuto anche Fabio. Mi ero resa conto che io ero ancora in camicia da notte e Sergio era ancora in pigiama. Scommetto che i miei genitori avrebbero fatto una bella faccia vedendomi in camicia da notte almeno avrebbero capito le mie intenzioni di voler stare insieme a lui in quanto a Fabio, lui si era un vero problema perché non mi avrebbe lasciata nemmeno dopo una discussione faccia a faccia con Sergio, avrebbe pensato che era una delle mie mosse per litigare con lui e farmi lasciare. Speravo almeno che Sergio avrebbe dato il colpo di grazia a Fabio se no da questa storia io non ne sarei mai uscita viva.
  
« Scusatemi tanto, ero al telefono con tua madre Sabrina. Mi domando come abbiano fatto i torinesi a dare fiducia ad un sindaco come questo individuo » continuò mio cugina arrabbiata.
  
« Vedremo come riderò io quando sarò presidente del Consiglio perché un giorno lo sarò, mio padre lascerà la sua carica nelle mie mani » continuò Sergio.
  
« Meno male che un tempo le cose funzionavano che era il popolo a scegliere il governo ma poi un giorno è arrivato il tuo bisnonno e ha messo questa legge che la carica di presidente del Consiglio e della Repubblica si dà per eredità di successione a un erede di famiglia. Il tuo bisnonno è stato la rovina di questa nazione ha subito messo tuo nonno presidente della Repubblica e tuo padre del Consiglio. E’stato proprio una rovina quell’uomo! » continuò mia cugina invidiosa.
  
« La carica di sindaco però è ancora ad elezione, io sono stato votato quindi la gente crede in me e mi da fiducia » continuò Sergio.
  
« Non ci vuole molto per capire che avranno falsificato i voti, sicuramente meritava molto più l’altro candidato ma tuo nonno o tuo padre avrà fatto falsificare i voti. Non sono scema, tu non la meriti la carica di sindaco » commentò mia cugina.
  
« Sei solo invidiosa » dissi io tutto ad un tratto.
  
« Di una coppia falsa come voi due? Assolutamente no. Che poi io lo so bene Sabrina tu ami lui solo perché è ricco e vuoi fare la mantenuta a vita invece di andare a faticare al lavoro. Ti conosco bene » disse mia cugina.
  
« Senti questa è casa mia! Esci subito di qui o sarò costretto a chiamare mio padre » disse Sergio molto arrabbiato.
  
« A trentasei anni non ti sai difendere da solo? Hai ancora bisogno di tuo padre. Vergognati! » continuò mia cugina.
  
Non so dopo quanti minuti ma suonarono di nuovo al campanello e questa volta doveva essere mia madre con Fabio. Benissimo questa sarebbe stata una giornata infernale e adesso sarebbe cominciata la seconda parte dell’inferno. La prima si era appena conclusa e sinceramente: che qualcuno mi aiuti, mi sto stufando di tutto questo casino. L’importante era solo che io non avrei perso lui se no non me la sentivo di continuare ancora la mia vita.
  
Mia madre era molto infuriata e io lo avevo capito dalla sua espressione che sicuramente non era in pieno di allegria. Purtroppo la vita va così e io cosa ne potevo? Io ero solo molto innamorata e volevo essere lasciata in pace con il mio amore ma con questo genere di parenti la cosa era impossibile per loro potevo anche restare single fino alla mia sepoltura e poi, a loro non andava mai bene niente quando si trattava di una mia scelta. Per loro faceva schifo qualsiasi mia decisione e io avevo capito tutto ora mai.
  
Fabio era arrabbiato anche lui e fu il primo ad aprire bocca avvicinandosi subito al mio amore.
  
« Cosa vuol dire questo amore? Io fino ad oggi mi sono fatto un culo per portarti fuori, ti ho portata al cinema, al Mc Donald’s o dove volevi. E tu? Mi hai fatto le corna con questo individuo? Ma non lo sai che i politici sono tutte persone che prendono in giro, che giocano con i sentimenti delle ragazzine ingenue? Quello vuole solo portarti a letto credimi, non penso voglia altro da una ragazzina di ventitré anni » disse Fabio.
  
« Ma cosa dici tu? Non hai mai fatto niente ti dicevo sempre trovati un lavoro ma tu non hai mai cercato niente e pagavi le nostre uscite con la pensione di duecentocinquanta euro. Meno male che con te non ho mai fatto nulla di altro visto che sei sempre stato una delusione per me » risposi io seccata.
  
« Lei ama me deficiente. Smettila di disturbarla! » si intromise Sergio.
  
« Modera il linguaggio. Lo sa la mia ragazza che il suo innamorato è un uomo che una volta ha fatto abortire una ragazzina che non era niente meno che la cugina della sua innamorata? Le sai queste cose Sabrina? » aveva detto Sergio.
  
« Non mi importa » risposi io.
  
« Brava quindi vai contro la tua famiglia? Grazie per quello che abbiamo fatto per te! » disse mia madre delusa.
  
« Io non vado contro nessuno ma voi sembra che lo fate apposta a non essere mai d’accordo con le mie decisioni » continuai io.
  
« Per forza … non lavori e non sei ancora autonoma come potremo mai essere d’accordo con te e le tue scelte? Trovati un lavoro e poi potrai fare tutto quello che vuoi » continuò mia madre.
  
« Ecco! Impara Sabrina: chi si fa il culo al lavoro poi è libero di poter fare cosa vuole e sistemarsi con chi desidera. Certo, se non fai niente non farai niente nella vita. Oggi non c’è nessuno che ti fa la pappa pronta » continuò mia cugina.
  
« Io sono pronto anche a mantenere Sabrina se fosse necessario perché la amo e per stare con lei accetterei anche questo. Solo per amore! » ammise Sergio.
  
« Che soddisfazione ti può dare una donna mantenuta? Dimmelo te … » continuò mia madre.
   
« La soddisfazione che mi sarà sempre fedele » continuò Sergio.
   
« Si, fedele per avere soldi gratis e tutto quello che vuole senza fare nessuna fatica. Le cose si guadagnano nella vita, non si regalano mai » continuò mia cugina.
   
« Sabrina ti impedisco di vedere quest’uomo da oggi in poi terrò attenzione a quando esci e andrai sempre con qualche parente in giro » continuò mia madre.
   
« Ci sono io, posso tenerla sotto controllo! » continuò Fabio.

« Ecco ottima idea! » disse mia madre.
   Poco dopo salutammo Sergio e io rassegnata non avevo avuto altra scelta che andare a casa mia. Pensare che dovevamo solo passare una settimana intera felici ma niente, grazie ai miei parenti ficcanaso e quel rompi scatole di Fabio abbiamo mandato tutto all’aria. Io e Sergio ci eravamo dati un’ultima occhiata.
   Mentre andavo a casa io sentii il cellulare squillare e lampeggiava un messaggio.
    
   Non preoccuparti. Ti porterò via di qui. Ti amo. Collegati su Facebook stasera. Ti amo. Tuo per sempre.
 


 
   
 
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